Bologna: un patrimonio dell’Umanità lungo 40 km
La 44° sessione Unesco tenutasi ieri a Funzhou in Cina ha riconosciuto i portici di Bologna come patrimonio dell’Umanità. I siti riconosciuti nel mondo sono 1135 in 167 Nazioni e l’Italia, che ora ne conta 58, è al primo posto seguita dalla Cina. Ottimo risultato come commenta il Ministro della Cultura Dario Franceschini soprattutto alla vigilia del G20 Cultura che l’Italia si appresta ad ospitare per la prima volta. Particolarmente felice è il Sottosegretario alla Cultura Lucia Borgonzoni che, da bolognese doc, non nasconde il suo l’entusiasmo. “Un riconoscimento dovuto ma inaspettato che per questo è stato maggiormente apprezzato, grazie all’impegno e al lavoro degli uffici del MiC, della diplomazia, dell’assessore Orioli con gli uffici del comune – spiega l’onorevole Borgonzoni -, ha permesso a Bologna e ai suoi portici di raggiungere questo traguardo Sono doppiamente entusiasta, non solo per il riconoscimento ottenuto ma anche perché Bologna è la mia città”.
I portici per Bologna non rappresentano solo uno splendido scenario architettonico come le sue torri: per i bolognesi sono un modo di vivere, luogo di incontro, spazio di formazione dello spirito collettivo. Nati spontaneamente nel Medioevo, per la necessità pratica di aumentare gli spazi abitativi sovrastanti e di proteggesse merci e passanti dalle intemperie, sono diventati la rappresentazione della socialità bolognese. Dalla loro prima testimonianza nel 1041 le vie porticate si estendono e si trasformano in sintonia con la città sempre più autorevole. Dal XIV secolo, per l’aumento dei dottori e degli studenti della storica Università Alma Mater gli statuti comunali attuano bandi specifici per incentivare la creazione di nuovi portici e obbligare le case che ne erano prive ad adeguarsi. Si richiedono caratteristiche regolari (2,66 mt di altezza e pari di larghezza) accentuandone così l’armonia e offrendo il grande insegnamento di quanto una buona gestione in termini di opere pubbliche possa offrire risultati unici. Dal 1568 gli antichi portici medioevali in legno scompaiono (visibili in alcune parti della città come Casa Isolani o Casa Grassi) per lasciare spazio alla loro trasformazione in laterizio. Nel mentre però, secolo dopo secolo, Bologna si è infittita di una rete di luoghi pubblici coperti che avrebbero per sempre segnato lo scorrere della vita. Alcuni vantano dettagli particolari, come via Senzanome nel quartiere Saragozza che dai 95 centimetri di larghezza ancora lascia supporre la particolarità malfamata della zona; altri sono unici, come il portico di San Luca che con i suoi 3.796 metri di estensione è il portico più lungo al mondo.
Il riconoscimento Unesco è sicuramente un traguardo importante nell’ambito della salvaguardia internazionale dell’arte e del paesaggio e l’Italia come sempre si dimostra essere uno scrigno di meraviglie. Di certo l’occasione potrebbe essere da stimolo per gli italiani desiderosi di rituffarsi nel turismo lento e nella bellezza. Basta andare a Bologna per perdersi nei suoi indimenticabili 40 km di magnifici ed indimenticabili portici.