Fondamentale è informare e sensibilizzare. Un momento come il Bra Day, Breast Reconstruction Awarness Day, la Giornata internazionale per la consapevolezza della ricostruzione mammaria, è nato proprio con lo scopo di far sapere alle donne la possibilità che offre la chirurgia plastica per ricostruire una mammella dopo un tumore al seno. Celebrato in tutto il mondo il Bra Day ha l’obiettivo di spiegare quanto la robotica e le nuove tecnologie siano sempre più di aiuto alla lotta contro questa malattia. E la ricostruzione è un passo fondamentale per superare davvero un dramma vissuto da tutte le donne alle quali viene diagnosticato un tumore al seno. Recuperando l’integrità corporea, per la donna è più facile sentirsi come prima, cioè sana: una condizione psicologica importante per vivere con maggiore serenità e benessere. La Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva Rigenerativa ed Estetica dal 2016 ha aderito e contribuito a promuovere in Italia l’importante iniziativa internazionale. Quest’anno il Bra Day, che di solito si celebra il 21 ottobre attraverso eventi pubblici come conferenze, visite mediche gratuite, sfilate di moda, concorsi letterari, mostre fotografiche a tema fortemente voluti anche dalle Associazioni delle donne affette da questa patologia, a causa dell’emergenza Covid e nell’impossibilità di incontri in presenza, cambia i programmi ma non perde l’occasione. Per una intera settimana sono previsti momenti d’informazione, di prevenzione e consapevolezza. Secondo il Registro Italiano Tumori l’incidenza attesa del 2020 per il tumore mammario sarà di 55000 nuove diagnosi. La prevalenza è di 834200 donne viventi in Italia dopo il tumore mammario e la sopravvivenza ai 5 anni dell’ 87%, una delle più alte registrate in Europa. “Il significato del Bra Day -spiega Prof. Franco Bassetto, Direttore Unità Operativa Complessa Chirugia Plastica Azienda Ospedale – Università di Padova- sta nel fatto che la ricostruzione mammaria oggi è considerata parte della cura del tumore e non è più un optional. Quindi viene proposta dall’inizio durante le visite decisionali nella Breast Unit e la paziente già prima della asportazione del tumore saprà che uscirà dalla sala operatoria ricostruita”. La ricostruzione mammaria è oggi considerata parte integrante della terapia chirurgica del carcinoma mammario. Nei paesi occidentali questa patologia affligge 1 donna su 8, con un recente picco di età più giovani.
In Italia l’evoluzione organizzativa del Sistema Sanitario Nazionale, preso atto di questi allarmanti dati in crescita, ha portato alla nascita delle Breast Unit. In queste unità ospedaliere il chirurgo oncologo, in collegio multidisciplinare con radiologi ed oncologi, si confronta con il chirurgico plastico per progettare la ricostruzione mammaria attraverso varie tecniche contestualmente alla demolizione, ottimizzando tempistiche e risultati morfofunzionali.