israelNON CI PROVATE!
“Il Golan rimarrà israeliano. Per sempre”.
L’annuncio perentorio è stato pronunciato dal Primo Ministro Netanyahu durante la riunione del suo governo che si è svolta simbolicamente proprio nelle alture occupate da Israele nel 1967.
L’affermazione di Nethanyau conferma la preoccupazione di Gerusalemme per il nuovo assetto del Medio Oriente che Usa e Russia stanno disegnando con gli accordi a Ginevra sulla Siria.

Da diverse settimane l’intelligence israeliana e le fonti diplomatiche avvertono: americani e russi starebbero inserendo una clausola nella prossima convenzione di pace, che prevede la restituzione del Golan alla Siria. Un’ipotesi inaccettabile per Israele che potrebbe spingere una nuova tensione in Medio Oriente.

IL GOLAN
Il Golan fu una delle conquiste israeliane della Guerra dei 6 Giorni; quel conflitto lampo con cui l’esercito di Tel Aviv, nel 1967, frenò l’attacco arabo, annientando in poche ore le forze armate di Egitto, Siria e Giordania, più i rinforzi iracheni. Una delle più incredibili operazioni militari moderne che consentì ad Israele di quadruplicare il proprio territorio strappando (oltre il Golan alla Siria), la Striscia di Gaza ed il Sinai all’Egitto (che riottenne quest’ultimo solo con gli accordi di Camp David) e la Cisgiordania e Gerusalemme Est alla Giordania.
La Guerra dei 6 Giorni rappresentò una delle più umilianti disfatte mai subite dagli eserciti arabi ed è tuttora fonte di frustrazione e di odio verso Israele.

In questi decenni, questo lembo di terra ricco di sorgenti d’acqua che si estende fino alle pendici del Monte Hermon (quello della Trasfigurazione di Gesù secondo alcune ipotesi), è stato un territorio strategico per la sicurezza d’Israele; una sorta di area cuscinetto che l’Onu non ha mai riconosciuto allo Stato ebraico ma che Begin decise di annettere ufficialmente nel 1981, scatenando molte reazioni internazionali.

L’AVVERTIMENTO
Israele non si fida più dell’America di Obama; dopo gli accordi sul nucleare con l’Iran che gli israeliani hanno cercato di boicottare fino all’ultimo.
Non si fida neppure della Russia di Putin, alleata storica dei suoi nemici Iran, Siria e Hezbollah.
Eppure in questi ultimi mesi i vertici del governo e delle Forze Armate israeliane hanno dialogato più con Mosca che con Washington. La ragione è chiara: nel nuovo Medio Oriente, la Russia appare il soggetto più forte e determinato rispetto alla debole e contraddittoria America.
Ed allora, meglio trattare con chi può influenzare i miei nemici piuttosto che con chi non ha saputo difendere gli amici.

Certo, come scrive Debka (sito vicino all’intelligence israeliana), “Mosca non è Washington e Israele non dispone di lobby nella capitale russa difendere i propri interessi”. Ma il prossimo viaggio in Russia di Netanyahu servirà proprio a far capire al Cremlino che sulla propria sicurezza, Israele non scherza.

IL SIMBOLO DI GAMALA
Una cosa è chiara: Israele non lascerà mai il Golan e non permetterà che la soluzione della guerra civile siriana e dei conflitti nella regione comportino una modifica dei confini della nazione ebraica.
Non a caso Nethanyau ha portato il suo governo a riunirsi a Gamla (Gamala) la città del Golan dove più di 2000 anni fa, gli ebrei resistettero fino alla fine prima di essere sterminati dalle legioni romane. Un avvertimento sulla determinazione che Israele intende adottare.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

Articoli correlati:
Siria: il vero rischio è il coinvolgimento di Israele
I numeri della Guerra a Gaza

Tag: , , ,