Come la Francia prepara l’attacco alla Siria
ELISEO: UN CONSIGLIO DI GUERRA
Ieri mattina all’Eliseo, il Presidente della Repubblica Hollande ha riunito il Consiglio di Difesa e di Sicurezza Nazionale l’organo supremo che sovrintende le decisioni militari e di intervento all’estero, le operazioni di intelligence, le questioni di sicurezza strategica e di lotta al terrorismo. C’erano i ministri più importanti del governo i vertici delle Forze Armate e dei Servizi Segreti.
Oggetto della riunione, la Évaluation Nationale, la relazione finale del Governo sul “presunto attacco chimico” a Khan Sheikhoun, in Siria, il 4 Aprile scorso.
La relazione di sei pagine, ha individuato nel regime siriano il responsabile della strage chimica. Ma qualcosa, anzi molto, non torna. Vediamo perché.
Gli elementi portati per provare l’accusa sono sostanzialmente tre:
1) Il tipo di Gas usato
2) Il processo di produzione
3) Il modo in cui è stato utilizzato
UN SARIN PARTICOLARE
Scrive il Governo di Parigi: “le analisi effettuate dagli esperti francesi sui campioni ambientali raccolti in uno dei punti d’impatto dell’attacco chimico (…) rivelano la presenza di Sarin”, o meglio “di un prodotto secondario specifico, il DIMP (Diisopropil metilfosfonato)“.
Non solo, ma anche l’analisi biomedica “su un campione di sangue preso in Siria da una delle vittime dell’attacco di Khan Sheikhoun”, mostra esposizione al Sarin.
Quindi prima conclusione: “la Francia conferma in modo indipendente e categorico che il Sarin è stato utilizzato il 4 aprile”.
Non un Sarin qualunque, ma specifico (il DIMP) che secondo l’intelligence francese, è quello “sviluppato dal SSRC (il Centro Studi e Ricerche Scientifiche di Damasco) e impiegato dalle Forze Armate siriane”; lo stesso Sarin “utilizzato con certezza dal regime siriano durante il l’attacco di Saraqib il 29 aprile 2013”.
PRIMA QUESTIONE
Chi ha raccolto i campioni ambientali nel luogo del bombardamento ed il campione di sangue sulla vittima? Gli stessi francesi? Se si, come mai i francesi hanno avuto accesso ad una zona controllata dai ribelli di Al Qaeda? Se no, chi li ha raccolti e dati all’intelligence di Parigi? E come sono stati raccolti, e come sono stati consegnati? E quale certezza c’è che questi campioni provengano esattamente da quel luogo e che non siano stati in alcun modo inquinati o manipolati?
Le domande sono fondamentali per capire la fondatezza di questo atto di accusa francese al regime di Assad. Così come è fondamentale ricordare cosa avvenne a Saraqib nel 2013.
COSA AVVENNE A SARAQIB?
Saraqib è una città del nord della Siria nella stessa provincia di Idlib dove sorge Khan Sheikhoun; città in mano ai ribelli anti-Assad, nel 2013 fu obiettivo di un presunto attacco chimico; un attacco chimico assai strano, secondo il Rapporto delle Nazioni Unite, perché produsse una sola vittima e perché le indagini si basarono sulla testimonianza di un’unica “fonte vicina all’opposizione” che avrebbe visto “un elicottero passare sopra la parte occidentale della città, volando da nord a sud e abbandonando degli oggetti in tre posizioni diverse”. Da questi oggetti, si legge nel rapporto, uscì “un fumo bianco”. Uno di questi oggetti, caduto nel cortile di una casa privata intossicò una donna di 52 anni (che fu poi la vittima), sua suocera e poi altri membri della famiglia.
Nel rapporto delle stesse Nazioni Unite a p. 38 si legge: “sulla base delle informazioni raccolte dalla Missione delle Nazioni Unite dalla fonte vicina alla Opposizione, l’incidente di Saraqib era atipico per un evento che prevedeva un uso presunto di sostanze chimiche”. In effetti un bombardamento chimico con un solo morto e con un solo testimone oculare, qualche riserva la concede.
I feriti furono prima ricoverati in un ospedale siriano e poi, a fronte di chiari segni di intossicazione, trasferiti in Turchia dove la donna è morta.
L’autopsia sul corpo della donna fu fatta dagli esperti delle Nazioni Unite che però registrarono che il corpo aveva già subito una parziale autopsia dai medici turchi.
Nel frattempo i Servizi francesi recuperarono i resti di una “granata inesplosa” sul terreno, effettuarono il campionamento della sostanza chimica, analizzarono e scoprirono che si trattava di Sarin; infine consegnarono i risultati alla Commissione Onu che avrebbe “confermato l’analisi nel dicembre 2013”.
LA MEZZA BUGIA FRANCESE
Ma in realtà non è andata proprio come dice il governo francese; le Nazioni Unite hanno solo confermato che le analisi conclusive sui campioni raccolti dai francesi nel 2013 erano conformi ai risultati. Ma non hanno potuto confermare che quei campioni fossero originali.
E infatti nella relazione gli esperti dell’ONU dicono “che in assenza di informazioni dirette” su come sono entrati in possesso dei campioni e della “catena di controllo di come è avvenuto il campionamento e il trasporto dei campioni ottenuti”, non si poteva “stabilire un collegamento diretto tra il presunto evento, la presunta località e il decesso della donna”. Un modo elegante per dire che quei campioni potevano essere stati alterati o sostituiti.
Esattamente come questi portati oggi dal Governo francese come prova che i siriani hanno utilizzato lo stesso Sarin anche a Khan Shaykur. Per questo le domande che abbiamo posto prima sono fondamentali per capire la differenza tra una prova ed un teorema.
ULTERIORE ANALISI
La relazione del governo francese presentata ieri dal Ministro degli Esteri Ayrault continua escludendo una serie di ipotesi:
1) Che l’attacco chimico possa essere avvenuto ad opera dei gruppi armati dei ribelli perché “a conoscenza dei servizi francesi, nessuno di questi gruppi ha la capacità di impiegare un agente neurotossico o le capacità aeree richieste”.
2) Che si sia trattata di una messa in scena o di una manipolazione dell’opposizione “perché il massiccio afflusso in un tempo molto limitato verso gli ospedali in Siria e in Turchia e il contemporaneo, massiccio caricamento di video che mostrano sintomi di utilizzo di agenti neurotossici” lo escludono.
Ma in realtà nessuna di queste ipotesi è mai stata avanzata dalle autorità siriane che hanno sostenuto semmai che la strage chimica provata possa essere stata causata o da Sarin conservato in magazzini di stoccaggio dei ribelli.
E IL REPORT DELLA CIA?
Nella relazione del governo francese non si fa alcun riferimento al rapporto della Cia con il quale la Casa Bianca ha legittimato il bombardamento in Siria. Perché?
Forse perché quel rapporto, come abbiamo dimostrato qui, è falso? Ma se è falso perché il governo francese ha appoggiato un bombardamento americano basato sulle prove di quel documento? E se invece è vero, perché il governo francese non lo cita come ulteriore supporto alle proprie conclusioni, visto che anche quello conferma un presunto bombardamento siriano con Sarin?
ARMI CHIMICHE PERCHÈ
Nella sua relazione l’Eliseo conferma che dal 23 marzo, le forze siriane, i reparti speciali iraniani e Hezbollah con il supporto dell’aviazione russa, avevano lanciato la controffensiva sul fronte di Hama; ed il 2 Aprile, cioè due giorni prima del presunto attacco chimico, Damasco aveva riconquistato quasi completamente i territori perduti a marzo.
Non solo ma nella relazione si conferma che “i servizi francesi valutano che solo Bashar al-Assad e alcuni dei membri più influenti del suo cerchio interno sono autorizzati a dare l’ordine di utilizzare armi chimiche”.
Ma allora, se può essere esclusa una falla nella catena di comando (ad esempio un generale che ordina l’attacco chimico all’insaputa dello Stato Maggiore e del Governo siriano), perché Assad in persona avrebbe ordinato un attacco chimico 100 km più a nord della linea del fronte, in una zona non interessata ai combattimenti, nel momento in cui stava cedendo il fronte dei ribelli, ben sapendo che l’attacco avrebbe bloccato la sua offensiva e scatenato l’opinione pubblica internazionale contro di lui, rimettendo in discussione la sua permanenza al potere (cosa che aveva ottenuto da Trump in persona)?
Non sembra avere senso, e forse non ne ha.
TAMBURI DI GUERRA
La relazione di Parigi esce due giorni dopo la vittoria elettorale di Macron che sembra prevedere la sua conquista dell’Eliseo. E come abbiamo spiegato qui, Macron è il candidato dell’élite globalista, del potere tecno-finanziario, quello che alimenta il Partito della Guerra umanitaria in Occidente.
E chi meglio di un Presidente vincente, legittimato dal voto popolare, espressione dell’élite che determina i processi globali, osannato dai media, può avere le credenziali per portare la Francia in guerra e attuare il piano di neutralizzazione della Siria da anni perseguito?
D’altro canto il blog di Piccole Note, ieri proprio qui su Il Giornale, ha messo in risalto come Macron abbia già anticipato l’intenzione di un attacco militare alla Siria, con o senza autorizzazione Onu, “per neutralizzare le capacità chimiche del regime di Assad”. Quindi basta solo dimostrare tempestivamente che Assad queste capacità chimiche le ha e le usa, e il gioco è fatto.
In Libia furono i servizi francesi a costruire a tavolino le prove false dei presunti crimini commessi da Gheddafi, quando invece erano i ribelli jihadisti finanziati da Parigi Washington e Londra, a violarli. Ed in Libia fu la Francia ad aprire l’operazione militare che portò al regime change a Tripoli, voluto da Sarkozy e dalla Clinton e poi attuato dalla Nato.
Questa relazione del Governo francese sembra più che altro un tamburo di guerra che è iniziato a suonare per il probabile nuovo Presidente Macron.
La guerre umanitarie non salvano nessuna umanità ma aiutano ridisegnare il nuovo ordine internazionale salvando gli interessi dell’élite mondialista; e Macron sembra essere il perfetto garante di questi interessi.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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