Migranti: ognuno si prenda i suoi
Nonostante il vertice straordinario della UE richiesto da Renzi (e da cui è tornato, sostanzialmente, con le pive nel sacco), il problema delle centinaia di migliaia di migranti che si apprestano a salpare dalle coste nordafricane per l’Italia rimane irrisolto. L’idea di distruggere, con una serie di raid, i barconi con cui gli scafisti si apprestano a trasferire da noi questa marea umana è stata bocciata dalle Nazioni Unite e, per me incomprensibilmente, ritenuta anche poco fattibile dal punto di vista militare. L’operazione Triton riceverà un finanziamento più adeguato e sarà rinforzata con nuovi mezzi forniti da vari Paesi, ma – come ha detto in tutte lettere il premier britannico Cameron – questi si affretteranno a sbarcare il loro carico umano nel porto più vicino, nella fattispecie in Sicilia. L’onere di riceverli, registrarli e MANTENERLI rimarrà perciò all’Italia.
Ci permettiamo allora di dare un altro suggerimento a Renzi, da trasmettere agli altri Paesi della UE se non altro a titolo di provocazione, per riaprire un discorso che – chiuso qui – sarebbe molto negativo per noi. Poiché gli aspiranti profughi provengono quasi tutti da Paesi che sono stati colonie europee fino alla seconda guerra mondiale (e in molti casi addirittura fino agli anni Sessanta), ognuno dovrebbe farsi carico dei “suoi”. Esempio, i francesi dovrebbero gestire, cioè decidere se accogliere o rimandare indietro, i migranti provenienti dalla Siria, dal Senegal, dal Mali, dalla Tunisia, ecc; gli inglesi dovrebbero assumersi la responsabilità per quelli che arrivano dalla Palestina, dal Ghana, dal Gambia, dal Kenya, ecc. , i belgi per i congolesi. Germania e Svezia, che sono stati finora i più generosi nel concedere asilo politico, non avendo posseduto di recente colonie (quelle tedesche risalgono alla prima guerra mondiale) potrebbero fare, per così dire, da battitori liberi. In uno schema come questo, a noi toccherebbero gli eritrei, i somali e quei pochi etiopi che sono stati segnalati fin qui. Ma se poi costoro decidessero, per ricongiungersi con parenti o per altre ragioni, di proseguire per il Nord, dovrebbero essere liberi di farlo.
Visto che la marea sembra inarrestabile, che papa Francesco continua a dire che bisogna accogliere tutti e che, stando a una recente indagine demoscopica, anche più della metà degli italiani è di questo parere, questa divisione degli oneri ci alleggerirebbe almeno in parte da un compito che si presenta terribilmente difficile. Spero che, nelle alte sfere, qualcuno raccolga l’idea e la sollevi a livello UE. Glie ne cederei volentieri il copyright.