Fissavo l’impasto della pizza che lievitava con la velocità del movimento dell’aria, mentre ondeggiava intorno alle dita del ragazzo con lo sguardo perso in chissà quale pensiero. La pizza volava in su, scendeva giù… si allargava….si allargava…. per un momento scomparve dietro la schiena, dove l’attese l’altra mano che la aiutò a risalire di nuovo, e ad estendersi ulteriormente. Un po’ di farina finiva sul suo volto, ma il bianco gli donava.

Questo siamo noi…. Cadiamo, risaliamo, spicchiamo i volo, ruotiamo; a volte diveniamo più sensibili, a volte più rigidi e altre ancora intorno a noi si apre un vuoto che non può più essere colmato. Ma a parte le numerose difficoltà dovute principalmente alla società in cui viviamo, perché diversamente il nostro è un bellissimo paese, credo fermamente che le cose che ci uniscono superino di gran lunga quelle che ci  dividono.

Ho incontrato più di un centinaio di persone quest’anno. Mi sono prefissata, per meglio dire, di incontrare. Persone diverse per professione, età, competenze, mentalità, sentimenti, sogni, desideri manifesti o nascosti. Belle persone, anche se apparentemente impenetrabili, alcune sulla soglia del pessimismo, altre che attraversavano momenti di gioia, alcune sopravvissute alle malattie, altre rinate dalla meravigliosa esperienza di essere diventati genitori per la prima volta, alcune con la passione per la parola, altre innamorate della natura, dello sport o dei libri.

Malgrado capiti di imbatterci quotidianamente in eventi inquietanti, arrecati da una categoria di persone che non rappresentano l’intero paese e che tuttavia possono compromettere la vitalità di un nuovo giorno, la maggior parte di noi si sveglia la mattina desideroso di vivere sereno, di vedere i bambini crescere sani e realizzati, di lavorare e di lasciare dietro un buon ricordo di sé, con l’ambizione di contribuire alla società e di affrontare coraggiosamente i cambiamenti.

Beato colui che possiede la capacità si fluttuare agilmente come l’impasto di cui parlavo all’inizio di queste righe, e di tenere aperta la mente, di innamorarsi del buono e di divulgarlo ad altra voce. Con la voce più alta di cui dispone. Dovrebbe sentirsi forte. La forza crea equilibrio. L’equilibrio sopravvive agli sbalzi del movimento, come l’impasto della  pizza che stavo osservando… Diventava tutt’uno con lo spazio, ma il ritorno alle mani che lo lanciavano, era infinitamente più sicuro.

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