Le tradizioni sono il dna della storia di una persona, di un popolo, dovrebbero far parte del corredo culturale di tutti, perchè attraverso esse noi progrediamo, la tradizione ci ricorda chi eravamo e chi siamo nel fluire del tempo, il presente è la somma dei tanti momenti del passato che formano le nostre radici che ci proiettano nel futuro.
fedenrico il
30 Agosto 2011 alle 20:07:
“La risorsa dell’Italia siamo noi, i Comuni”.
Una tradizione vivissima e ferma… da nove secoli.
E il tempo cammina… Inutilmente.
Nadia Vouch il
30 Agosto 2011 alle 15:15:
Proprio il passare del tempo può costituire motivo di vanto per chi riesce a conservare una tradizione.
Bianchetti Andreino il
30 Agosto 2011 alle 15:07:
La parola tradizione assume parecchi significati, talvolta anche opposti. Personalmente ci aggiungerei un “per”, in tal caso. Le monoranze etniche mettono in ampia mostra le loro usanze, per marcare la loro identità in confronto di popoli già definiti nei loro territori. Se passiamo poi, ad osservare fenomeni oltre la storia, c’incammineremo per concetti ordinati a distribuire culture individuali e differenti, ma sempre modificabili, man mano il passare del tempo. Possiamo anche distinguere la forza dei poteri assoluti o democratici che trascinano le Nazioni e le genti da un passato remoto a un futuro, oggi già predefinito. Mentre le religioni ci tramandano le loro “feste patronali” intatte da secoli. Nella tradizione c’è dinamismo, ma anche staticità a seconda di come vogliamo distinguere i concetti. Il pensiero si evolve in continuazione, si scoprono e si approfondiscono discipline nuove, l’aggionamento continuo non blocca le tecnologie a schemi fissi, la scienza ci dimostra ” il come “. Così per lo ” Jus “. In passato la legge imperava per molto tempo, prima di venire sostituita con una nuova. Oggi, ogni giorno, assistiamo a manovre diverse, a ordinamenti sempre più moderni. Quindi oltre al tempo, direi di far largo alla velocità, come elemento modificante la tradizione. Inoltre, al presente viene, talvolta meno, l’attaccamento alla consuetudine, i sentimenti per le solite ricorrenze sono sempre più rari, perchè solo il nuovo ci stupisce o ci meraviglia o ci incuriosisce. La novità ci sprofonda, spesso, in conoscenze effimere, piccole e in mode superficiali legate solo all’oggetto.
Utnapishtim il
29 Agosto 2011 alle 15:30:
È compito dello studioso vivificare la Tradizione in armonia con le mutate condizioni evidenziate dal trascorrere del tempo. Non una mummia ammuffita riposta nello scantinato del museo delle cose perdute, ma linfa sempre vitale proveniente dagli eoni del passato.
Le tradizioni sono il dna della storia di una persona, di un popolo, dovrebbero far parte del corredo culturale di tutti, perchè attraverso esse noi progrediamo, la tradizione ci ricorda chi eravamo e chi siamo nel fluire del tempo, il presente è la somma dei tanti momenti del passato che formano le nostre radici che ci proiettano nel futuro.
“La risorsa dell’Italia siamo noi, i Comuni”.
Una tradizione vivissima e ferma… da nove secoli.
E il tempo cammina… Inutilmente.
Proprio il passare del tempo può costituire motivo di vanto per chi riesce a conservare una tradizione.
La parola tradizione assume parecchi significati, talvolta anche opposti. Personalmente ci aggiungerei un “per”, in tal caso. Le monoranze etniche mettono in ampia mostra le loro usanze, per marcare la loro identità in confronto di popoli già definiti nei loro territori. Se passiamo poi, ad osservare fenomeni oltre la storia, c’incammineremo per concetti ordinati a distribuire culture individuali e differenti, ma sempre modificabili, man mano il passare del tempo. Possiamo anche distinguere la forza dei poteri assoluti o democratici che trascinano le Nazioni e le genti da un passato remoto a un futuro, oggi già predefinito. Mentre le religioni ci tramandano le loro “feste patronali” intatte da secoli. Nella tradizione c’è dinamismo, ma anche staticità a seconda di come vogliamo distinguere i concetti. Il pensiero si evolve in continuazione, si scoprono e si approfondiscono discipline nuove, l’aggionamento continuo non blocca le tecnologie a schemi fissi, la scienza ci dimostra ” il come “. Così per lo ” Jus “. In passato la legge imperava per molto tempo, prima di venire sostituita con una nuova. Oggi, ogni giorno, assistiamo a manovre diverse, a ordinamenti sempre più moderni. Quindi oltre al tempo, direi di far largo alla velocità, come elemento modificante la tradizione. Inoltre, al presente viene, talvolta meno, l’attaccamento alla consuetudine, i sentimenti per le solite ricorrenze sono sempre più rari, perchè solo il nuovo ci stupisce o ci meraviglia o ci incuriosisce. La novità ci sprofonda, spesso, in conoscenze effimere, piccole e in mode superficiali legate solo all’oggetto.
È compito dello studioso vivificare la Tradizione in armonia con le mutate condizioni evidenziate dal trascorrere del tempo. Non una mummia ammuffita riposta nello scantinato del museo delle cose perdute, ma linfa sempre vitale proveniente dagli eoni del passato.