01Set 11
Brevi racconti di saggezza…
Abbiamo usato degli ozi delle vacanze per pensare a come far crescere la nostra margherita. Che ne direste di irrigarla di tanto in tanto con qualche breve racconto di saggezza? Senza firme e senza attribuzione dal momento che la saggezza é di tutti e a disposizione di tutti, invitiamo tutti a suggerirci brevi racconti che possano far crescere la margherita nascosta nell’asfalto.
Iniziamo subito con un breve racconto zen.
Chiede l’allievo al Maestro: “Come faccio a sapere se ho raggiunto nella meditazione la concentrazione necessaria?”
Risponde il Maestro: “Quando percepisci il suono di un applauso fatto con una mano sola”.
Oggi leggendo una meditazione mi sono scoperto vivente in quella stessa “storia”!
Ringrazio Dio di donarmi la memoria perché insieme al cuore mi illumina sulla mia vita; ma occorra che la luce sia divina!
Oggi, si, proprio oggi, la Parola di Dio, il Santo Vangelo, mi ha illuminato la strada; “Adriano non c’è bisogno che mi dici tante cose perché io, Gesù Cristo, so già ciò di cui hai bisogno; “hai la mia Pace e questo ti basti”!
Questa luce non è solo di oggi ma ricordo ancora le parole di una vecchietta che parlava in dialetto maceratese, alla fermata dell’Autobus, in Corso Garibaldi ad Ancona (forse sono trascorsi quindici anni):”La Gente cerca la Pace in ogni dove ma non la troverà nemmeno in un’isola deserta”!
Io non sono così pessimista perché penso che ognuno ce l’abbia dentro di se!
Da quando non guardo più la televisione, e sono ormai trascorsi due anni, rifletto su quanto detto sull’ambone in un incontro di preghiera; non è una cosa trascendente.
Ripensando al Film “Farenait 451″ (temperatura nella quale bruciano i libri o la carta” ho proclamato che se volevamo essere veri Cristiani dovevamo ciascuno di noi (i presenti) diventare un Libro della S.Scrittura (cioè dovevamo essere un Libro vivente).
Ancora oggi, a distanza di sette anni, mi accorgo di non essere che un povero che elemosina una Parola di Dio perché quello che ho ascoltato ieri se ne è “andato”.
Allora chiedo a Dio che tutto quello che leggo divenga parte di me e tutte le mia azioni siano riflesso di quanto letto.
Non siamo in questa terra per trascorrere il tempo ma per camminare incontro alla Vita.
(…manca la prima parte…) Mi permetto di riscrivere la seconda…come augurio…E, grazie, a Dio, che ci ha dato “il tempo” per vivere insieme e ancora ci sta regalando la gioia di rifare ogni passo della nostra vita con meravigliosi ricordi, che ci abbracciano il cuore. Abbiamo scritto insieme il nostro libro della vita, ma siamo giunti alle ultime pagine. Ancora insieme, stiamo vivendo le ultime albe e gli ultimi tramonti. Ma, la tua forza mi dà la forza per non soccombere, in una tormentata e ultima attesa: spesso ce lo diciamo ad occhi bassi e un po’ umidi…spinti consciamente verso l’ignoto o un Dio sul punto di palesarsi. Dicono che l’amore non ha confini di tempo e spazio, è eternità. Vorrei morire insieme a te, ma, uno di noi deve aspettare, per chiudere gli occhi all’altro, nell’ultimo addio di una struggente carezza. Questo è il tributo che dobbiamo pagare per il dono di una vita insieme. Grazie anche ai nostri figli, che ci hanno sempre amato ed ai quali lasciamo l’eredità più grande: quella di saper amare a loro volta. Ancora grazie…ma, lasciami fuggire per prima…in un ultimo atto d’amore per me! Ciao, R. PER GENTILE REDAZIONE : Non so, se potevo ripetere il commento, mi sono limitata alla seconda parte…spero di non avere fatto nulla di male…non trovando più…il mio commento iniziale…da maldestra quale sono!! E…prendo l’occasione per augurare Buona Pasqua e fare ancora tanti complimenti per il sito…anche se…mi perdo sempre! Grazie.
Il mio è un riso amaro. Riso controllato dall’autoironia, la miglior medicina per questi tempi per illusionisti delle parole e degli animi. Contro le smanie del fare, dell’intolleranza e della stupidità, della spicciola retorica politica, delle ideologie frullate. Io, che sapevo anche sorridere delle follie del mondo, mi ritrovo in un angosciante scetticismo e non cado più nell’illusione del vivere. Attacco il mondo con sarcasmo, forse nella speranza vana di cambiarlo. Cerco ancora di …essere ottimista rabbiosa e pessimista…in attesa di uno squarcio di sereno!
Per Fedenrico. In sintonia con lo scritto. Meglio l’intelligenza dell’anima che quella cerebrale…quella del cervello la puoi sempre modellare, costruire come creta…quella dell’anima è innata, o c’è…o non c’è…è indefinibile e la percepisci subito, come empatia…
La vita dell’uomo è, per sua natura, o per suo destino, in tensione tra due poli, detto altrimenti, è caratterizzata dalla primordiale bipolarità. Bipolare è il nostro pensare ed il nostro agire. San Benedetto e San Domenico. In verità, nel paradiso terrestre Adamo, che solo non poteva stare, senza radio e TV, coll’aiuto divino fa nascere lei, Eva, che attingerà all’albero di mele, disinteressandosi dell’altro Albero, l’Albero della Vita, e procurandosi nei secoli a venire una valanga di imprecazioni suine. Quanti detti di saggi di ogni corrente di pensiero ho ascoltato in 80 anni! Il difficile è mettere in pratica, nella vita reale (Francesco) le belle parole, i saggi insegnamenti (Domenico). Ancora bipolarità. Ma in passato chi ha insegnato il “Concursus oppositorum”, la via per superare la bipolarità nella sintesi superiore, si è trovato a bruciare sul rogo. Ad altri, più fortunati, è capitato un semplice infarto miocardico.
Da un quaderno
“Non è facile dare con la stessa umiltà che occorre avere quando si riceve.”
Orme sulla sabbia (anonimo)
“Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore
e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.
E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme:
le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto un sola orma.
Proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.
Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?
E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo e non ti ho abbandonato mai:
i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.
Ama il prossimo come te stesso.
Allora sono in comunione di spirito con lui. La sua sofferenza è mia; Mia la sua gioia.
Da un diario.
12 ottobre 1942:
“Ieri ho chiesto a Maria a proposito di una persona: è intelligente?
Si, ha risposto lei, ma solo col cervello.
S. diceva sempre di Tide: ha l’intelligenza dell’anima”.
Pillole di saggezza che riporto pari, pari.
IL DENARO
può comprare una casa
ma non un focolare;
può comprare un letto
ma non il sonno;
può comprare un orologio
ma non il tempo;
può comprare un libro
ma non la conoscenza;
può comprare una posizione
ma non il rispetto;
può pagare il dottore
ma non la salute;
può comprare l’anima
ma non la vita;
può comprare il sesso
ma non l’amore.
Potrei dire che cos’è l’uguaglianza.
Ma se non esistesse la disuguaglianza, come potrei farlo?
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:”Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?””Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro.”Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore.”Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo. E il maestro tornò a domandare: “Allora non è possibile parlargli a voce bassa?” Varie altre risposte furono date ma nessuna convinse il pensatore.Allora egli esclamò: “Voi sapete perché si grida contro un’altra persona quando si è arrab-biati? Il fatto è che quando due persone sono arrabbiate i loro cuori si allontanano molto. Per coprire questa distanza bisogna gridare per potersi ascoltare. Quanto più arrabbiati sono tanto più forte do-vranno gridare per sentirsi l’uno con l’altro. D’altra parte, che succede quando due persone sono in-namorate? Loro non gridano, parlano soavemente. E perché?Perché i loro cuori sono molto vicini. La distanza tra loro è piccola. A volte sono talmente vicini i loro cuori che neanche parlano, solamente sussurrano. E quando l’amore è più intenso non è necessario nemmeno sussurrare, basta guardarsi. I loro cuori si intendono. E’ questo che accade quando due persone che si amano si avvicinano.”Infine il pensatore concluse dicendo: “Quando voi discuterete non lasciate che i vostri cuori si allontanino, non dite parole che li possano distanziare di più, perché arriverà un giorno in cui la distanza sarà tanta che non incontreranno mai più la strada per tornare.” G
“C’era una volta un re che tornava da una guerra durata dieci anni. Lungo la pista, verso casa, trovò un ingorgo, il suo esercito non poteva più procedere. C’era là, infatti, un popolo di gente che discuteva su come formare una coalizione politica che governasse la loro città. Non erano capaci di trovare un accordo. Allora il re stanco di aspettare lo sgombero della pista, propose a queste genti una gara consistente nel ripulire un vecchio magazzino di granaglie, di sua proprietà, che distava da lì qualche centinaio di metri. Il magazzino, molto grande, aveva in mezzo un muro che lo divideva giusto a metà e su questo muro si apriva una piccolissima finestrella tanto da far passare a malapena una tenue luce. Il re dettò le condizioni della gara: la fazione politica che riusciva a pulire in maniera ottimale la propria metà di magazzino, quella vinceva la prova ed era destinata a governare la città per il primo turno di sei mesi; poi si ripeteva il test della pulizia. Quel popolo straniero formò subito due partiti i quali presero subito posizione all’interno delle due metà del magazzino. Il primo partito cercò tra i suoi, i migliori artsti, i migliori architetti, scultori, pittori, tecnici della luce e tutto ciò che la crema di quel gruppo poteva offrire. Il capomastro diede l’ordine di partire, e quelli cominciarono a pulire le pareti e soprattutto a portare dentro infinite quantità di cose per abellire il locale loro destinato. Il secondo capomastro diede invece, ordine di portare fuori tutto: masserizie, spazzatura, intonaci, pezzetti di muro…. e continuava ad ordinare di grattare le pareti fino ad arrivare sempre più in profondità. Il re, da lontano, commentava l’operato di questi due capomastri, ma non riusciva a capire come mai il primo continuava a rimpire il suo locale e il secondo decideva invece, di svuotare il suo dalle masserizie. Dopo alcuni giorni i lavori terminarono, i capomastri si presentarono al re pronti per l’ispezione; questi iniziò a controllare il primo locale e vide una meraviglia mai vista prima, pitture, intonaci puliti, disegni, vasellame, tutte le suppellettili ricoperte d’oro e quant’altro … tutta una meraviglia illuminata da una potentissima luce proveniente da quella piccola finestrella. Passato, poi, al secondo magazzino, a malapena riuscì ad entrarci perchè una forte luce lo avvolse e abbagliava, dovette usare dei vetri scuri e lì rimase incantato….tutte le pareti erano diventate cristalli purissimi che riflettevano la luce solare e la sua energia, tanto da illumnare anche l’altra parte del magazzino. Vinse la gara il capomastro e la squadra del secondo locale, quello dei cristalli. Governarono per sei mesi e il re capì la diversa tecnica dei due capomastri.” Da una storiella persiana.
Gocce antiche di rugiada.
In qual modo si può vivere una vita ottima e giusta?
– Non facendo quel che ad altri rimproveriamo –
– Ricordarsi degli amici presenti e assenti –
– E non acconciarsi la faccia, ma essere bello nella pratica della vita –
Che cosa è difficile?
– Mantenere i segreti, impiegare bene il tempo libero, sopportare un’offesa ricevuta –
Frequentavo le medie inferiori.
Un giorno, durante la di allora “ora di religione”, la mia compagna di banco era particolarmente insistente nel chiedermi spiegazioni sulla materia che avremmo dovuto affrontare nell’ora di lezione successiva a quella.
Ad un certo punto, io mi scocciai di tanta insistenza, che non mi permetteva tra l’altro di seguire in pace la lezione in corso, e manifestai con un gesto seccato il mio disappunto.
Il prete-insegnante se ne accorse e mi chiese cosa stava succedendo. Io gli risposi:”Niente! E’ che questa (riferito alla mia compagna di banco), non capisce un tubo!”.
Il prete mi disse:”Allora, tu che di tubi ne capisci due, danne uno a lei!”.
Proverbio ipocrita
“L’occasione fa l’uomo ladro”
Questo è un proverbio che va bene per i ladri che vogliono rubare senza provare senso di colpa.
Il proverbio dovrebbe essere “L’occasione fa il ladro felice”