Yemen: quelle stragi che imbarazzano gli Usa
MATTEO, FEDERICA E GLI USA
Per quale motivo Matteo Renzi, di ritorno dal suo viaggio a Washington, si è opposto alla richiesta di ulteriori sanzioni alla Russia fatta dal Consiglio d’Europa per la questione siriana? E per quale motivo Federica Mogherini, Alto Rappresentante degli Affari Esteri dell’Ue, ha appoggiato questa posizione?
L’attuale governo italiano è, tra quelli europei, il più allineato alla politica americana; lo dimostra l’attenzione con cui gli Usa sono impegnati a salvarlo anche a rischio di ingerenze nelle nostre questioni interne; e non dimentichiamo che fu il Dipartimento di Stato americano a spingere affinché Renzi ottenesse in Europa l’incarico (certo poco utile all’Italia) per Federica Mogherini; la quale, fin dal 2006, appare nei documenti di Wikileaks come soggetto di riferimento dei funzionari Cia in Italia, e che Renzi stesso riferì essere persona indicata da John Kerry.
Quindi è improbabile che la posizione del Premier italiano non sia stata discussa e condivisa con Obama tra una cena di gala e una gag di Benigni alla Casa Bianca; ed è improbabile che la “Ministra degli Esteri dell’Europa” in quota Usa non abbia condiviso con gli americani le sue scelte.
La domanda iniziale potrebbe essere riformulata così: perché gli Usa, per bocca di Renzi (e della Mogherini), hanno spinto per bloccare le sanzioni alla Russia? Forse per capirlo dobbiamo fare un salto di 4.500 chilometri, fino in Yemen.
YEMEN, AMNESIA DELL’EUROPA
Qui si sta consumando una guerra civile violenta e sanguinosa combattuta tra le truppe fedeli al Presidente Hadi appoggiate da una coalizione di una decina di paesi guidati dall’Arabia Saudita e i ribelli Huti filo iraniani.
Di questa guerra raramente troviamo notizie sui media occidentali, per due ragioni: primo perché lo Yemen è oggettivamente lontano; secondo perché questa guerra imbarazza non poco i nostri alleati americani.
A Febbraio del 2016 (cioè a meno di un anno dall’inizio della guerra) un rapporto dell’Onu ha calcolato 6.000 morti di cui la metà civili (oggi le vittime del conflitto si aggirano sui 10.000) e quasi un milione di profughi in uno dei paesi più poveri della terra.
La maggioranza delle vittime civili (circa il 60%) è stata uccisa dagli attacchi aerei dell’Arabia Saudita, molti dei quali, secondo Amnesty International, “deliberatamente mirati” contro ospedali, scuole, mercati e moschee.
Gli esperti dell’Onu hanno denunciato l’operato dei Sauditi come crimine in violazione del diritto umanitario internazionale
Gli Stati Uniti stanno supportando l’Arabia Saudita in maniera diretta; forniscono armi, aerei, logistica, intelligence e consiglieri militari. Come denunciato da Human Rights Watch, Washington rifornisce la coalizione saudita anche di “bombe a grappolo” vietate dai trattati internazionali.
Security Assistance Monitor ha calcolato che Obama (si, proprio lui, quello che ha vinto il Nobel per la Pace) dal suo insediamento nel 2009 ha venduto 115 miliardi di dollari di armi ai sauditi, “più di ogni amministrazione Usa nella storia delle relazioni Usa/Arabia”.
La metà della forza aerea saudita è fornita dagli Stati Uniti (il resto lo forniscono britannici ed europei); e poi elicotteri Apache per le forze terrestri, aerei da trasporto, sistemi missilistici Patriot e radar, carri armati Abrams, veicoli blindati, artiglieria; insomma, ogni giorno nello Yemen vengono uccisi civili grazie alle armi e al supporto che Washington fornisce.
L’Arabia Saudita è uno dei più feroci e oscurantisti regimi del mondo; come abbiamo già scritto , la sua ideologia wahabita è il fulcro del jihadismo che insanguina il mondo. I Sauditi da decenni supportano le organizzazioni terroristiche islamiche (da Al Qaeda all’Isis) con la stessa naturalezza con cui finanziano la Fondazione Clinton e le campagne elettorali americane. Le moschee che costruiscono in Europa sono lo strumento di diffusione di radicalismo islamico che invade le nostre città.
Forse iniziamo a capire perché l’America, non Renzi, ha bloccato le sanzioni alla Russia. Anche l’ipocrisia ha i suoi limiti. E il rischio più grande è che qualcuno potesse legittimamente chiedere sanzioni contro gli Usa per quello che sta avvenendo nello Yemen. Troppo imbarazzo per i moralisti a senso unico del vecchio Occidente.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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