28Lug 11
Dobbiamo essere onesti…
Dobbiamo essere onesti: una valanga di risposte come questa non ce la aspettavamo. Vi ringraziamo. Cercheremo di proporvi ogni settimana un nuovo pensiero, augurandoci che alimenti il dialogo fra voi e insegni a noi.
Per Benedetto.
Ritengo che anche in passato vi fossero coloro che si comportavano da “teppisti”.
Si pensi ad esempio ai “Bravi” del Manzoni, oppure all’usanza medievale di andare a far fracasso sotto le finestre di chi era giudicato antipatico. O a come erano terribilmente insicure le strade nel Medioevo, piene di assassini. La vita media era bassa, la nutrizione spesso insufficiente, le epidemie e le guerre non si contavano e, se ci si ammalava, le cure erano quelle che erano.
Direi che a volte, forse, non sappiamo apprezzare ciò che abbiamo.
Sarà una banalità quella che dico, ma sono convinta che le persone abbiano fondamentalmente bisogno delle cose più semplici.
Oggi, invece, dobbiamo gestire una vita complicata, piena di molte cose difficili
In quanto alla solitudine, anche quella c’è sempre stata. Così, più si è soli, più si è portati, a volte, a darsi ragione ed a incolpare gli altri, che sentiamo distanti.
@Nadia,Chrom
Eppure l’etica è nata a queste latitudini
Viviamo tempi di oscurantismo, decadentismo di disvalori, siamo coinvolti in un vortice di nichilismo assoluto che giustifica l’immoralità, ma sopratutto l’amoralità,
è il tempo del permessivismo incondizionato, di un concetto illiberale della libertà, discutere di etica è arduo in una società dove manca il cardine dei rapporti umani, il rispetto, oggi si da fuoco ad un mendicante per noia, si distrugge una costruzione per esuberanza, si guida in stato alterato di coscienza mettendo a rischio la vita altrui, la corruzione dilaga a tutti i livelli, il nepotismo è divenuto il metro di giudizio per accedere a posti di responsabilità, e questa sarebbe la libertà evocata da più parti negli anni passati, questo è il fallimento della nostra secolare culture umanistica.
Per Chrom.
Proprio riguardo all’Italia della Lega, come saprai, c’è un’ispirazione alla cultura dei Celti.
Essi per esempio adoravano il Dio Belen, fra le altre cose si capisce!
Ebbene, c’è una località che si chiama Beligna, pare, proprio per questo motivo.
Ma sui nomi delle località, sui modi di parlare dialettali, sui costumi in generale ne potremmo dire di cose….la sostanza è che, ancora oggi, senza magari saperlo, ci portiamo appresso e riteniamo “normali” certi usi e costumi acquisiti nella notte dei tempi, chissà talvolta da chi proveniente da chissà dove.
Quando qualcuno di questi usi e costumi si è in qualche modo appropriato, dando essi una sede stabile ed una memoria condivisa, gli stessi usi e costumi sono divenuti parte integrante e naturale di una certa società.
Come dire. una cosa può agli inizi sembrare strana, perchè non ci siamo abituati. poi, con il tempo e la ripetizione dei gesti, ci diventa naturale.
E ne scordiamo persino la provenienza.
Messaggio per la Redazione! Mi scuso, ma a causa di “salti” dovuti a cattiva ricezione tramite chiavetta, è probabile io abbia inviato più messaggi di contenuto sostanzialmente simile. Scusate ancora. Grazie.
Già i Greci ed i Latini, inclusi i Romani, discutevano in modo assai raffinato di diritto, di norme naturali e di norme morali.
Tuttavia, nel contempo, anche altri popoli, a diverse latitudini, discutevano e codificavano a loro volta.
Perciò, non mi è chiara l’espressione:”Eppure l’etica è nata a queste latitudini”.
Per quanto riguarda la sopraffazione, purtroppo è sempre esistita.
@Nadia
Se anche altri popoli lontani da noi, in estremo Oriente ad esempio, discutevano di etica, di certo sarà stata la loro etica… e a noi sostanzialmente sconosciuta fino a pochi decenni fa.
La nostra, invece, è altrettanto certo ch’é nata dell’area del mediterraneo, che guarda caso si trova proprio alle nostre latitudini.
Ammesso che la tua non sia solo l’Italia della Lega… Scherzo, eh! ¦-)
Non mi è chiara l’espressione “Eppure l’etica è nata a queste latitudini”. Ci sono pervenuti documenti da ogni parte del mondo e da essi risulta che ogni popolo ha cercato ed elaborato delle forme di codificazione.
Ogni popolo ha cercato in qualche modo di darsi delle leggi in base a un proprio concetto morale.
Dai Greci e dai Romani mi pare ci siano pervenuti esempi di altissima civiltà.
L’onestà è una conseguenza, una reazione che nasce dall’azione dell’etica… dall’azione che svolge l’etica sulle nostre coscienze. O almeno su quelle che la indagano.
L’etica è tutto… e anche l’onestà ne è figlia legittima.
Ma noi italiani, in particolare, non lo saremo mai del tutto: ancora troppo greci e soprattutto romani, forse. In più, non siamo mai stati uniti e in mancanza di unione, di unione vera, non può esserci onestà ma solo una perenne e sotterranea corsa alla sopraffazione.
Eppure l’etica è nata a queste latitudini… Dovremmo rifletterci, tutti.
Penso che ciascuno sia stato, almeno una volta nella propria vita, onestamente disonesto. Ossia, può capitare a ciascuno di agire, a volte, credendo di fare per il meglio. E invece così non è.
Questo spazio sarà molto utile penso per capire finalmente l’onestà di tutti dove arriva e se quando arriverà sarà dettata dalla sincerità=onestà.
Grazie per aver letto questo commento.
Alla prossima volta
L’onestà è lodata da tutti, ma muore di freddo. (Giovenale)
Essere onesti è. Punto. E’ la famiglia da cui provieni, e l’insegnamento che hai avuto, è la società che hai frequentato, è le compagnie che hai rigettato, è insomma la stima di te e degli altri che ti attorniano. L’onestà pertanto è una essenza di te.
Leggo con attenzione , molta attenzione. Veramente avete toccato un argomento molto difficile a trattare. Ed in verità non mi sento proprio all’altezza di dire ciò che penso. Comunque ci provo. Alcuni o parecchi scindono l’ ONESTA’ in diverse casistiche. Non la penso proprio così. L’ ONESTA’ , secondo me, o è generale (E cioè in ogni settore di vita) o deficitaria e cioè solo in qualche settore che potrebbe avere anche “risvolti” egoistici e arrivistici personali. Comunque a mio parere l’ ONESTA’ non la si impara ma ci si nasce provvisti di una sana coscienza del bene e del male. Certo, la famiglia e la socializzazione democratica , sono cardini
essenziali per l’approfondimento e lo sviluppo ulteriore del concetto di ONESTA’..
Purtroppo da sempre e cioè da migliaia e migliaia di anni l’essere umano dispone anche di altri istinti negativi congeniti come per esempio l’egoismo e la sopraffazione di terzi. L’ ONESTA’ dipende anche dal saper eliminare o mettere da parte tali istinti negativi opponendosi con la saggezza della GIUSTA COMPRENSIONE del prossimo (Questo “prossimo” potrebbe essere anche un popolo intero.). La vedo irta di ostacoli e di trabocchetti la “Strada” che porta all’ ONESTA’ GENERALE. Comunque vogliate scusarmi se sono stato poco chiaro ma l’argomento , per me, è proprio difficile.
L´onestà, oggi è un pò fuori uso, è l´esempio dei primi educatori che forgia chi li gravita, ad seguire questo esempio , i nostri genitori, la famiglia coesa, sono importanti per lo sviluppo di questa educazione. Ma l´uomo, è sempre qualcosa di più di quel che è, sia nel bene che nel male. La coscienza di chi è più sensibile, credo sia anche propenso ad essere più honesto. Purtoppo la società oggi , e di sempr,e poco ha contribuito in pratica a sviluppare questo valore nei suoi concittadini, basta leggere sui giornali, assistere i notiziari in TV, per rederci conto, di come l´onestà è decaduta. È più facile riscontrarla in un povero, che in un benestante, ma questo è una mia impressione.
Fernando.
Buongiorno a tutti.Mi congratulo con Voi del Giornale per l’idea di creare un “posto” come questo nel quale si parla e non si urla,si comunica e non si inveisce ecc… Temo non saremo in molti in futuro,ma è risaputo e noto che la buona educazione e la pacatezza di espressione non sono qualità da esibire di questi tempi,si tende a farsi notare con ben altri atteggiamenti.Personalmente ritengo che più si rifletterà su tematiche inerenti a tutto ciò che ruota attorno Dio/Cristianità e maggiore sarà la speranza per tutti noi di trovare soluzioni per vivere con serenità il quotidiano ed il futuro.Credo che anche la signora Fallaci condividerebbe.Grazie e buona giornata Michele.
…finalmente un blog non urlato frequentato da persone civili ed intelligenti.
fp/
Gentile Chrom,
chiediamo venia. Il nostro è stato un errore, una svista di cui chiediamo scusa, col cuore in mano.
In effetti, non era suo l’intervento ma di un altro utente che continua a scrivere inneggiando alla sottimissione della donna.
Chiedendole immensamente perdono, le assicuriamo che un errore così non si riproporrà.
Cordialmente.
…beh, cara “redazione”, senza perdere tempo nell’andare a rivedere – non serve, giacché quel pensiero non potrebbe scaturire dalla mia mente – ti invito vivamente a controllare meglio le tue letture, dalle quali affermi di aver tratto questa tua citazione.
Di certo, ti garantisco che non potrebbe essere mia… neanche se partorita nei miei momenti di massima distrazione. Un uomo, non è capace di pensare ciò che non contiene…
Una svista, la tua, di sicuro…
Purtuttavia, in questi casi, se non eccezionali, io consiglio sempre di lasciare ai lettori la possibilità di valutare e di farlo sempre, piuttosto che sopprimere l’opinione altrui… qualunque essa sia.
Un consiglio, il mio… null’altro.
Gentile Chrom,
nessun atteggiamento oscurantista. Vogliamo mantenere questo spazio un luogo di dialogo senza offendere nessuno. Nel suo ultimo post, lei sosteneva che le donne dovessero obbedire e la mancanza di questa “attitudine all’obbedienza” fosse causa di molto guai per la società.
Qualsiasi idea di obbedienza- e quindi di soppraffazione- tra esseri umani ci pare contraria a qualsiasi senso civico.
Sicuri che comprenderà la nostra osservazione, la ringraziamo e salutiamo.
Al prossimo post.
…beh, cara “redazione”… che siate onesti potrebbe essere vero solo non foste scaduti fino alla censura.
Capisco che si possa arrivare ad aver paura del pensiero altrui, ma da questo ad eliminarlo, come avete fatto con il mio nelle rubriche “Si parla sempre più di Dio. Sempre meno con Dio” e “Questa ‘rubrica’: una margherita nell’asfalto”, e farlo mentre si rappresenta una testata giornalistica, e sottolineo giornalistica, ce ne corre.
Di certo, chi ha eliminato i miei interventi, che esprimevano solo il mio personale punto di vista, senza ulteriori riferimenti a fatti o persone, non ha fatto fare un gran bella figura al suo intelletto, ne ad una testata che fà del pluralismo la sua bandiera e che cosi crede di poter rappresentare.
Presumendo che per coerenza adotterete lo stesso comportamento oscurantista anche con questo, vi esprimo fin d’ora il mio più sentito dispiacere.
Essere onesti significa attenersi ai valori, alle convenzioni di una determinata società: laddove questi presupposti vengono a mancare, o comunque iniziano a deficitare, traballa anche il concetto di onestà.
Oggi, capita spesso di assistere ad una sorta di ammirazione verso chi sa fare il furbo.
Chiedo: chi è più disonesto, quello che ha fatto la furbata, o quello che sotto sotto lo ammira?
Fin quanto è lecito essere onesti? Ho l’impressione che talvolta un eccesso di onestà porti più male che bene. Quando a scontrarsi non sono solo sentimenti, ma convivenze di lunga durata. Esempio: è proprio necessario dire tutto ai figli? Storie raccontate troppo per filo e per segno, fino nei minuziosissimi particolari. Storie di guerra, di torture, di massacri, di frodi. Forse qui si sconfina con la verità, ma penso che la cosa coincida. Per un bambino quanto può essere sconvolgente sapere che il padre è stato un assassino, o che la madre era una prostituta? Sono immagini troppo forti per sentimenti delicati. Si possono fare eccezzioni all’onestà nel privato? Quanto al pubblico giudizio è necessario una verità schietta, non inventata. Qui si potrebbe sentire anche un parere etico o morale. Nella storia della rivelazione, Dio accetta la maschera di Giacobbe, quando espropria il fratello Esaù della sua eredità. In quella responsabilità lì è convolta anche la madre, però una storia di una “disonestà ereditaria” viene scritta nei libri sacri e accettata dalla Chiesa. Forse qui i puntini sulle i sono troppi, però si vede anche nei nostri tempi, come la falsità superi l’onestà nella gestione della cosa pubblica, e viene fatta passare per giusta. Anche in campo letterario è difficile credere sempre ciò che è scritto, come in quello storico. Matteo scrive nel suo vangelo, che tutto il popolo ebreo si è reso responsabile della morte di Gesù, quindi, tale affermazione ha avuto, lungo i secoli, un peso negativo enorme per questo popolo. Quanti massacri, quante torture e uccisioni hanno subito questi poveri ebrei, da parte di altri credenti di quella strana quanto inesatta traduzione, di quella frase del pur bravo testimone di Gesù, qual era Matteo. Per fortuna, Papa Ratzinger, in un suo libro, ha colto e corretto con nuova interpretazione, quella frase lì, recuperando l’onestà perduta da secoli della maggioranza degli Ebrei. Come poteva starci materialmente tutto un popolo in quel cortile lì, che al massimo della sua capienza, potrebbe aver ospitato si e no un centinaio di fanatici zeloti. Secondo me, prima dell’onestà e della verità, dovrebbe precedere il discernimento, il saper capire e soprattutto distinguere bene le varie realtà, comprese quelle dei secoli passati, sempre se possibile, altrimenti, mettere bene in chiaro il dubbio. Saluti.
Onestà anche intellettuale? Quanti individui, non persone, difettano della sola onestà intellettuale.
Ritengo che l’onestà sia uno dei valori più importanti per il singolo e per la società. Purtroppo si sta smarrendo o si è già smarrito, perciò la qualità della vita è peggiorata. Essere onesti non vuol dire soltanto non rubare, non imbrogliare e via dicendo, ma significa soprattutto prendersi le proprie responsabilità, essere sensibili, lavorare con serietà. Insomma svolgere al meglio il nostro ruolo, nella famiglia, nella società, nel lavoro. Dare il meglio di sè, con i propri limiti e le proprie capacità. Non demandare agli altri ciò che noi possiamo fare. Sentire la gioia di fare sempre il proprio dovere. Un saluto. Augusta Sala
Essere onesti è un dovere? L’uso del verbo implica che, forse per natura, l’uomo non è onesto? E che quindi deve forzarsi (o educarsi) all’onestà? Una visione alquanto pessimistica…
Caro Bruno, belle le tue parole! Sono certo che tu goda la stima anche delle molte persone che hai frequentato.
L’onestà volge al bene, nostro e altrui.
Un po’ di delusione per quel tuo “f.c.”
L’onestà s’impara. Sono i genitori i primi che dovrebbero insegnare l’onestà. La mia mamma diceva ti preferisco morto piuttosto che disonesto.Il mio papà morto in guerra perchè onesto. Avrebbe potuto salvarsi ma aveva giurato fedeltà e per questo fu ucciso dai “liberatori” italiani. Sul lavoro non accettai compromessi: onesto fino alla stupidità.Ma oggi a 70 anni sono felice! Posso morire in pace con la stima di moglie e figli. E soprattuto posso mandare a f.c.
chiunque.
Un marito,un padre, un paracadudista felice.
Bruno Pantosti Bruni
Concordo. Soprattutto, e spero si conservi così, vi è un generale garbo tra coloro che stanno partecipando. Uno spazio che è impegno rilassante e propositivo. Grazie a tutti.
Questo blog può diventare un caffè internauto, dove si esprimono e confrontano opinioni in libertà, dove la cultura vince sui pregiudizi, dove possiamo imparare qualcosa di nuovo.