Maledetti italiani!
I MAESTRINI
Niente da fare è più forte di loro. Non riescono proprio a togliersi quel misto di vanità e arroganza con cui sono soliti occuparsi degli affari degli altri.
Quando si tratta dell’Italia poi, il narcisismo ed il senso di superiorità dei governanti francesi e tedeschi travalica le Alpi e dilaga nella nostra politica come un’orda di Galli e di Ostrogoti in preda a frenesia predatoria.
È come se l’Italia fosse roba loro; o comunque una provincia, una terra politicamente da saccheggiare o peggio ancora da “educare”, perché il loro modo di rapportarsi a noi ha sempre qualcosa di pedagogico; come i maestrini che devono richiamare all’ordine i loro alunni somari.
Simbolo iconico di questa arroganza fu lo scambio di sorrisetti tra Sarkozy e la Merkel contro Berlusconi nel 2011; un’ironia beffarda, oltraggiosa nei confronti non solo di un Primo Ministro che cercava di difendere gli interessi del suo Paese, ma nei confronti di un’intera nazione che quel Premier rappresentava.
Quei sorrisetti furono una sorta di segnale convenuto con il quale aprire la campagna d’Italia per lo screditamento del legittimo governo italiano eletto democraticamente ma ostile alle politiche di austerity che Parigi e Berlino volevano imporre; e con la complicità della tecno-finanza europea, dei media e di una banda di sicari italiani guidati da Giorgio Napolitano riuscirono ad imporre Mario Monti, il tecnocrate perfetto, l’uomo che avrebbe ammansito le velleità sovrane dell’Italia.
Ora che il nostro Paese torna ad esprimere un Governo almeno apparentemente non espressione dell’élite eurocratica, ecco che rispunta il vizietto franco-tedesco d’interferire nelle nostre scelte; addirittura prima ancora che questo Governo si formi e si insedi.
La recente dichiarazione del Ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire, non è solo un’analisi preoccupata sul futuro dell’eurozona a causa del nuovo governo Lega/M5S (cosa che dal suo punto di vista di europeista compulsivo è legittima); ma è un vero e proprio pizzino indirizzato alla nostra sovranità: “Tutti devono capire in Italia che il futuro dell’Italia è in Europa e da nessun’altra parte, e perché questo futuro sia in Europa ci sono regole da rispettare”.
Praticamente un ministro francese ci viene a dire cosa dobbiamo capire noi. Dando per scontato che lui abbia capito tutto.
Ora che in Italia torna un Governo apparentemente non espressione dell’élite eurocratica, rispunta il vizietto franco-tedesco d’interferire nelle nostre scelte
Il messaggio è chiaro: cari italiani scordatevi qualsiasi retorica sulla sovranità; non avete scampo, o vi sottomettete a queste regole che poi sono quelle imposte da noi e dalla Germania, oppure la pagherete.
Al francese ha fatto eco il tedesco. In assenza del simpaticone di Schulz, il “Kapo” socialista che per anni ha dato lezioni non richieste all’Italia (salvo poi scomparire dalla scena politica), è arrivato tale Weber, il Kapetto popolare (cioè del PPE) ad ammonirci: “State giocando col fuoco” .
E giù la solita retorica sulle regole che devono essere rispettate, che non possono essere cambiate perché altrimenti crolla l’eurozona e con essa l’Europa e con essa il mondo e persino il Sistema solare potrebbe uscirne danneggiato. Poco importa se queste regole spesso valgono per qualcuno e non per altri.
FURBETTI FRANCESI
Nel gennaio scorso il francese Pierre Moscovici, Commissario Ue agli Affari economici, è entrato a gamba tesa nella campagna elettorale italiana attaccando l’ipotesi di ridiscutere il tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil ipotizzata dai 5Stelle e dai partiti sovranisti (Lega e Fdi) orientati a rivedere il Trattato di Maastricht: “un controsenso assoluto” l’ha definito il custode dell’ortodossia europeista. In realtà un controsenso relativo, perché se gli italiani lo ipotizzano sono colpevoli di leso-europeismo, se i francesi lo applicano nessuno dice niente.
Dal 2011 al 2016 la Francia ha sistematicamente violato il tetto del 3% nel rapporto Deficit/Pil; l’Italia, dal 2012 lo ha sempre rispettato. Ed anche se nel 2017 il governo di Parigi ha annunciato trionfalmente la discesa sotto il limite consentito (più per trovate contabili che per altro), secondo le stime quinquennali del FMI, il dato è destinato ad aumentare fino al 2022.
Inoltre, come ha ricordato Alberto Bagnai, economista ed oggi parlamentare della Lega, al pari dell’Italia anche la Francia ha aumentato il debito pubblico infrangendo un’altra regola di Maastricht secondo cui lo sforamento del rapporto Debito/Pil poteva essere tollerato solo a fronte ad un abbassamento del debito pubblico.
Se si guarda il Debito aggregato (Stato ma anche imprese e famiglie), l’Italia è tra le nazioni virtuose, meglio della Francia
D’altronde anche quella del Debito è una narrazione da cambiare.
Come ha segnalato sul Sole 24Ore Vito Lops, uno dei più seri giornalisti economici italiani, se si guarda il Debito Pubblico l’Italia è il Paese più a rischio dell’eurozona dopo la Grecia.
Ma se si amplia lo sguardo al debito aggregato, ovvero non solo quello dello Stato ma quello di tutti gli attori economici (anche imprese, banche e famiglie) l’Italia si rivela “un Paese nella media, senza grossi problemi di debito”.
Ed indovinate un po’ quale diventa il Paese più esposto finanziariamente? La Francia appunto, che sommando esposizione di società, banche e famiglie “viaggia con una leva enorme, che supera il 400% del Pil, pari a 9mila miliardi di debiti cumulati” a fronte del 350% dell’Italia e del 270% della Germania.
DINAMITARDI TEDESCHI
D’altronde quanto sia necessario rivedere Maastricht e i criteri di valutazione delle economie lo dimostra un altro dato inquietante che riguarda la Germania e i paesi apparentemente più virtuosi: le cosiddette “contingent liabilities”, cioè le passività potenziali che i governi accumulano sotto forma di garanzie poste sui debiti contratti da organismi controllati, istituzioni pubbliche o finanziarie. Vere e proprie “bombe ad orologeria” di indebitamenti che però non vengono calcolati nei bilanci ufficiali degli Stati ma che, qualora le cose andassero male, si scaricherebbero sui cittadini.
Cosa succederebbe se l’Italia, paese fondatore dell’Ue e terza economia dell’euro zona decidesse di non abbassare più la testa ai diktat di Berlino, Parigi e Bruxelles?
Secondo gli ultimi dati Eurostat relativi al 2016, le garanzie prestate dalla Germania ammontano a quasi 450 miliardi di euro, oltre il 14% del Pil; la Francia ha garanzie per 116 miliardi (5,2% del Pil) e l’Italia solo per 41 miliardi (2,4% del Pil). In altre parole noi italiani mostriamo una maggiore oculatezza nella gestione del debito.
La cosa incredibile è che se si sommasse il Debito ufficiale con questo Debito fuori bilancio (ma reale) si scoprirebbe che la tanto criticata Italia ha un debito complessivo di poco superiore a quello tedesco e l’obbligo di riduzione imposto alla nostra economia scenderebbe di oltre il 60%.
COSA SPAVENTA DELL’ITALIA?
In realtà la paura che ora aleggia nei circoli europei non è legata all’azione di un Esecutivo italiano che ancora deve iniziare a governare (perché i governi si giudicano dal loro operato); ma dal timore che l’Italia inizi a non rispondere più agli ordini dei suoi padroni.
In questi anni, l’operazione svuotamento della sovranità ha garantito all’Europa un’Italia docile e remissiva, con governi sottomessi ai placet dell’eurocrazia: Presidenti del Consiglio (da Monti a Renzi fino a Gentiloni) e leadership italiane composte da servizievoli esecutori di decisioni altrui; Presidenti della Repubblica (da Napolitano all’attuale Mattarella) sfacciatamente orientati a rifiutare quel principio di sovranità nazionale fondamento della nostra Costituzione che loro dovrebbero difendere.
Che cosa potrebbe succedere se ad un certo punto l’Italia, paese fondatore dell’UE e terza economia dell’eurozona, dovesse decidere di non abbassare più la testa ai diktat di Berlino, Parigi, Francoforte o Bruxelles?
Cosa accadrebbe se un nuovo governo a Roma dovesse iniziare a battere i pugni sul tavolo e a reclamare pezzi di sovranità; a chiedere di ridiscutere regole e trattati, a rivendicare ruolo internazionale e ad imporre il proprio interesse nazionale prioritario rispetto alle astratte leggi comunitarie che penalizzano i suoi cittadini e la sua economia?
Ecco, è questo il vero pericolo di un governo sovranista e populista. Ed ecco perché siamo tornati ad essere i “Maledetti italiani!”
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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