La professione legale oggi e in futuro
I temi della protezione della privacy, l’evoluzione dei cambiamenti climatici e l’applicazione dell’intelligenza artificiale, come stanno cambiando il lavoro degli avvocati? Abbiamo chiesto all’avvocato Carlo Pedersoli, uno dei fondatori dello Studio Pedersoli di Milano, rinomato studio legale italiano, una sua view su queste tematiche.
Avvocato, il suo studio ha più di 60 anni di attività, ha gestito complesse situazioni di contenzioso e sofisticate operazioni societarie e di finanza straordinaria, è esperto di arbitrati, fusioni e acquisizione e private equity. Quale è oggi il settore che l’appassiona maggiormente?
Oggi il mio principale interesse è rivolto al contenzioso, in particolare quello di natura complessa e sofisticata, pur continuando a coltivare la consulenza stragiudiziale che appunto deve essere supportata dalla sensibilità del litigator. Appartengo alla vecchia generazione, il che significa che durante la mia carriera ho sempre affrontato questioni legali che appartengono alle due anime della professione, integrate tra loro. Tuttavia, osservo che oggi molti avvocati stanno optando per una specializzazione specifica e questa tendenza può rappresentare una sfida per i giovani avvocati, poiché ritengo che un avvocato veramente completo debba avere competenze solide anche e soprattutto nel campo del contenzioso. Personalmente, ho sempre affrontato, fin dagli anni 80, questioni legate alle fusioni ed acquisizioni industriali e bancarie (M&A), ma ho sempre mantenuto un approccio che tiene conto del bagaglio di esperienza che solo il contenzioso può garantire. Questo approccio permette all’avvocato di m&a di individuare in modo più completo e approfondito le criticità e i rischi di un’acquisizione e quindi le protezioni da adottare in negoziazione; tutto ciò da effettuare tramite la due diligence dell’azienda, target che è passaggio di fondamentale importanza.
Da gennaio 2024 il vostro studio legale si chiamerà PedersoliGattai e, grazie a questa fusione, diventerà uno studio legale leader in Italia. Ci parli di questa novità.
Il nostro studio legale è in effetti destinato a diventare uno dei più importanti in Italia. Il nostro obiettivo primario è perseguire l’eccellenza non solo in termini di dimensioni ma, soprattutto, di qualità dei servizi offerti. La nostra priorità non si limita a cercare una vasta quantità di lavoro o a generare profitti, ma consiste piuttosto nell’offrire servizi legali di altissimo livello che giustifichi remunerazione adeguata e riconoscimento reputazionale. Siamo fermamente convinti che il riconoscimento e il successo giungano in modo naturale quando vi è impegno, umiltà e passione nella professione. Con questi obiettivi abbiamo fatto l’accordo con lo studio legale Gattai, Minoli, Partners: le colonne portanti del nostro studio futuro saranno costituite dalle fusioni ed acquisizioni (M&A) e, per l’appunto, dal contenzioso. La nostra ambizione è assicurare che il nostro studio continui a seguire la stessa filosofia che ci ha caratterizzato nei decenni passati e mantenga l’integrità morale e serietà professionale (anche quando io non sarò più presente).
Nell’anno nero del Covid il vostro studio ha avuto un fatturato in crescita del 22% grazie al ruolo giocato in fondamentali operazioni di sistema, soprattutto sul fronte bancario. Conferma?
Confermo. È importante notare che, nonostante le restrizioni dovute al lockdown, abbiamo perseverato nelle nostre attività e non abbiamo mai smesso di lavorare duramente nonostante i disagi. Questo sforzo, fatto in piena pandemia, ci ha consentito di portare a successo una delle più importanti operazioni nel settore bancario, l’offerta di acquisto e scambio di Intesa Sanpaolo su UBI Banca, che si è conclusa esattamente nei termini e nei tempi che avevamo programmato. La maggior soddisfazione l’abbiamo appunto tratta dal buon lavoro fatto, cui è certamente seguito il gratificante risultato di aver raggiunto, in un anno complesso, un fatturato complessivo così significativo.
Lei oggi è anche ritenuto tra gli avvocati più innovativi grazie a recenti complesse operazioni come, ad esempio, l’operazione Intesa- Ubi. Quali strategie o approcci ritiene che uno studio legale debba adottare oggi per essere considerato innovativo nel campo giuridico?
Non si tratta di promuovere l’innovazione, bensì di preservare con fermezza la tradizione dell’impegno, umiltà e passione nelle cose che si fanno. Ciò implica un approccio allo studio e all’analisi legale delle pratiche che privilegia la diligenza, la revisione accurata dei documenti, la ponderazione e la dedizione di tutto il tempo necessario per migliorare il prodotto offerto al cliente, senza farsi condizionare da considerazioni economiche e di remunerazione. E’ chiaro che parallelamente il cliente deve essere reso consapevole del fatto che, se l’avvocato offre qualità, non si può pretendere di non remunerare adeguatamente quel prodotto: spesso non vi è la capacità di discernere la qualità oppure spesso taluni clienti ragionano solo in termini di “ribassi” dei compensi legali. E quando l’avvocato ha una preparazione giuridica solida, accompagnata da una seria analisi dei fatti (il che vuol dire conoscere anzitutto i documenti senza trascurare alcun elemento), allora le idee e le soluzioni vengono e il successo nella difesa degli interessi del cliente diviene raggiungibile. Per me, la vera “innovazione” nel campo legale significa proprio questo: una creatività alimentata da una profonda competenza e applicazione. Ma nulla di più di una vecchia e sana regola della nostra professione.
Veniamo ai giorni nostri. Il tema della tecnologia e l’impatto sulla professione legale. In che modo l’uso dell’intelligenza artificiale sta influenzando il lavoro degli avvocati?
Credo che il ruolo di un avvocato non sia suscettibile di sostituzione, mentre molte attività giuridiche possono essere agevolmente elaborate da un computer. Alcune procedure, la documentazione societaria più standard e compiti consueti possono essere opportunamente affidati all’automazione basata sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, l’approfondimento dato dalla riflessione sul singolo caso, specie nella strutturazione di una difesa giudiziale, richiede inevitabilmente l’intervento umano. L’operato umano assume una centralità imprescindibile in questo contesto, poiché è l’essere umano a nutrire l’intelligenza artificiale e, infine, a supervisionare le informazioni elaborate. Pertanto, nell’ambito legale, come ad esempio quello di un avvocato, l’intelligenza artificiale non è in grado di sostituire l’essere umano.
Come la blockchain potrebbe cambiare il modo in cui gestite i contratti e le transazioni legali?
La tecnologia blockchain riveste una significativa importanza nelle operazioni che possono essere più agevolmente standardizzate. Pertanto, occorre precisare che l’applicazione di una blockchain, nel suo senso letterale, ossia un sistema che riguarda non solo la fase di registrazione dei dati ma anche quella iniziale di predisposizione del contratto, risulta essere una sfida complessa quando si trattano operazioni di natura sofisticata. Ciò deriva dalla necessità di personalizzare queste operazioni in base alle esigenze specifiche. Mentre credo che in transazioni più di routine l’adozione di una blockchain possa avvenire in modo più agevole. Chiaramente, in futuro sarà compito degli avvocati discernere con attenzione quando e come impiegare questo sistema tecnologico, valutando attentamente le circostanze in cui risulta appropriato o meno farlo.
Quali sono le principali preoccupazioni etiche legate all’adozione di nuove tecnologie nel campo legale?
È essenziale acquisire una comprensione approfondita riguardo a come queste tecnologie sono alimentate e gestite. È di estrema importanza evitare, perchè pericolosa, la pratica di inserire dati sensibili all’interno di sistemi di intelligenza artificiale. Questo perché spesso non è noto chi ne detiene il controllo, come vengono impiegate le informazioni e quali scopi potrebbero esservi associati. Non vi è chiarezza sulla possibile divulgazione dei dati inseriti nei sistemi di intelligenza artificiale e vi è il rischio che tali informazioni possano finire online, diventando quindi di dominio pubblico; si pensi agli effetti che potrebbe avere la divulgazione o l’improprio utilizzo di informazioni price sensitive.
Riguardo alla Privacy e protezione dei dati nell’era digitale. Qual è l’importanza della privacy e della protezione dei dati nel contesto legale odierno?
L’importanza della protezione dei dati privati è stata sempre rilevante, ma assume ancor maggiore rilevanza nell’attuale contesto. Nutro costante preoccupazione per la possibile violazione della sicurezza dei dati sensibili conservati nei nostri sistemi informatici. Ad esempio, il rendere accessibili archivi interni o documenti elaborati per conto dei nostri clienti costituisce una potenziale minaccia significativa. La divulgazione accidentale di informazioni riservate può avere conseguenze estremamente gravi. È imperativo instaurare controlli preventivi piuttosto che limitarsi a interventi di verifica successivi, ciò anche per evitare intrusioni non autorizzate. Come avvocati, dobbiamo costantemente ricordare che siamo operatori del sistema di giustizia e, in quanto tali, abbiamo un dovere anche etico di tutelare la privacy in modo robusto. Ho più volte enfatizzato pubblicamente la necessità di rafforzare l’impegno etico e deontologico degli avvocati, sottolineando la necessità di richiedere standard più elevati e di applicare sanzioni più severe in caso di violazioni.
Come le leggi sulla privacy si stanno adattando alla crescente raccolta di dati personali da parte delle aziende e delle istituzioni?
In questo ambito ritengo che il concetto chiave sia la “piena tracciabilità dei dati”. Il che significa che dovremmo essere in grado di seguire e comprendere appieno come vengono utilizzati i nostri dati personali. Attualmente le leggi si stanno già evolvendo per promuovere questa trasparenza. La sfida principale è quella di rendere queste regole non solo delle formalità, ma piuttosto dei requisiti sostanziali. Spesso, quando ci troviamo di fronte alla scelta di accettare o rifiutare i cookie su un sito web, non ci soffermiamo più di tanto e non leggiamo l’informativa. Il problema qui è capire se i nostri dati personali potrebbero essere condivisi in modo inappropriato: se questo accadesse sarebbe una questione molto seria. In sintesi, si tratta di garantire che le regole sulla privacy e la gestione dei dati diventino più significative ed efficaci nella protezione dei nostri dati personali.
Quali sono i diritti dei cittadini quando si tratta della loro privacy online?
Con riferimento alla condivisione di informazioni online credo che sia fondamentale la “sensibilizzazione dell’utenza” specie con riferimento alla divulgazione delle foto, in particolare delle foto di minori, e al loro caricamento in sistemi di intelligenza artificiale. Questa sensibilizzazione è importante perché aiuta le persone a comprendere le possibili conseguenze e implicazioni dell’uso delle loro immagini o di immagini di minori in applicazioni basate sull’intelligenza artificiale. Ad esempio, una recente campagna pubblicitaria di Deutsche Telecom mette in guardia dalle potenziali trasformazioni delle foto dei minori, mostrando come sia estremamente facile manipolarle e persino trasformare minori in adulti tramite l’intelligenza artificiale. L’obiettivo di questa sensibilizzazione è quello di incoraggiare i genitori e gli utenti in generale a riflettere attentamente sull’uso delle foto dei propri figli o di minori nell’intelligenza artificiale, cercando di evitare possibili utilizzi impropri o diffusioni non autorizzate delle immagini.
Un altro tema caldo: le implicazioni legali legate ai cambiamenti climatici. Quale tipo di questioni legali emergono a causa dei cambiamenti climatici?
I cambiamenti climatici hanno a livello globale un impatto significativo su diverse tematiche legali. Attualmente non esiste una regolamentazione di dettaglio chiara in questo settore, il che lascia i cittadini e le imprese in una situazione di vulnerabilità di fronte a tali eventi. Gli avvocati dovrebbero quindi svolgere un ruolo importante nel fornire una protezione aggiuntiva. Purtroppo, il cambiamento climatico non è più una remota possibilità e quindi lo Stato, i comuni e i cittadini dovrebbero intraprendere azioni preventive. Queste azioni potrebbero includere l’adozione di leggi che impongono la manutenzione delle aree e l’avvio di azioni legali contro coloro che hanno il dovere di proteggere tali territori. Ovviamente, come sta già avvenendo anche in ambito europeo, la sfida al cambiamento climatico da un punto di vista normativo deve essere combattuta a livello globale mediante l’implementazione di regole uniformi. La speranza è che la scienza possa individuare interventi per anticipare e prevenire eventi disastrosi legati al cambiamento climatico.
Quale è il consiglio che dà a un giovane avvocato in carriera?
Preparazione, umiltà, dedizione, etica.