Sony World Photography Award, l’edizione numero 13 è quella dei record
L’edizione 2020 del Sony World Photography Award, la tredicesima da quando esiste il premio, sembra essere quella dei record: nei quattro concorsi di cui si compone sono state superate le 345.000 candidature; provenienti da 203 territori del mondo. Di queste, oltre 190.000 sono state inviate per il concorso Open da cui è stato selezionato il vincitore del National Award. Si tratta del più alto numero di iscrizioni mai registrato, un record assoluto destinato a crescere insieme all’importanza di questo contest internazionale. Creati dalla World Photography Organisation e acclamati in tutto il mondo, i Sony World Photography Awards rappresentano uno degli appuntamenti più importanti per il settore fotografico internazionale. Aperti a tutti a titolo gratuito, rappresentano un importante sguardo sul mondo della fotografia contemporanea e offrono agli artisti, sia affermati che emergenti, la straordinaria opportunità di esporre il proprio lavoro. Inoltre, offrono l’occasione per riconoscere i fotografi più influenti al mondo attraverso il premio “Outstanding Contribution to Photography”; tra i vincitori degli anni passati figurano Martin Parr, William Eggleston e Nadav Kander. Infine, ogni anno nell’ambito della competizione si tiene, presso la londinese Somerset House, una prestigiosa mostra in cui vengono esposte tutte le immagini dei vincitori e dei finalisti. Per prenotare i biglietti, visitare worldphoto.org/sony-world-photography-awards-exhibition
La World Photography Organisation ha da poco svelato i finalisti del concorso Professional e i progetti fotografici dei destinatari del Sony Professional Grant 2019, mentre oggi è stato nominato il vincitore italiano del National Award, iniziativa lanciata in 63 Paesi del mondo per supportare le comunità di fotografi locali. Per l’Italia ha vinto Roberto Corinaldesi
In quanto vincitore del National Award, Roberto Corinaldesi riceverà un kit A7 III con ottica 28-70 mm. I giudici hanno deciso di premiare la sua immagine dal titolo Sur La Mer, candidata nella categoria Motiondel concorso Open, si tratta di una vista aerea di gente tra le onde. Il programma premia un fotografo di ogni Paese per uno scatto singolo e gli consente di esibire il proprio lavoro di fronte a un pubblico di livello mondiale in occasione della mostra, che si terrà a Londra dal 17 aprile al 4 maggio presso la Somerset House.
Il concorso Professional premia invece corpus di lavori che uniscano eccellenza tecnica e nuove prospettive su soggetti contemporanei. Il vincitore del titolo Photographer of the Year 2020, verrà annunciato il prossimo 16 aprile a Londra durante la cerimonia dei Sony World Photography Awards 2020. Le 10 categorie del concorso Professional hanno registrato oltre 135.000 immagini iscritte: un record assoluto.I progetti dei finalisti di quest’anno toccano una grande varietà di argomenti e si avvalgono di diverse tecniche fotografiche e di presentazione. Si spazia da soggetti e osservazioni personali ad approcci creativi di narrazione, fino alla volontà di far luce su questioni poco note, ma critiche. I temi sono: Architettura, Fotografia creativa, Scoperta, Ambiente, Documentaristica, Paesaggio, Natura e Animali selvatici, Ritratto, Natura morta, Sport, Sony Professional Grant 2019.
Gli italiani in finale e in shortlist del concorso professionale sono: Dione Roach, Nicoletta Cerasomma, Luca Locatelli, Marco Garofalo, Pierpaolo Mittica, Carolina Rapezzi, Mauro Battistelli, Massimo Gurrieri, Raul Ariano, Andrea Staccioli, Giuliano Berti, Federico Tardito, Alessandro Gandolfi, Sabina Candusso. Le opere dei fotografi finalisti e nella shortlist sono state giudicate da: Claudi Carreras Guillén, curatore indipendente, editor e produttore culturale;Touria El Glaoui, direttrice e fondatrice di 1-54 Contemporary Art Fair; Katie Hollander, direttrice di Annenberg Space for Photography; Gwen Lee, direttrice del Singapore International Photography Festival; Brent Lewis, photo editor per The New York Times e cofondatore di Diversify Photo; Mike Trow, Presidente e curatore della mostra, picture editor e consulente.
Un’ultima nota interessante: il premio Outstanding Contribution to Photography 2020 è stato assegnato in questa edizione a Gerhard Steidl. Questa è la prima volta nella storia degli Awards che il premio Outstanding Contribution to Photography viene conferito a qualcuno che non sia un fotografo. Lui, tipografo, editore e designer di fama mondiale, ha fondato una casa editrice nel 1968, e ha avviato il proprio programma editoriale dedicato alla fotografia nel 1996, attività che, nel giro di pochi anni, ha portato alla realizzazione di quello che è tuttora il più vasto catalogo mondiale di libri di fotografia contemporanea. Tra gli straordinari volumi fotografici del catalogo figurano le opere di artisti quali Joel Sternfeld, Nan Goldin, Bruce Davidson, Robert Frank, Berenice Abbott, Robert Adams, Henri Cartier-Bresson, Karl Lagerfeld e Juergen Teller, solo per citarne alcuni. Le pubblicazioni di Steidl abbracciano l’intera storia della fotografia, dai primi maestri ai maggiori fotografi contemporanei, e rappresentano l’espressione fotografica in tutte le sue forme, dall’arte alla moda, dalla fotografia documentaria a quella di strada.
Nell’ambito della mostra alla Somerset House di Londra, verrà allestita un’area che si propone di celebrare le straordinarie produzioni di Steidl attraverso la presentazione del suo processo editoriale e l’esposizione di circa 80 delle sue pubblicazioni più acclamate. Intitolata One Love, One Book: Steidl Book Culture. The Photobook as Multiple, la mostra colloca il libro fotografico nel solco della tradizione dei multipli artistici, ovvero serie di oggetti identici realizzati o commissionati da un artista e venduti a prezzi accessibili al grande pubblico. Durante la mostra si terrà inoltre un evento speciale, battezzato Ask Steidl Any Dumb Question About Making a Book, in cui si inviteranno i visitatori a prendere parte a una sessione di domande e risposte con il celebre editore. Ampliando ulteriormente il concetto di oggetto d’arte democratico, Gerhard Steidl ha ideato la mostra come mezzo per comunicare e condividere la propria visione ed esperienza. Lo spazio espositivo sarà allestito come un laboratorio visivo articolato in quattro sezioni: Artist, Concept, Design, Print. Gli oggetti in mostra, tutti corredati di un commento dettagliato, offriranno uno sguardo approfondito sulla cultura libraria di Steidl, accompagnando i visitatori passo passo lungo il percorso creativo che Steidl è solito seguire per la realizzazione di un libro: dalla corrispondenza iniziale con l’artista alle decisioni editoriali, fino alla scelta di elementi tecnici quali i font, la carta e i materiali di rilegatura.
Tra i pezzi di punta si potrà ammirare The Japanese Box (2001): pubblicato da Steidl con il marchio editoriale Edition 7L, il cofanetto da collezione laccato nero, frutto della collaborazione tra Karl Lagerfeld e Gerhard Steidl, contiene le ristampe in facsimile di sei rare pubblicazioni fotografiche risalenti all’epoca dell’influente rivista giapponese Provoke. Un’altra pubblicazione Edition 7L in mostra sarà Interview: The Crystal Ball of Pop Culture (2004), facsimile in sette volumi dei migliori numeri del primo decennio di vita del celebre magazine Interview, fondato da Andy Warhol, tutti contenuti in un carrello in legno realizzato ad hoc. In aggiunta alle pubblicazioni di fama internazionale, Steidl esporrà anche una selezione di fotografie di artisti con i quali intrattiene rapporti di lungo corso. Tra queste, alcune immagini tratte dal prossimo libro fotografico Orange (2020) del premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk. L’opera racchiude gli scatti delle stradine e dei vicoli in apparenza trascurati di Istanbul, tutti avvolti nelle calde tonalità arancioni dei vecchi lampioni cittadini, che stanno rapidamente lasciando il posto a moderne luci bianche. Accanto a queste si potranno vedere le immagini tratte da Museum Bhavan (2017) di Dayanita Singh, mostra itinerante di stampe fotografiche esposte su strutture in legno modulari, pieghevoli e combinabili a piacimento dall’artista. Di questa mostra Steidl ha prodotto, sotto forma di libro, una versione in miniatura, costituita da nove singoli “musei”, che i visitatori potranno acquistare e poi comporre come desiderano a casa propria.