I sauditi dietro il golpe turco

I SAUDITI SAPEVANO La fonte è Mujtahidd (@mujtahidd), un account twitter dietro il quale si cela un informatore saudita ben inserito nei meandri dei palazzi di Abu Dhabi e Ryad e con forti connessioni con le famiglie reali del Golfo; è lui a svelare che il colpo di Stato ad Ankara vedrebbe il coinvolgimento degli Emirati Arabi e dell’Arabia Saudita. In modo particolare, emergono le figure dei due ministri della Difesa: Mohammed bin Zayed Al Nahyan (principe ereditario di Abu Dhabi) e il giovane Moḥammad bin Salmān membro della famiglia Saudi e anche vice Primo Ministro Saudita che avrebbero saputo in anticipo […]

  

Quel “memorandum” e la verità sull’Iraq in una pagina

UNA RIUNIONE SEGRETA È il 23 luglio del 2002, otto mesi prima l’inizio dell’Operazione Iraqi Freedom.  A Downing Street, il Primo Ministro britannico Tony Blair riunisce segretamente gli uomini più fidati del suo governo e i vertici dello Stato. Sono presenti: il Segretario alla Difesa Geoff Hoon il Ministro degli Esteri Jack Straw, anello di congiunzione con l’amministrazione Bush il capo del JIC (Joint Intelligence Commitee) John Scarlett (che l’anno dopo verrà messo a dirigere l’MI6) il Capo di Stato Maggiore Francis Richards il capo dello Staff di Downing Street Jonhatan Powell Personaggi di spicco del Partito Laburista come la baronessa […]

  

TTIP e impunità per i banchieri

DALLA SOVRANITÀ DEGLI STATI A QUELLE DELLE MULTINAZIONALI “Penso che il TTIP non sia un accordo di libero scambio (…) Voi potete firmare un accordo di libero scambio con gli Usa, ma sarebbe di tre pagine“. Così ha detto il premio Nobel per l’Economia, Joseph Stiglitz, nel 2014 durante un Lectio Magistralis al Parlamento italiano. Il TTIP (il Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti) invece di pagine ne ha 248, almeno quelle che Greenpeace è riuscita a svelare con la pubblicazione (non autorizzata) dei TTIP-leaks. Perché il TTIP sarà pure un accordo commerciale come dicono, ma è tenuto segreto e protetto neanche […]

  

Palmira e l’ipocrisia dell’Occidente

KHALED Khaled Assad era un archeologo. Anzi era l’archeologo. Era il più famoso archeologo siriano, uno dei maggiori studiosi al mondo; l’uomo che per 40 anni aveva custodito e amato Tadmor, l’antica Palmira. Fu grazie ai suoi studi che il sito fu riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Membro del partito Baath e fedele di Assad, quando sopraggiunsero le orde del Califfato, lui non scappò: ad ottant’anni rimase lì a fronteggiare l’orrore. Nei mesi precedenti aveva nascosto le opere più preziose perché non andassero distrutte dalla follia iconoclasta jihadista. Quando fu catturato decise di non rivelare ai suoi aguzzini dove le aveva […]

  

La Clinton presidente è un rischio per l’Europa

LE SERENATE PRO-CLINTON Come volevasi dimostrare, sui giornali italiani è partita la campagna pro Hillary Clinton. Ad aprirla, sul Corriere della Sera, è stato il prof. Panebianco con un editoriale di cui sorprende la superficialità dell’analisi. Panebianco, anima moderata e liberale del Corriere, spiega che gli europei avrebbero “ottime ragioni per sperare in una vittoria della Clinton” e che “queste ragioni hanno a che fare con gli interessi dell’Europa”. A fronte dell’isolazionismo in cui l’America cadrebbe con Trump, la Clinton rappresenterebbe la continuità con “quell’internazionalismo variamente declinato” che da Roosevelt in poi ha dominato la politica estera americana e che […]

  

Spioni e Dissimulatori

OPERAZIONE DISINGANNO L’ordine di scuderia è partito nelle ore immediatamente successive allo scoop di Repubblica/Espresso sullo spionaggio Usa all’Italia: “dissimulare, dissimulare, dissimulare”. E così mentre il Governo metteva in scena la pantomima della protesta ufficiale italiana con convocazione dell’ambasciatore Usa e dichiarazioni di sdegno (a cui gli americani rispondevano con un diplomatico “chissenfrega“), nelle stanze dei fedeli servitori euro-atlantici si organizzava “l’operazione disinganno”. In un paese normale, la notizia che il capo del Governo democraticamente eletto è stato assiduamente spiato da una nazione straniera (per di più alleata), avrebbe tenuto banco nel dibattito politico e giornalistico per giorni; avrebbe interessato […]

  

Robot russi in Siria

ROBOT E MISSILI Anticipando nuovi orizzonti della guerra moderna, in Siria i russi non si limitano a operare con la potenza aerea, come continua a fare la coalizione occidentale a guida Usa, ma scendono sul terreno; solo che lo fanno attraverso i robot. Secondo il sito Debka, vicino alle fonti dell’intelligence militare israeliano, due nuovissime armi hanno raggiunto le unità siriane di combattimento impegnate nella fondamentale “battaglia di Aleppo” contro l’Isis: si chiamano M-Robot e Platform Argo.  Il primo è un’unità robotica montata su cingolati e armata con lanciagranate e Kalashnikov; dotata di localizzatori ottici e radio e può muoversi […]

  

Bombe Usa come pioggia

23.144 BOMBE Nel 2015, gli Stati Uniti hanno lanciato in Medio Oriente oltre 23.000 bombe; di queste, quasi il 95% (22.110) su Iraq e Siria nell’ambito della campagna militare contro l’Isis; 947 sull’Afghanistan, 58 sullo Yemen, 18 in Somalia e 11 in Pakistan. I numeri sono elencati in un articolo di Micah Zenko, importante analista internazionale del Council on Foreign Relations, uno dei think tank legati al Dipartimento di Stato americano; si tratta, quindi, di una fonte credibile sia per professionalità, che per allineamento alla politica estera Usa. Zenko utilizza però questi dati per dimostrare l’inefficacia della strategia militare americana contro […]

  

I padroni delle armi

Le guerre non sono SOLO una questione di soldi; ma sono ANCHE una questione di soldi. Con le guerre alcuni settori industriali sono penalizzati ma altri favoriti: il primo fra tutti, quello della produzione di armi. SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) ha pubblicato il suo report annuale sul mercato degli armamenti; i dati ci aiutano a capire alcune dinamiche geopolitiche in atto. L’INDUSTRIA DELLE ARMI Le prime 10 aziende mondiali di armamenti appartengono a paesi della Nato: sette sono americane e tre europee (tra cui la nostra Finmeccanica). Da sole fanno quasi il 50% dell’intero fatturato mondiale. Se si […]

  

L’altro 11 Settembre e la “nebbia” di Bengasi

C’è un altro 11 Settembre che ha ferito l’America; quello del 2012, quando a Bengasi, in Libia, un attacco jihadista alla rappresentanza Usa, portò alla morte di quattro americani tra cui l’ambasciatore Christopher Stevens, uno dei migliori diplomatici in Medio Oriente dell’amministrazione Obama. Un atto di guerra che aprì gli occhi in Occidente sulla vera natura della guerra in Libia e su come, i famosi racconti di nuova nazione democratica e pacificata grazie alle bombe Nato, erano solo menzogne: la Libia stava precipitando in un caos di cui questo era il segnale. L’ATTACCO DEI “RIBELLI MODERATI” Quella sera, quasi 200 […]

  

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