merkelberryNON SI SPIANO GLI AMICI…
“Spiare gli amici è una cosa inaccettabile, non può essere tollerata”. Era furente Angela Merkel nel 2013, quando Der Spiegel pubblicò i documenti Wikileaks che svelavano come la NSA avesse spiato la Cancelliera tedesca persino nel suo telefono cellulare e per anni; e come l’ambasciata Usa a Berlino fosse un vero e proprio “nido di spie” nel quale era operativa un’unità speciale, la Service Special Collection (SCS) dedita a spiare tutto lo spiabile.
“Non siamo più nella Guerra Fredda e la fiducia reciproca dev’essere la base della nostra cooperazione”, tuonò la signora, prima di chiamare Barack Obama per “esigere spiegazioni” e poi cacciare da Berlino il capo della Cia per ritorsione.

Un anno dopo Edward Snowden ci mise il carico sopra e Wikileaks pubblicò le utenze private della Merkel intercettate e quelle dei suoi più alti funzionari: il suo ex Capo di Gabinetto, Ronald Pofalla, il Vice Segretario per l’Intelligence von Andreas Geyr, il Vice Capo della Cancelleria, Bernard Kotsch.
Lo scandalo fu enorme tanto che la Merkel arrivò a mettere in discussione la cooperazione d’intelligence tra Germania e Stati Uniti, perché troppo “distanti sulla questione etica del rapporto tra libertà e sicurezza nella sorveglianza da parte degli apparati dello Stato”; perché un conto è lo spionaggio “per scongiurare minacce terroristiche”, un conto è farlo “per guadagnare un vantaggio rispetto alleati nei negoziati, in occasione dei vertici del G20 o nelle sessioni delle Nazioni Unite”.

…TRANNE SE A SPIARLI SONO IO…
Ma la signora Merkel cosa dirà ora che Der Spiegel ha rivelato che anche la Germania ha spiato in maniera intensiva gli americani?
Qualche giorno fa proprio il giornale tedesco ha annunciato di essere in possesso di documenti su almeno 4000 “target” Usa, che dal 1998 al 2006, furono attentamente sorvegliati dal BND (il servizio d’intelligence tedesco). L’elenco comprende nomi, numeri di telefono o fax e indirizzi e-mail di persone appartenenti ad alcuni dei centri di potere e controllo più importanti in America: funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato, del Tesoro, persino alti ufficiali della Difesa, dell’Air Force, del Pentagono e della Dia (Defense Intelligence Agency).
Non solo ma i tedeschi avrebbero spiato anche aziende americane del comparto della Difesa (a partire dalla più importante del mondo la Lockheed Martin), Istituzioni universitarie e persino Ong con connessioni con il governo Usa come Human Rights Watch.
L’attività di sorveglianza germanica si sarebbe allargata persino alle rappresentanze diplomatiche a Washington con decine di ambasciate e consolati (non chiaro se anche di paesi alleati della Germania) e di Organizzazioni Internazionali con uffici di rappresentanza in Usa come il FMI e la Lega Araba.

Per carità, il periodo interessato allo spionaggio dell’amico americano riguarda prevalentemente gli anni del governo  Schroeder e, almeno per ora, non sembra toccare il cancellierato della signora Merkel. Ma il problema rimane: ora come la mettiamo con la storia che: “non si spiano gli amici?”.

badaibling-dunkel-860x484CHI NON SPIA IN COMPAGNIA…
Non è la prima volta che Angela Merkel deve rispondere al mondo dell’uso spregiudicato dello spionaggio da parte di Berlino.
Sempre nel 2013, Wikileaks svelò un’inchiesta segreta della BfDI (l’Autorità Federale di Protezione Dati) che portava alla luce un sistema di sorveglianza globale messo in piedi dal BND e da NSA. Il sistema (che raccolse senza alcuna base legale milioni e milioni di metadati in tutta Europa), utilizzava Xkeyscore lo strumento informatico della Nsa per spiare mail, analizzare traffico e cronologia, organizzare relazioni e associazioni di contatti tra soggetti diversi, mappare spostamenti, spiare colloqui privati (per esempio quelli in chat e forum o comunque non visibili per l’utente normale), trattare dati nella loro complessità ed impossessarsi dell’intera identità digitale di chiunque; e nello stesso tempo controllare tutti i soggetti che comparivano in questo flusso (mittenti, destinatari, account di forum o di social network). Le attività di spionaggio riguardavano anche le Istituzioni Europee e i paesi alleati. L’inchiesta riguardava l’attività svolta nella sola base di militare di Bad Aibling dove dagli anni ’80 gli americani operavano in assoluta segretezza grazie ad un accordo firmato con il governo socialdemocratico di Schroeder; ma sicuramente era svolta anche in altre “basi di ascolto”.

ALLEATI SPIANO ALLEATI CHE SPIANO ALLEATI
Per semplificare, il quadro che esce da questi episodi è questo: gli americani spiano gli alleati tedeschi; i tedeschi spiano gli alleati americani; tedeschi e americani, alleati insieme, spiano il resto del mondo (compresi gli alleati).

Rimane un’unica perplessità. La notizia che i tedeschi hanno spiato sistematicamente apparati del governo Usa  e settori privati, è stata praticamente ignorata in America. Perché?
Forse per non aggravare ulteriormente le relazioni tra i due paesi peggiorate con l’elezione di Trump e la sua diffidenza nei confronti della Merkel? Forse perché questa storia potrebbe oscurare la narrazione che il mainstream americano sta facendo da mesi sugli hacker russi?

O forse, più semplicemente, perché tirare fuori dall’armadio gli scheletri su come l’Occidente spia potrebbe ricordare le violazioni impressionanti commesse dagli Usa con i suoi sistemi di sorveglianza di massa globale; non bello per un democrazia che si vanta di essere modello di libertà per il mondo.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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