RossaIncontratemi un giorno in cui sono irritabile e ditemi che associate la fotografia all’emozione e di certo mi verrà l’istinto di farvi passare la voglia con un cazzotto. L’arte di scrivere e narrare il mondo attraverso la luce è fatica, è impegno nello studio, è la somma e il mescolamento delle conoscenze culturali che diventano alfabeto del vostro linguaggio, non emozione. La credenza che le buone foto siano fatte coi sentimenti, sappiatelo, è una barzelletta e non fa neanche ridere. Se volete toccare i livelli più alti e profondi, bisogna che usiate la testa, perché dei vostri turbamenti non frega niente a nessuno e, soprattutto, non bastano per regalare una storia allo spettatore.

Provate invece a parlarmi di emozioni dopo aver visto uno spettacolo di Raoul Iacometti e Carlo Negri e vi risponderà un’altra me, incantata da immagini e parole che prendono senso intrecciandosi tra loro. Sarà che ‘sti due matti (sono amici, posso dirlo, poi li convincerò a non querelarmi), sanno raccontare storie in un modo garbato e penetrante dando attenzione ai fatti della vita, a quelle cose che accadono prima o poi a ognuno di noi. E ci cambiano. Uno usa ogni mezzo fotografico possibile (smartphone compresi), l’altro le parole con uno stile di scrittura che si accosta molto alla fotografia.

IMG_8153Qualche sera fa li ho visti insieme sul palco, protagonisti di uno spettacolo che stanno portando in giro per l’Italia. Due ore di ritmo e soste dal titolo “Fotografia e altre storie”. Si fanno ospitare nei fotoclub e nei teatri, per regalare momenti di letture letterarie, musica, danza, videoproiezioni. Tutto nasce dalla voglia di andare oltre la tecnica e le sue regole. Raoul parla di una parte emotiva che vive dentro ogni scatto. Cercando di raccontare il suo personale modo di concepire il lavoro che fa, insiste sul fatto che ogni inquadratura vada osservata con il cuore, oltre che con gli occhi, proprio perché non sia solo forma e calcoli, ma una storia da raccontare. Affida la narrazione a Carlo, affermato autore televisivo, drammaturgo e scrittore dalla battuta bruciante in perfetta simbiosi col suo compare, che legge dal palco i suoi scritti ispirati alle opere di Raoul. Dittici, che anche senza parole sarebbero completi, ma che, grazie all’affabulazione della letteratura, diventano magia che incanta e commuove.

Raoul Iacometti e Carlo Negri ora hanno deciso di racchiudere questi dittici in piccole perle di carta. Buste anticate, ciascuna sigillata con un adesivo che indica il titolo del racconto. Ancora non mirano al mercato del collezionismo fine art, ma sono divertissement, caramelle da comprare tutte insieme o per singole preferenze dopo le loro performance. All’interno custodiscono una stampa fotografica e un testo, gli stessi visti e ascoltati durante gli spettacoli, corredati da qualche piccolo oggetto che richiama la novella stessa. E un po’ di emozione che esce non appena si leva il sigillo per guardare il contenuto.

Il prossimo incontro pubblico dei due autori sarà il 9 novembre a Sesto San Giovanni, Milano. Saranno ospiti della manifestazione “Sirene” e del Gruppo Fotoamatori Sestesi per una serata a ingresso libero.

 

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