Elmetti Bianchi: un altro video che imbarazza
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CIAK SI GIRA!
Siria: una casa bombardata, un uomo che emerge dalle macerie, forse svenuto; sporco di calcinacci come se quella casa gli fosse crollata in testa. Attorno a lui due soccorritori, due White Helmets (gli Elmetti Bianchi), gli angeli del soccorso che la propaganda occidentale ha, in questi ultimi mesi, eretto a eroi dell’umanitarismo da copertina contro i crimini di Assad e del suo alleato russo.
Per 25 secondi i personaggi sono immobili come statue mentre la telecamera insiste su di loro ruotando intorno.
Poi improvvisamente come un “Azione!!” urlato da un regista remoto, i personaggi iniziano a muoversi e la scena si anima. L’uomo diventa un ferito dolorante e i due soccorritori, i suoi salvatori che lo estraggono dalle macerie e lo portano in salvo. Il silenzio irreale di un attimo si riempie di urla, sirene, rumori e frenetico caos.
Insomma una perfetta scena di salvataggio da bombardamento costruita come un set cinematografico.
Il video è stato pubblicato il 18 Novembre sul canale di RFS (Revolutionary Forces of Syria Media Office), la piattaforma media che raccoglie la propaganda delle diverse organizzazioni anti-Assad. Dopo poche ore il video è diventato virale in tutto il mondo.
Il motivo è semplice: da mesi il manistream occidentale sta costruendo il mito dei White Helmets. Le immagini di questi operatori umanitari che dopo ogni presunto bombardamento del regime siriano o dell’aviazione russa, compaiono dal nulla a salvare vite umane scavando a mani nude tra le macerie mentre ancora gli aerei nemici sono sopra le loro teste, riempiono i servizi televisivi e i canali online dei principali media. Sempre puntuali, in perfetta angolatura di telecamera, sfidando bombe e pericoli di ogni sorta, gli eroici Elmetti Bianchi dimostrano al mondo come Assad e Putin bombardino civili e preferibilmente bambini (che quasi sempre sono i protagonisti dei salvataggi).
Il loro lavoro è talmente encomiabile che l’organizzazione è stata proposta per Nobel per la Pace e su di loro è già stato realizzato un documentario da Netflix.
Eppure da più parti si sollevano dei dubbi: gli Elmetti Bianchi non sarebbero altro che l’ennesima creatura messa in vita nei laboratori dei servizi d’intelligence occidentali, finanziati copiosamente da Usa Gran Bretagna e Qatar (cioè i paesi che fino ad oggi hanno appoggiato i “moderati ribelli” jihadisti anti-Assad), modellati attraverso un brand riuscitissimo da un azienda di marketing britannica e utilizzati come strumento di propaganda dalla “libera informazione” occidentalista. Per chi volesse approfondire chi sono i White Helmets, rimandiamo a questa indagine di Matteo Carnieletto su Gli Occhi della Guerra completa ed esaustiva.
Qui ci limitiamo a raccontare la storia di questo video imbarazzante e francamente incomprensibile.
UN VIDEO IMBARAZZANTE
I responsabili di RFS hanno in un primo tempo fatto sparire il video dal canale, ma solo dopo che era stato reso virale su migliaia di altri siti. Allora hanno deciso di reinserirlo, pubblicando una nota ufficiale in cui spiegano che esso era solo un “Mannequin Challenge”, una “Sfida dei Manichini”, questa sorta di moda social che sta impazzando sul web e in cui si realizzano video con personaggi immobili a rappresentare scene fisse e spesso surreali e creative. Una moda diventata virale da quando gli studenti di un liceo di Jacksonville poco tempo fa, realizzarono il primo video per gioco.
Una moda a cui ha patecipato persino Hillary Clinton con questo video virale per la sua campagna elettorale.
Insomma era un gioco.
Eppure a differenza dei “Mannequin Challenge”, questo video si conclude con i personaggi che prendono vita ed animano una scena di simulazione di salvataggio con tanto di finzione scenica e contesto sonoro riprodotto di un bombardamento.
VITTIME O ATTORI?
Le polemiche sono innescate dal fatto che molti osservatori internazionali, da tempo stanno mettendo in dubbio molti dei video di salvataggio degli Elmetti Bianchi. Ad esempio questo:
Riprodotto con il logo dei White Helmets, che mostrerebbe un attacco contro i civili dell’aviazione di Assad, ma non specifica il luogo, né il contesto; nel video si vedono volontari che trafficano in maniera un po’ superficiale con dei compressori di ossigeno e salvano miracolosamente da sotto le macerie due bambini che non sono né feriti, né impauriti, ma anzi stringono le loro bambole insolitamente pulite per essere stato seppellite sotto tonnellate di cemento armato.
O quest’altro in cui una bambina (più grande) estratta viva e fatta salire sull’elicottero che la porterà in salvo, inizia a mettere in scena uno straordinario copione di ringraziamenti ad Allah, esaltazioni del martirio, promessa di indossare l’hijab islamico; insomma un vero manifesto di ortodossia jihadista recitato da una bravissima attrice e pubblicato dal Wall Street Journal.
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D’altro canto come ha sottolineato Vanessa Beeley, giornalista ed operatrice in Siria, il legame tra White Helmets e gruppi islamisti di Al Qaeda è ormai assodato; molti di loro ne fanno parte e quasi tutti i video vengono prodotti nelle zone della Siria sotto il controllo di Al Nusra e dei terroristi islamici appoggiati dall’Occidente.
I bambini sono quasi sempre i protagonisti dei salvataggi, ma spesso la manipolazione è così evidente da risultare grossolana; come questa bambina, sempre la stessa, “salvata” in tre bombardamenti diversi e sparata sui media a commozione del pubblico occidentale.
LE FORZE ARMATE DEI MEDIA
Tutto questo ci serve a comprendere come la manipolazione dell’informazione non sia un elemento neutrale in una guerra, ma uno delle componenti essenziali di ogni conflitto. Creare suggestioni per condizionare l’opinione pubblica (sia occidentale che islamica) aiuta a aumentare l’odio verso il nemico, giustificare il conflitto e condizionare le scelte politiche. Insomma la manipolazione dell’informazione è una Forza Armata e su questo, “i liberi media occidentali” sono vere truppe di sfondamento.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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