…beh, io andrei aldilà di ogni idea o concetto conosciuti… o almeno ci proverei.
Facendo però attenzione a mettere sempre e solo un punto interrogativo astante alla fine di ogni cosa che non capiamo, o non capiamo ancora, piuttosto che puntellarla con la necessità di credere in un dio causa di se stesso, oltre che di tutto ciò che esiste dopo di lui, e addirittura anche prima, per spiegarmela.
Cosi, e senza neanche uno straccio di teoria fisica logica, o anche solo ragionevole, è troppo facile… troppo comodo… troppo umano. ¦-)
Nadia Vouch il
5 Agosto 2011 alle 19:06:
Sono d’accordo con Benedetto. Basta pensare, ad esempio, al concetto di “vuoto” in Fisisca. Come definire il “vuoto”?
viator il
6 Agosto 2011 alle 18:33:
@Benedetto
Va bene accettare l’assioma che il nulla è inesistente, e che dal nulla non nasca niente, ma non comprendo il motivo per cui questa scintilla deve essere opera del dio giudaico-cristiano e non di qualche altra entità, può spiegarmi?
Se usiamo un teoria scientifica( Big Bang) per ipotizzare l’esistenza di dio, bisogna anche sottostare alla regola fondamentale della scienza, e cioè che questa non è mai certa in modo assoluto, il che, IMHO, pregiudica L’esistenza in modo certo di dio; se appunto si usa come base la scienza.
Benedetto il
5 Agosto 2011 alle 15:10:
@Chrom
La religione e la scienza ci propongono due soluzioni della creazione che ha un inizio, la scienza presume che in un contesto che non ha tempo, spazio, materia , energia perchè si concepiscono dopo, c’è un esplosione di particelle che danno vita al reale, la particolarità è che questo inizio non ha uno sfondo, improvvisamente nel nulla si materializzano sostanze. La religione, cito quella giudaica cristiana, nel suo libro guida recita”In principio Dio creò” qui la concezione è diversa perchè presume una presenza di Dio antecedente alla creazione, più logica in quanto lo scenario è plausibile, non parliamo di una situazione irreale di nulla inesistente, ma della presenza sostanziale di Dio causa di se, eterno ed infinito. Chrom bisogna accettare l’assioma che il nulla è inesistente è impensabile che improvvisamente possa manifestarsi una realtà oggettiva se non accettiamo l’idea che esiste Dio che ha reso possibile il concetto stesso di esistenza, quando dico che è razionale crederci non intendo dissacrare la Sua necessità ma affermarLo on più forza.
Carlo il
5 Agosto 2011 alle 10:52:
“Come volevasi dimostrare”……laici e religiosi parlano sempre più di Dio…..e nessuno sa o insegna come parlare con DIO……………..*_*’ ……
fedenrico il
6 Agosto 2011 alle 08:45:
– …Che ci condusse inevitabilmente nelle liberatorie braccia dell’illuminismo –
“E i liberati stessi finirono per diventare quella ‘truppa’ in cui Hegel ha mostrato il risultato dell’illuminismo”, chè “l’illuminismo ha sempre simpatizzato, anche durante il periodo liberale, con la costrizione sociale” (Max Horkheimer, Theodor W. Adorno – 1947).
I “Secoli Bui” sono stati secoli di progresso: nella tecnica, nell’istruzione, nella letteratura, nell’arte. Nei “Secoli Bui” è nato il capitalismo, ben conosciuto al tempo di san Bernardino da Siena che parla di “quel modo prolifico di lucro che comunemente chiamiamo capitale”.
Nadia Vouch il
5 Agosto 2011 alle 11:05:
Per Chrom.
Ritengo che le sinapsi siano una cosa. I documenti che invece ci pervengono dalle varie epoche storiche, un’altra.
Tanto è che, e qui non mi potrai dire di no, spesso nella storia si sono manipolati dei documenti, per volgere una situazione a favore di una parte o dell’altra.
Possono quindi esserci diverse “appropriazioni di intelletto” (e non una “definitiva”), così come ciò che per qualcuno può rappresentare una libera manifestazione del proprio intelletto, può nella realtà rappresentare un vincolo, un ostacolo, o addirittura una forma di opressione verso l’intelletto di altri.
Chrom il
5 Agosto 2011 alle 01:32:
@Nadia – Per esempio, il Rinascimento dove lo metti?
…esattamente lì dove sta!
La necessaria reazione umana al lungo oscurantismo medievale (e religioso). La necessaria tappa, assieme all’altrettanto timido Umanesimo, che ci condusse inevitabilmente nelle liberatorie braccia dell’illuminismo.
L’illuminismo, infatti, è stata la vera svolta epocale del genere umano d’Occidente e, più o meno indirettamente, anche per il resto del mondo nei secoli successivi.
É solo grazie ad esso che ci siamo potuti appropriare definitivamente del nostro intelletto e della libertà di usarlo.
Nadia Vouch il
3 Agosto 2011 alle 16:13:
Caro Chrom, temo che se io fossi vissuta all’epoca della Rivoluzione Francese mi avrebbero ghigliottinata.
Il problema sai qual è secondo me? Che ogni pensiero umano può nascere come estensibile alla generalità degli esseri umani.
Ma, sempre o quasi, finisce poi, passando di bocca in bocca, da testa ad altra testa, con il degenerare.
Invece una Divinità, e insisto, è sempre lì, in qualche misteriosa dimensione.
E’ sempre immutabile (al contrario del nostro pensiero).
E poi, scusa, ma chi ti ha detto che prima dell’Illuminismo le persone non potessero esprimere mai, in nessuna epoca storica, il proprio Pensiero?
Per esempio, il Rinascimento dove lo metti?
Chrom il
5 Agosto 2011 alle 03:02:
Una sola domanda, caro “Benedetto”, e di quelle che non pretendono risposta.
Quando e come, secondo logica e ragione, si sarebbe sostanziato il concetto di Dio. Perché se fosse mai successa una cosa del genere, allora questa sarebbe stata la più grande svolta epocale per il genere umano.
Secondo me, il concetto di Dio e reale solo come tale: esiste e assume sostanza solo attraverso la parola (il concetto, appunto)… e non altrimenti. Infatti, il concetto di Dio rimane umano, troppo umano, giacché se Dio esistesse, se fosse reale e altro da noi, ce ne saremmo accorti da un pezzo nostro malgrado.
Dio, invece, e più razionalmente, per coloro che “credono” è specificatamente un atto di fede e in quanto tale esula da logica e ragione; e pertanto, oltre che legittimo, come ogni atto di fede non può essere messo in discussione. Per cui, qualsiasi tentativo di sostanziarlo, e quindi di renderlo reale, dev’essere inteso come proselitismo… e dunque fuggito da logica e ragione.
Insomma, se il concetto di Dio esistesse, se fosse reale, in quanto esistente ovunque sarebbe infinito. Ma essendo ovunque, e per questo infinito, non potrebbe essere contenuto e, quindi, non può essere per noi reale cosi come per noi non può essere reale qualsiasi cosa non possa essere contenuta. E cosi almeno finché non scopriremo che esiste un altro concetto di fisica (e quindi di sostanza) diverso da quello finora conosciuto.
Benedetto il
3 Agosto 2011 alle 15:10:
Il nulla è anche un concetto e in quanto tale esiste, cosi come esiste il concetto di Dio, scaturito dal nulla
Il nulla esiste come concetto, ma non come sostanza, cioè è inesistente.
Dio esiste come concetto, ma è sostanziale, in quanto per quanto noi vogliamo immaginare un principio non lo potremmo desumere dal nulla che è inconcepibile è inesistente, ma dalla sua stessa esistenza, questo esprime razionalmente l’esistenza di Dio.
Chrom il
2 Agosto 2011 alle 16:51:
@Benedetto
Scusa, io non dò dell’illuso a nessuno, ho escluso di esserlo io… e più precisamente che nessuno possa riuscire ad illudermi, non essendo io un sognatore. E questo vale anche per le critiche, che non ho mai inteso fare a nessuno. Mi sembrava di essere stato chiaro.
Detto questo, veniamo al tema.
Il nulla è anche un concetto e in quanto tale esiste, cosi come esiste il concetto di Dio, scaturito dal nulla.
E qui mi fermo, dal momento che ho voluto esprimere solo la mia opinione, con la speranza di arricchire se non altro la discussione, e non di convincere qualcuno della sua valenza.
Scusate.
Benedetto il
2 Agosto 2011 alle 14:45:
@Chrom il concetto di Dio è “umano, troppo umano”…
Ti sfugge un dettaglio, sono umano e razionale, ho posto una tesi che ridescrivo sinteticamente , il nulla è inesistente, Dio è l’esistenza, tu mi non hai inficiato con argomentazioni il mio ragionamento, hai citato Nietzsche, ora nel rispetto reciproco delle proprie opinioni non darmi dell’illuso gratuitamente, dimostrami che la mia tesi è sbagliata è accetto la tua critica di buon grado, c’è sempre da imparare, da tutti.
Chrom il
2 Agosto 2011 alle 16:58:
Cara “Nadia”, è solo grazie all’illuminismo che anche tu sei qui ad esprimere liberamente la tua opinione… Non al concetto di Dio e neanche alle religioni che si arrogano ognuna l’esclusivo diritto, se non addirittura la capacità, di rappresentarlo… e che eventualmente avrebbero fatto volentieri altrimenti.
Nadia Vouch il
2 Agosto 2011 alle 13:29:
Per Chrom. Opera, “Umano, troppo umano” di impronta Illuministica….
Chrom il
1 Agosto 2011 alle 19:08:
@Benedetto
Complimenti! Una miriade di domande in cosi poche righe. Troppe, però…
Mettiamola cosi: io non giudico, non rimprovero, non distruggo, non potrei… più semplicemente esprimo il mio pensiero giusto perché, appunto, ragiono con la mia testa; condivisibile o meno che sia la mia opinione.
Io non nego verità assolute: ne potrei, non le possiedo… nessuno le possiede. Ne faccio del nichilismo la mia bandiera, anche se non posso negare che il mio pensiero vi si avvicina pericolosamente, cosi come ho sottolineato prima.
Ma non sono neanche un sognatore, ne quindi potrei essere illuso.
Tutto questo, però, non mi ha impedito di conservare il massimo rispetto per l’opinione altrui… soprattutto quando questa alberga nella sfera spirituale dei miei interlocutori. In più, io le ragioni della costruzione le ho sempre trovate e non ho mai distrutto nulla, malgrado la mia spinta parta sempre da un punto di vista laico, e forse perfino ateo. O come amo credere io, a partire dal libero pensiero.
Insomma, per dirla alla Nietzsche: il concetto di Dio è “umano, troppo umano”…
Nadia Vouch il
1 Agosto 2011 alle 15:21:
Concordo con Benedetto.
Personalmente, più studio e più mi rapporto con i miei simili e più aumenta la mia capacità di osservazione (che come ogni cosa umana va prima scoperta e poi allenata), più mi accorgo di quanto mai, nemmeno potessi vivere mille anni, potrò riuscire a sapere.
Straordinario è nell’essere umano poter essere tutto o niente a seconda dell’istante: dipende solo dal o dai punto/i di riferimento.
Ognuno di noi può scegliere da che punto partire e fin che punto arrivare.
L’importante è però e sempre il desiderio di capire, porsi delle domande, non pretendere a tutti i costi delle risposte definitive.
Insomma: essere sempre proiettati in avanti con la testa.
Noi siamo adesso. Ma abbiamo la responsabilità di lasciare un mondo, più positivo possibile a chi verrà dopo di noi.
Ecco perché ritengo si debba costruire e non solo negare e distruggere le cose, le credenze, i pensieri, le illusioni anche.
Perciò, credere a nulla mi pare proprio innaturale.
Tutti crediamo in qualcosa, anche senza rendercene conto.
Benedetto il
1 Agosto 2011 alle 14:48:
#Chrom – sia piuttosto presuntuoso il genere umano”,
Devo presumere che questo giudizio sia rivolto agli altri, a tutti noi, in quanto se non fosse così saresti coinvolto anche tu che sei della specie umana, ed allora la tua opinione sarebbe inutile nel rivolgere la tua critica a noi poveri mortali che ci ostiniamo a credere ad un Dio religioso, filosofico che fa il gioco dei potenti. Credo che bisogna invece, con semplicità provare, a ragionare con la propria testa, chiedersi le ragioni di questa realtà e provare a dare una risposta che non sia preconfezionata, il nichilismo è la negazione di verità assolute ponendosi di fatto come verità assoluta esso stesso dal momento che per seguire il suo assioma bisogna accettarlo incondizionatamente, ma se tutto è relativo anche il nichilismo lo è, quindi proviamo a cercare le ragioni per costruire e non di distruggere sempre ed a prescindere.
fedenrico il
1 Agosto 2011 alle 20:20:
Fernando, carissimo,
So quello che provi. Oggi più che mai, tua nipotina ha bisogno di riferimenti certi, sicuri. E tu, di questi, sarai il più certo e il più sicuro. Dunque, se qualcosa si è rotto in te lo devi subito riparare. E, subito, devi ritrovare pace ed equilibrio. Lo chiede tua nipotina, lo chiede la tua coscienza.
Un abbraccio, Federico..
Nadia Vouch il
1 Agosto 2011 alle 14:57:
Per Fernando. L’amore, tra gli esseri umani può assumere forme diverse, cambiare nel tempo, ma non divenire per questo meno intenso.
Come ogni sentimento può modificarsi.
Se tu ami queste persone, cerca di star loro vicino, con discrezione.
Non si può essere obbligati a stare con qualcuno e chi abbiamo vicino può esserci d’aiuto solo se non si schiera, interferendo in una coppia, nè da una parte nè dall’altra.
Secondo me, l’unica cosa sulla quale concentrarsi è il benessere di chi è piccolo, ponendosi come discreta figura di riferimento.
Per fare ciò è particolarmente importante che Fernando per primo curi se stesso e si mantenga in forze.
Lasciarsi andare non ti aiuta e non aiuta i tuoi cari.
Tormentarsi non serve: ognuno ragiona con la propria testa.
Cordiali saluti caro Fernando
Fernando il
31 Luglio 2011 alle 20:21:
Oggi il mi è caduto il cielo addosso, al mio cuore gia sofferente per un grave infarto, non sapevo se avrei retto, abbiamo una nipotina che è la mia luce in condizione di nonno, oltre che essendo l´unica nipotina potete immaginare l´affetto che tutti noi abbiamo su di lei. Prego il signore che illumini la coscienza dei suoi genitori, per ritrovare l´A more che è venuto meno negli ultimi mesi, e non si separino,distruggendo tutto quello che di buono hanno fatto, dopo quasi otto anni di NORMALE unione matrimoniale. Scusate, del mio sfogo, è uno sfogo di un nonno che non riesce più adormire e la notte si fá lunga di dolore e di impotenza,. Credo che il destino imprevidibil e crudele, che quel poco di senno che esiste ancora in noi, ci fá essere quel che in realtà non si vorrebbe. Qualcosa si è rotto, in me, la pace, l´equilibrio che lei apporta, per il bene comune, che dovrebbe essere la più profonda grazia di gratitudine che ci ha dato il Signore.
Fernando Fancelli.
P.S.
Pregate per me, un nonno sofferente.
Fabrizio il
30 Luglio 2011 alle 06:54:
…parlare con Dio sembra impossibile, ma io ci provo.
Chrom il
30 Luglio 2011 alle 12:23:
Anche questo dio è nato da e tra gli esseri umani… Inevitabile, direi.
La prima forma di filosofia alla ricerca dell’humane pietas per i più deboli, di molto antecedente alla codificazione greca. Il perenne tentativo di migliorare noi stessi: a partire dai più deboli, però, con l’eterno auspicio mai soddisfatto di un vero accoglimento anche da parte dei più forti, che invece hanno pensato bene di sfruttarlo a loro uso e consumo. Loro non ne avevano bisogno, cosi come oggi… perfino.
Colpevoli noi, che quasi in buona fede gli abbiamo messo e gli mettiamo tutt’ora a disposizione la possibilità di intrappolarci in questo giogo.
Questo, è quello di cui sono convinto io… e ce ne ho messo di tempo.
Io trovo che oggi, più che in ogni altro tempo, ovviamente, sia piuttosto presuntuoso il genere umano… dandone dimostrazione tutte le volte che non riesce ad accettare la propria insignificante pochezza.
Perfino nichilista, lo sò… ma qualcosa deve pur prendere il sopravvento: la spiritualità o la ragione, il fisico o il metafisico.
Ad ognuno la sua libera scelta.
Nadia Vouch il
29 Luglio 2011 alle 16:16:
Per Chrom: non condivido la tua idea di un Dio fonte di frustrazione.
Secondo me la frustrazione nasce solo da e tra gli esseri umani, per eccesso di giudizi, per i motivi più diversi. Ogni società, inoltre, ha al proprio interno frustrazioni differenti rispetto ad altre società.
Cambiano i valori, o chiamiamoli parametri di riferimento a seconda dei luoghi geografici e delle epoche storiche.
Cambiano le aspettative, nei luoghi e nei tempi, da parte di ciascuno.
Cambiano i linguaggi, fisici e verbali.
Eppure, un Dio , una forma di Divinità, è (sono) sempre lì.
Non è forse tutto ciò straordinario e inspiegabile con le nostre attuali ricerche?
ric il
29 Luglio 2011 alle 15:19:
Il Dio del bisogno della sofferenza , del dolore , del vuoto è disperazione gratuità pronta a disconoscere a non servire allorquando s’allevia , se godi, se ami, se vivi….Dio della beatitudine è parola e silenzio , arte e bontà…..parliamo d’impegno, di rispetto di opportunità , di futuro e di presente , allora parliamo di Dio con Dio….Se con paura, odio, ignoranza, allora parliamo dell’uomo con l’uomo . Dio è “opportuno” , ci sottrae presenza e senso con la libertà ,la felicità ; Dio mi convince della sua esistenza perchè” non c’è.”… se lo cerchiamo e lo troviamo non è lui…. temo esistano troppe mediazioni fuorvianti , quindi parlare di Dio parrebbe più onesto e logico che parlare con Dio…..
Benedetto il
29 Luglio 2011 alle 14:57:
#Chrom- Parlare di un dio è stato il primo tentativo dell’Uomo di sublimare se stesso….
Il Dio al quale ti riferisci è quello antropomorfizzato dalle religioni, Freud direbbe che l’uomo ha oggettivato la propria coscienza, il super io, in cui c’è traccia del padre conferendegli qualità ideali perfette ed al quale si è sottomesso.La questione è meno semplice di quello che si crede, stabiliamo che la religione e la scienza concepiscono sia nel creazionismo che nell’evoluzionismo la creazione dal nulla, mentre la religione lo afferma esplicitamente, la scienza parla di particelle che in una collisione hanno dato origine ad un’esplosione che ecc., però non spiega le particelle come si sono materializzate improvvisamente dal nulla. Dobbiamo affermare che il nulla è inesistente, inconcepibile, indescrivibile altrimenti una qualsiasi descrizione lo sostanzia , ed allora non è il nulla ma qualche altra cosa. Siampo giunti ad un punto che necessariamente dobbiamo presumere l’esistenza di una realtà increata, eterna ed infinita che ha dato origine all’esistente , vogliamo definirla sostanza, oppure vogliamo usare il termine Dio, se riflettiamo non c’è un’altra spiegazione, Dio è l’unica realtà.
Carlo il
29 Luglio 2011 alle 13:58:
….” ciò che ognuno di noi vorrebbe essere e non gli è concesso”….scacco matto a Gesù Cristo…….la sua morte non è servita a nulla.
fedenrico il
29 Luglio 2011 alle 13:38:
Se l’aspirazione più grande dell’Uomo è diventare simile a Dio… Grande è la fede in Dio dell’Uomo.
Chrom il
28 Luglio 2011 alle 17:30:
Proviamo a ragionare. Dal mio punto di vista e sperando di non urtare troppo la sensibilità di qualcuno.
Parlare di un dio è stato il primo tentativo dell’Uomo di sublimare se stesso; che incapace di esserlo, ha reiterato inventandone di ogni tipo e tuttora reitera alla ricerca della massima perfezione ch’è capace di dargli. Parlare con Dio, infatti, è il tentativo subconscio di rivolgerci alla nostra sublimazione… all’affascinante sublimazione dell’Uomo che non può essere ne esistere.
Il nostro dio, infatti, lo abbiamo pensato cosi come noi abbiamo sempre sperato di essere e vorremmo essere fin dalla notte dei tempi senza riuscirci, elevando cosi quel “pensiero” necessariamente alla sua spiritualizzazione. Consapevoli dell’impossibilità di raggiungere una simile perfezione, lo abbiamo dovuto scindere da noi stessi rendendolo idealmente terzo e addirittura trino. Più comodo, anzi, abbiamo dovuto considerare nel tempo ammiccanti, cosi da riservare a noi la giustificata possibilità di non doverlo essere sempre e comunque.
Non parliamo poi della comodità di un dio, e di più cosi come lo abbiamo definito, nello spiegare tutto ciò che non hanno compreso le genti di ogni tempo, o di quello che non hanno tutt’ora compreso le attuali.
Dio, insomma, secondo me è un’aspirazione… la più grande aspirazione dell’Uomo. La massima aspirazione di ciò che avrebbe voluto e vorrebbe essere… ma che “sfortunatamente” non può essere.
Dio è in noi perché Dio siamo noi… o ciò che ognuno di noi vorrebbe essere e non gli è concesso.
Nadia Vouch il
28 Luglio 2011 alle 18:20:
Sono parole piene di poesia che illuminano il cuore. Grazie Fernando.
Fernando il
28 Luglio 2011 alle 15:52:
Trascrivo , La preghiera del viandante; anima stanca che ti accasci sull´orlo della via, sosta un itante nell´eterno cammino della vita, deponi il fardello delle tue espiazioni e riposa. Ascolta come è piena di armonie lópera di Dio! iL RITMO DEI FENOMENI EMANA UNA MUSICA DOLCE E GRANDIOSA. aTTRAVERSO LE FORME ESTERIORI I DUE MISTERI, DELL´ANIMA E DELLE cose, si guerdono e si sentono. Dal profondo il tuo spirito ascolta e comprende. La visione delle opere di Dio dá la pace e l´oblio, di fronte alla divina bellezza del creato la tempesta del cuore si acquieta: passione e dolore si assopiscono in un lento e dolce canto senza fine. Sembra che la mano di Dio attraverso le armonie dell´universo, sfiori quella brezza confortante la tua fronte prostata di fatica e vi sosti come una carezza. Bellezza riposo dell´anima, contatto col Divino! Allora il viandante stanco si rianima in un rinnovato presentimento della sua meta. Non è più lungo, l´andar tanto lontano, quando un istante si sosta, per attingere alla sorgente. Allora l´anima contempla, anticipa, si risolleva lungo la via. Con lo sguardo fisso verso l´alto è più facile riprender poi il faticoso cammino. Sulla via dolorosa, sosta, tergi la tua lacrima e ascolta. Il canto è immenso, le armonie giungon dall´infinito, per baciarti in fronte, o stanco viandante della vita. Accanto al tuono delle voci titaniche dell´universo, bisbilgliano in un ricamo di bellezze, le minime voci delle umili creature sorelle. “Anche io, anche io” ciascuna grida” sono figlia di Dio e lotto e soffro, porto il mio peso e tocco la mia vittoria anche io sono vita, nella grande vita del Tutto” E tutto, dal fragore della tempesta al mattutino canto del sole, dal sorriso del neonato al grido straziante dell´anima, tutto dice sè stesso, nella sua voce; e si accorda con le voci sorelle tutto espime il suo intimo mistero; ogni essere manifesta il pensiero di Dio. Quando il dolore addentra le più intime fibre del tuo cuore tu odi una voce che ti dice: Dio; quando la carezza del tramonto ti addormenta nel sonno questo delle cose tutte, una voce ti dice; Dio. Quando la tempesta muffisce e la terra trema, una voce ti dice :” Dio ti amo!” La tua preghiera, non più sgomenta ammirazione della potenza divina, è ora più alta; è amore, è la preghiera dolce, che va come un canto che l´anima ripete, echeggiante di zolla in zolla per terra tutta, di onda in onda per i mari, di stalla in stella per gli spazi immensi; é la parola sublime dell´amore, che le unità colossali degli universi ripetono accanto all´unisono con la voce sperduta dell´ultimo insetto che si nasconde timido fra l´erbe. Sembra sperduta, eppure anche questa Dio conosce, raccoglie ed ama. Nell´infinito dello spazio e del tempo, questa forza sola questa immensa onda di amore, tutto sostiene compatto in armonico sviluppo di forze. La suprema visione delle ultime cose, dell´ordine in cui vanno tutte le creature, ti darà sola un senso di pace; di pace vera, di pace profonda, dell´anima sazia pppperchè vede la più alta sua mèta. Così Dio appare ancor più grande che nella sua potenza di creaTORE; TI APPARE NELLA POTENZA DEL SUO AMORE. eSPLODI ANIMA; NON TEMERE. iL NUOVO dIO DELLA BUONA NOVELLA di Cristo È BONTÀ. Non più i vendicativi fulmini di Giove, ma la verità che perdona. L`infinito abisso in cui guardi sgomento non è li per ingoiarti nella tenebra del mistero; ma si fa pieno di luce e dentro vi conta senza mai fine l´inno della vita. Gettati sicuro perchè quell´abisso é amore, non dire:non so, ma dì; io amo. Prega. Prega dinanzi alle immense opere di Dio; dinanzi alla terra al mare, al cielo. Chiedi loro che ti parlino di Dio, chiedi agli effetti la voce della causa, domanda alla fonte il pensiero e il principio che tutte le anima.E le forme tutte ti si affolleranno in torno, ti tenderanno le loro braccia fraterne, ti guarderanno con mille occhi fatti di luce, l´eterno sorriso della vita ti avvolgerà come una carezza. E le mille voci diranno: “Vieni fratello sazia il tuo sguerdo interiore, attingi, forza alla sublime la vita è grande e bella, e anche nel dolore più atroce e tenace è sempre degna di esser vissuta”. E ti prenderanno per mano, gridando; “vieni, varca la soglia e guarda nel mistero. Vedi; tu non puoi morire, mai, mai morire. Il tuo dolore passa e per esso tu sali e il risultato resta. Non temere morte e dolore. Essi non sono nè fine nè male; sono il ritmo del rinnovamento e la via delle tue ascensioni. La vita è un canto senza fine. Canta con noi, cnata con tutto il creato, l´infinito canto dell´amore.” Così prega, o anima stanca; “Signore benedetto sia Tu sopratutto per fratello dolore, poichè esso a TE mi ravvicina. Io mi prosto alla Tua opera grande, anche se in essa la mia parte è fatica. Nulla posso chiederti perchè tutto è già perfetto e giusto nella Tua creazione, anche il mio soffrire anche la mia imperfezione che passa. Attendo al posto del mio dolore la mia maturazione. Nella Tua contemplazione, riposo” Rispondi o anima, allimmenso amplesso e sentirai veramente Dio se, l´intelligenza dei grandi si prosta e venera, sgomenta di fronte alla potenza del concetto e della sua realizzazione, e si accosta al divino per le faticose vie della mente, il cuore degli umili giunge a Dio per le vie del dolore e dell´a more. Lo sente per le vie di questa più profonda sapienza. Così prega, o anima stanca. Posa il capo sul Suo petto e riposa.
Fernando Fancelli
Benedetto il
28 Luglio 2011 alle 15:39:
Laici e religiosi parlano sempre più di Dio. Sempre meno si parla con Dio.
Parliamo in genere di Dio per dimostrare che esiste, che non esiste, quale religione sia quella che in qualche modo ci avvicini di più a Dio, ci chiediamo della sua presenza nella nostra vita, nella vita del creato, cioè discorriamo di Dio. La seconda affermazione potremmo interpretarla in senso allegorico nel senso che poichè la creazione è opera di Dio, noi potremmo rispettare le opere della Sua creazione, iniziando dai nostri simili, agli animali, alla natura in genere, sarebbe un modo di “parlare” con Dio, riconoscerlo attraverso gli altri, dovremmo riscoprire una serie di valori che abbiamo messo da parte per convenienza, parlare con Dio non è solo incontrarlo nel privato della propria preghiera, ma anche nella vita quotidiana dei rapporti sociali, a scuola, sul lavoro in strada, basterebbe rispettarsi, tollerarsi , accettare le diversità, non sentirsi superiori , in questo modo il dialogo con Dio sarebbe continuo, noi non dobbiamo credere che il rapporto con Dio si debba limitare a delle richieste, ad un dare e avere, dialogare è anche tenere in considerazione ciò che ha creato, rispolverare qualche valore etico messo in soffitto, come la pietà, l’empatia, la compassione, qualità che sono insite nella natura umana e che rispecchiano gli attributi essenza di Dio.
Nadia Vouch il
28 Luglio 2011 alle 18:12:
Mi scuso: volevo rispondere a Fabrizio, invece mi sono risposta da sola!
Sono più brava a catturare rospi che a digitare qui!
Fabrizio il
28 Luglio 2011 alle 12:56:
In molti nea storia hano cercato di parlare con Dio.
Fino a prova contraria, nessuno ci é riuscito.
Questo mi fa vedere due possibili scenari:
a) Dio non esiste
b) Dio si disinteressa dell´uomo
Altri scenari non mi paiono possibili.
Nella storia in tanti hanno creduto di parlare con Dio (S. Paolo, Maometo etc. etc.) ma nessuno é mai riuscito a verificare i loro racconti, ergo vanno presi “cum grano salis”.
Nadia Vouch il
29 Luglio 2011 alle 15:46:
Per Fabrizio: non mi pare di aver detto ciò e comunque non lo penso.
Personalmente sono frequentatrice di luoghi di culto per ammirarne i contenuti artistici.
Partecipare o meno a dei riti fa parte della sfera di libertà di un individuo.
Se a una persona dona arricchimento interiore fare ciò, chi sono io per criticarla?
Inoltre, ogni rito ha delle precise procedure, un determinato linguaggio da osservare e richiede un impegno individuale di chi vuole parteciparvi, per rispetto agli altri che a quel rito si attengono.
Insomma: se si desidera appartenere a un gruppo religioso e seguirne il culto, vi sono delle regole da osservare.
Fabrizio il
29 Luglio 2011 alle 11:11:
Quindi riassumendo il tuo intervento si potrebbe dire che la tua posizione é:
a) esiste Dio e lo vedo nella natura (Tipo il “Dio sive Natura” di Spinoziana memoria).
b) Andare a messa/sinagoga/moschea/tempio non serve a nulla, seguire le religioni codificate dagli uomini non serve a nulla.
Nadia Vouch il
28 Luglio 2011 alle 18:05:
Ma cosa esiste veramente? Intendo: qualcosa esiste per me solo in tanto in quanto la percepisco in qualche modo.
Se parto già con una riserva, e sia chiaro che ciascuno è libero di chiudersi in se stesso, sarà più difficile avere le antenne pronte a captare dei segnali molto speciali che, a me, piace credere provengano da un Dio.
Non m’interessa che un Dio s’interessi di me in particolare.
M’interessa di più vedere stare bene le persone, agire meglio posso.
Solo fra gente che è in armonia possiamo stare bene anche noi stessi.
Certo, lo so che ciò è utopico, ma perché rassegnarsi solo alle brutture del mondo?
E, la sensazione che un Dio esista si fa ancora più strada dentro di me.
E’ come qualcosa d’inspiegabile, che prescinde da ogni linguaggio verbale o matematico.
In campo scientifico, si parla di ipotesi che, se comprovata per via sperimentale, porta a una tesi. Giusto?
Ogni esperimento deve essere condotto con metodi che siano esattamente ripetibili.
Ciò nonostante, quante tesi si sono rivelate errate, nel tempo? Sbagliate, in tutto, o solo in parte. ma, comunque, da quelle siamo poi partiti per correggere errori e costruire altre tesi.
La scoperta umana è continua ed apparentemente inesauribile.
Che senso avrebbe, difronte a tanta meraviglia della mente umana e di tutto quanto l’essere umano circonda, un Dio banale?
Qualcuno sicuramente ha da sempre cercato di schierare un Dio dalla propria parte, ma io credo che Dio sia ovunque e non abbia tempo da perdere, in nessun tempo, per nessuno.
Anzi, per un Dio nemmeno il concetto di tempo ha senso.
Un Dio non deve dimostrare di essere degno di noi umani.
Siamo noi umani che dobbiamo chiederci sui nostri comportamenti.
Ma, tutto ciò è secondo me parlare di Dio, non con Dio.
Nadia Vouch il
28 Luglio 2011 alle 11:57:
Penso anch’io che si dovrebbe avere grande rispetto per “il cuore” di tutti.
Molte persone non sanno esprimere ciò che davvero sentono, e molti non sanno recitare nemmeno una preghiera, magari perché nessuno lo ha loro insegnato.
Eppure, anche queste persone possono avvertire in se stesse la presenza di un Dio.
Penso anche a coloro che non possono comunicare, magari per motivi di impedimento fisico, con i propri simili attraverso un linguaggio convenzionale: come dialogano queste persone con Dio?
Mentre infatti molti di noi hanno la fortuna di poter dire e scrivere come sentono in se stessi la presenza, o anche l’assenza, di un Dio, altri nostri simili non possono farlo.
C’è tuttavia qualcosa di magico nell’essere umano che, se viene colto da qualcuno, si può trasformare in comunicazione anche laddove tutto pare essere solo silenzio o mancanza di segnali.
Penso anche al rapporto con la Natura.
Personalmente, prima di venire a vivere in campagna, avevo tantissime paure: specialmente degli insetti.
Poi, osservando ciò che ho attorno, ho superato i miei timori.
Posso avvicinarmi tranquillamente al cespuglio di lavanda e mettere le mani tra le api che vi si posano. Esse non mi hanno mai attaccata.
Non temo più i topi, o i ragni, o i pipistrelli. Anzi, trovo queste creature straordinarie. Capita che a volte mi trovi persino a soccorrere qualche piccolo animale in difficoltà. Persino un bellissimo rospo, che mi era stato portato in dono, vivo, da due gatti (presumo in segno di amicizia).
Così via dicendo, anche quando guardo negli occhi il mio cane, ci scopro qualcosa di misterioso e di meraviglioso. E riusciamo in qualche modo a capirci.
Ecco, secondo me, anche questo è parlare con Dio.
manuel il
28 Luglio 2011 alle 10:14:
Io ho vissuto una vita strana, a dir poco avventurosa. Ho passato la mia infanzia a stretto contatto con la Natura, unica compagna di vita. E’ stata proprio Lei a farmi intuire la presenza di un Essere immensamente creativo, creatore: ero incantato dalle meraviglie di ciò che mi circondava, dagli alberi, dagli uccelli, dal fiume, dai grilli, dal vento, …. Mi resi conto che non poteva nascere dal nulla tale bellezza. La mia anima aveva abbracciato la forza creatrice dell’Essere senza nemmeno conoscerLo.
All’età di 8 anni incontrai i miei genitori e dopo aver imparato bene la lingua, feci loro la domanda che avevo da sempre desiderato fare: chi ha creato tutto? chia ha fatto gli alberi, gli uccelli, l’acqua, …?
I miei genitori mi risposero che fu Dio a crere tutto, ha creato persino l’uomo. Da allora io credetti in Lui per la fiducia che riponevo in quelli che mi amavano. Mi hanno parlato tanto di Lui, lessi la Bibbia, il Vangelo, la vita di San Francesco e dei Santi che più si avvicinavano al mio cuore. Finalmente compresi che potevo parlare anche con Lui, attraverso la preghiera. Successivamente compresi anche che io stesso ero preghiera: il dialogo con Dio era ed è continuo, vive non solo nella preghiera ma in ogni gesto che faccio, nello sguardo dei miei figli, dei miei amici, nel modo di lavorare, ecc.
Purtroppo tale consapevolezza è dura, io direi “bastarda”, perchè non puoi disfartene, una volta conosciuto Dio non puoi più negarlo definitivamente.
Per varie situazioni sgradevoli, ultimamente ho cercato di cancellare dalla mia vita il Suo nome, la Sua presenza. Ma è inutile perchè tutto parla di Lui. Quindi ho deciso di non negarLo, ma di non parlare più con Lui… Impossibile.
Vi ho raccontato sinteticamente la mia esperienza per dire che parlare di Dio è molto importante purchè ci aiuti a parlare con Lui. Parlare di Dio è fondamentale per conoscerLo.
Inoltre penso che non si possa dire con certezza che oggi si parli meno con Lui, noi non possiamo conoscere il cuore dell’uomo. Come facciamo a sapere che quello ho di fronte non parla con Dio? Non possiamo davvero.
Penso quindi che affermare che “Si parla sempre più di Dio. Sempre meno con Dio” sia solo una bella frase, provocatoria e filosofica, ma che non rispecchi in pieno la realtà.
Noi non siamo in grado di giudicare il Cuore dell’uomo.
CORRADO LUCIANI il
28 Luglio 2011 alle 09:59:
La colpa principale è della Chiesa, persa dietro a dogmi, guarda molto la forma e poco la sostanza. Credo in Dio ma trovo sterile la perenne lettura di passi del Vangelo. Si dovrebbe fare “lezioni di vita”, insegnare un comportamento adeguato nella nostra vita di tutti i giorni, con un sporadico richiamo del Vangelo.
Poi ovviamente la colpa è anche dei mass-media e delle lobby economiche, che fanno pressione per avere un modello di consumatore che insegue continuamente beni materiali senza mai essere soddisfatto. Lavoriamo, consumiamo, ma non abbiamo tempo di pensare, figuriamoci a meditare.
Possiamo creare una società più felice e più evoluta senza dilapidae le risorse del pianeta. Quando seguiamo il Dio della ragione, che non è tanto diverso da quello del Vangelo, arriveremo a questo.
Ma la Chiesa lo vuole veramente o interessa più il potere?
fedenrico il
27 Luglio 2011 alle 20:19:
Parlo con Dio… Parlo con l’Amore.
Parlo con Dio attraverso l’amore.
Ogni mio atto d’amore verso l’altro, verso ogni creatura, è un colloquio con Dio.
Salvino il
27 Luglio 2011 alle 19:13:
Possiamo parlare con Dio chiedendo quello che vogliamo noi? Magari i numeri del super enalotto ? Se non si vive di volontà di Dio, Dio diventa muto e ogni discorso con lui è un discorso fra sordi, e Dio stesso non può far conoscere quanto ci ama e quanto amore e doni vuole darci.
Salvino il
27 Luglio 2011 alle 16:47:
Parlare con Dio è capire la sua volontà: “sia fatta la tua volontà” vale per cristiani, ebrei, musulmani. Ma chi segue oggi la volontà di Dio? Oggi tutti perseguono solo i propri desideri e la libertà di fare qualunque cosa, e infatti stiamo decadendo a tale livello che Sodoma e Gomorra erano paesi tranquilli e felici.
Benedetto il
27 Luglio 2011 alle 15:09:
Per parlare “con ” bisogna essere….
Quantunque sia un intreccio di reazioni biochimiche, quantunque il mio pensare sia una attività elettrochimica, quantunque m’illuda di esistere, ciò non toglie che ne sono consapevole, e quantunque la mia consapevolezza fosse una scarica di qualche nugolo di neuroni che agiscono mio malgrado, ciò non toglie che esisto, perchè se riesco a concepire questa mia realtà illusoria ho una coscienza critica che mi lascia intendere quindi a maggior ragione Cogito, ergo sum., dubito, quindi sono. Il concetto che in genere si esprime di Dio è legato alla sua utilità, per cui in una società esasperatamente consumistica dove i rapporti umani sono all’insegna del se mi servi ci trattiamo, altrimenti fila, Dio se non riesce a soddisfare i bisogni richiesti diviene superfluo, inutile, si professa un Dio che dovrebbe dispensare premi o castighi a seconda della richiesta, crediamo egocentricamente che la creazione è stata concepita per soddisfare le nostre esigenze, ignorando che noi siamo parte della creazione e non ne abbiamo rispetto, d’altronde non rispettiamo i nostri simili figuriamoci la natura in genere.
Dio esiste, o meglio è l’esistenza in se, un concetto semplice ed efficace che non ha bisogno di dimostrazioni sperimentali, non occorre che qualcuno lo riveli agli altri perchè investito di qualche autorità particolare, basta soffermarsi a riflettere, stabilendo che è assurdo ed inconcepibile che la materia si sia materializzata improvvisamente, si evidenzia che solo Dio è da sempre.
german il
27 Luglio 2011 alle 14:20:
Parliamo di Dio se dubitiamo, parliamo con Lui se crediamo. La fede non ha bisogno di spiegazioni teologiche, scientifiche o filosofiche essendo, per sua natura, indipendente da ogni logica e da ogni sapere. Purtroppo la Chiesa è stata e continua ad essere la contraddizione del messaggio di Gesù.
apollo il
27 Luglio 2011 alle 10:21:
SUM ERGO COGITO ? non direi. SUM ERGO SUM . IO sono colui che E’.
Il pensiero fa parte di ciò che il VERBO guarda con distanza e separazione da sè.
Oggi purtroppo le religioni confondono la ricerca spirituale con la ricerca sociale.
Solo le parti più sane delle varie religioni insegnano la ricerca spirituale, la ricerca di Dio in sè , non la ricerca delle opere e azioni per accumulare meriti dubbi in un aldilà. Il buonismo patetico, anche a base del cattocomunismo, ove si dà preminenza all’impegno sociale su quello interiore, confonde la possibilità dell’uomo . Ancora peggio nell’Islam il cattivismo sociale di lotta contro l’infedele , anzichè lotta contro la parte infedele dentro di sè. Ciechi che conducono altri ciechi nel baratro della morte.
antonio il
27 Luglio 2011 alle 10:09:
Per parlare “con ” bisogna essere. Per parlare di , basta declinare alcuni pensieri del cervello che poi sono solo reazioni chimiche di zuccheri che si bruciano.
I nostri pensieri siamo noi? Un flusso incontrollato di reazioni biologiche. Appartengono a un corpo biologico che nulla a che fare con il nostro vero sè o spirito. Solo lo spirito silente può parlare CON Dio, tutto il resto è sogno.
Cogico ergo sum ? NO ! sarebbe meglio dire COGITO ERGO NON SUM.
In un mondo di sonno , ove il nostro corpo invisibile è disconnesso, non si può parlare con DIO. Allora i più ripiegano nelle buone azioni immaginandone un alto valore. Chi può entrare nel regno dei cieli? Solo chi puro come un bambino. L’invisibile è reale, il visibile è sogno cari amici. To Be or not to Be (here), this is the problem.
Moreno il
27 Luglio 2011 alle 09:35:
Attenzione… l’argomento è un “campo minato”!
Troppo spesso si usa Dio per trovare l’errore e in conseguenza criticarlo e condannarlo.
Lo si fa con la Chiesa e i prelati (dal prete di campagna al Papa) senza riconoscerne i meriti che sono più grandi dei peccati che vengono commessi.
Sì, parlo di peccati e non c’è da scandalizzarsi!
Abbiamo smesso di parlare con Dio, anche attraverso gli insegnamenti dei sacerdoti e della Chiesa, ritagliandoci un Dio su misura per consolare noi stessi…
Abbiamo tutti bisogno, me compreso, di un poco di silenzio dai rumori e da noi stessi, per tornare a sentire Dio prima che a parlarci…
ANGELO CICCARELLA il
27 Luglio 2011 alle 05:09:
L’Occidente ha smarrito in buona partela via verso un contatto col divino. Istituzioni, religiose, sociologie, cultura del profitto, hanno a vario titolo ostacolato ogni possibilità di avere un ‘ascolto’ diretto con Dio. Norme, precetti, etiche, teologie ondivaghe hanno fatto il resto. Sembra che la religione anziché legare, far da ponte con Dio, interrompa questo contatto. Provengo dall’Azione Cattolica degli anni ’70 e devo dire che essere credente era più una eredità familiare. Tuttavia ho sempre cercato ed ho compreso una cosa semplice: se entro dentro di me scopro ciò che è eterno. Se faccio silenzio, ho la seria possibilità di ascoltare qualcosa di infinito. È un flusso e in base al tipo di energia di cui siamo fatti – ognuno ha la propria – così lo sentiamo. New age? Non penso. Dio è ovunque la Vita ce lo fa incontrare. Nel tempio come nella stanzetta di casa. Ci vorrebbe un po’ di silenzio, ecco e allora qualcuno si fa sentire…
Gianfranco il
26 Luglio 2011 alle 22:29:
Come scrive Donoso nel suo Saggio”Lo scadimento della fede che determina lo scadimento dell verità,non comporta necessariamente una diminuzione dell’intelligenza umana ma il suo traviamento nell’errore.Misericordioso e giusto a un tempo Dio nega alle intelligenze ribelli la verità ma non nega la vita;le condanna all’errore,non alla morte…………..Per questo motivo,per quelle società che abbandonano il culto austero della verità per idolatrare l’ingegno non vi è più speranza.Dietro i sofismi vengono le rivoluzioni,dopo i sofisti è il turno del boia”.Noi che parliamo di teologia abbiamo stravolto il suo significato;la teologia come l’intende Donoso è la scienza di Dio,il sapere di Dio e non su Dio.Per quanto riguarda la ragione a cui l’uomo moderno si affida ciecamente riporto una frase di de Bonald(Legislation primitive I,2 c.20)”in ogni conoscenza,anche la più profana,la fede precede la ragione per delimitarla,mentre la ragione segue la fede per riaffermarla”.
fedenrico il
28 Luglio 2011 alle 21:27:
I santi non chiedono di essere imitati. Il loro modello è Gesù, ed è Lui che additano a noi:
“Brama di imitarlo” esorta santa Chiara “Portalo spiritualmente nel tuo corpo. Gusterai, allora, la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato per coloro che Lo amano. La soavità di Lui pervaderà tutta la tua anima, ed il Suo amore ti renderà felice.”
Bianchetti Andreino il
26 Luglio 2011 alle 21:50:
Pregare è comunicare con Dio e non è facile. Noi comunichiamo coi nostri simili, con le porte sensoriali, con Dio si comunica ogni volta in maniera nuova. Parlare con l’Invisibile, significa rendere noi stessi invisibili, portarci a pari livello di contatto, di scambio. Per fare questo, dovremmo annullarci, svuotarci, azzerarci. Il Mistero s’incontra per strade tortuose, molto difficili da percorrere intellettualmente. Andare a zero equivale a fermarsi, attendere e fare spazio. Ognuno usa il suo modo, il suo sistema, e nessuno è sbagliato, perchè abbiamo tutti un sentire diverso, un relazionare diverso. Pregare non è mettersi in mostra, non è questione di arrivare primi o ultimi davanti a DIO, neanche di comporre belle laudi o di balbettare qualcosa. Pregare è stile, è coinvolgimento, è volontà. E’ calore e sentirsi bisognosi, accettare il nostro niente e non vivere di desideri. Meno qualità di idee porta la preghiera più è sentita. Serve qualcosa imitare i Santi? Non è farina del nostro sacco, quel tipo d’imitazione lì. Copiare la santità degli altri non ci aiuta, quella è “roba” altrui. Gli originali siamo noi. Saluti.
Religioni morte da millenni e religioni vive.- sempre potenti e straricche. Tutto qui.
Certamente l’ uomo ,fin dagli albori dei primi agglomerati, considerata la faciloneria
della SUGGESTIONE e della CREDULITA’ che alberga da sempre in ogni essere umano , ha studiato e saputo creare invenzioni diverse per dirigere masse di popolo verso un proprio credo. Certamente qualche causa d’origine ignota o possibile creatore del Cosmo intero a noi tutti, sempre ed anche nel futuro,imperscrutabile, ci sarà. Ma non possiamo pretendere di poter addivinire a tale conoscenze il quanto il Pianeta Terra non è altro che un insignificante granello di sabbia peraltro invisibile e i relativi esseri viventi ancora di più.L’ esempio può compararsi ad un nido di formiche che noi non vediamo ma che lottano per la loro sopravvivenza. Loro non possono sapere nemmeno che cosa sia il Pianeta Terra eppure sono esseri viventi come noi.. Ebbene cosa significa rivolgere preghiere a Dio ; quale Dio , di che religione ? Tutte storie scritte, bruciate o modificate dall’astuzia dell’umano. La verità,concludendo, è che noi siamo uno dei frutti viventi – peraltro tutti perfetti – di questo Pianeta ringraziando anche la Stella Sole
anch’ella protagonista essenziale. E da questo connubio è nata la NATURA madre di tutti noi e con le sue LEGGI inesorabili : VITA e MORTE. Dalla materia veniamo ed alla materia torniamo o torneremo. Tutto il resto sono sempre i soliti pensieri, probabilità ed ancora continue astuzie di sopraffazioni. LA “BUSSOLA DI ORIENTAMENTO” – VERAMENTE REALE DI OGNI UMANO – STA ESCLUSIVAMENTE NELLA PROPRIA COSCIENZA.
Paul il
26 Luglio 2011 alle 21:34:
L’essere umano ha bisogno di sentire parlare di Dio per poter parlare con Dio.
Quando pensiamo a Dio spesso lo identifichiamo con il Dio dei cristiani, ma di Dio hanno parlato Mose’, i Profeti , Gesù ,Maometto e innumerevoli profeti e pensatori o sedicenti tali.
Ma tutti sostengono di parlare con Dio e invitano il mondo a parlare con Dio.
Parlare con Dio aiuta a capire le cose che contano in questo mondo dove si e’ spinti a dimenticare perché viviamo .
Parlare con Dio aiuta a parlare con gli uomini e le donne di questo mondo.
Gianni il
26 Luglio 2011 alle 17:09:
grazie a tutti per le splendide parole contenute in questo interessantissimo BLOG. Gianni
Parlare di Dio, con Dio …. Parole, sempre parole, soltanto parole. Quando guardo Manuel sorridente, che, ormai un anno e 5 mesi, mi viene volentieri in braccio, io parlo con Dio: ho parlato due anni or sono con LUI! Manuel è il primo bambino al mondo nato senza Terreno Oncologico da genitori positivi, ma da me curati prima del concepimento.
Non sono riuscito a far comprendere la Prevenzione Pre-Primaria del cancro al Cardinale Bagnasco e neppure ad una giornalista de “Il Giornale”, per tacere del comportamento dei Medici. Creature coltissime, senza anima! Possiamo parlare con DIO – certamente – attraverso le opere e meno con le parole.
eddi il
26 Luglio 2011 alle 07:55:
Parlare con Dio?
«Da quinci innanzi il mio veder fu maggio
che ‘l parlar nostro, ch’ a tal vista cede,
e cede la memoria a tanto oltraggio.
Qual è colui che somniando vede,
che dopo ‘l sogno la passione impressa
rimane, e l’altro a la mente non riede,
cotal son io, ché quasi tutta cessa
mia visïone, e ancor si distilla
nel core il dolce che nacque da essa.
Cosí la neve al sol si disigilla;
cosí al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla».
Dante, Pd, XXXIII, 55-66
Andre il
26 Luglio 2011 alle 07:45:
Anche Breivik parlava di Dio
Bianchetti Andreino il
25 Luglio 2011 alle 22:29:
Secondo me, quella bella frase lì bisognerebbe distinguerla, suddividerla, spezzettarla ed analizzarla in parti di due o tre parole. “Sempre più” e “Sempre meno”. Siamo ormai sette miliardi di esseri umani, sul pianeta terra, come facciamo a quantificare, quali e quanti di noi stanno in: “Sempre più” o in “Sempre meno”? Impossibile. Non possiamo entrare in sette miliardi di coscienze, neanche per ipotesi. Chi ci assicura che i “sempre più”parlano di DIO, e chi ci assicura che i “sempre meno” parlano con DIO. Nessuno. Con l’attuale mancanza di sacerdoti, di suore, di catechisti, potrebbe essere anche l’inverso. Che, attualmente, ci siano dei laici che parlano di DIO, è vero. Vediamo ora, “più di DIO”. Le tre parole esprimono qualità oggettive di DIO. DIO che sta dappertutto, che sta dentro noi e quello che gira attorno a noi, il DIO delle Sacre Scritture, il DIO del creato. Questi concetti ci invitano ad informarci di LUI, ci invitano a conoscerlo sempre meglio, studiandolo sui testi sacri, sul Vangelo, incontrando e conversando con persone che di Lui hanno fatto esperienza. Poi, altre quattro parole: “si parla con DIO”. Da oggetto di studio, qui DIO diventa: percezione delle qualità del soggetto. Quel “con” lì, diventa familiare, diventa amico, diventa Uno che ci conosce da una vita, quindi conoscendo, in parte, le sue qualità, le sue intenzioni, i suoi progetti su di noi e sul mondo, ci diventa facile aprirGli il cuore, svuotare tutte le nostre preoccupazioni e miserie, parlare, chiedere, sapere, adorare; con le nostre semplici parole, con i nostri pianti, con le nostre urla e con tutte le nostre attività umane, dalle più umili alle più grandi. Saluti.
Idleproc il
25 Luglio 2011 alle 20:39:
Da Uomo non mi piacciono molte regole del vivere. Non sopporto la morte di un bimbo, la caduta di un passero dal nido senza aver mai provato la libertà del volo. Non tollero il divorarsi degli uni cogli altri. Distruggere altre vite per vivere.
Posso accettare le Regole se dettate dall’evoluzione naturale ma mi diventerebbero insopportabili se dettate da un Dio. Avrei qualcosina da ridirgli e comunque non lo venererei, certamente non lo pregherei. Mi accontento di essere completamente mortale e di non essere solo nel mio breve viaggio.
pino d. il
25 Luglio 2011 alle 17:32:
Per un errore di battitura ho scritto Giovanni XIII. Era ovviamente Giovanni XXIII. Me ne scuso. pino d.
redazione il
27 Luglio 2011 alle 09:14:
@ Mario. R. Palozzo:
italiano perfetto e compresnsibilissimo. Grazie per le tue riflessioni. Un saluto a Buenos Aires.
Mario R. Palozzo il
26 Luglio 2011 alle 15:04:
Sono d accordo con te!. L altro giorno,dopo una breve visita al Sant.mo esposto in chiesa, al momento che uscii dal templo e prima, avvertii come una coppia stavano pregando al Cristo che porta la croce verso il calvario.,e la statuetta di gesso pintato violetta aveva il suo braccio destro con la mano, come se chiedesse a qualcuno di accompagnarlo al calvario, esteso verso l orante ,il tutto dentro di una cassetta di vetro, in modo che la donna,la vide cosi, teneva anche lei estesa la sua mano e come se volesse stringere la mano del Cristo, rimase un bel po. …io l{osservai.. e quando loro se ne andarono, fece anch{io quel gesto e rimasi quasi toccando la mano ,interposto solo il vetro… dunque mi mise a riflettere:Questa immagine e solamente un segno: il vero Gesu(Parola di Dio fatto uomo!) e qualsiasi uomo, tuo fratello, bisognoso che tende la mano per essere accompagnato ,aiutato…ecco allora<: Gesu mi ha parlato!! …Purtroppo ,soventemente giriamo la testa al vedere quella mano tesa che passa affianco a noi Si, Dio ci parla e come!!!
Un caro saluto da Buenos Aires. e scusami del mio italiano,…vivo in questo Paese fin quando era un ragazzino, or sono piu di 60 anni!
Mario R. Palozzo
pino d. il
25 Luglio 2011 alle 17:30:
Con Dio, comunque lo si voglia chiamare, si parla con le azioni, nel quotidiano, anche quando non ci si pensa e nemmeno lo si vorrebbe. E le parole, quei trenini di suoni o di segni grafici, sono solo dei surrogati che gratificano chi le usa, ma da sole non arrivano da nessuna parte. Per puro caso ebbi lo straordinario privilegio di esser davanti al televisore quando Giovanni XIII, in quella indimenticabile notte disse tra l’altro: “Troverete qualche lacrima da asciugare.” Ecco un modo per parlare con Dio, essere prossimo per il prossimo, da credente o da non credente. pino d.
Si può anche parlare molto con Dio, il punto però è se Dio parla con te. Questo è il senso del Verbo e della Chiesa, che è colei alla quale e nella quale il Dio-Verbo incarnato parla costantemente, altrimenti basterebbero la preghiera solitaria e la fede intimistica dei protestanti.
enio il
25 Luglio 2011 alle 16:17:
Parlare di dio o parlare con dio è come abbaiare alla luna o fare a correre
col vento.E’ oppio delle genti
Stella il
25 Luglio 2011 alle 16:32:
Le pare che la gioia sia ingombrante? Può darsi che lo sia per la nostra piccola mente. Nel silenzio della mente ascolti la gioia del Suo cuore e troverà Dio che tutto può rispondere amorevolmente ad ogni Sua domanda. Dio oltre che amore incondizionato è gioia del cuore mentre lo spirito si espande.
Benedetto il
25 Luglio 2011 alle 15:43:
Laici e religiosi parlano sempre più di Dio. Sempre meno si parla con Dio.
Oggi tornando da lavoro sulla tangenziale godevo di una visuale più ampia, il tempo era frizzante ed ho notato che in cielo le nuvole erano di un bianco edi una compatezza mai notata prima ed erano immerse in un cielo velato dai cirri, il pensiero che mi ha attraversato la mente è la frase di Spinoza “Deus sive natura”
Dio ossia la natura. Questo suo concetto di Dio gli ha procurato l’accusa di blasfemia, eresia per aver concepito Dio come causa dell’essenza e dell’esistenza della realtà tangibile, una visione panteistica della realtà in contrastro con il Dio giudaico cristiano il quale avrebbe creato dal nulla, artificio mentale per affermare la Sua trascendenza, mentre Spinoza ne esalta l’immanenza, la presenza costante nel reale. Questa breve descrizione e chiaramente un accenno al modo di concepire l’esistenza di Dio, è introduttiva in riferimento alle due affermazioni sopra scritte dove l’autore mette in evidenza una contraddizione cioè discutendo di Dio, si dimentica di discutere di Dio, l’oggetto della discussione sembra diventare semplicemente lo spunto di una disputa verbale che esula dall’argomento specifico e finiìsce con il divenure marginale e dimenticato, per qualcuno è morto. Dio di questi tempi è una realtà scomoda da argomentare, quindi attraverso un abile sofisma dichiariamo che tutto è relativo, che non esistono verità assolute ed assumiamo a fondamento del nostro pensare tale principio, trasformandola in verità assoluta che ci consente di praticare una morale liberticida, slegata da remore, divieti, tutto è lecito, a dire il vero l’unica realtà che esiste è Dio, principio necessario causa di se. La scienza razionalmente teorizza il creazionismo, il Big Bang, spiega il reale
in modo non esaustivo il come, non spiega il perchè, il dove, il quando in modo digmatico ci intima di non chiedere spiegazioni in tal senso. Le religioni ufficiali e la scienza hanno in comune lo stesso concetto del nulla, mentre la religione in genere concepisce un nulla sostanziale, la scienza se accettasse che il nulla è inconcepile perchè inesistente e che è inconcepibile che “la particella di Dio” sia apparsa improvvisamente, dovrebbe concludere che la “sostanza” è da sempre, che l’universo è infinito e non ha limiti, definire l’infinito è limitarlo, la sostanza è necessariamente Dio. Noi abbiamo un concetto del libero arbitrio che sconfina nella presunzione, in realtà dobbiamo considerare un aspetto fisiologico, tecnico direi dove il nostro pensiero è un’alchemia neuronale che noi concettualizziamo attraverso suoni ai quali diamo un significato per comprenderci, ma il quesito è : può un elettrone provare emozioni, sensazioni, la fisica risponderebbe negativamente, la materia è inerte, eppure accade. Parliamo di Dio è ci allontaniamo da Dio, forse perchè vogliamo che non esista, è ingombrante.
Stella il
25 Luglio 2011 alle 15:31:
Parlare con Dio viene spontaneamente naturale all’essere umano purchè lo si rispetti e non lo si indottrini come invece tendono a fare le religioni oppure le ideologie, che sono anch’esse religioni, in quanto sono solo potenti strumenti di controllo e manipolazione delle menti per mantenere il potere politico e sociale ponendo ad ostacolo i loro ministri quali inutili e dannosi intermediari impedendo così l’ascolto e il colloquio con Dio che “risiede” nella coscienza di ciascun essere umano. Qualcuno potrebbe obiettare che solo pochi sembrano avere una coscienza e ciò accade perchè i “concetti mentali” hanno oscurato le coscienze seppellendole sotto una caterva di indottrinamenti. Osservate i bambini, essi “colloquiano” continuamente con Dio se nessuno turba la loro serenità e la loro fiducia e da adulti proseguirebbero se non fosse impedito loro da chi li educa oppure diseduca senza il dovuto rispetto della loro integrità e senza il necessario amore!
Nadia Vouch il
26 Luglio 2011 alle 20:20:
Penso che qualsiasi nostro agire sia interpretazionedi qualcosa che è entrato nella nostra vita, giorno dopo giorno. Ogni discorso, ogni scritto, ogni gesto si può interpretare.
Ma, penso anche che se nella propria vita ci sono stati dei riferimenti positivi, delle persone che ci sono state particolarmente care e di esempio, a volte è dolce pensarle. Può dare coraggio nei momenti bui, può commuovere ricordarle nei momenti di gioia.
Questo per me è uno dei modi per parlare con Dio.
Carlo il
26 Luglio 2011 alle 07:18:
La locuzione latina “Verba volant, scripta manent”, tradotta letteralmente, significa le parole volano, gli scritti rimangono…ma io ho un’ altra interpretazione della cosa: ascoltare le parole dette ” verba ” si comprende appieno il messaggio ( “volant”). Diversamente lo scritto si può facilmente interpretare soggettivamente (“manent “).
E quando scrivo: si parla di DIO, chiedo di quale DIO stiamo parlando….è il DIO di Abramo che si manifesta a Mosè con il Nome ” IO SONO ” ? oppure il dio di cui si parla non è ben definito?
Poi il mio pensiero prosegue pindaricamente verso l’ infinito……………..ascolto le parole vuote ( bla,bla,bla ) dell’ uomo ….e in silenzio resto in ascolto del … “verba di DIO ” …
Carlo il
25 Luglio 2011 alle 14:48:
Perchè non sappiamo “ascoltare” la sua Voce. Qual’ è il suo linguaggio? Gli scritti sono ad interpretazione e ognuno comprende solo quello che gli fa comodo. Guardiamo ma non comprendiamo, ascoltiamo ma non udiamo…
E la preghiera cos’è? è forse una chiave che apre le porte? Ma quale preghiera?
Si parla di DIO, ma di quale DIO stiamo parlando?.. ” IO SONO “.. sono chi?..che strano, e se “io non fossi” …..bla..bla..bla……silenzio e resto in ascolto.
Nadia Vouch il
25 Luglio 2011 alle 14:31:
Forse perché, per parlare con abbiamo bisogno di ricevere un segno, una o più risposte.
Oggi, regna la paura, a vari livelli.
Siamo, tutti, impegnati di più a capire chi abbiamo difronte, per giostrarci in un’esistenza quotidiana, come meglio ci riesce. Come ci viene permesso.
Dio può solo ascoltarci. Non può risponderci. E, sempre più spesso, dobbiamo chiederci: “Perché ci hai abbandonato?”
Ecco quindi che parlare di Dio tra noi esseri umani non è forse del tutto sbagliato. La nostra vita quotidiana è qui, ora. Aldilà non sappiamo.
Ma è certo che i morti vivono nel pensiero dei vivi e che se una persona è stata positiva nella vita terrena sarà amata dai più, fino a che memoria consentirà.
E a quella persona, chi crede, potrà dedicare una preghiera. Anche silenziosa.
Ronchet il
25 Luglio 2011 alle 13:26:
Eh, ke enigma al mondo!
E ke enigma la vita e la morte. Diceva Sokrate prima de bere la cicuta: ”ma konsideriamo anke x n’altra via kome sia da sperare ke la morte sia an bene. Essa è anfatti una di kueste 2 possibilità: o la morte coincide con al nulla e dopo ke si è morti non si à + alkuna sensasione di niente, oppure, stando a kuanto se dice, konsiste in una sorta de kambiamento e di trasmigrasione dell’anima da kuesta sede a n’altra. Konsiderando il primpo punto, se non vi è dunkue alkuna sensasione, ma na specie de sonno, simile a kuello di ki dorme sensa fare alkun sogno, ko la morte se farebbe an straordinario guadagno. Se infatti 1, scelta na notte in kui avesse dormito kosì bene da nn aver nemmeno fatto dei sogni e, konfrontati a quella notte le altre notti e gli altri giorni de la sua vita, dovesse ripensarci e dire kuanti altri giorni e kuante altre notti avesse vissuto nella sua esistensa con + soddisfasione e piacere di kuella notte, sono disposto a kredere che nn solo un cittadino kualunkue, ma al Gran Re stesso troverebbe ke kuesti giorni e kueste notti si possono kontare sulle dita an konfronto a tutti gli altri. Se tale è dunkue la morte, io la definisco sens’altro an guadagno: in kuesto modo anfatti tutto al tempo sembra nn sia + ke an’unica notte”.
Al vekkio Socrate, ormai rimbambito da la sua retorika, fa de necessità consolasione e sputa sui fiki ke nn può + mangiare… Ma dai Socrate, ke ài inventato solo l’eterno riposo sofista, tu maestro de dialettika ke te naskondevi dietro a la morale ko i tuoi xkè…A’nno fatto bene a farte bere la cicuta vekkio rompikoglioni moralista falso e ipokrita. Te dovrebbero espellere dalle skuole, na volta x tutte, ansieme a kuel tuo allievo stronso de la teoria de le idee, kuel fesso de la cavallinità ke sarebbe vera mentre li kavalli avatar illusori, kuel Platone ke l’ombra de la kaverna era l’ombra del suo cervello bakato.
– Ma sì kasso – se dice tutto determinato Kosmo – se Brescia à da esse, ke Brescia sia!
Pigia a fondo sul pedale e fa sgommare la golf sull’asfalto bagnato ke l’akua sotto a le ruote bolle e evapora an 2 nuvole sbissarrite. E addio margherita. Ko la makkina ke derapa nelle kurve, al motore ke urla ne la pioggia, ko le luci de la città ke rimbalsano sulla strada, i fili del tram ke sprissano scintille in kuel diluvio apokalittiko, Kosmo se sente dio e angrana le marce fino all’ultima, anbokka la tangensiale e a tutta manetta se spara verso l’autostrada. Poi se butta sulla korsia de sinistra per superare la kolonna e kuello ke vede è la targa sul kulo del kamion. Meno de na frasione de secondo. Solo al tempo de vedere i primi due numeri e poi al botto ke solo lo intuisce + ke percepirlo e la makkina se spiccika come an insetto.
A kuesto punto è an problema escatologiko.
domane il
26 Luglio 2011 alle 16:44:
le due cose insieme, l’una richiama l’altra, il disprezzo della ragione nasce
da un suo cattivo uso…e perché non pensare pregando, ci saranno meno equivoci, più verità e più chiarezza…nella mentalità biblica parola-evento
azione-discorso sono sinonimi…siamo noi a fare le pulci…siamo pulciosi…
finiamo per pregare male e pensare male…
Fernando il
28 Luglio 2011 alle 14:45:
Condivido pienamente, sull´uso delle parole di una preghiera. La nostra “educazione” religiosa ci ha insegnato di pregare, orare, è una forma di esulare dal nostro personalismo mondano, e tentare di creare dentro di noi il silenzio, esulare dal pensiero, che torna ad disturbare, questa ricerca personale di un silenzio, ecco, lascir parlare il silenzio, credo che questa sia la migliore maniera per sentire la voce di dio.
Fernando Fancelli.
emgus il
25 Luglio 2011 alle 19:54:
non esiste solo la preghiera intesa come un insieme di parole precostituite esiste un colloquio, un contraddittorio questo è parlare con il padre
REGINALDO il
25 Luglio 2011 alle 16:09:
HAI PERFETTAMENTE RAGIONE.ANCHE MOLTI VESCOVI E PRELATI CHE HANNO SEMPRE DIO SULLA BOCCA,SONO IMPASTOIATI NELLA POLITICA E NEI QUATTRINI.LA PREGHIERA E’ UN COLLEGAMENTO INTIMO CON DIO
Utnapishtim il
25 Luglio 2011 alle 12:46:
Parlare di Dio nel peggiore dei casi è spocchia da intellettuali, nel migliore è teologia. Ma resta sempre attività cerebrale, di testa. Il vero discorrere con Dio è la preghiera, e solo quella.
…beh, io andrei aldilà di ogni idea o concetto conosciuti… o almeno ci proverei.
Facendo però attenzione a mettere sempre e solo un punto interrogativo astante alla fine di ogni cosa che non capiamo, o non capiamo ancora, piuttosto che puntellarla con la necessità di credere in un dio causa di se stesso, oltre che di tutto ciò che esiste dopo di lui, e addirittura anche prima, per spiegarmela.
Cosi, e senza neanche uno straccio di teoria fisica logica, o anche solo ragionevole, è troppo facile… troppo comodo… troppo umano. ¦-)
Sono d’accordo con Benedetto. Basta pensare, ad esempio, al concetto di “vuoto” in Fisisca. Come definire il “vuoto”?
@Benedetto
Va bene accettare l’assioma che il nulla è inesistente, e che dal nulla non nasca niente, ma non comprendo il motivo per cui questa scintilla deve essere opera del dio giudaico-cristiano e non di qualche altra entità, può spiegarmi?
Se usiamo un teoria scientifica( Big Bang) per ipotizzare l’esistenza di dio, bisogna anche sottostare alla regola fondamentale della scienza, e cioè che questa non è mai certa in modo assoluto, il che, IMHO, pregiudica L’esistenza in modo certo di dio; se appunto si usa come base la scienza.
@Chrom
La religione e la scienza ci propongono due soluzioni della creazione che ha un inizio, la scienza presume che in un contesto che non ha tempo, spazio, materia , energia perchè si concepiscono dopo, c’è un esplosione di particelle che danno vita al reale, la particolarità è che questo inizio non ha uno sfondo, improvvisamente nel nulla si materializzano sostanze. La religione, cito quella giudaica cristiana, nel suo libro guida recita”In principio Dio creò” qui la concezione è diversa perchè presume una presenza di Dio antecedente alla creazione, più logica in quanto lo scenario è plausibile, non parliamo di una situazione irreale di nulla inesistente, ma della presenza sostanziale di Dio causa di se, eterno ed infinito. Chrom bisogna accettare l’assioma che il nulla è inesistente è impensabile che improvvisamente possa manifestarsi una realtà oggettiva se non accettiamo l’idea che esiste Dio che ha reso possibile il concetto stesso di esistenza, quando dico che è razionale crederci non intendo dissacrare la Sua necessità ma affermarLo on più forza.
“Come volevasi dimostrare”……laici e religiosi parlano sempre più di Dio…..e nessuno sa o insegna come parlare con DIO……………..*_*’ ……
– …Che ci condusse inevitabilmente nelle liberatorie braccia dell’illuminismo –
“E i liberati stessi finirono per diventare quella ‘truppa’ in cui Hegel ha mostrato il risultato dell’illuminismo”, chè “l’illuminismo ha sempre simpatizzato, anche durante il periodo liberale, con la costrizione sociale” (Max Horkheimer, Theodor W. Adorno – 1947).
I “Secoli Bui” sono stati secoli di progresso: nella tecnica, nell’istruzione, nella letteratura, nell’arte. Nei “Secoli Bui” è nato il capitalismo, ben conosciuto al tempo di san Bernardino da Siena che parla di “quel modo prolifico di lucro che comunemente chiamiamo capitale”.
Per Chrom.
Ritengo che le sinapsi siano una cosa. I documenti che invece ci pervengono dalle varie epoche storiche, un’altra.
Tanto è che, e qui non mi potrai dire di no, spesso nella storia si sono manipolati dei documenti, per volgere una situazione a favore di una parte o dell’altra.
Possono quindi esserci diverse “appropriazioni di intelletto” (e non una “definitiva”), così come ciò che per qualcuno può rappresentare una libera manifestazione del proprio intelletto, può nella realtà rappresentare un vincolo, un ostacolo, o addirittura una forma di opressione verso l’intelletto di altri.
@Nadia – Per esempio, il Rinascimento dove lo metti?
…esattamente lì dove sta!
La necessaria reazione umana al lungo oscurantismo medievale (e religioso). La necessaria tappa, assieme all’altrettanto timido Umanesimo, che ci condusse inevitabilmente nelle liberatorie braccia dell’illuminismo.
L’illuminismo, infatti, è stata la vera svolta epocale del genere umano d’Occidente e, più o meno indirettamente, anche per il resto del mondo nei secoli successivi.
É solo grazie ad esso che ci siamo potuti appropriare definitivamente del nostro intelletto e della libertà di usarlo.
Caro Chrom, temo che se io fossi vissuta all’epoca della Rivoluzione Francese mi avrebbero ghigliottinata.
Il problema sai qual è secondo me? Che ogni pensiero umano può nascere come estensibile alla generalità degli esseri umani.
Ma, sempre o quasi, finisce poi, passando di bocca in bocca, da testa ad altra testa, con il degenerare.
Invece una Divinità, e insisto, è sempre lì, in qualche misteriosa dimensione.
E’ sempre immutabile (al contrario del nostro pensiero).
E poi, scusa, ma chi ti ha detto che prima dell’Illuminismo le persone non potessero esprimere mai, in nessuna epoca storica, il proprio Pensiero?
Per esempio, il Rinascimento dove lo metti?
Una sola domanda, caro “Benedetto”, e di quelle che non pretendono risposta.
Quando e come, secondo logica e ragione, si sarebbe sostanziato il concetto di Dio. Perché se fosse mai successa una cosa del genere, allora questa sarebbe stata la più grande svolta epocale per il genere umano.
Secondo me, il concetto di Dio e reale solo come tale: esiste e assume sostanza solo attraverso la parola (il concetto, appunto)… e non altrimenti. Infatti, il concetto di Dio rimane umano, troppo umano, giacché se Dio esistesse, se fosse reale e altro da noi, ce ne saremmo accorti da un pezzo nostro malgrado.
Dio, invece, e più razionalmente, per coloro che “credono” è specificatamente un atto di fede e in quanto tale esula da logica e ragione; e pertanto, oltre che legittimo, come ogni atto di fede non può essere messo in discussione. Per cui, qualsiasi tentativo di sostanziarlo, e quindi di renderlo reale, dev’essere inteso come proselitismo… e dunque fuggito da logica e ragione.
Insomma, se il concetto di Dio esistesse, se fosse reale, in quanto esistente ovunque sarebbe infinito. Ma essendo ovunque, e per questo infinito, non potrebbe essere contenuto e, quindi, non può essere per noi reale cosi come per noi non può essere reale qualsiasi cosa non possa essere contenuta. E cosi almeno finché non scopriremo che esiste un altro concetto di fisica (e quindi di sostanza) diverso da quello finora conosciuto.
Il nulla è anche un concetto e in quanto tale esiste, cosi come esiste il concetto di Dio, scaturito dal nulla
Il nulla esiste come concetto, ma non come sostanza, cioè è inesistente.
Dio esiste come concetto, ma è sostanziale, in quanto per quanto noi vogliamo immaginare un principio non lo potremmo desumere dal nulla che è inconcepibile è inesistente, ma dalla sua stessa esistenza, questo esprime razionalmente l’esistenza di Dio.
@Benedetto
Scusa, io non dò dell’illuso a nessuno, ho escluso di esserlo io… e più precisamente che nessuno possa riuscire ad illudermi, non essendo io un sognatore. E questo vale anche per le critiche, che non ho mai inteso fare a nessuno. Mi sembrava di essere stato chiaro.
Detto questo, veniamo al tema.
Il nulla è anche un concetto e in quanto tale esiste, cosi come esiste il concetto di Dio, scaturito dal nulla.
E qui mi fermo, dal momento che ho voluto esprimere solo la mia opinione, con la speranza di arricchire se non altro la discussione, e non di convincere qualcuno della sua valenza.
Scusate.
@Chrom il concetto di Dio è “umano, troppo umano”…
Ti sfugge un dettaglio, sono umano e razionale, ho posto una tesi che ridescrivo sinteticamente , il nulla è inesistente, Dio è l’esistenza, tu mi non hai inficiato con argomentazioni il mio ragionamento, hai citato Nietzsche, ora nel rispetto reciproco delle proprie opinioni non darmi dell’illuso gratuitamente, dimostrami che la mia tesi è sbagliata è accetto la tua critica di buon grado, c’è sempre da imparare, da tutti.
Cara “Nadia”, è solo grazie all’illuminismo che anche tu sei qui ad esprimere liberamente la tua opinione… Non al concetto di Dio e neanche alle religioni che si arrogano ognuna l’esclusivo diritto, se non addirittura la capacità, di rappresentarlo… e che eventualmente avrebbero fatto volentieri altrimenti.
Per Chrom. Opera, “Umano, troppo umano” di impronta Illuministica….
@Benedetto
Complimenti! Una miriade di domande in cosi poche righe. Troppe, però…
Mettiamola cosi: io non giudico, non rimprovero, non distruggo, non potrei… più semplicemente esprimo il mio pensiero giusto perché, appunto, ragiono con la mia testa; condivisibile o meno che sia la mia opinione.
Io non nego verità assolute: ne potrei, non le possiedo… nessuno le possiede. Ne faccio del nichilismo la mia bandiera, anche se non posso negare che il mio pensiero vi si avvicina pericolosamente, cosi come ho sottolineato prima.
Ma non sono neanche un sognatore, ne quindi potrei essere illuso.
Tutto questo, però, non mi ha impedito di conservare il massimo rispetto per l’opinione altrui… soprattutto quando questa alberga nella sfera spirituale dei miei interlocutori. In più, io le ragioni della costruzione le ho sempre trovate e non ho mai distrutto nulla, malgrado la mia spinta parta sempre da un punto di vista laico, e forse perfino ateo. O come amo credere io, a partire dal libero pensiero.
Insomma, per dirla alla Nietzsche: il concetto di Dio è “umano, troppo umano”…
Concordo con Benedetto.
Personalmente, più studio e più mi rapporto con i miei simili e più aumenta la mia capacità di osservazione (che come ogni cosa umana va prima scoperta e poi allenata), più mi accorgo di quanto mai, nemmeno potessi vivere mille anni, potrò riuscire a sapere.
Straordinario è nell’essere umano poter essere tutto o niente a seconda dell’istante: dipende solo dal o dai punto/i di riferimento.
Ognuno di noi può scegliere da che punto partire e fin che punto arrivare.
L’importante è però e sempre il desiderio di capire, porsi delle domande, non pretendere a tutti i costi delle risposte definitive.
Insomma: essere sempre proiettati in avanti con la testa.
Noi siamo adesso. Ma abbiamo la responsabilità di lasciare un mondo, più positivo possibile a chi verrà dopo di noi.
Ecco perché ritengo si debba costruire e non solo negare e distruggere le cose, le credenze, i pensieri, le illusioni anche.
Perciò, credere a nulla mi pare proprio innaturale.
Tutti crediamo in qualcosa, anche senza rendercene conto.
#Chrom – sia piuttosto presuntuoso il genere umano”,
Devo presumere che questo giudizio sia rivolto agli altri, a tutti noi, in quanto se non fosse così saresti coinvolto anche tu che sei della specie umana, ed allora la tua opinione sarebbe inutile nel rivolgere la tua critica a noi poveri mortali che ci ostiniamo a credere ad un Dio religioso, filosofico che fa il gioco dei potenti. Credo che bisogna invece, con semplicità provare, a ragionare con la propria testa, chiedersi le ragioni di questa realtà e provare a dare una risposta che non sia preconfezionata, il nichilismo è la negazione di verità assolute ponendosi di fatto come verità assoluta esso stesso dal momento che per seguire il suo assioma bisogna accettarlo incondizionatamente, ma se tutto è relativo anche il nichilismo lo è, quindi proviamo a cercare le ragioni per costruire e non di distruggere sempre ed a prescindere.
Fernando, carissimo,
So quello che provi. Oggi più che mai, tua nipotina ha bisogno di riferimenti certi, sicuri. E tu, di questi, sarai il più certo e il più sicuro. Dunque, se qualcosa si è rotto in te lo devi subito riparare. E, subito, devi ritrovare pace ed equilibrio. Lo chiede tua nipotina, lo chiede la tua coscienza.
Un abbraccio, Federico..
Per Fernando. L’amore, tra gli esseri umani può assumere forme diverse, cambiare nel tempo, ma non divenire per questo meno intenso.
Come ogni sentimento può modificarsi.
Se tu ami queste persone, cerca di star loro vicino, con discrezione.
Non si può essere obbligati a stare con qualcuno e chi abbiamo vicino può esserci d’aiuto solo se non si schiera, interferendo in una coppia, nè da una parte nè dall’altra.
Secondo me, l’unica cosa sulla quale concentrarsi è il benessere di chi è piccolo, ponendosi come discreta figura di riferimento.
Per fare ciò è particolarmente importante che Fernando per primo curi se stesso e si mantenga in forze.
Lasciarsi andare non ti aiuta e non aiuta i tuoi cari.
Tormentarsi non serve: ognuno ragiona con la propria testa.
Cordiali saluti caro Fernando
Oggi il mi è caduto il cielo addosso, al mio cuore gia sofferente per un grave infarto, non sapevo se avrei retto, abbiamo una nipotina che è la mia luce in condizione di nonno, oltre che essendo l´unica nipotina potete immaginare l´affetto che tutti noi abbiamo su di lei. Prego il signore che illumini la coscienza dei suoi genitori, per ritrovare l´A more che è venuto meno negli ultimi mesi, e non si separino,distruggendo tutto quello che di buono hanno fatto, dopo quasi otto anni di NORMALE unione matrimoniale. Scusate, del mio sfogo, è uno sfogo di un nonno che non riesce più adormire e la notte si fá lunga di dolore e di impotenza,. Credo che il destino imprevidibil e crudele, che quel poco di senno che esiste ancora in noi, ci fá essere quel che in realtà non si vorrebbe. Qualcosa si è rotto, in me, la pace, l´equilibrio che lei apporta, per il bene comune, che dovrebbe essere la più profonda grazia di gratitudine che ci ha dato il Signore.
Fernando Fancelli.
P.S.
Pregate per me, un nonno sofferente.
…parlare con Dio sembra impossibile, ma io ci provo.
Anche questo dio è nato da e tra gli esseri umani… Inevitabile, direi.
La prima forma di filosofia alla ricerca dell’humane pietas per i più deboli, di molto antecedente alla codificazione greca. Il perenne tentativo di migliorare noi stessi: a partire dai più deboli, però, con l’eterno auspicio mai soddisfatto di un vero accoglimento anche da parte dei più forti, che invece hanno pensato bene di sfruttarlo a loro uso e consumo. Loro non ne avevano bisogno, cosi come oggi… perfino.
Colpevoli noi, che quasi in buona fede gli abbiamo messo e gli mettiamo tutt’ora a disposizione la possibilità di intrappolarci in questo giogo.
Questo, è quello di cui sono convinto io… e ce ne ho messo di tempo.
Io trovo che oggi, più che in ogni altro tempo, ovviamente, sia piuttosto presuntuoso il genere umano… dandone dimostrazione tutte le volte che non riesce ad accettare la propria insignificante pochezza.
Perfino nichilista, lo sò… ma qualcosa deve pur prendere il sopravvento: la spiritualità o la ragione, il fisico o il metafisico.
Ad ognuno la sua libera scelta.
Per Chrom: non condivido la tua idea di un Dio fonte di frustrazione.
Secondo me la frustrazione nasce solo da e tra gli esseri umani, per eccesso di giudizi, per i motivi più diversi. Ogni società, inoltre, ha al proprio interno frustrazioni differenti rispetto ad altre società.
Cambiano i valori, o chiamiamoli parametri di riferimento a seconda dei luoghi geografici e delle epoche storiche.
Cambiano le aspettative, nei luoghi e nei tempi, da parte di ciascuno.
Cambiano i linguaggi, fisici e verbali.
Eppure, un Dio , una forma di Divinità, è (sono) sempre lì.
Non è forse tutto ciò straordinario e inspiegabile con le nostre attuali ricerche?
Il Dio del bisogno della sofferenza , del dolore , del vuoto è disperazione gratuità pronta a disconoscere a non servire allorquando s’allevia , se godi, se ami, se vivi….Dio della beatitudine è parola e silenzio , arte e bontà…..parliamo d’impegno, di rispetto di opportunità , di futuro e di presente , allora parliamo di Dio con Dio….Se con paura, odio, ignoranza, allora parliamo dell’uomo con l’uomo . Dio è “opportuno” , ci sottrae presenza e senso con la libertà ,la felicità ; Dio mi convince della sua esistenza perchè” non c’è.”… se lo cerchiamo e lo troviamo non è lui…. temo esistano troppe mediazioni fuorvianti , quindi parlare di Dio parrebbe più onesto e logico che parlare con Dio…..
#Chrom- Parlare di un dio è stato il primo tentativo dell’Uomo di sublimare se stesso….
Il Dio al quale ti riferisci è quello antropomorfizzato dalle religioni, Freud direbbe che l’uomo ha oggettivato la propria coscienza, il super io, in cui c’è traccia del padre conferendegli qualità ideali perfette ed al quale si è sottomesso.La questione è meno semplice di quello che si crede, stabiliamo che la religione e la scienza concepiscono sia nel creazionismo che nell’evoluzionismo la creazione dal nulla, mentre la religione lo afferma esplicitamente, la scienza parla di particelle che in una collisione hanno dato origine ad un’esplosione che ecc., però non spiega le particelle come si sono materializzate improvvisamente dal nulla. Dobbiamo affermare che il nulla è inesistente, inconcepibile, indescrivibile altrimenti una qualsiasi descrizione lo sostanzia , ed allora non è il nulla ma qualche altra cosa. Siampo giunti ad un punto che necessariamente dobbiamo presumere l’esistenza di una realtà increata, eterna ed infinita che ha dato origine all’esistente , vogliamo definirla sostanza, oppure vogliamo usare il termine Dio, se riflettiamo non c’è un’altra spiegazione, Dio è l’unica realtà.
….” ciò che ognuno di noi vorrebbe essere e non gli è concesso”….scacco matto a Gesù Cristo…….la sua morte non è servita a nulla.
Se l’aspirazione più grande dell’Uomo è diventare simile a Dio… Grande è la fede in Dio dell’Uomo.
Proviamo a ragionare. Dal mio punto di vista e sperando di non urtare troppo la sensibilità di qualcuno.
Parlare di un dio è stato il primo tentativo dell’Uomo di sublimare se stesso; che incapace di esserlo, ha reiterato inventandone di ogni tipo e tuttora reitera alla ricerca della massima perfezione ch’è capace di dargli. Parlare con Dio, infatti, è il tentativo subconscio di rivolgerci alla nostra sublimazione… all’affascinante sublimazione dell’Uomo che non può essere ne esistere.
Il nostro dio, infatti, lo abbiamo pensato cosi come noi abbiamo sempre sperato di essere e vorremmo essere fin dalla notte dei tempi senza riuscirci, elevando cosi quel “pensiero” necessariamente alla sua spiritualizzazione. Consapevoli dell’impossibilità di raggiungere una simile perfezione, lo abbiamo dovuto scindere da noi stessi rendendolo idealmente terzo e addirittura trino. Più comodo, anzi, abbiamo dovuto considerare nel tempo ammiccanti, cosi da riservare a noi la giustificata possibilità di non doverlo essere sempre e comunque.
Non parliamo poi della comodità di un dio, e di più cosi come lo abbiamo definito, nello spiegare tutto ciò che non hanno compreso le genti di ogni tempo, o di quello che non hanno tutt’ora compreso le attuali.
Dio, insomma, secondo me è un’aspirazione… la più grande aspirazione dell’Uomo. La massima aspirazione di ciò che avrebbe voluto e vorrebbe essere… ma che “sfortunatamente” non può essere.
Dio è in noi perché Dio siamo noi… o ciò che ognuno di noi vorrebbe essere e non gli è concesso.
Sono parole piene di poesia che illuminano il cuore. Grazie Fernando.
Trascrivo , La preghiera del viandante; anima stanca che ti accasci sull´orlo della via, sosta un itante nell´eterno cammino della vita, deponi il fardello delle tue espiazioni e riposa. Ascolta come è piena di armonie lópera di Dio! iL RITMO DEI FENOMENI EMANA UNA MUSICA DOLCE E GRANDIOSA. aTTRAVERSO LE FORME ESTERIORI I DUE MISTERI, DELL´ANIMA E DELLE cose, si guerdono e si sentono. Dal profondo il tuo spirito ascolta e comprende. La visione delle opere di Dio dá la pace e l´oblio, di fronte alla divina bellezza del creato la tempesta del cuore si acquieta: passione e dolore si assopiscono in un lento e dolce canto senza fine. Sembra che la mano di Dio attraverso le armonie dell´universo, sfiori quella brezza confortante la tua fronte prostata di fatica e vi sosti come una carezza. Bellezza riposo dell´anima, contatto col Divino! Allora il viandante stanco si rianima in un rinnovato presentimento della sua meta. Non è più lungo, l´andar tanto lontano, quando un istante si sosta, per attingere alla sorgente. Allora l´anima contempla, anticipa, si risolleva lungo la via. Con lo sguardo fisso verso l´alto è più facile riprender poi il faticoso cammino. Sulla via dolorosa, sosta, tergi la tua lacrima e ascolta. Il canto è immenso, le armonie giungon dall´infinito, per baciarti in fronte, o stanco viandante della vita. Accanto al tuono delle voci titaniche dell´universo, bisbilgliano in un ricamo di bellezze, le minime voci delle umili creature sorelle. “Anche io, anche io” ciascuna grida” sono figlia di Dio e lotto e soffro, porto il mio peso e tocco la mia vittoria anche io sono vita, nella grande vita del Tutto” E tutto, dal fragore della tempesta al mattutino canto del sole, dal sorriso del neonato al grido straziante dell´anima, tutto dice sè stesso, nella sua voce; e si accorda con le voci sorelle tutto espime il suo intimo mistero; ogni essere manifesta il pensiero di Dio. Quando il dolore addentra le più intime fibre del tuo cuore tu odi una voce che ti dice: Dio; quando la carezza del tramonto ti addormenta nel sonno questo delle cose tutte, una voce ti dice; Dio. Quando la tempesta muffisce e la terra trema, una voce ti dice :” Dio ti amo!” La tua preghiera, non più sgomenta ammirazione della potenza divina, è ora più alta; è amore, è la preghiera dolce, che va come un canto che l´anima ripete, echeggiante di zolla in zolla per terra tutta, di onda in onda per i mari, di stalla in stella per gli spazi immensi; é la parola sublime dell´amore, che le unità colossali degli universi ripetono accanto all´unisono con la voce sperduta dell´ultimo insetto che si nasconde timido fra l´erbe. Sembra sperduta, eppure anche questa Dio conosce, raccoglie ed ama. Nell´infinito dello spazio e del tempo, questa forza sola questa immensa onda di amore, tutto sostiene compatto in armonico sviluppo di forze. La suprema visione delle ultime cose, dell´ordine in cui vanno tutte le creature, ti darà sola un senso di pace; di pace vera, di pace profonda, dell´anima sazia pppperchè vede la più alta sua mèta. Così Dio appare ancor più grande che nella sua potenza di creaTORE; TI APPARE NELLA POTENZA DEL SUO AMORE. eSPLODI ANIMA; NON TEMERE. iL NUOVO dIO DELLA BUONA NOVELLA di Cristo È BONTÀ. Non più i vendicativi fulmini di Giove, ma la verità che perdona. L`infinito abisso in cui guardi sgomento non è li per ingoiarti nella tenebra del mistero; ma si fa pieno di luce e dentro vi conta senza mai fine l´inno della vita. Gettati sicuro perchè quell´abisso é amore, non dire:non so, ma dì; io amo. Prega. Prega dinanzi alle immense opere di Dio; dinanzi alla terra al mare, al cielo. Chiedi loro che ti parlino di Dio, chiedi agli effetti la voce della causa, domanda alla fonte il pensiero e il principio che tutte le anima.E le forme tutte ti si affolleranno in torno, ti tenderanno le loro braccia fraterne, ti guarderanno con mille occhi fatti di luce, l´eterno sorriso della vita ti avvolgerà come una carezza. E le mille voci diranno: “Vieni fratello sazia il tuo sguerdo interiore, attingi, forza alla sublime la vita è grande e bella, e anche nel dolore più atroce e tenace è sempre degna di esser vissuta”. E ti prenderanno per mano, gridando; “vieni, varca la soglia e guarda nel mistero. Vedi; tu non puoi morire, mai, mai morire. Il tuo dolore passa e per esso tu sali e il risultato resta. Non temere morte e dolore. Essi non sono nè fine nè male; sono il ritmo del rinnovamento e la via delle tue ascensioni. La vita è un canto senza fine. Canta con noi, cnata con tutto il creato, l´infinito canto dell´amore.” Così prega, o anima stanca; “Signore benedetto sia Tu sopratutto per fratello dolore, poichè esso a TE mi ravvicina. Io mi prosto alla Tua opera grande, anche se in essa la mia parte è fatica. Nulla posso chiederti perchè tutto è già perfetto e giusto nella Tua creazione, anche il mio soffrire anche la mia imperfezione che passa. Attendo al posto del mio dolore la mia maturazione. Nella Tua contemplazione, riposo” Rispondi o anima, allimmenso amplesso e sentirai veramente Dio se, l´intelligenza dei grandi si prosta e venera, sgomenta di fronte alla potenza del concetto e della sua realizzazione, e si accosta al divino per le faticose vie della mente, il cuore degli umili giunge a Dio per le vie del dolore e dell´a more. Lo sente per le vie di questa più profonda sapienza. Così prega, o anima stanca. Posa il capo sul Suo petto e riposa.
Fernando Fancelli
Laici e religiosi parlano sempre più di Dio. Sempre meno si parla con Dio.
Parliamo in genere di Dio per dimostrare che esiste, che non esiste, quale religione sia quella che in qualche modo ci avvicini di più a Dio, ci chiediamo della sua presenza nella nostra vita, nella vita del creato, cioè discorriamo di Dio. La seconda affermazione potremmo interpretarla in senso allegorico nel senso che poichè la creazione è opera di Dio, noi potremmo rispettare le opere della Sua creazione, iniziando dai nostri simili, agli animali, alla natura in genere, sarebbe un modo di “parlare” con Dio, riconoscerlo attraverso gli altri, dovremmo riscoprire una serie di valori che abbiamo messo da parte per convenienza, parlare con Dio non è solo incontrarlo nel privato della propria preghiera, ma anche nella vita quotidiana dei rapporti sociali, a scuola, sul lavoro in strada, basterebbe rispettarsi, tollerarsi , accettare le diversità, non sentirsi superiori , in questo modo il dialogo con Dio sarebbe continuo, noi non dobbiamo credere che il rapporto con Dio si debba limitare a delle richieste, ad un dare e avere, dialogare è anche tenere in considerazione ciò che ha creato, rispolverare qualche valore etico messo in soffitto, come la pietà, l’empatia, la compassione, qualità che sono insite nella natura umana e che rispecchiano gli attributi essenza di Dio.
Mi scuso: volevo rispondere a Fabrizio, invece mi sono risposta da sola!
Sono più brava a catturare rospi che a digitare qui!
In molti nea storia hano cercato di parlare con Dio.
Fino a prova contraria, nessuno ci é riuscito.
Questo mi fa vedere due possibili scenari:
a) Dio non esiste
b) Dio si disinteressa dell´uomo
Altri scenari non mi paiono possibili.
Nella storia in tanti hanno creduto di parlare con Dio (S. Paolo, Maometo etc. etc.) ma nessuno é mai riuscito a verificare i loro racconti, ergo vanno presi “cum grano salis”.
Per Fabrizio: non mi pare di aver detto ciò e comunque non lo penso.
Personalmente sono frequentatrice di luoghi di culto per ammirarne i contenuti artistici.
Partecipare o meno a dei riti fa parte della sfera di libertà di un individuo.
Se a una persona dona arricchimento interiore fare ciò, chi sono io per criticarla?
Inoltre, ogni rito ha delle precise procedure, un determinato linguaggio da osservare e richiede un impegno individuale di chi vuole parteciparvi, per rispetto agli altri che a quel rito si attengono.
Insomma: se si desidera appartenere a un gruppo religioso e seguirne il culto, vi sono delle regole da osservare.
Quindi riassumendo il tuo intervento si potrebbe dire che la tua posizione é:
a) esiste Dio e lo vedo nella natura (Tipo il “Dio sive Natura” di Spinoziana memoria).
b) Andare a messa/sinagoga/moschea/tempio non serve a nulla, seguire le religioni codificate dagli uomini non serve a nulla.
Ma cosa esiste veramente? Intendo: qualcosa esiste per me solo in tanto in quanto la percepisco in qualche modo.
Se parto già con una riserva, e sia chiaro che ciascuno è libero di chiudersi in se stesso, sarà più difficile avere le antenne pronte a captare dei segnali molto speciali che, a me, piace credere provengano da un Dio.
Non m’interessa che un Dio s’interessi di me in particolare.
M’interessa di più vedere stare bene le persone, agire meglio posso.
Solo fra gente che è in armonia possiamo stare bene anche noi stessi.
Certo, lo so che ciò è utopico, ma perché rassegnarsi solo alle brutture del mondo?
E, la sensazione che un Dio esista si fa ancora più strada dentro di me.
E’ come qualcosa d’inspiegabile, che prescinde da ogni linguaggio verbale o matematico.
In campo scientifico, si parla di ipotesi che, se comprovata per via sperimentale, porta a una tesi. Giusto?
Ogni esperimento deve essere condotto con metodi che siano esattamente ripetibili.
Ciò nonostante, quante tesi si sono rivelate errate, nel tempo? Sbagliate, in tutto, o solo in parte. ma, comunque, da quelle siamo poi partiti per correggere errori e costruire altre tesi.
La scoperta umana è continua ed apparentemente inesauribile.
Che senso avrebbe, difronte a tanta meraviglia della mente umana e di tutto quanto l’essere umano circonda, un Dio banale?
Qualcuno sicuramente ha da sempre cercato di schierare un Dio dalla propria parte, ma io credo che Dio sia ovunque e non abbia tempo da perdere, in nessun tempo, per nessuno.
Anzi, per un Dio nemmeno il concetto di tempo ha senso.
Un Dio non deve dimostrare di essere degno di noi umani.
Siamo noi umani che dobbiamo chiederci sui nostri comportamenti.
Ma, tutto ciò è secondo me parlare di Dio, non con Dio.
Penso anch’io che si dovrebbe avere grande rispetto per “il cuore” di tutti.
Molte persone non sanno esprimere ciò che davvero sentono, e molti non sanno recitare nemmeno una preghiera, magari perché nessuno lo ha loro insegnato.
Eppure, anche queste persone possono avvertire in se stesse la presenza di un Dio.
Penso anche a coloro che non possono comunicare, magari per motivi di impedimento fisico, con i propri simili attraverso un linguaggio convenzionale: come dialogano queste persone con Dio?
Mentre infatti molti di noi hanno la fortuna di poter dire e scrivere come sentono in se stessi la presenza, o anche l’assenza, di un Dio, altri nostri simili non possono farlo.
C’è tuttavia qualcosa di magico nell’essere umano che, se viene colto da qualcuno, si può trasformare in comunicazione anche laddove tutto pare essere solo silenzio o mancanza di segnali.
Penso anche al rapporto con la Natura.
Personalmente, prima di venire a vivere in campagna, avevo tantissime paure: specialmente degli insetti.
Poi, osservando ciò che ho attorno, ho superato i miei timori.
Posso avvicinarmi tranquillamente al cespuglio di lavanda e mettere le mani tra le api che vi si posano. Esse non mi hanno mai attaccata.
Non temo più i topi, o i ragni, o i pipistrelli. Anzi, trovo queste creature straordinarie. Capita che a volte mi trovi persino a soccorrere qualche piccolo animale in difficoltà. Persino un bellissimo rospo, che mi era stato portato in dono, vivo, da due gatti (presumo in segno di amicizia).
Così via dicendo, anche quando guardo negli occhi il mio cane, ci scopro qualcosa di misterioso e di meraviglioso. E riusciamo in qualche modo a capirci.
Ecco, secondo me, anche questo è parlare con Dio.
Io ho vissuto una vita strana, a dir poco avventurosa. Ho passato la mia infanzia a stretto contatto con la Natura, unica compagna di vita. E’ stata proprio Lei a farmi intuire la presenza di un Essere immensamente creativo, creatore: ero incantato dalle meraviglie di ciò che mi circondava, dagli alberi, dagli uccelli, dal fiume, dai grilli, dal vento, …. Mi resi conto che non poteva nascere dal nulla tale bellezza. La mia anima aveva abbracciato la forza creatrice dell’Essere senza nemmeno conoscerLo.
All’età di 8 anni incontrai i miei genitori e dopo aver imparato bene la lingua, feci loro la domanda che avevo da sempre desiderato fare: chi ha creato tutto? chia ha fatto gli alberi, gli uccelli, l’acqua, …?
I miei genitori mi risposero che fu Dio a crere tutto, ha creato persino l’uomo. Da allora io credetti in Lui per la fiducia che riponevo in quelli che mi amavano. Mi hanno parlato tanto di Lui, lessi la Bibbia, il Vangelo, la vita di San Francesco e dei Santi che più si avvicinavano al mio cuore. Finalmente compresi che potevo parlare anche con Lui, attraverso la preghiera. Successivamente compresi anche che io stesso ero preghiera: il dialogo con Dio era ed è continuo, vive non solo nella preghiera ma in ogni gesto che faccio, nello sguardo dei miei figli, dei miei amici, nel modo di lavorare, ecc.
Purtroppo tale consapevolezza è dura, io direi “bastarda”, perchè non puoi disfartene, una volta conosciuto Dio non puoi più negarlo definitivamente.
Per varie situazioni sgradevoli, ultimamente ho cercato di cancellare dalla mia vita il Suo nome, la Sua presenza. Ma è inutile perchè tutto parla di Lui. Quindi ho deciso di non negarLo, ma di non parlare più con Lui… Impossibile.
Vi ho raccontato sinteticamente la mia esperienza per dire che parlare di Dio è molto importante purchè ci aiuti a parlare con Lui. Parlare di Dio è fondamentale per conoscerLo.
Inoltre penso che non si possa dire con certezza che oggi si parli meno con Lui, noi non possiamo conoscere il cuore dell’uomo. Come facciamo a sapere che quello ho di fronte non parla con Dio? Non possiamo davvero.
Penso quindi che affermare che “Si parla sempre più di Dio. Sempre meno con Dio” sia solo una bella frase, provocatoria e filosofica, ma che non rispecchi in pieno la realtà.
Noi non siamo in grado di giudicare il Cuore dell’uomo.
La colpa principale è della Chiesa, persa dietro a dogmi, guarda molto la forma e poco la sostanza. Credo in Dio ma trovo sterile la perenne lettura di passi del Vangelo. Si dovrebbe fare “lezioni di vita”, insegnare un comportamento adeguato nella nostra vita di tutti i giorni, con un sporadico richiamo del Vangelo.
Poi ovviamente la colpa è anche dei mass-media e delle lobby economiche, che fanno pressione per avere un modello di consumatore che insegue continuamente beni materiali senza mai essere soddisfatto. Lavoriamo, consumiamo, ma non abbiamo tempo di pensare, figuriamoci a meditare.
Possiamo creare una società più felice e più evoluta senza dilapidae le risorse del pianeta. Quando seguiamo il Dio della ragione, che non è tanto diverso da quello del Vangelo, arriveremo a questo.
Ma la Chiesa lo vuole veramente o interessa più il potere?
Parlo con Dio… Parlo con l’Amore.
Parlo con Dio attraverso l’amore.
Ogni mio atto d’amore verso l’altro, verso ogni creatura, è un colloquio con Dio.
Possiamo parlare con Dio chiedendo quello che vogliamo noi? Magari i numeri del super enalotto ? Se non si vive di volontà di Dio, Dio diventa muto e ogni discorso con lui è un discorso fra sordi, e Dio stesso non può far conoscere quanto ci ama e quanto amore e doni vuole darci.
Parlare con Dio è capire la sua volontà: “sia fatta la tua volontà” vale per cristiani, ebrei, musulmani. Ma chi segue oggi la volontà di Dio? Oggi tutti perseguono solo i propri desideri e la libertà di fare qualunque cosa, e infatti stiamo decadendo a tale livello che Sodoma e Gomorra erano paesi tranquilli e felici.
Per parlare “con ” bisogna essere….
Quantunque sia un intreccio di reazioni biochimiche, quantunque il mio pensare sia una attività elettrochimica, quantunque m’illuda di esistere, ciò non toglie che ne sono consapevole, e quantunque la mia consapevolezza fosse una scarica di qualche nugolo di neuroni che agiscono mio malgrado, ciò non toglie che esisto, perchè se riesco a concepire questa mia realtà illusoria ho una coscienza critica che mi lascia intendere quindi a maggior ragione Cogito, ergo sum., dubito, quindi sono. Il concetto che in genere si esprime di Dio è legato alla sua utilità, per cui in una società esasperatamente consumistica dove i rapporti umani sono all’insegna del se mi servi ci trattiamo, altrimenti fila, Dio se non riesce a soddisfare i bisogni richiesti diviene superfluo, inutile, si professa un Dio che dovrebbe dispensare premi o castighi a seconda della richiesta, crediamo egocentricamente che la creazione è stata concepita per soddisfare le nostre esigenze, ignorando che noi siamo parte della creazione e non ne abbiamo rispetto, d’altronde non rispettiamo i nostri simili figuriamoci la natura in genere.
Dio esiste, o meglio è l’esistenza in se, un concetto semplice ed efficace che non ha bisogno di dimostrazioni sperimentali, non occorre che qualcuno lo riveli agli altri perchè investito di qualche autorità particolare, basta soffermarsi a riflettere, stabilendo che è assurdo ed inconcepibile che la materia si sia materializzata improvvisamente, si evidenzia che solo Dio è da sempre.
Parliamo di Dio se dubitiamo, parliamo con Lui se crediamo. La fede non ha bisogno di spiegazioni teologiche, scientifiche o filosofiche essendo, per sua natura, indipendente da ogni logica e da ogni sapere. Purtroppo la Chiesa è stata e continua ad essere la contraddizione del messaggio di Gesù.
SUM ERGO COGITO ? non direi. SUM ERGO SUM . IO sono colui che E’.
Il pensiero fa parte di ciò che il VERBO guarda con distanza e separazione da sè.
Oggi purtroppo le religioni confondono la ricerca spirituale con la ricerca sociale.
Solo le parti più sane delle varie religioni insegnano la ricerca spirituale, la ricerca di Dio in sè , non la ricerca delle opere e azioni per accumulare meriti dubbi in un aldilà. Il buonismo patetico, anche a base del cattocomunismo, ove si dà preminenza all’impegno sociale su quello interiore, confonde la possibilità dell’uomo . Ancora peggio nell’Islam il cattivismo sociale di lotta contro l’infedele , anzichè lotta contro la parte infedele dentro di sè. Ciechi che conducono altri ciechi nel baratro della morte.
Per parlare “con ” bisogna essere. Per parlare di , basta declinare alcuni pensieri del cervello che poi sono solo reazioni chimiche di zuccheri che si bruciano.
I nostri pensieri siamo noi? Un flusso incontrollato di reazioni biologiche. Appartengono a un corpo biologico che nulla a che fare con il nostro vero sè o spirito. Solo lo spirito silente può parlare CON Dio, tutto il resto è sogno.
Cogico ergo sum ? NO ! sarebbe meglio dire COGITO ERGO NON SUM.
In un mondo di sonno , ove il nostro corpo invisibile è disconnesso, non si può parlare con DIO. Allora i più ripiegano nelle buone azioni immaginandone un alto valore. Chi può entrare nel regno dei cieli? Solo chi puro come un bambino. L’invisibile è reale, il visibile è sogno cari amici. To Be or not to Be (here), this is the problem.
Attenzione… l’argomento è un “campo minato”!
Troppo spesso si usa Dio per trovare l’errore e in conseguenza criticarlo e condannarlo.
Lo si fa con la Chiesa e i prelati (dal prete di campagna al Papa) senza riconoscerne i meriti che sono più grandi dei peccati che vengono commessi.
Sì, parlo di peccati e non c’è da scandalizzarsi!
Abbiamo smesso di parlare con Dio, anche attraverso gli insegnamenti dei sacerdoti e della Chiesa, ritagliandoci un Dio su misura per consolare noi stessi…
Abbiamo tutti bisogno, me compreso, di un poco di silenzio dai rumori e da noi stessi, per tornare a sentire Dio prima che a parlarci…
L’Occidente ha smarrito in buona partela via verso un contatto col divino. Istituzioni, religiose, sociologie, cultura del profitto, hanno a vario titolo ostacolato ogni possibilità di avere un ‘ascolto’ diretto con Dio. Norme, precetti, etiche, teologie ondivaghe hanno fatto il resto. Sembra che la religione anziché legare, far da ponte con Dio, interrompa questo contatto. Provengo dall’Azione Cattolica degli anni ’70 e devo dire che essere credente era più una eredità familiare. Tuttavia ho sempre cercato ed ho compreso una cosa semplice: se entro dentro di me scopro ciò che è eterno. Se faccio silenzio, ho la seria possibilità di ascoltare qualcosa di infinito. È un flusso e in base al tipo di energia di cui siamo fatti – ognuno ha la propria – così lo sentiamo. New age? Non penso. Dio è ovunque la Vita ce lo fa incontrare. Nel tempio come nella stanzetta di casa. Ci vorrebbe un po’ di silenzio, ecco e allora qualcuno si fa sentire…
Come scrive Donoso nel suo Saggio”Lo scadimento della fede che determina lo scadimento dell verità,non comporta necessariamente una diminuzione dell’intelligenza umana ma il suo traviamento nell’errore.Misericordioso e giusto a un tempo Dio nega alle intelligenze ribelli la verità ma non nega la vita;le condanna all’errore,non alla morte…………..Per questo motivo,per quelle società che abbandonano il culto austero della verità per idolatrare l’ingegno non vi è più speranza.Dietro i sofismi vengono le rivoluzioni,dopo i sofisti è il turno del boia”.Noi che parliamo di teologia abbiamo stravolto il suo significato;la teologia come l’intende Donoso è la scienza di Dio,il sapere di Dio e non su Dio.Per quanto riguarda la ragione a cui l’uomo moderno si affida ciecamente riporto una frase di de Bonald(Legislation primitive I,2 c.20)”in ogni conoscenza,anche la più profana,la fede precede la ragione per delimitarla,mentre la ragione segue la fede per riaffermarla”.
I santi non chiedono di essere imitati. Il loro modello è Gesù, ed è Lui che additano a noi:
“Brama di imitarlo” esorta santa Chiara “Portalo spiritualmente nel tuo corpo. Gusterai, allora, la segreta dolcezza che Dio medesimo ha riservato per coloro che Lo amano. La soavità di Lui pervaderà tutta la tua anima, ed il Suo amore ti renderà felice.”
Pregare è comunicare con Dio e non è facile. Noi comunichiamo coi nostri simili, con le porte sensoriali, con Dio si comunica ogni volta in maniera nuova. Parlare con l’Invisibile, significa rendere noi stessi invisibili, portarci a pari livello di contatto, di scambio. Per fare questo, dovremmo annullarci, svuotarci, azzerarci. Il Mistero s’incontra per strade tortuose, molto difficili da percorrere intellettualmente. Andare a zero equivale a fermarsi, attendere e fare spazio. Ognuno usa il suo modo, il suo sistema, e nessuno è sbagliato, perchè abbiamo tutti un sentire diverso, un relazionare diverso. Pregare non è mettersi in mostra, non è questione di arrivare primi o ultimi davanti a DIO, neanche di comporre belle laudi o di balbettare qualcosa. Pregare è stile, è coinvolgimento, è volontà. E’ calore e sentirsi bisognosi, accettare il nostro niente e non vivere di desideri. Meno qualità di idee porta la preghiera più è sentita. Serve qualcosa imitare i Santi? Non è farina del nostro sacco, quel tipo d’imitazione lì. Copiare la santità degli altri non ci aiuta, quella è “roba” altrui. Gli originali siamo noi. Saluti.
Religioni morte da millenni e religioni vive.- sempre potenti e straricche. Tutto qui.
Certamente l’ uomo ,fin dagli albori dei primi agglomerati, considerata la faciloneria
della SUGGESTIONE e della CREDULITA’ che alberga da sempre in ogni essere umano , ha studiato e saputo creare invenzioni diverse per dirigere masse di popolo verso un proprio credo. Certamente qualche causa d’origine ignota o possibile creatore del Cosmo intero a noi tutti, sempre ed anche nel futuro,imperscrutabile, ci sarà. Ma non possiamo pretendere di poter addivinire a tale conoscenze il quanto il Pianeta Terra non è altro che un insignificante granello di sabbia peraltro invisibile e i relativi esseri viventi ancora di più.L’ esempio può compararsi ad un nido di formiche che noi non vediamo ma che lottano per la loro sopravvivenza. Loro non possono sapere nemmeno che cosa sia il Pianeta Terra eppure sono esseri viventi come noi.. Ebbene cosa significa rivolgere preghiere a Dio ; quale Dio , di che religione ? Tutte storie scritte, bruciate o modificate dall’astuzia dell’umano. La verità,concludendo, è che noi siamo uno dei frutti viventi – peraltro tutti perfetti – di questo Pianeta ringraziando anche la Stella Sole
anch’ella protagonista essenziale. E da questo connubio è nata la NATURA madre di tutti noi e con le sue LEGGI inesorabili : VITA e MORTE. Dalla materia veniamo ed alla materia torniamo o torneremo. Tutto il resto sono sempre i soliti pensieri, probabilità ed ancora continue astuzie di sopraffazioni. LA “BUSSOLA DI ORIENTAMENTO” – VERAMENTE REALE DI OGNI UMANO – STA ESCLUSIVAMENTE NELLA PROPRIA COSCIENZA.
L’essere umano ha bisogno di sentire parlare di Dio per poter parlare con Dio.
Quando pensiamo a Dio spesso lo identifichiamo con il Dio dei cristiani, ma di Dio hanno parlato Mose’, i Profeti , Gesù ,Maometto e innumerevoli profeti e pensatori o sedicenti tali.
Ma tutti sostengono di parlare con Dio e invitano il mondo a parlare con Dio.
Parlare con Dio aiuta a capire le cose che contano in questo mondo dove si e’ spinti a dimenticare perché viviamo .
Parlare con Dio aiuta a parlare con gli uomini e le donne di questo mondo.
grazie a tutti per le splendide parole contenute in questo interessantissimo BLOG. Gianni
Parlare di Dio, con Dio …. Parole, sempre parole, soltanto parole. Quando guardo Manuel sorridente, che, ormai un anno e 5 mesi, mi viene volentieri in braccio, io parlo con Dio: ho parlato due anni or sono con LUI! Manuel è il primo bambino al mondo nato senza Terreno Oncologico da genitori positivi, ma da me curati prima del concepimento.
Non sono riuscito a far comprendere la Prevenzione Pre-Primaria del cancro al Cardinale Bagnasco e neppure ad una giornalista de “Il Giornale”, per tacere del comportamento dei Medici. Creature coltissime, senza anima! Possiamo parlare con DIO – certamente – attraverso le opere e meno con le parole.
Parlare con Dio?
«Da quinci innanzi il mio veder fu maggio
che ‘l parlar nostro, ch’ a tal vista cede,
e cede la memoria a tanto oltraggio.
Qual è colui che somniando vede,
che dopo ‘l sogno la passione impressa
rimane, e l’altro a la mente non riede,
cotal son io, ché quasi tutta cessa
mia visïone, e ancor si distilla
nel core il dolce che nacque da essa.
Cosí la neve al sol si disigilla;
cosí al vento ne le foglie levi
si perdea la sentenza di Sibilla».
Dante, Pd, XXXIII, 55-66
Anche Breivik parlava di Dio
Secondo me, quella bella frase lì bisognerebbe distinguerla, suddividerla, spezzettarla ed analizzarla in parti di due o tre parole. “Sempre più” e “Sempre meno”. Siamo ormai sette miliardi di esseri umani, sul pianeta terra, come facciamo a quantificare, quali e quanti di noi stanno in: “Sempre più” o in “Sempre meno”? Impossibile. Non possiamo entrare in sette miliardi di coscienze, neanche per ipotesi. Chi ci assicura che i “sempre più”parlano di DIO, e chi ci assicura che i “sempre meno” parlano con DIO. Nessuno. Con l’attuale mancanza di sacerdoti, di suore, di catechisti, potrebbe essere anche l’inverso. Che, attualmente, ci siano dei laici che parlano di DIO, è vero. Vediamo ora, “più di DIO”. Le tre parole esprimono qualità oggettive di DIO. DIO che sta dappertutto, che sta dentro noi e quello che gira attorno a noi, il DIO delle Sacre Scritture, il DIO del creato. Questi concetti ci invitano ad informarci di LUI, ci invitano a conoscerlo sempre meglio, studiandolo sui testi sacri, sul Vangelo, incontrando e conversando con persone che di Lui hanno fatto esperienza. Poi, altre quattro parole: “si parla con DIO”. Da oggetto di studio, qui DIO diventa: percezione delle qualità del soggetto. Quel “con” lì, diventa familiare, diventa amico, diventa Uno che ci conosce da una vita, quindi conoscendo, in parte, le sue qualità, le sue intenzioni, i suoi progetti su di noi e sul mondo, ci diventa facile aprirGli il cuore, svuotare tutte le nostre preoccupazioni e miserie, parlare, chiedere, sapere, adorare; con le nostre semplici parole, con i nostri pianti, con le nostre urla e con tutte le nostre attività umane, dalle più umili alle più grandi. Saluti.
Da Uomo non mi piacciono molte regole del vivere. Non sopporto la morte di un bimbo, la caduta di un passero dal nido senza aver mai provato la libertà del volo. Non tollero il divorarsi degli uni cogli altri. Distruggere altre vite per vivere.
Posso accettare le Regole se dettate dall’evoluzione naturale ma mi diventerebbero insopportabili se dettate da un Dio. Avrei qualcosina da ridirgli e comunque non lo venererei, certamente non lo pregherei. Mi accontento di essere completamente mortale e di non essere solo nel mio breve viaggio.
Per un errore di battitura ho scritto Giovanni XIII. Era ovviamente Giovanni XXIII. Me ne scuso. pino d.
@ Mario. R. Palozzo:
italiano perfetto e compresnsibilissimo. Grazie per le tue riflessioni. Un saluto a Buenos Aires.
Sono d accordo con te!. L altro giorno,dopo una breve visita al Sant.mo esposto in chiesa, al momento che uscii dal templo e prima, avvertii come una coppia stavano pregando al Cristo che porta la croce verso il calvario.,e la statuetta di gesso pintato violetta aveva il suo braccio destro con la mano, come se chiedesse a qualcuno di accompagnarlo al calvario, esteso verso l orante ,il tutto dentro di una cassetta di vetro, in modo che la donna,la vide cosi, teneva anche lei estesa la sua mano e come se volesse stringere la mano del Cristo, rimase un bel po. …io l{osservai.. e quando loro se ne andarono, fece anch{io quel gesto e rimasi quasi toccando la mano ,interposto solo il vetro… dunque mi mise a riflettere:Questa immagine e solamente un segno: il vero Gesu(Parola di Dio fatto uomo!) e qualsiasi uomo, tuo fratello, bisognoso che tende la mano per essere accompagnato ,aiutato…ecco allora<: Gesu mi ha parlato!! …Purtroppo ,soventemente giriamo la testa al vedere quella mano tesa che passa affianco a noi Si, Dio ci parla e come!!!
Un caro saluto da Buenos Aires. e scusami del mio italiano,…vivo in questo Paese fin quando era un ragazzino, or sono piu di 60 anni!
Mario R. Palozzo
Con Dio, comunque lo si voglia chiamare, si parla con le azioni, nel quotidiano, anche quando non ci si pensa e nemmeno lo si vorrebbe. E le parole, quei trenini di suoni o di segni grafici, sono solo dei surrogati che gratificano chi le usa, ma da sole non arrivano da nessuna parte. Per puro caso ebbi lo straordinario privilegio di esser davanti al televisore quando Giovanni XIII, in quella indimenticabile notte disse tra l’altro: “Troverete qualche lacrima da asciugare.” Ecco un modo per parlare con Dio, essere prossimo per il prossimo, da credente o da non credente. pino d.
Si può anche parlare molto con Dio, il punto però è se Dio parla con te. Questo è il senso del Verbo e della Chiesa, che è colei alla quale e nella quale il Dio-Verbo incarnato parla costantemente, altrimenti basterebbero la preghiera solitaria e la fede intimistica dei protestanti.
Parlare di dio o parlare con dio è come abbaiare alla luna o fare a correre
col vento.E’ oppio delle genti
Le pare che la gioia sia ingombrante? Può darsi che lo sia per la nostra piccola mente. Nel silenzio della mente ascolti la gioia del Suo cuore e troverà Dio che tutto può rispondere amorevolmente ad ogni Sua domanda. Dio oltre che amore incondizionato è gioia del cuore mentre lo spirito si espande.
Laici e religiosi parlano sempre più di Dio. Sempre meno si parla con Dio.
Oggi tornando da lavoro sulla tangenziale godevo di una visuale più ampia, il tempo era frizzante ed ho notato che in cielo le nuvole erano di un bianco edi una compatezza mai notata prima ed erano immerse in un cielo velato dai cirri, il pensiero che mi ha attraversato la mente è la frase di Spinoza “Deus sive natura”
Dio ossia la natura. Questo suo concetto di Dio gli ha procurato l’accusa di blasfemia, eresia per aver concepito Dio come causa dell’essenza e dell’esistenza della realtà tangibile, una visione panteistica della realtà in contrastro con il Dio giudaico cristiano il quale avrebbe creato dal nulla, artificio mentale per affermare la Sua trascendenza, mentre Spinoza ne esalta l’immanenza, la presenza costante nel reale. Questa breve descrizione e chiaramente un accenno al modo di concepire l’esistenza di Dio, è introduttiva in riferimento alle due affermazioni sopra scritte dove l’autore mette in evidenza una contraddizione cioè discutendo di Dio, si dimentica di discutere di Dio, l’oggetto della discussione sembra diventare semplicemente lo spunto di una disputa verbale che esula dall’argomento specifico e finiìsce con il divenure marginale e dimenticato, per qualcuno è morto. Dio di questi tempi è una realtà scomoda da argomentare, quindi attraverso un abile sofisma dichiariamo che tutto è relativo, che non esistono verità assolute ed assumiamo a fondamento del nostro pensare tale principio, trasformandola in verità assoluta che ci consente di praticare una morale liberticida, slegata da remore, divieti, tutto è lecito, a dire il vero l’unica realtà che esiste è Dio, principio necessario causa di se. La scienza razionalmente teorizza il creazionismo, il Big Bang, spiega il reale
in modo non esaustivo il come, non spiega il perchè, il dove, il quando in modo digmatico ci intima di non chiedere spiegazioni in tal senso. Le religioni ufficiali e la scienza hanno in comune lo stesso concetto del nulla, mentre la religione in genere concepisce un nulla sostanziale, la scienza se accettasse che il nulla è inconcepile perchè inesistente e che è inconcepibile che “la particella di Dio” sia apparsa improvvisamente, dovrebbe concludere che la “sostanza” è da sempre, che l’universo è infinito e non ha limiti, definire l’infinito è limitarlo, la sostanza è necessariamente Dio. Noi abbiamo un concetto del libero arbitrio che sconfina nella presunzione, in realtà dobbiamo considerare un aspetto fisiologico, tecnico direi dove il nostro pensiero è un’alchemia neuronale che noi concettualizziamo attraverso suoni ai quali diamo un significato per comprenderci, ma il quesito è : può un elettrone provare emozioni, sensazioni, la fisica risponderebbe negativamente, la materia è inerte, eppure accade. Parliamo di Dio è ci allontaniamo da Dio, forse perchè vogliamo che non esista, è ingombrante.
Parlare con Dio viene spontaneamente naturale all’essere umano purchè lo si rispetti e non lo si indottrini come invece tendono a fare le religioni oppure le ideologie, che sono anch’esse religioni, in quanto sono solo potenti strumenti di controllo e manipolazione delle menti per mantenere il potere politico e sociale ponendo ad ostacolo i loro ministri quali inutili e dannosi intermediari impedendo così l’ascolto e il colloquio con Dio che “risiede” nella coscienza di ciascun essere umano. Qualcuno potrebbe obiettare che solo pochi sembrano avere una coscienza e ciò accade perchè i “concetti mentali” hanno oscurato le coscienze seppellendole sotto una caterva di indottrinamenti. Osservate i bambini, essi “colloquiano” continuamente con Dio se nessuno turba la loro serenità e la loro fiducia e da adulti proseguirebbero se non fosse impedito loro da chi li educa oppure diseduca senza il dovuto rispetto della loro integrità e senza il necessario amore!
Penso che qualsiasi nostro agire sia interpretazionedi qualcosa che è entrato nella nostra vita, giorno dopo giorno. Ogni discorso, ogni scritto, ogni gesto si può interpretare.
Ma, penso anche che se nella propria vita ci sono stati dei riferimenti positivi, delle persone che ci sono state particolarmente care e di esempio, a volte è dolce pensarle. Può dare coraggio nei momenti bui, può commuovere ricordarle nei momenti di gioia.
Questo per me è uno dei modi per parlare con Dio.
La locuzione latina “Verba volant, scripta manent”, tradotta letteralmente, significa le parole volano, gli scritti rimangono…ma io ho un’ altra interpretazione della cosa: ascoltare le parole dette ” verba ” si comprende appieno il messaggio ( “volant”). Diversamente lo scritto si può facilmente interpretare soggettivamente (“manent “).
E quando scrivo: si parla di DIO, chiedo di quale DIO stiamo parlando….è il DIO di Abramo che si manifesta a Mosè con il Nome ” IO SONO ” ? oppure il dio di cui si parla non è ben definito?
Poi il mio pensiero prosegue pindaricamente verso l’ infinito……………..ascolto le parole vuote ( bla,bla,bla ) dell’ uomo ….e in silenzio resto in ascolto del … “verba di DIO ” …
Perchè non sappiamo “ascoltare” la sua Voce. Qual’ è il suo linguaggio? Gli scritti sono ad interpretazione e ognuno comprende solo quello che gli fa comodo. Guardiamo ma non comprendiamo, ascoltiamo ma non udiamo…
E la preghiera cos’è? è forse una chiave che apre le porte? Ma quale preghiera?
Si parla di DIO, ma di quale DIO stiamo parlando?.. ” IO SONO “.. sono chi?..che strano, e se “io non fossi” …..bla..bla..bla……silenzio e resto in ascolto.
Forse perché, per parlare con abbiamo bisogno di ricevere un segno, una o più risposte.
Oggi, regna la paura, a vari livelli.
Siamo, tutti, impegnati di più a capire chi abbiamo difronte, per giostrarci in un’esistenza quotidiana, come meglio ci riesce. Come ci viene permesso.
Dio può solo ascoltarci. Non può risponderci. E, sempre più spesso, dobbiamo chiederci: “Perché ci hai abbandonato?”
Ecco quindi che parlare di Dio tra noi esseri umani non è forse del tutto sbagliato. La nostra vita quotidiana è qui, ora. Aldilà non sappiamo.
Ma è certo che i morti vivono nel pensiero dei vivi e che se una persona è stata positiva nella vita terrena sarà amata dai più, fino a che memoria consentirà.
E a quella persona, chi crede, potrà dedicare una preghiera. Anche silenziosa.
Eh, ke enigma al mondo!
E ke enigma la vita e la morte. Diceva Sokrate prima de bere la cicuta: ”ma konsideriamo anke x n’altra via kome sia da sperare ke la morte sia an bene. Essa è anfatti una di kueste 2 possibilità: o la morte coincide con al nulla e dopo ke si è morti non si à + alkuna sensasione di niente, oppure, stando a kuanto se dice, konsiste in una sorta de kambiamento e di trasmigrasione dell’anima da kuesta sede a n’altra. Konsiderando il primpo punto, se non vi è dunkue alkuna sensasione, ma na specie de sonno, simile a kuello di ki dorme sensa fare alkun sogno, ko la morte se farebbe an straordinario guadagno. Se infatti 1, scelta na notte in kui avesse dormito kosì bene da nn aver nemmeno fatto dei sogni e, konfrontati a quella notte le altre notti e gli altri giorni de la sua vita, dovesse ripensarci e dire kuanti altri giorni e kuante altre notti avesse vissuto nella sua esistensa con + soddisfasione e piacere di kuella notte, sono disposto a kredere che nn solo un cittadino kualunkue, ma al Gran Re stesso troverebbe ke kuesti giorni e kueste notti si possono kontare sulle dita an konfronto a tutti gli altri. Se tale è dunkue la morte, io la definisco sens’altro an guadagno: in kuesto modo anfatti tutto al tempo sembra nn sia + ke an’unica notte”.
Al vekkio Socrate, ormai rimbambito da la sua retorika, fa de necessità consolasione e sputa sui fiki ke nn può + mangiare… Ma dai Socrate, ke ài inventato solo l’eterno riposo sofista, tu maestro de dialettika ke te naskondevi dietro a la morale ko i tuoi xkè…A’nno fatto bene a farte bere la cicuta vekkio rompikoglioni moralista falso e ipokrita. Te dovrebbero espellere dalle skuole, na volta x tutte, ansieme a kuel tuo allievo stronso de la teoria de le idee, kuel fesso de la cavallinità ke sarebbe vera mentre li kavalli avatar illusori, kuel Platone ke l’ombra de la kaverna era l’ombra del suo cervello bakato.
– Ma sì kasso – se dice tutto determinato Kosmo – se Brescia à da esse, ke Brescia sia!
Pigia a fondo sul pedale e fa sgommare la golf sull’asfalto bagnato ke l’akua sotto a le ruote bolle e evapora an 2 nuvole sbissarrite. E addio margherita. Ko la makkina ke derapa nelle kurve, al motore ke urla ne la pioggia, ko le luci de la città ke rimbalsano sulla strada, i fili del tram ke sprissano scintille in kuel diluvio apokalittiko, Kosmo se sente dio e angrana le marce fino all’ultima, anbokka la tangensiale e a tutta manetta se spara verso l’autostrada. Poi se butta sulla korsia de sinistra per superare la kolonna e kuello ke vede è la targa sul kulo del kamion. Meno de na frasione de secondo. Solo al tempo de vedere i primi due numeri e poi al botto ke solo lo intuisce + ke percepirlo e la makkina se spiccika come an insetto.
A kuesto punto è an problema escatologiko.
le due cose insieme, l’una richiama l’altra, il disprezzo della ragione nasce
da un suo cattivo uso…e perché non pensare pregando, ci saranno meno equivoci, più verità e più chiarezza…nella mentalità biblica parola-evento
azione-discorso sono sinonimi…siamo noi a fare le pulci…siamo pulciosi…
finiamo per pregare male e pensare male…
Condivido pienamente, sull´uso delle parole di una preghiera. La nostra “educazione” religiosa ci ha insegnato di pregare, orare, è una forma di esulare dal nostro personalismo mondano, e tentare di creare dentro di noi il silenzio, esulare dal pensiero, che torna ad disturbare, questa ricerca personale di un silenzio, ecco, lascir parlare il silenzio, credo che questa sia la migliore maniera per sentire la voce di dio.
Fernando Fancelli.
non esiste solo la preghiera intesa come un insieme di parole precostituite esiste un colloquio, un contraddittorio questo è parlare con il padre
HAI PERFETTAMENTE RAGIONE.ANCHE MOLTI VESCOVI E PRELATI CHE HANNO SEMPRE DIO SULLA BOCCA,SONO IMPASTOIATI NELLA POLITICA E NEI QUATTRINI.LA PREGHIERA E’ UN COLLEGAMENTO INTIMO CON DIO
Parlare di Dio nel peggiore dei casi è spocchia da intellettuali, nel migliore è teologia. Ma resta sempre attività cerebrale, di testa. Il vero discorrere con Dio è la preghiera, e solo quella.