30Set 11
I vostri pensieri / Francesco
Francesco scrive:
Vivere è scoprire,
è la continua scoperta
di qualcosa di nuovo:
il colore di un’alba
nel tardo inverno,
il profumo del mosto,
il sapore di mare di certi molluschi,
il tepore di un abbraccio,
il calore dell’amicizia
nel momento in cui sei più solo,
la consapevolezza che Gesù,
il Dio fatto uomo,
ha conosciuto le tue
stesse sensazioni,
anzi vorrebbe condivider le tue,
ora,
con te,
se glielo consenti,
se gli fai spazio…Vivere è scoprire
qualcosa di nuovo,
vivere in eterno
è
scoprire Dio.
Sono operaio da tanti anni, troppi anni, e come tutti i miei colleghi ho poco tempo per pensare. La giornata diventa stretta quando si vorrebbero dire tante cose, e non trovi nessuno che ti ascolta; gli altri, pochi, ti consigliano ancora di lavorare, sempre lavorare. Per chi, poi? La Giannini ricorda “una camera a gas…”, ma l’argomento riguarda altro. Allora viene voglia di prendere carta e penna e giù a liberare il cuore e la mente. Il sacco piano, si svuota, si riduce la pressione e già si comincia a star meglio. Poi ti coglie il sonno e non ce la fai, si punta la sveglia: ogni giorno c’è sempre un turno che ti aspetta. Beato il nomade Abele, pecoraio dall’inizio, nullatenente per davvero, ma ricco di libertà ed emozioni: l’uomo delle meditazioni e delle idee. Tranquillità e pace gli camminano ai fianchi. Tutti i pastori hanno molto tempo per pensare, per cui oltre che ad inventarsi cose nuove, perfino pregano. Abele non ha turni: guarda il sole e le stelle, con quelli si orienta. Quelli della tuta blù, invece, vanno con Caino, nei campi o nei reparti di produzione, presso la terra o vicino agli impianti: l’attività triplica il tempo ad essa dovuto e all’impegno e quindi, poi, il riposare viene d’obbligo. Ciao pensieri. Addio riflessioni. Sudore, sporco ed inquinamento si registrano dalle parti di Caino, ma tutto va bene finchè c’è acqua pulita con cui lavarsi. E passano gli anni in una ripetitività veloce, noiosa e martellante: questo continuo riflusso ci porta, spesso, ad invidiare il libero e fortunato Abele, di cui sentiamo il canto lontani. Società di Caini, su cui non è lecito alzare le mani, in quanto necessari continuatori di quella storia partita proprio da lui: Caino. Coscienza sporca, male necessario…e Dio acconsente, pur timbrando l’infamia sulla nostra fronte. Alle spalle di Abele nessun angelo o arcangelo è pronto a difenderlo, no, non c’è combattimento, il pastore non si difende: muore e basta. Il suo niente si disperde, il barbone non ci disturba più. Il nomade e l’anarchico, però, ricominciano a vivere senza regole, senza impegni, nei sogni di quelli che si obbligano a Caino che su tutto vigila, tutto controlla. Saluti.
Bravo!
vivere è scoprire.
Ma bisogna essere armati di quella curiosità che Veblen definí inutile; altrimenti l’avventura della vita si tradurrà in un banale week end fuori porta.