Putin 2LA RUSSOFOBIA INGLESE
Gli inglesi sono ossessionati dalla Russia. E non da ora; almeno dal 7 Luglio del 1807 quando, sopra il ponte di barche sul fiume Nemunas, lo Zar Alessandro I e Napoleone firmarono la pace di Tilsit. Fu in quell’occasione, si raccontò nei circoli di Londra, che lo zar bisbigliò al Bonaparte il suo disprezzo per gli inglesi: “li detesto quanto voi e sono pronto ad aiutarvi in qualsiasi impresa contro di loro”. Poi si sa come andò a finire: cinque anni dopo Napoleone invase la Russia e 400.000 francesi ci lasciarono le penne.

Ma in Inghilterra quella frase non l’hanno dimenticata e la russofobia è stata una costante della politica estera britannica per oltre due secoli. Il problema non era tanto il dominio in Europa quanto nell’Asia Centrale, in quell’ombelico del mondo mistico e geopolitico che è l’Eurasia.

Fatto sta che dall’800 ad oggi, per gli inglesi la Russia (che sia zarista, bolscevica, comunista o putiniana), è una costante minaccia, un pericolo latente, una vera e propria fobia.

putin1VLAD THE LAD
Per questo in Inghilterra non hanno preso bene la notizia di qualche giorno fa: e cioè che 11 rampolli dell’Eton College, la più prestigiosa scuola britannica, durante un viaggio vacanza a Mosca abbiano chiesto (tenendo all’oscuro la direzione scolastica) di poter incontrare Putin. E la cosa ancora più incredibile è che Putin abbia accettato.

E così sui social sono dilagate le foto degli studenti vestiti con il blazer ufficiale di Eton ricevuti al Cremlino mentre stringono la mano al Presidente russo, mentre siedono con lui al tavolo ovale per un incontro durato ben due ore, o mentre si fotografano in pose scherzose e informali nelle stanze attigue.
“Vlad the lad” (“Valdimir il giovanotto”, così l’hanno ribattezzato su Facebook) è diventato l’idolo di questo gruppo di studenti (e dei loro amici social).

37C1AA8B00000578-3767423-image-a-93_1472660011073LA SCUOLA DELL’ÉLITE
Ma la cosa in Inghilterra non è piaciuta. D’altronde Eton è il college che in quasi 600 anni ha sfornato l’intero establishment inglese: membri della famiglia reale (dal Duca di Wellingotn ai principi William ed Harry), primi ministri (19 per la precisione, da William Pitt a David Cameron), capi di Stato stranieri, diplomatici, vescovi anglicani, premi Nobel, scrittori (George Orwell, Aldous Huxley, Ian Fleming), banchieri (una sfilza di Rotschild è uscita da qui), giornalisti.
È la scuola dei privilegiati che costa oltre 30.000 sterline all’anno (cioè quanto l’intero reddito di un inglese medio). È la fabbrica di quell’élite mondialista che oggi è la principale nemica della Russia.

David Wei, uno dei ragazzi che ha pianificato l’incontro, ha rivelato su Facebook che non è stato facile: “mi ci sono volute 1040 mail, oltre 1000 messaggi di testo e innumerevoli notti insonni, una costante paranoia durante il periodo degli esami… ma alla fine qui ci sono”.

RABBIA INGLESE
I media inglesi sono letteralmente impazziti di fronte alla notizia e alle foto. Qualcuno ha addirittura provato a spiegare che si trattava di una mossa segreta di Putin per inviare un segnale distensivo all’Occidente.

La verità è che più i media occidentali (inglesi in testa) provano a costruire il mito nero di Putin, più Putin affascina europei e americani per le sue qualità di capo amato da una nazione, per quel misto di carisma, magnetismo e lucidità politica che lo rendono, oggi, forse l’unico leader riconosciuto sulla scena del mondo.
Dubito che se i rampolli di Eton fossero venuti in viaggio vacanza a Roma o a Parigi avrebbero fatto carte false per incontrare Renzi o Hollande.
Forse è questo che dovrebbero domandarsi in Gran Bretagna, più che irritarsi per il fatto che Putin abbia incontrato i giovani inglesi prima ancora di incontrare il loro neo-Primo Ministro, Theresa May (ennesima mossa di vera genialità mediatica).

DOVE SONO I LEADER?
L’Europa sta morendo dentro le sue contraddizioni: la retorica umanitaria fatta di bombe criminali e il suicidio dell’accoglienza. La sottomissione ai poteri finanziari che sta distruggendo trasformando democrazia e libero mercato in una dittatura che soddisfa gli appetiti famelici di un élite parassita. Lo svuotamento delle sovranità a vantaggio di una tecnocrazia rapace che sta annientando il senso di appartenenza e di cittadinanza.

Gli europei tutti, ricchi o poveri, di destra o di sinistra, stanno capendo che da tutto questo l’Europa non uscirà perché non ha leader perché ha deciso di rinunciare alla sovranità politica ed affidare il suo destino ad una grigia e criminale (oltre che incompetente) tecnocrazia.

Putin appare invece come un leader in grado di trascinare il proprio Paese fuori dalla palude in cui la storia l’aveva consegnato. Per questo l’élite mondialista lo odia; per questo la gente normale lo ammira.

Chi ci governa  vuole farci credere che la Russia sia un pericolo per l’Europa; per distrarci dal fatto che sono invece loro il pericolo per noi.
La propaganda di ieri funziona come la propaganda di oggi. Probabilmente anche i rampolli inglesi di Eton l’hanno capito.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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