Renzi fora sulla A3
L’Italia non resti sorda alle sofferenze dei calabresi. Da quando Matteone Renzi ha annunciato che – cascasse il mondo – lui il 22 dicembre (del 2016, gufi che non siete altro) inaugurerà la Salerno-Reggio Calabria, per l’occasione ovviamente rimessa a nuovo e vestita a festa per intero, i calabresi non vanno più a lavorare. Un po’ perché di lavoro non ce n’è, neppure a cercarlo. Un po’ perché non riescono a smettere di ridere. Manco fossero giornalisti stranieri.
Il fatto è che loro, diversamente dai burloni pancia piena della stampa estera, all’annuncio dell’amatissimo monarca ci credono. Ma già s’immaginano la scena. Il signore di tutte le strade, il principe Anas Vittorio Armani, non se l’è sentita di dare un dispiacere al sovrano fiorentino. «Ce la faremo», ha giurato solenne. E pazienza se dei 10 cantieri attualmente ancora aperti per ultimare opere, sistemare telecamere di sorveglianza, montare lampadine ed installare guard rail, la maggior parte non offra date di chiusura – ufficialmente «in fase di ridefinizione» – mentre qualcun altro, sicuramente infestato di smacchiatori di giaguari, rechi addirittura una mesta tabella che infausta confida: «Fine lavori: 21.11.2017». Nessuno dubita: il taglio del nastro ci sarà. Del resto, mica si può inaugurare un’autostrada senza (almeno) tutti i paracarri: sarebbero ‘ose da grulli.
Tutto pronto, insomma. Quasi per decreto. Restano da snidare e annientare – e qui il racconto si fa epico – solo gli ultimi ribelli. Gente che s’avanza indomita dietro scudi e lance marchiati d’una misteriosa sigla, Pd, e che una ventina di giorni fa, prima delle parole dell’Illuminato, ha osato alzare i propri vessilli nei palazzi del governatorato, irridendo il principe Anas. «Il 24 gennaio 2016 Armani ha dichiarato pubblicamente che entro la fine dell’anno termineranno i lavori dell’autostrada, ma tale soluzione non garantisce l’effettivo completamento della A3», dicevano orgogliosi gli alfieri Pd Carlo Guccione, Vincenzo Pasqua, Franco Sergio, Michelangelo Mirabello, Giuseppe Giudiceandrea, consiglieri regionali di Calabria. Senza timore di andare alla pugna, assisi tra i banchi del Consiglio degli Eletti tenaci insinuavano: «Restano ancora da ammodernare i tratti che vanno dagli svincoli di Morano–Castrovillari-Sibari, dal km 185 al km 206,500; il tratto che va dal nuovo svincolo di Rende, al km 250, al nuovo sistema di svincoli di Cosenza Sud, tra il km 262 e il km 266; il tratto che va da Cosenza a Rogliano, dal km 259,700 al km 270, e quello che va da Pizzo a Sant’Onofrio, dal km 337,800 al km 348,600. Tutte queste tratte sono in fase di progettazione ma non sono state ancora finanziate». E sprezzanti osavano concludere: «Allo stato attuale, l’A3 rischia di continuare ad essere una grande incompiuta». L’aula del governo calabro, ascoltate le terribili parole, con sprezzo del pericolo osava farle proprie e con moto unanime adottarle, col sigillo finanche del governatore Mario Oliverio. Sarà lui, il 22 dicembre, a dover accogliere con tutti gli onori le Loro Maestà che da Roma arriveranno a celebrare le magnifiche e progressive sorti del Meridione che viaggia in autostrada.
La situazione è grave, ma non seria, avrebbe ironizzato Ennio Flaiano. I calabresi, consapevoli, se la ridono. Disperati.
(Photocredit: spigaweb.org)