Più che un blog, un dopolavoro giornalistico per assaggiatori più o meno consapevoli. Perché non di sole notizie e articoli vive il cronista. Politica, attentati, inchieste e finanza, a ognuno il suo settore. Poi, però, a ognuno il suo bicchiere, che la vita è troppo breve per sorseggiare cose cattive e lo stress tende a dissiparsi oltre i 40°.
Fermamente convinti che due dita di distillato funzionino meglio di ogni ansiolitico e indefessi sostenitori dello slow-drink, siamo spiritisti ortodossi e questo è il nostro rudimentale astrolabio per orientarci nella Panthalassa di whisky, rum, cognac, gin e chi più ne ha più ne assaggi.
Curiosi di tutto, ne sappiamo il giusto; non insegniamo nulla a nessuno e non diamo voti, che questo non è mica “Masterchef”. Diciamo la nostra, curiosi come bertucce. Azzardiamo consigli (da non seguire mai alla lettera) e ci avventuriamo in voli pindarici e citazionismi letterari. I profumi di Proust, le sbornie di Joyce, l’avventura di Hemingway: per noi Gente di Spirito l’alcol è un piacere culturale. E se non è culturale che piacere è?