36 ore per sognare… in esclusiva l’appartamento di Gabrielle Chanel
Tutto è iniziato giovedì 17 settembre alle ore 07:30. L’autista sotto casa mi ha accompagnato all’aeroporto di Fiumicino, dove, Andrea Contadini, direttore della boutique di Roma mi attendeva per accogliermi con tutto lo stile Chanel, nella sala Lounge Alitalia della business class.
La Maison Chanel mi ha organizzato un sogno di 36 ore nella Parigi di Gabrielle Chanel.
Il viaggio verso l’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi è letteralmente volato: ad aspettarmi l’autista francese non con il solito cartello, ma con un luminoso i-pad che attirava la mia attenzione perché riportava nome, logo e colori della Maison.
Breve è il tragitto fino all’albergo ‘Le Bristol’, situato nell’elegante rue de Faubourg Saint-Honoré. L’albergo, aperto nell’aprile del 1925, negli anni in cui Parigi era una città caratterizzata da un’esplosione di creatività, il cui nome è un omaggio a Frederick Hervey, quarto conte di Bristol, rappresenta il luogo dove trascorrere un soggiorno in un ambiente raffinato ed elegantemente discreto.
La suite a me riservata, incarna perfettamente l’unicità del lusso parigino. Uno splendido mazzo di ortensie rosa, il programma delle due giornate ed un omaggio dalla Maison Chanel, unitamente all’invito a cena nei luoghi che hanno visto crescere Gabrielle Coco ed affermarsi in tutto il mondo, mi hanno colpito piacevolmente.
Dopo un aperitivo presso il bar dell’albergo, dove ciascun cocktail creato è in perfetta osmosi con ogni particolare momento, si pranza presso il prestigioso ristorante, ‘114 Faubourg’, una brasserie di lusso su due piani con la cucina a vista: si respira una seducente esuberanza ispirata dal carismatico direttore Patrice Jeanne. La cucina dello Chef Jean-Charles Cauquil è organizzata rispettando totalmente i prodotti ed il territorio: gustando le sue pietanze, si realizza qualcosa che è prossimo al sogno.
Il pomeriggio viene trascorso con una visita guidata presso il Museo Picasso, situato all’interno di un palazzo nobiliare nel quartiere Le Marais, che, nel 2014 riapre al pubblico rinnovato ed ingrandito. Dal 20 ottobre 2015, per celebrare il suo trentesimo anniversario, presenterà nei suoi spazi una nuova esposizione: ‘¡Picasso! L’exposition anniversaire’.
D’obbligo il ritorno nella suite per la preparazione alla prestigiosa cena nella salle à manger dell’appartamento di Mademoiselle Coco.
Nel tragitto molta era l’emozione di conoscere, vedere e vivere, anche se per pochi momenti, gli stessi spazi in cui Gabrielle, si è mossa, ha creato, ha trascorso gran parte della sua copiosa vita. Nel 1910, prima del successo a Deauville, acquistò un negozio di cappelli, per poi, appena 8 anni dopo, comprare tutto il palazzo, totalmente ristrutturato e riorganizzato da Gabrielle Coco, che frequentava le avanguardie artistiche come Dalì, Picasso, dai quali assorbiva le tendenze artistiche. La sua modernità, la ricerca della geometria semplice, l’utilizzo per prima di un tessuto a maglia, il jers But ey, usato fino a quel momento per l’underwear maschile e realizzato meccanicamente, la purezza delle linee, l’invenzione nel 1926 della petit robe noir, emblema della Maison Chanel della metà degli anni Venti, un corto abito dalle forme semplici e dalla linea dritta, estremamente elegante ed ideale per ogni occasione, la produzione di bijoux che divennero una sigla distintiva dello stile Chanel, la possibilità di vestire la testa, il corpo, i piedi e la pelle con i suoi profumi, nel 1921 si ha la nascita di ‘Chanel N.5’, definiscono quello che oggi è chiamato ‘total look’. Tutto nel suo insieme permette di delineare la fisionomia di una Maison di Alta Moda, le cui caratteristiche si riconoscono anche nell’Atelier al civico 31 di rue Cambon, a Parigi.
Il palazzo della Maison Chanel presenta al piano terra il prêt-à-porter: davanti la maestosa entrata, dove le ragazze dello staff ci attendono per il benvenuto, ha inizio l’assoluta protagonista, una scala in Art-déco, che ci porta al primo piano, uno spazio interamente dedicato alla haute couture, riservato alle clienti che hanno la fortuna di farsi confezionare degli abiti su misura, al secondo piano l’appartamento privato di Gabrielle, al quale si accede sempre attraverso la scala che la stessa Coco ha fatto sostituire all’originale dell’Ottocento, per riflettere maggiormente lo stile della modernità che stava vivendo: evidenzia la sua forte componente rivoluzionaria ravvisabile in ogni sua creazione.
L’appartamento di Coco Chanel, inalterato rispetto a come lo aveva arredato, rappresenta lo spazio privato, dove decise di stabilirsi dagli anni Cinquanta, pur dormendo al lussuoso albergo ‘Ritz’, di Place Vendôme: Chiudendo le porte si va a delineare un ambiente totalmente distaccato dall’attività lavorativa, il suo ambiente intimo, dove ritirarsi a leggere uno dei numerosissimi libri ancora presenti nella libreria, a riposare un po’, a ricevere gli amici; Picasso, Dalì, Cocteau, Winston Churchill. Ci si accede tramite la scala, che grazie alla presenza di centinaia di specchi, offre una panoramica sul primo piano e sul piano terra: è proprio sulla scala che la couturière aveva l’abitudine di sedersi ad ammirare e guardare le reazioni degli spettatori, dei giornalisti alle sue sfilate, senza essere vista.
Ogni oggetto, come anche la disposizione, è stato scelto personalmente da Coco ed evidenzia il suo particolare gusto estetico.
In ogni spazio dell’appartamento privato si respira la sua presenza, anche perché in esso, Gabrielle era solita ritirarsi per le sue numerosissime creazioni ed ancora oggi il suo studio è fonte di ispirazione per il team della Maison per le nuove collezioni.
All’interno del suo spazio privato sono sapientemente mixati stili, culture e periodi diversi: nel soggiorno ci sono delle decorazioni barocche, oggetti della cultura e religione asiatica, manufatti acquistati nei suoi numerosi viaggi in Europa e negli Stati Uniti o personalmente dagli antiquari parigini. Molti sono i simboli portatori di buone vibrazioni di cui Lei aveva bisogno per sentirsi a suo agio, come le spighe portatrici di ‘prosperità’, il cervo di ‘rinascita’. Caratteristico il lampadario, costruito con una armonia particolare tra l’ametista, il cristallo di rocca ed il quarzo fumé. Ogni elemento fa riferimento alle sue collezioni: sono presenti le camelie, le due ‘C’, il numero ‘5’ del suo profumo e tanto altro ancora.
Alle pareti del salottino, il suo ufficio, sono presenti dei magnifici paramenti che ha tagliato, senza la paura di sacrificare degli oggetti così belli, per adattarli perfettamente alla grandezza delle pareti, mossa da una personalità anticonvenzionale ed un forte senso pratico.
Il divano trapuntato ha un motivo che si ravvisa in vestiti e cappotti degli anni Cinquanta.
I paramenti ornano anche le pareti della sala da pranzo, dove non mancano specchi dalle caratteristiche forme.
Particolarità di Coco Chanel era la mancanza di disegni, bozzetti per realizzare i suoi vestiti, che prendevano vita direttamente sul corpo delle modelle, con estrema precisione e creatività.
L’immancabile poltrona in tessuto bianco è un pezzo unico, l’icona della Maison, utilizzata anche per la campagna pubblicitaria del profumo ‘N. 5’, acquistata da Karl Lagerfeld nel corso di un’asta a Monaco negli anni Ottanta.
La cena nella splendida salle à manger dell’appartamento di Gabrielle, mi ha riportato indietro al periodo in cui anche lei cenava in quella stanza, mi ha riempito di emozione ed ho immaginato che da un momento all’altro si potesse presentare a conversare: ogni oggetto ed ogni angolo di quello che un tempo è stato il suo spazio privato è ancora tanto pieno e carico di un’attuale e costante presenza.
Dopo un rigenerante riposo, la mattina del 18 settembre sono stata accompagnata nello studio Harcourt, studio fotografico fondato a Parigi nel 1934 da Cosette Harcourt ed i fratelli Lacroix. Sempre molto attivo, è famosissimo per i suoi ritratti in bianco e nero a personaggi del cinema e non solo. Nei ritratti in primo piano il soggetto è ripreso dalla migliore angolatura ed illuminato da proiettori cinematografici che creano il tipico chiaroscuro su fondo grigio / nero. Come una diva cinematografica mi sono preparata al servizio fotografico. Le varie pose suggerite mi hanno divertita particolarmente nella ricerca dell’immagine eterea ed il risultato è stato l’aver realizzato delle magnifiche foto, che conserverò come il ricordo di una esperienza emozionante oltre che formativa e stimolante.
Il pranzo nel ristorante con vista della Torre Eiffel, ‘Monsieur Bleu’ ha rappresentato l’ultimo appuntamento del mio viaggio parigino. Il locale, alla base del Palais de Tokyo, disegnato da Joseph Dirand, ispirato all’Art Déco, offre un ambiente glamour dove gustare una raffinata cucina internazionale, nei vari momenti della giornata.
L’esperienza è stata magnifica, probabilmente irripetibile. Mi ha regalato dei momenti di estrema raffinatezza, gusto, pensati appositamente per me, una donna con uno stile senza costrizioni, ma chic, disinvolta, ma elegante e pratica, con un look naturalmente sofisticato… ed è proprio questa la donna alla quale si è ispirata la collezione Primavera / Estate 2016 che sarà presentata oggi, 6 ottobre 2016, al Grand Palais di Parigi alle ore 10.30.