Chapeau a Salvini!
LA LEGA SOPRA FORZA ITALIA
L’exploit della Lega e il suo sorpasso su Forza Italia sono il vero dato politico di queste elezioni; il cambiamento radicale, il terremoto che sconquassa non solo il centrodestra ma l’intero scenario politico italiano per come l’abbiamo conosciuto in questi 30 anni. La mappa che ridisegna equilibri e schieramenti.
La Lega sopra Forza Italia non è solo un derby, una stracittadina prestigiosa; è la partita che cambia l’esito del campionato.
La Lega che supera Forza Italia in tutte le regioni del nord, stracciandola in Veneto e in Piemonte; che la doppia in Toscana prendendosi tutto il voto di sinistra; che nella rossa Emilia raggiunge quasi il Pd ed è il primo partito della coalizione persino nel Lazio.
Salvini che porta la Lega oltre il 17%, dopo averla presa al 4% nel 2014.
La Lega che si trasforma in partito nazionale abbandonando le velleità scissioniste della Padania.
La Lega che lascia a casa l’ampolla del Po e recluta gli economisti anti-euro (come Borghi e Bagnai).
La Lega che scippa a Forza Italia persino i temi più liberali come la Flat Tax facendoli suoi in tempi non sospetti (con l’intuizione di Armando Siri) e costringendo Berlusconi ad inseguirla ricordandosi che il liberale è lui non Salvini.
La Lega che se ne frega delle accuse di razzismo e fa eleggere il primo senatore “nero” della storia d’Italia.
La Lega che attua un cambiamento antropologico e si radica sempre più nelle regioni ricche, produttive e avanzate del Paese diventando il partito di riferimento dei ceti più evoluti; altro che i trogloditi razzisti dipinti dai fighetti radical-chic.
Non c’è nulla da dire se non: “Chapeau a Salvini”.
FINE DEL MODERATISMO?
La Lega che prende il posto di Forza Italia è il dato politico più importante, forse ancora di più del risultato dei Cinque Stelle che hanno fagocitato il sud Italia in un sol boccone.
E per certi versi anche del tracollo della sinistra; perché è vero, Renzi ha distrutto il Pd e sta umiliando un’intera storia politica con la sua tracotanza insulsa; ma il suo è anche lo stesso tracollo dei socialisti francesi e dei socialdemocratici tedeschi. La verità è che in tutta Europa la sinistra immigrazionista, tecnocratica e globalista prende schiaffoni. La realtà bussa alla porta delle utopie criminali.
Il sorpasso della Lega su Forza Italia segna inevitabilmente la fine dell’anomalia italiana (virtuosa fino ad oggi); quella di un centrodestra a guida moderata capace di federare la doppia destra estrema (quella leghista e quella nazionalista).
In questi 25 anni Berlusconi è stato non solo il grande leader che ha ridisegnato la politica italiana ma anche colui che ha inventato la formula del centrodestra con la grande intuizione del 1994: il “progetto fusionista” che mise insieme le grandi famiglie del conservatorismo, sdoganando culture (come quella della destra e quella liberale) fino a quel momento marginali e raccogliendo in un alveo costituzionale la naturale eversione politica dell’allora federalismo leghista.
UNA LEADERSHIP CONQUISTATA NON CONCESSA
Tutto questo è stato possibile finché Forza Italia ha guidato con margini enormi, lo schieramento di destra. Ma ora con la Lega primo partito, lo schema resterà in piedi?
La leadership di Salvini non è concessa ma s’impone attraverso la forza dei risultati. Non veste i panni del Delfino ma del condottiero
Sommando ai voti di Salvini quelli della Meloni, il fronte sovranista rappresenta un blocco di oltre il 22 % nazionale, diventando netta maggioranza dentro il centrodestra. Un’area capace di condizionare in profondità le scelte politiche su temi come Europa, euro, immigrazione, opposizione a qualsiasi progetto tecnocratico imposto dall’élite globalista.
Oggi il Cavaliere rimane ancora il perno centrale nel centrodestra, l’uomo della sintesi, l’unico in grado di mediare tra le spinte identitarie di Lega, Fdi e di una parte di Forza Italia (quella più nordista) e quelle moderate rappresentate da Tajani, più uomo di establishment europeo e non a caso scelto proprio da Berlusconi.
Ma è certo che questo risultato modifica il baricentro dello schieramento e può condizionare l’intero sistema politico italiano.
Salvini si mette a capo della principale coalizione politica in Italia che esprime la maggioranza degli italiani; e lo fa non per elargizione del leader storico ma suo malgrado; non veste i panni del Delfino ma quelli del condottiero. La sua leadership non è concessa ma s’impone da sola. E questo cambia radicalmente lo schema del gioco da qui ai prossimi anni.
Su Twitter: @GiampaoloRossi
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