Nella vita, recita un proverbio Zen, «bisogna fare tre cose: fare un figlio, scrivere un libro, piantare un albero». Forse è arrivato il momento di aggiungere un quarto impegno: accendere un mutuo secolare per comprare l’albero, stamparsi il libro, crescere il figlio fino alla vecchiaia. Del figlio, non dei genitori. Per i giudici della Corte d’Appello di Trieste, difatti, un genitore – magari pure da morto – è sempre responsabile. Economicamente, s’intende: perché sull’educazione si può discutere, ma sui soldi non si fanno sconti. E non importa che il rampollo – o, nel caso di specie, la principessina di casa […]