musulmans-prient-devant-lHotel-ville-Clichy-24-2017protester-contre-fermeture-salle-servait-jusqualors-mosquee_0_1399_931“ALLONS ENFANTS DE LA PATRIE”
La scena è surreale ma è lo specchio dell’Europa di oggi.
Un sindaco francese guida un corteo contro un gruppo di musulmani, intonando la Marsigliese.

Siamo a Clichy-la-Garenne, cittadina dell’Alta Senna, nel dipartimento dell’Ile de France ad ovest di Parigi.
Qui, da Marzo scorso, ogni venerdì, gruppi di musulmani occupano illegalmente la piazza del mercato davanti al Comune per la loro preghiera settimanale. Chiamati a raccolta dall’UAMC (l’Unione Associazioni Musulmane di Clichy), un centinaio di islamici blocca il centro della città per inginocchiarsi verso la Mecca.
Più che una preghiera è una protesta non autorizzata travestita da rito religioso contro il sindaco, reo di aver loro tolto i locali adibiti a Moschea e averli trasformati in una biblioteca multimediale.

In realtà la storia è più complessa: quei locali, di proprietà del Comune, furono trasformati in Moschea dal precedente sindaco socialista e affidati all’associazione islamica con un contratto di affitto scaduto lo scorso anno. Il nuovo sindaco di destra, Remì Muzeau, ha deciso di assegnare all’associazione islamica un nuovo spazio ad una distanza di un chilometro e mezzo; troppo lontano per i fedeli di Maometto che non lo hanno ritenuto adeguato neppure per le dimensioni.
Da qui la protesta: da otto mesi, ogni venerdì, centinaia di musulmani occupano il suolo pubblico per pregare sotto le finestre del Comune, bloccando ovviamente la piazza e scatenando le ire degli abitanti.

Il sindaco ha chiesto più volte alla Prefettura di intervenire per impedire questa iniziativa non autorizzata, ma niente. Alla minoranza islamica è consentito fare quello che per qualsiasi altro gruppo religioso o associazione civile sarebbe illegale.

Il conflitto sarà tra chi crede nell’Europa e nella sua storia e chi vuole imporre Eurabia come destino

7790907928_000-u58vyCOME CASABLANCA
Quindi venerdì scorso il sindaco Muzeau con i consiglieri eletti della sua maggioranza (LR e FN) insieme a molti cittadini, ha messo in piedi una marcia contro l’illegalità.
In corteo, indossando la fascia tricolore, un centinaio di persone si sono schierate davanti ai musulmani in preghiera, hanno srotolato lo striscione con scritto “basta con le preghiere in strada illegali” e hanno iniziato a cantare la Marsigliese, l’inno nazionale simbolo della sovranità del popolo francese.
Sembrava la scena di Casablanca, quando, nel locale di Rick, Laszlo il rivale in amore,  intona la Marsigliese trascinando con sé tutti i francesi presenti, zittendo il manipolo di ufficiali nazisti.

Tra i due gruppi ci sono state tensioni risolte solo con l’intervento della Polizia.

EUROPA VS EURABIA
Molti fedeli musulmani hanno protestato per la provocazione, come se utilizzare la preghiera del venerdì per occupare abusivamente spazi pubblici non fosse anch’essa una provocazione.
Hanno detto che anche loro sono cittadini francesi. Però la Marsigliese non l’hanno cantata. Hanno preferito continuare ad ascoltare la voce dell’Imam. Perché questo è il punto.

Il sindaco di Clichy e i cittadini scesi in piazza, hanno voluto ribadire il valore di laicità dello Stato francese che garantisce libertà di culto ma nel rispetto delle leggi e della Costituzione; e lo hanno ribadito di fronte ai fedeli di una religione che non riconosce questa laicità, perché non appartiene alla sua storia, né alla sua dimensione teologica, né al suo universo dottrinario.
E i cui fedeli non distinguono Dio da Cesare ma vorrebbero imporre a tutti noi che Cesare governi in nome del loro Dio.

Sarà questa la linea di confine e di conflitto di quel disastro chiamato multiculturalismo e di un’immigrazione indotta che cambierà il volto demografico e culturale dell’Europa nel giro di qualche decennio.
Casi come quello di Clichy si moltiplicheranno in molti altri paesi inevitabilmente; perché grazie ai disegni criminali dell’élite al potere, scoppierà presto il conflitto tra chi crede nell’Europa e nella sua storia, e chi vuole imporre Eurabia come destino.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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