1519812706-28165049-10156099859482645-6529661488356349797-oUN VOLO A BUDAPEST
Lei, agguerrita e determinata, ha lasciato la campagna elettorale italiana per volare a Budapest ed incontrare il Presidente ungherese Orbán; l’uomo che spaventa gli eurocrati di Bruxelles, il leader che fronteggia il progetto di dissoluzione degli Stati nazionali messo in atto dall’élite apolide che governa l’Unione Europea, il politico che ha messo fuorilegge George Soros denunciando i suoi progetti di destabilizzazione.

L’Ungheria di Orbán oggi guida la rivolta delle identità nazionali contro il tentativo d’imporre un’Europa porta aperta all’immigrazione di massa, al multiculturalismo fallimentare, all’islamizzazione, alla distruzione delle strutture sociali e produttive e sottomessa ai dettami del sistema finanziario.

Quello della leader di Fratelli d’Italia non è stato un viaggio di cortesia ma il frutto di contatti di lunga durata che accompagnano un progetto pensato da tempo: orientare la politica estera italiana verso quelle nazioni che oggi in Europa sono schierate a difesa delle libertà nazionali e contro la dittatura tecnocratica di Bruxelles.

l’Ungheria di Orbán è, di fatto, la capofila del progetto sovranista che sta ridisegnando un’intera area geopolitica dell’Europa: il Gruppo Visegrád (V4).

IL V4
Interessi nazionali condivisi, linea politica e scambi economici che legano quattro nazioni: Ungheria, Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia; questo è il V4.
Un’area geopolitica che rappresenta la prima linea sovranista in Europa e che sta attirando anche altri Paesi come la nuova Austria del giovane premier nazional conservatore Sebastian Kurz.

Le nazioni che compongono il V4 rappresentano 65 milioni di cittadini europei, un pil medio superiore al 3%, un tasso di disoccupazione tra i più bassi in Europa.

I leader dei governi del Gruppo Visegrád appartengono a diversi schieramenti presenti del Parlamento Europeo: Orbán è membro del Partito Popolare (lo stesso di Forza Italia), il Primo Ministro slovacco Robert Fico è un socialista, quello ceco Andrej Babiš (attualmente dimissionario) è membro dell’Alde e il polacco Morawiecki appartiene ai Conservatori-Riformisti (dove stanno i conservatori britannici).

Per il mainstream globalista e per gli intellettuali radical-chic, il V4 è una sorta di accozzaglia di governi proto-fascisti che voglio imporre l’autoritarismo in Europa. Al contrario, la loro diversa estrazione politica e la pluralità della loro appartenenza culturale dimostra che essi rappresentano la reazione legittima di nazioni che non vogliono essere private della propria sovranità e non vogliono soccombere alle follie immigrazioniste ed economiciste di Bruxelles.

Un’Europa delle Patrie che è Patria essa stessa (C. De Gaulle)

meloni orbanV4 E ITALIA: IL PROGETTO DELLA MELONI
Ed è in questa logica che Giorgia Meloni ha costruito il suo rapporto con Orbàn e con il V4: i paesi del sud Europa e quelli dell’est sono i più esposti al dramma dell’immigrazione e all’autoritarismo europeista; per questo è necessario costruire una comunità d’intenti di nazioni sovrane che siano in grado di fronteggiare l’utopia folle di Bruxelles e dei paesi del nord Europa.

Nel suo discorso davanti al leader ungherese la Meloni ha spiegato: “Visegrád è il simbolo dell’opposizione alla degenerazione burocratica dell’Unione Europea e della difesa dell’Europa reale e storica”.
Non si tratta di negare l’Europa, al contrario di affermarla più forte di questa ombra debole e meschina rappresentata da Bruxelles: perché “le sfide che ci aspettano a livello mondiale rendono indispensabile un legame sempre più forte tra i nostri popoli”. E ha continuato: Siamo europei, ma non europeisti”.

L’Europa sovranista punta a rivedere i Trattati europei e a ripartire da un nuovo patto: “una Confederazione di Stati sovrani che cooperino sulle grandi materie strategiche, dalla sicurezza all’immigrazione, dal mercato comune alla politica estera e di difesa, ma senza la tirannia acefala di un’anonima sovrastruttura burocratica”.

L’Europa della Meloni e in genere dei sovranisti, non è fascista; semmai è gollista. “È l’Europa delle Patrie che è patria essa stessa”, come scriveva appunto De Gaulle.

In un futuro governo di centro-destra, Italia e gruppo Visegrád troverebbero sicuramente strategie condivise e azioni comuni. Un progetto interessante per porre un freno al declino europeo.

HA RAGIONE LA BONINO…
Emma Bonino, la candidata di George Soros alle politiche italiane, una cosa giusta l’ha detta: “la vera contrapposizione è tra il blocco sovranista e quello aperturista”, come lei definisce, in perfetta neolingua orwelliana, coloro che voglio aprire come scatole le nazioni.

In altre parole tra l’Europa reale (quella dei popoli, delle identità storiche e delle sovranità) e l’Europa irreale, utopica, quella delle élite tecnocratiche, della grande finanza, quella che vive nella stanze ovattate di burocrati e nei grafici astratti dei pianificatori economici.

Tra l’Europa delle Cattedrali, dei campanili e di una cristianità viva e l’Europa delle banche e dell’oligarchia del denaro.

Tra chi ha vuole frenare l’immigrazione clandestina di massa e chi l’alimenta per garantire il nuovo mercato degli schiavi a basso costo da inserire nei meccanismi produttivi.

Tra chi difende l’identità di questo continente e chi accetta il processo di islamizzazione in nome di un astratto multiculturalismo che è solo funzionale a generare terrorismo e conflitti culturali e sociali ed imporre poi legislazioni sempre più autoritarie e restrittive delle libertà.

È una battaglia tra la nostra civiltà e chi la vuole distruggere.


Su Twitter: @GiampaoloRossi

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