Giuseppina Biella, Antonella Sesino, Orazio Conte e Francesco Caldara sono i nostri connazionali vittime dell’attentato terroristico al museo del Bardo a Tunisi.
Quattro storie, quattro vite interrotte dalla violenza ideologica spietata e cieca, quattro morti che hanno colpito profondamente le nostre coscienze e che rappresentano ognuno di noi.
Antonella Sesino era una impiegata del Comune di Torino, Orazio Conte faceva l’informatico Francesco Caldara un autista di autobus in pensione mentre Giuseppina Biella, anche lei pensionata, sognava da tempo quel viaggio in Tunisia.
Quattro persone comuni che rappresentano tutta la nostra comunità e che, loro malgrado, si sono trovati a divenire eroi nazionali.
Si eroi.
Eroi perché oggi, nella incapacità mondiale di arginare il fenomeno terroristico dell’Isis, il non avere paura e’ un comportamento eroico.
I terroristi islamici puntano a farci avere paura a modificare i nostri comportamenti attraverso una violenza che colpisce civili in modo casuale.
Noi questo non possiamo permetterlo.
I nostri quattro connazionali vittime dell’attentato terroristico rappresentano la voglia di vivere, di viaggiare, di non piegarsi alla paura che viene dall’Islam.
Per questo mi auguro che il Presidente del Consiglio dichiari il lutto nazionale per i nostri caduti in Tunisia così come fece Hollande all’indomani del l’attacco alla redazione del giornale Charlie Hedbo dichiarando “la nostra migliore arma è’ L’Unità “…
Già l’ unità una parola che nel nostro paese risulta essere una utopia .

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