A proposito di scuola, covid ed altre epidemie. Un ricordo particolare mi è ritornato alla mente attraverso l’odore ricorrente di amuchina di questi mesi di epidemia.

Erano gli anni Sessanta. La maestra di prima elementare si chiamava Maria. Da tutti conosciuta a Camino Monferrato come “La Maestra Maria”, dove l’articolo conteneva in sè tutto il rilievo del personaggio e lo distingueva da tutta quell’altra parte delle Marie che popolavano l’alto Monferrato. I capelli bianchi e il registro di classe sotto il braccio facevano il resto. Un gran rumoreggiare di maniglia anticipava il suo arrivo nella enorme aula littoria della scuola di mattoni rossi. “Ffftt ftt strush gniich”. Erano rumori familiari che preannunciavano il forte profumo di alcool denaturato che avrebbe presto inondato i banchi al suo passaggio. Un fazzoletto bianco orlato di azzurro svolazzava sulla cattedra mentre la classe, alzatasi rumorosamente in piedi per il saluto, riprendeva posto all’unisono con altrettanto sfregamento di sedie sul pavimento in graniglia.
Impossibile avvicinarsi oltre il metro «mantenere l’area di rispetto» diceva e nessuno poneva questioni sull’assenza di “amorosi sensi”. Sinceramente nessuno se ne lamentava visto che -un tempo- a sei anni troppe smancerie erano fastidiose. Una immensa pianta di cachi sporgeva dal suo cancello di casa a due passi dalla scuola. Era facile prenderli arrampicandosi sui mattoni bucati della recinzione, se non fosse che sembravano attaccati a un campanello. Bastava sfiorarli e la vedevi uscire. «Non fatevi male ve lo prendo io». Uscivamo con la preda tra le mani, ormai privata del fascino della conquista, e… ffft ffftt svsch svish… sentivamo tutto un fregare e pulire ogni traccia del nostro passaggio.
«Ha avuto la spagnola da piccola. Ha rischiato di morire.» diceva nonna Emma come se nominasse un malocchio, una fattura che l’avesse imprigionata in quei gesti ripetitivi, in quel fazzolettino bianco, nella sua nuvola di disinfettante. La Maestra Maria non aveva dimenticato. Difficile comprendere le persone senza vivere le stesse esperienze, ho pensato.
Ciau ne Maestra Maria. Unica Maestra antica che non profumasse di talco.

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