Soros, fake news e senso del ridicolo…
I CERCA-BUFALE
Si chiama International Fact-Checking Network (IFCN) ed è la rete di organizzazioni che ha sottoscritto i principi del Fact-Checking Code redatto dal Poynter Institute, uno dei più importanti istituti giornalistici e analisi media del mondo.
Si tratta di una serie di norme e regole della “buona informazione” che serviranno a capire quando una notizia è vera e corrisponde a criteri di veridicità e affidabilità delle fonti.
Il codice IFCN è stato accettato anche da Facebook che nei prossimi giorni attiverà un sistema di segnalazioni per gli utenti, delle notizie ritenute false; una volta che una notizia è segnalata dai lettori, i “verificatori” IFCN dovranno confermare o meno la segnalazione e in caso positivo, spiegare perché quella notizia non è vera.
Il tema delle “fake news” è scoppiato dopo la clamorosa vittoria di Donald Trump che ha sconvolto il sistema dei media e degli opinion makers non solo americani. Trump ha vinto nonostante l’intero mainstream gli fosse completamente contro; e molti dei grandi giornali hanno iniziato a raccontare la “bufala” che la vittoria di Trump sarebbe legata alla diffusione sui social di notizie false con cui ha manipolato la realtà.
Ovviamente queste illazioni rientrano nelle più incredibili “fake news” partorite dalla frustrazione di un sistema di potere mediatico che sa di condizionare sempre di meno l’immaginario simbolico.
Ma le pressioni sul mondo del web sono state tali e forti che Facebook, il più importante social network globale, è dovuto correre ai ripari.
Tra queste organizzazioni di “verificatori” che fanno parte del progetto del Poynter Institute ci sono grandi media come la ABC ma anche piattaforme indipendenti di fact-checking, come Politifact (finanziato dagli amici della Clinton).
TANA PER SOROS!
Aaron Klein, famoso giornalista d’inchiesta conservatore, è andato a verificare chi è che finanzia il Poynter Institute che gestisce l’IFCN ed ha trovato delle sorprese interessanti. Le ha pubblicate su Breitbart il sito di contro-informazione e difficilmente le troverete sui media che predicano il corretto giornalismo.
Tra i principali finanziatori dell’Istituto c’è la indissolubile e onnipresente Open Society di George Soros; si, proprio lui, il grande manipolatore della verità mediatica, lo Shelob del Nuovo Ordine Mondiale (come abbiamo raccontato qui), il fomentatore di crisi internazionali e rivoluzioni colorate (quasi sempre di rosso sangue) finanzia l’Istituto che ha, di fatto, il controllo della veridicità delle notizie che noi pubblichiamo.
Non solo , il Poynter Institute ha ricevuto 1 milione di dollari anche dalla Craig Newmark Foundation, l’organizzazione no-profit legata al fondatore di Craiglist il portale mondiale degli annunci; fondazione da sempre legata all’universo della sinistra globalista.
Newmark e Open Society sono tra l’altro, tra i finanziatori del Centre for Public Integrity, un’organizzazione con sede a Washington che gestisce il Consorzio Internazionale dei Giornalisti Investigativi (ICIJ), il network di giornalisti delle principali testate media mainstream, (da New York Times al Guardian, da Le Figaro, a El Pais, Washington Post a Repubblica) che mesi fa, costruì a tavolino lo scandalo dei Panama Papers, una delle più fasulle inchieste giornalistiche degli ultimi anni, finalizzata a colpire i nemici politici dell’Amministrazione Obama (Putin in testa).
In altre parole, coloro che finanziano manipolazioni giornalistiche nel mondo, finanzieranno lo strumento per sancire quali notizie sulla rete devono essere ritenute vere e quali false.
INIZIA LA CACCIA ALLE STREGHE?
Chissà in quale categoria di notizie rientrano le armi chimiche di Saddam, le falsità sulla guerra in Libia, le favole sulle “bombe umanitarie” dell’Occidente, le omissioni sui finanziamenti di Obama ad Al Qaeda o sui i soldi dei sauditi alla Fondazione Clinton, o quelle sulla vera natura del conflitto in Ucraina, tutti argomenti su cui il manistream caro a Soros ha manipolato la verità in questi anni.
Speriamo che tutta questa improvvisa attenzione contro le “fake news” da parte di chi in questi anni ha prodotto falsità e manipolazioni, non serva ad iniziare una stagione di caccia alle streghe contro l’informazione libera e indipendente. Le premesse ci sono tutte.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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