L’inflazione pesa sulle aziende agricole
L’inflazione nel 2022 rischia di frenare pesantemente gli investimenti in agricoltura e sta pesando sulle aziende agricole.
Il problema dell’inflazione ai massimi storici sta affliggendo tutta l’industria italiana, ma in particolare in agricoltura presto potrebbe diventare un serio problema economico e sociale.
Il problema dell’inflazione per le aziende agricole
Oggi il concime è triplicato, il gasolio è raddoppiato e coltivare un campo ha un prezzo ormai insostenibile per le aziende agricole.
Per accettare di assumersi questo azzardo di costo l’azienda agricola dovrebbe avere la certezza di poter rivendere in primavera il prodotto finale al prezzo desiderato.
Ma questa garanzia ovviamente oggi non c’è e non ci può essere.
Quindi cosa potrebbe fare l’impresa agricola che si trova ad operare in queste condizioni di mercato?
la cosa peggiore che potrebbe fare il produttore agricolo potrebbe decidere di non decidere.
Il rischio è che si decida di non seminare aspettando un momento più favorevole di calo delle materie prime.
Ma se questo calo dovesse tardare?
Lo vedremo in seguito.
Ad aggravare questa situazione di stallo si aggiunge il fatto che in Ucraina non si sta seminando e che si pensa a livello politico di vietare le importazioni di materie prime dalla Russia.
Questo rischia di diventare un dramma con ripercussioni negative sull’intera economia del Paese.
La natura non sta ad aspettare, se non si semina oggi, non si raccoglie domani.
Oggi già si sente parlare di penuria di carenza di mais, colza e girasoli; si stima una diminuzione del raccolto dal 30 al 40% in meno per la stagione 2022, 2023.
Per i consumatori europei si avrà la spiacevole conseguenza del forte aumento dei prezzi dei generi alimentari; nei paesi in via di sviluppo dell’Africa, tuttavia, la situazione potrebbe diventare seriamente pericolosa per la vita stessa perché c’è una forte dipendenza dalle importazioni di grano dall’Ucraina.
Se questa fase di stallo dovesse continuare ancora a lungo forse saremmo costretti, ancora una volta, ad importare il grano dagli Stati Uniti, facendo perennemente il loro gioco come con il Petrolio e il Gas.
Non solo.
Se questo scenario dovesse concretizzarsi si avrebbero problemi nel medio periodo anche legati ad un rialzo ancora più consistente, permanente e incontrollato dell’inflazione.
Più si importano dall’estero prodotti ad alto costo e più l’economia globale del Paese ne risente.
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