La Le Pen ha perso? No, ha vinto
LA MACCHIETTA DEL POTERE
Non ha conquistato regioni, non governerà la Bretagna né la Provenza, ma ha messo in ginocchio il sistema di potere francese; ha smascherato il grande imbroglio che si cela dietro un modello democratico fittizio e ipocrita.
Non c’è nulla di più sorprendente e comico, per la politica francese (e per quella europea), che vedere i socialisti esultare per la vittoria di Sarkozy e i presunti eredi di De Gaulle invitare a votare socialista per impedire al FN di vincere. Tutto ciò rende plastico lo stato comatoso in cui versano la Francia e il sistema di potere europeo.
PIÙ PERICOLOSA DELL’ISIS
Contro la Le Pen si è schierato un fronte compatto con una potenza di fuoco impressionante; non solo i gollisti e i socialisti insieme come compagni di merende per arginare il pericolo della destra, ma anche la Chiesa, gli industriali, i banchieri, i media. Mancava la Nato, ma avrebbero schierato anche quella se fosse servito.
Il tutto accompagnato da una campagna di criminalizzazione senza precedenti e con un Primo Ministro, il massone e socialista Manuel Valls, che ha persino presagito scenari da “guerra civile” nel caso in cui avesse vinto il Front National; toni che non sono stati usati neppure contro i terroristi che hanno insanguinato Parigi.
Marine Le Pen, per il sistema di potere francese, è più pericolosa dell’Isis, più temibile degli integralisti islamici che vivono e prosperano nei ghetti del multiculturalismo che quel sistema di potere ha costruito.
La verità è che la Le Pen rappresenta una forza antisistema che spaventa l’Europa di Bruxelles più dell’Islam. Non è un caso che il primo commento di soddisfazione per il risultato elettorale francese sia venuto da Martin Schulz, il Presidente del Parlamento europeo, il rabbioso cane da guardia della tecnocrazia europea.
UN PARALLELO CON L’ITALIA?
In molti si sono abbandonati a paralleli con l’Italia e con la Lega di Matteo Salvini, il principale alleato della Le Pen; paragoni che non reggono, non solo perché la Lega, a differenza del FN, ha governato in questo paese nelle coalizioni di centrodestra guidate da Berlusconi e tuttora governa le regioni italiane più importanti, quelle più evolute economicamente, socialmente e culturalmente; ma anche perché non è una forza politica isolata ma integrata in una coalizione con FI e FdI.
E soprattutto, perché Berlusconi e Forza Italia non sono Sarkozy e l’Ump; nonostante alcuni scivoloni “moderati”, alcune suggestioni centriste avallate da qualche post-democristiano in crisi d’astinenza o qualche nostalgico da Patto del Nazareno, mantengono un Dna liberal-conservatore, quindi quanto mai lontano da questa Europa del socialismo bancario e della burocrazia simil-sovietica; difficile immaginare un elettorato forzista votare Pd per non votare Salvini.
Certo, in Francia rimane il problema del sistema elettorale, che (come spiega il nostro Sebastiano Caputo in questo ottimo articolo del suo blog) umilia la democrazia e la sovranità popolare escludendo dalle assemblee elettive milioni di cittadini che hanno votato FN.
LA LE PEN PERDENDO, HA VINTO
Eppure, da sola contro tutti, la Le Pen rappresenta quasi il 40% dell’elettorato francese e così disegna un nuovo quadro politico in cui destra e sinistra sono due categorie arcaiche, interscambiabili come i voti di Hollande e Sarkozy. Socialisti e gollisti rappresentano lo stesso sistema di potere, gli stessi interessi, la stessa élite che tiene in pugno la Francia e l’Europa, la stessa politica estera, le stesse bombe umanitarie e lo stesso modello fallimentare di società.
Lo sanno bene gli illustri cantori di quest’Europa; nei loro commenti non c’è alcun inno alla vittoria, solo un sospiro di sollievo per il pericolo scampato e la percezione paurosa che la storia non finisca qua.