I semiconduttori sono una parte fondamentale del mondo moderno.

Sono usati in tutto, dagli smartphone agli aerei, e senza di loro molta della tecnologia che rende possibile la vita quotidiana nel 2021 semplicemente non potrebbe esistere.

Come spiega Andrea Capiluppi di RendimentoFondi.it la recente crisi dei semiconduttori è un tema di scottante attualità ma a noi interessa più ipotizzare quali potrebbero essere le ripercussioni sulle borse mondiali.

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Il Nasdaq è salito nell’ultimo anno esattamente con lo stesso ritmo di crescita – in gergo tecnico momentum – che aveva nel famigerato 2000. Se si prova a sovrapporre il grafico del 2000 con quello del 2020/21 la somiglianza in termini di ritmo di crescita fa rabbrividire.

 

Certo, sappiamo che oggi il mondo è profondamente diverso, le borse non sono più libere nei loro movimenti ma sono fortemente influenzate dalle politiche aggressive delle banche centrali.

E’ altrettanto vero che che l’approvvigionamento di semiconduttori potrebbe diventare un problema serio nei prossimi mesi. Il problema infatti da produttivo potrebbe diventare presto finanziario: un calo di chip porta a una riduzione nello sviluppo e nel commercio di prodotti tecnologici, e per questo l’andamento in Borsa delle aziende del settore potrebbe risentirne.

A supportare questa ipotesi ci sono le parole di Apple, che ha dichiarato la scorsa settimana che le vendite di iPhone 12 sono state rallentate dalla disponibilità di alcuni componenti.

Ormai non esiste quasi più azienda che non necessiti di questi fondamentali componenti, in particolare tutte le aziende tecnologiche del Nasdaq che ovviamente vivono proprio grazie ai semiconduttori.

Siamo dunque di fronte all’insorgere di una nuova tempesta perfetta?

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