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07Dic 24
Valter Longo: come vivere più a lungo e in salute
La longevità non dipende solo dalla genetica, adottare stili di vita sani, influenzati da ottimismo e consapevolezza, è cruciale per prevenire l’invecchiamento precoce. L’analisi di modelli virtuosi in Paesi longevi, come Giappone e Svizzera, unita all’uso di protocolli innovativi come la dieta mima digiuno, offre nuove prospettive. Inoltre, il ruolo del digiuno intermittente e delle tecnologie emergenti spinge la ricerca verso strategie personalizzate per vivere più a lungo e in salute. Valter Longo, biochimico, riconosciuto a livello internazionale come uno dei leader nel campo degli studi sulla longevità,
Professore di Biogerontologia e Direttore dell’Istituto di Longevità all’ USC (University of Southern California) David School of Gerontology di Los Angeles, uno dei centri più importanti per la ricerca in materia di invecchiamento e di malattie correlate all’avanzamento dell’età, ci spiega i segreti della longevità.
Si parla spesso di longevità legata a genetica, stile di vita e alimentazione.
Ma in quale misura caratteristiche psicologiche (come l’ottimismo o lo stress emotivo o fisico) influenzano significativamente l’invecchiamento?
L’ottimismo o comunque la voglia di vivere sono chiaramente importanti per la longevità, ma probabilmente più perché permettono alla persona di adottare gli stili di vita e le cure mediche associate alla longevità.
Quali sono i Paesi statisticamente più longevi e cosa possiamo imparare dai loro stili di vita?
In passato erano il Giappone e l’Italia ad avere le aspettative di vita più alte al mondo. Oggi il Giappone rimane tra i primi, ma l’Italia ha perso molti posti ed è stata sorpassata da molti Paesi inclusi la Corea del Sud e la Svizzera. Questo è dovuto probabilmente, almeno in parte, all’aumento di sovrappeso e obesità e anche alla westernizzazione della dieta in Italia.
Esistono differenze di longevità legate al tipo di dieta adottata fin dall’infanzia rispetto a diete adottate in età adulta?
I dati epidemiologici suggeriscono che se si adotta quella che io chiamo “la dieta della longevità” a partire dai 20 anni, il vantaggio sull’aspettativa di vita, rispetto a chi continua ad adottare una dieta western tipo quella americana, è di circa 13 anni di vita in più.
Ma questo si riduce a 9 anni se il cambio di alimentazione e stile di vita viene fatto a 60 anni.
Lo sport e attività fisica sono, ad oggi, considerati dai medici dei veri e propri farmaci. È così?
Sì, non sono potenti quanto la dieta ma sono molto importanti. Il problema è che spesso si pensa allo sport da giovani e in molte persone viene minimizzato dopo i 40-50 anni. Invece, l’attività fisica della maggior parte dei centenari che ho incontrato erano ore di cammino, ore di giardinaggio o lavoro nei campi.
In un futuro in cui l’intelligenza artificiale e la robotica potrebbero alleviare molti sforzi fisici, quali effetti potrebbe avere la diminuzione del movimento fisico sulla longevità?
Un effetto importante. Invece un problema è quello di alcuni farmaci che danno l’impressione errata alle persone di poter mangiare quello che vogliono e quanto vogliono considerando il farmaco come la vera soluzione. Questo è un problema.
Le tecnologie di modifica genetica potrebbero un giorno eliminare i geni legati all’invecchiamento?
L’invecchiamento non è dipendente da uno o più geni, anche se sono i geni a determinare che un topo vive per 3 anni e una persona per 80. Eventualmente potremo estendere la longevità, agendo sui geni che regolano l’invecchiamento, ma stiamo parlando di vivere di più e più sani e non di essere immortali.
Quali effetti ha sulla longevità l’esposizione regolare e controllata a condizioni estreme, come il freddo o il caldo intenso?
Per quello che sappiamo un effetto minimo.
Ci parli del suo box e protocollo “mima digiuno”. In cosa consiste?
Sono box che contengono cibo per 4-7 giorni che simula il digiuno (dieta mima digiuno). All’inizio era stata sviluppata grazie ai fondi del governo americano per le terapie oncologiche, ma gli studi clinici svolti in Europa e USA hanno dimostrato la sua efficacia contro obesità, pre-diabete e diabete se si pratica anche per soli 5 giorni (una volta al mese o meno). Adesso sono in corso studi che testano la sua efficacia contro Autoimmunità, Alzheimer e molti tipi di cancro . Stiamo testando anche la possibilità che possa essere efficace se adottata solo ogni 3 mesi per 5 giorni, e quindi per un totale di 20 giorni all’anno.
Come influisce il digiuno intermittente sul microbiota intestinale e sulla salute a lungo termine?
Ha un forte effetto sul microbiota anche se non è ancora chiaro quanto durino i cambiamenti nel microbiota o quanto siamo importanti per i suoi effetti sulla salute. I cicli di dieta mima digiuno hanno degli importanti effetti su molti fattori di rischio di malattie e invecchiamento (IGF-1, colesterolo, pressione del sangue, glicemia, massa grassa, ecc.).
Esistono delle differenze nei benefici del digiuno intermittente tra uomini e donne?
Probabilmente sì, ma per adesso non sono così ovvi. E’ importante specificare che parlare di digiuno intermittente non significa molto. Meglio parlare di tipi di digiuno specifici come mangiare e digiunare per 12 ore al giorno o fare cicli di dieta mima digiuno. L’uso di termini generici come “digiuno intermittente” a lungo andare farà più danno che bene alla popolazione, infatti alcuni tipi di digiuno sono già considerati potenzialmente dannosi (es. 16 ore al giorno di digiuno saltando la colazione).
Il digiuno intermittente ha un impatto sulla salute mentale e sulla funzione cognitiva?
Sembra di sì ma è ancora presto per avere una risposta chiara. Dal momento che i cicli di mima digiuno causano la regressione del diabete (e il diabete è uno dei principali fattori di rischio per l’Alzheimer) l’uso di cicli di mima digiuno ha il potenziale di aiutare a prevenire l’Alzheimer e altre demenze nelle persone.
Come si rapporta il digiuno intermittente con il ritmo circadiano e come influisce sulla qualità del sonno?
E’ fondamentale consumare i pasti ad ore regolari, in circa 11-12 ore totali e almeno 3 ore prima di andare a dormire. Queste regole possono aiutare ad aumentare la durata e qualità del sonno.
Quali adattamenti metabolici a lungo termine si verificano con il digiuno intermittente e possono influenzare la longevità?
I cicli di dieta mima digiuno diminuiscono l’insulino resistenza che porta a pre-diabete e diabete e riducono anche il fattore di crescita IGF-1 e l’insulina, entrambi implicati nell’accelerazione dell’ invecchiamento.
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