A nessuno si perdona di invecchiare, alle donne ancora meno, alle eroicarrie-fisher-as-princess-leia-in-star-wars-1983ne per niente.

No, non voglio tirare fuori la questione di Carrie Fisher che, da quando ha scritto su Twitter: “Per favore, piantatela di discutere se sono o non sono invecchiata male”, ormai è passata dallo status di ex icona femminista dimenticata a neo icona femminista ripescata. Dopo la sua apparizione ne ‘Il Risveglio della Forza’ – fortunatamente senza chignon a paraorecchie – accanto a Han Solo – invecchiato bene – giornaliste e intellettuali di tutto il mondo si sono unite in difesa delle rughe della principessa Leila (e delle loro) in forza della sua carriera dopo Jabba The Hutt. “Avete mai avuto una nomination ai Grammy? Avete mai superato una dipendenza diventata un film celebre? Avete mai scritto e interpretato una pièce comica?” scrive Jennifer Gerson del Guardian. Così ora Carrie Fisher è diventata “un tesoro nazionale” da preservare come il canguro arboricolo.

Carrie, l’icona che visse due volte.

Più che icona,  eroina.

Sì perché il 2015 per le femministe è stato l’anno delle eroine. No, non parlo della Merkel…oppure sì… chissà… ma di quelle di film come ‘Mad Max: Fury Road’ o ‘Ghostbusters’ – annunciatissimo e già bistrattato, in uscita la prossima estate –  ‘Star Wars 7’, o di serie come ‘Jessica Jones’ – ex superoina riciclata detective – o la riconfermata ‘Orange Is The New Black’, ambientata in una prigione femminile.

Sono tutte storie già viste e straviste… se come protagonisti ci fossero stati degli uomini, ma che, sostituiti furbamente da delle ragazze, hanno acquisito nuova vitalità, interesse, appeal. Un po’ come la sfilata delle ospiti donne a Di Matedì. La diversità non dovrebbe essere eccitante, si è solo passati da un genere (femminile) a un altro (maschile) , eppure lo è. Film del tutto inutili come Ghostbusters hanno finalmente una ragione per tornare a occupare inutilmente le sale cinematografiche di tutto il pianeta e, magari, essere pure acclamati come “necessari” per la questione della parità tra i sessi anche in faccende ectoplasmatiche.

Vedi? Questa è la dimostrazione che  le donne sanno rilanciare persino un soggetto clinicamente morto come quello di quattro in tuta che sparano ai fantasmi. Le donne dovrebbero esserne fiere e approfittare del momento: se il cinema è creazione di immaginario quindi di cultura, è l’occasione di dare una rinfrescata alle menti ancora chiuse al vento del cambiamento.

Invece no. Per certune questa valanga di eroine è una vera tragedia. Lo sostiene Laurie Penny nel suo ultimo articolo: secondo la Penny le donne interpreterebbero i ruoli di eroine non perché sono genuinamente delle eroine ma perché sono solo delle sostitute degli eroi uomini (di razza bianca) temporaneamente assenti in attesa di ritrovare nuove forme di intrattenimento tutte maschie e sessiste… Laurie, ma cosa ti sei fumata?

Non è tutto: secondo lei le eroine targate 2015 sono sì forti, potenti, imperiose, ma secondo lei… sono troppo, forti, troppo potenti e troppo imperiose. E poi sono vestite da camionisti (si riferisce a Charlize Theron che, in effetti in Mad Max guida un camion… ma cosa cavolo doveva mettere? Le piume di struzzo?). Insomma, le donne anche quando sono eroine sarebbero solo rimpiazzi e farebbero poco più di quello che facevan prima, quando o erano il premio dell’eroe o, tutt’al più, un contorno popputo da spogliare e rivestire a seconda del calo dell’attenzione degli spettatori. L’appello è agli sceneggiatori: che si spremano le meningi e creino delle eroine concepite come tali dalla nascita, non degli ex personaggi maschili diventati femminili in corso d’opera per trend o marketing. Si prenda, per esempio, Rey in ‘Star Wars VII’ interpretata da Daisy Ridley: “troppo perfetta”, “sa combattere e fa pure il meccanico… ma quando mai?!”, “ma una normale no?” sono alcuni dei commenti sui Social.

Come dire: care eroine, siate un po’  donne vere e non maschi senza attributi; e voi, uomini, sforzatevi di entrare nei nostri reggiseni come noi spettatrici siamo entrate – molto volentieri – nella canotta di Rambo, di Rocky o nella camicia stirata di 007 in tutti questi anni di cinema celoduristico.

La reazione degli uomini sono diverse. Se alcuni soffrono del vuoto testosteronico per la fine dell’era dell’“eroismo è mio e me lo gestisco io”, e altri tirano un sospiro di sollievo da sottrazione di responsabilità, la gran parte se ne frega.

Vedremo questo 2016 cosa ci porterà. Una cosa è certa: se le persone, uomini e donne, sono pronte a sospendere la propria incredulità e credere a superpoteri, incantesimi, draghi, fantasmi, realtà distopiche, alieni e società Wookiee, allora possono anche credere a una donna che salva la galassia. Magari senza chignon paraorecchie…