Orban vuole “spazzare via” Soros
ORA CI SONO LE CONDIZIONI?
Dopo la Russia, anche l’Ungheria potrebbe decidere di espellere le Ong legate a George Soros le cui attività sono ritenute rischiosa per la sicurezza nazionale.
È quanto affermato da Szilard Nemeth, il vicepresidente di Fidesz (Unione Civica Ungherese) il partito di governo a cui appartiene il premier Orbán.
In un’intervista alla HirTv, il politico è stato chiaro: le organizzazioni legate a Soros sono “al servizio del capitalismo globale e contro i governi nazionali”. Queste organizzazioni, ha dichiarato, “devono essere allontanate con tutti gli strumenti disponibili, spazzate via ora che le condizioni internazionali sono favorevoli”.
Il riferimento è alla recente vittoria negli Stati Uniti di Donald Trump, nemico di Soros e apparentemente anche lui ostile alle attività di destabilizzazione dei governi che il finanziere attua da decenni dietro la copertura delle organizzazioni di diritti civili.
Non è un caso che in un suo video elettorale, Trump abbia messo proprio il volto di Soros tra i nemici della nuova America a rappresentare il potere corrotto dell’élite.
ORBAN VS SOROS
Lo scontro tra il governo ungherese e il finanziere (proprio di origini ungheresi) avviene ormai da tempo. Soros è apertamente accusato da Orbán di provare a destabilizzare l’Ungheria attraverso l’azione delle sue organizzazioni civili attive nel Paese.
Già nel Luglio del 2014, nel suo discorso davanti agli studenti della Summer University di Balvanyos,Orbán aveva attaccato la doppiezza delle Organizzazioni civili operanti in Ungheria: “si tratta di attivisti politici pagati da specifici gruppi di interesse stranieri; perciò è difficile credere che queste organizzazioni abbiano scopi sociali, è molto più realistico che vogliano utilizzare questi strumenti per influenzare la vita politica ungherese. Queste non sono organizzazioni non governative che si oppongono a noi ma attivisti politici pagati che tentano di far valere interessi stranieri in Ungheria”.
Qualche mese prima il governo ungherese aveva obbligato la Norvegia a sospendere il finanziamento in ambito SEE, di alcune Ong ungheresi con l’accusa che queste erano collegate a partiti di opposizione (Verdi e LMP), in aperta violazione della Legge che prevede che le Ong finanziate debbano essere apartitiche. Disputa poi risolta.
Ma Orbán ha sempre accusato Soros di alimentare molte di queste Ong con scopi di interferenza nella vita democratica dell’Ungheria.
CLINTON E SOROS: LA BOCCA E LA VOCE
Lo scontro si è poi protratto durante la campagna elettorale americana, quando Bill Clinton, in un comizio in appoggio alla moglie, ha attaccato apertamente i governi ungherese e polacco per le loro posizioni intransigenti su immigrazione e identità nazionale; arrivando a dire che, dopo aver avuto la democrazia grazie agli Stati Uniti, ora avevano deciso di liquidarla per adottare una “dittatura autoritaria” simile a quella di Putin. Cosa difficile da digerire per due paesi che fanno parte dell’Ue e di cui uno, quello polacco, apertamente anti-russo.
E mentre Varsavia ha cercato di minimizzare l’accaduto tenendo conto del ruolo sempre più emergente che la Polonia ha in ambito Nato, Orbán ha attaccato direttamente Soros, accusandolo di essere il vero ispiratore delle politiche dei Clinton e dei Democratici americani e di essere una delle espressioni di quell’élite che alimenta la crisi dei migranti attraverso le guerre umanitarie e l’imposizione ideologica delle politiche di accoglienza: “la bocca era di Clinton ma la voce era di Soros” ha dichiarato Orbán in risposta a Clinton.
Cosa non del tutto sbagliata considerando che George Soros è stato uno dei principali finanziatori della campagna elettorale di Hillary e da anni uno dei più attivi donatori della Fondazione di famiglia dei Clinton.
Nell’Ottobre scorso, in occasione del referendum sull’immigrazione indetto dal governo, lo scontro tra Orbán e Soros si è acuito, a causa della massiccia campagna anti-governativa svolta dalle Ong finanziate proprio dal miliardario per boicottare il voto e far fallire il referendum.
Nell’ultimo discorso di Natale, Orbán ha ribadito che “Soros ha cercato di colonizzare l’Europa centrale”, riferendosi alle rivoluzioni colorate e alla guerra civile in Ucraina che Soros stesso si è vantato di pubblicamente di aver contribuito a produrre (come abbiamo raccontato in questo articolo).
LO SCONTRO SI PREAPARA
In Ungheria operano circa 60 Ong finanziate dalla Open Society di Soros alcune quasi interamente come la Hungarian Civilis Liberties Union; altre, come il Comitato di Helsinki, sono in realtà Organizzazioni internazionali che ricevono contributi anche da Ue e Onu.
Per ora il governo ungherese sembra orientato ad applicare restrizioni normative sulla gestione dei bilanci (tipo imporre pubblicazioni periodiche o pubblicare il patrimonio personale dei leader delle organizzazioni (come avviene per i politici) per rendere visibile il flusso di finanziamenti che queste Ong ricevono.
D’altro canto abbiamo già spiegato il ruolo che George Soros svolge nei processi di destabilizzazione di mezzo mondo, non solo con le sue Organizzazioni filantropiche ma spesso con interventi diretti, manipolazione dei media e processi di ricatto diretto ai governi. Lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale forse ha trovato un nuovo avversario nel suo stesso paese d’origine. Vedremo come andrà a a finire.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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