25Ott 11
Responsabilità
Siamo responsabili anche se non necessariamente colpevoli per tutto ciò che ci succede.
Per questo è inutile addossare la colpa agli altri.
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Siamo responsabili anche se non necessariamente colpevoli per tutto ciò che ci succede.
Per questo è inutile addossare la colpa agli altri.
Scusate…ora funziona! …Parole senza senso. Ma il senso c’è. E’ il lato più oscuro della mente. C’è ancora una morale? Se…negassimo…certe “sacralità” ipocrite,”sapienza” come scienza e conoscenza, “benevolenza” pelosa, “giustizia” ingiusta, “abilità” sporca della politica e della vita, “denaro” sterco del diavolo…mai più ladri di vite…e se pensassimo che c’è “altro”, non un dio, ma anche, a cui tendere come uomini…senza brame, egoismi e avidità, nudi come siamo nati…saremmo ancora…uomini?
Impossibile inviare commento perchè non parte. Grazie
Un conto è vivere la propria responsabilità, un altro è raccontarla. Ci sono certe situazioni “precarie”, nella vita di ciascuno, che la mente non accetta, anzi vuole togliere e mai raccontare. Questa privacy speciale nasconde o cancella la verità su noi stessi. Recitare copioni nel teatro della vita diventa così una nostra qualità superlativa. Questo è l’inganno, subdolo, per la buona fede di tanta gente.
Da una apparente e semplice domanda-pensiero stiamo sviluppando una eccellentissima discussione che ci arricchisce un pò di più, dal punto di vista culturale. Immaginiamoci se di fronte ad una domanda specifica, come tutte quelle che appaiono in altri forum di discussione, sullo stato delle cose politiche odierne, sulle metodologie che la politica moderna applica e su tante altre questioni di carattere morale, sociale, filosofico e altro, cosa saremmo capaci di estrarre dal nostro estro più profondo. Chiederei una domanda più attuale per provare ….
Siamo anche, diciamocelo chiaramente una volta tanto, colpevoli e non solo responsabili di quanto ci accade. Perchè colpevoli ? Perchè crediamo sempre alle frottole che ci vengono raccontate da sinistra e da destra. Perchè abbiamo permesso alle banche di gestire privatamente la nostra moneta Sovrana dando corso ad un debito ormai incontrollato. Perchè abbiamo sempre sostenuto i politici che puntualmente ci hanno affamato, dissanguato dandoci poi in pasto a servizi sociali inconcludenti. Perchè abbiamo permesso e sostenuto la fusione dei comunisti con i democristiani che hanno dato vita ad un NON Partito, ad una NON Sinistra. Perchè abbiamo sostenuto Berlusconi credendo in un cambiamento ed invece abbiamo consentito ai soliti, vecchi marpioni della politica, annidatisi nel frattempo dentro quel calderone di centro destra, di continuare a razziare e saccheggiare le già martoriate casse italiane. Siamo colpevolmente colpevoli perchè continueremo a farci rappresentare dalle persone sbagliate. Del resto siamo o non siamo italiani ! Paisà, magna tu che magno anch’ io !
Ormai è appurato che delle condizioni fisiologiche incidano anche sul comportamento. se ho dei dolori fisici, difficilmente potrò essere felice e contenta. Ma, il dolore psichico, potrebbe essere qualcosa di meno evidente, qualcosa che addirittura si cerca di celare, per pudore o timore, Perchè sappiamo, anche inconsciamente, che se ci si dimostra deboli verso gli altri, si è anche più vulnerabili. Quindi, una persona più fisicamente o psicologicamente debole di un’altra, quando e di quanto può considerarsi meno responsabile di un’altra persona che sembra essere, quando e di quanto, forte? Sappiamo anche che abusare della condizione di debolezza di altri, ci pone difronte ad una colpa. Perciò, quando una persona è colpevole di qualcosa potyrebbe essere o non essere responsabile ma, sempre, se è responsabile, potrà essere colpevole.
Se è vero, che ogni parte del nostro cervello gestisce una specifica parte del nostro essere e comportamento di relazione con gli altri; che i pensieri condizionano le azioni, le azioni le abitudini, e le abitudini il carattere, e il carattere la personalità, e la personalità il nostro destino… c’è poco da essere responsabili… Nel bene e nel male, siamo come ci fa la natura… Essere perfetti come il Padreterno a noi umani non è concesso. Tutti abbiamo piccoli… o grandi difetti di produzione… Una domanda mi turba: fino a che punto i nostri difetti congenici dalla nascita, come quelli al cuore, al cervello, e ai tanti organi vitali che ci regolano la vita, possono condizionarci il carattere?
Il senso di colpa è l’ulteriore delitto che il carnefice compie sulle sue vittime
Scusatemi ma questo pensiero è un giro di parole ignorante…
Se siamo responsabili ma non siamo necessariamente colpevoli… di chi è la colpa se non del colpevole?!?
Ma se io sono responsabile e non colpevole (ovvero senza colpa) non è colpa dell’altro?!?
Non c’è logica razionale in questo pensiero… solo contrarietà ed esaltazione del contorto.
Un pò come la limitatissima lungimiranza che affligge, oggi, chi dovrebbe espandere l’orizzonte collettivo.
Scusatemi.
Siamo responsabili di ogni nostra scelta.
Ma nella vita si possono subire avvenimenti anche senza averli scelti.
Mamma mia,
che bella discussione sul sesso degli angeli.
Possiamo tornare sulla Terra?
Siamo responsabili di quello che accade se possiamo prevederlo. Se non lo facciamo siamo colpevoli di omessa vigilanza, non dell’evento accaduto.
Serve a qualcosa dare agli altri la colpa? Praticamente mai, perché affidarsi alla buona volontà di persone che nemmeno conosciamo è da sciocchi, e, allora, siamo responsabili di essere stati sciocchi.
Meglio essere previdenti e non chiedere l’impossibile. O no?
-Perchè io sarei responsabile,ad esempio, dell’olocausto ?? io non c’ero, allora,sono del 1945.Perchè sarei responsabile delle pazzie di un imbianchino bavarese ?
Ma la colpa “”biblica”” dei singoli che ricadeva sulla “generalità” e anche sulle generazioni a venire è credibile ancora oggi ??-Non è servita a nulla, ad esempio,per i cristiani la venuta del Cristo e, per i non credenti l’evoluzione millenaria, in pensiero e scienza ??
Forse per il popolo tedesco dell’epoca potrebbe esserci responsablità quanto meno per quel sentimento di “”ovvietà”” (vedi Hannah Arendt) che ha qualificato l’atteggiamento dei tedeschi di fronte al tentativo di distruggere un popolo intero; ma gli altri che nulla hanno avuto a che vedere con quel massacro e addirittura noi che non c’eravamo affatto ??
Gia’ dire “siamo responsabili” non e’ un affermazione corretta.
Ognuno e’ responsabile per se’.
Dire “siamo responsabili” equivale a disperdere le responsabilita’.
Quindi inutile proseguire.
Uhm uhm uhm…
Se un asteroide nel suo vagare cosmico colpisce il nostro pianeta io ne sarei “responsabile anche se non colpevole”? Non mi convince per nulla.
O si vuol giocare sul semantico, e allora lascio la palla a chi si diverte con le discussioni inutili (filosofi & co.) o analizziamo le cose sul serio.
Responsabile vuol dire una persona che ha responsabilitá su ció che accade. Ma le cose accadono anche senza volerlo, ergo senza reponsabilitá di alcuni.
Un proverbio ebraico dice “dio dammi la serenitá di accettare quel che non poso cambiare, e il coraggio di cambiare quel che posso, e la saggezza di distinguere tra le due cose”.
Io da ateo trovo queste oparole molto piú vere dela frase di questo post. Mi basta sostiture “dio” con “me stesso” 😉
È la solita storia dei talenti e dei demoni che il Padreterno ci regala quando veniamo al mondo. C’è chi li sfrutta e li combatte per avere, non solo il meglio dalla vita, ma anche per semplicemente vivere, e chi si arrende ad essi, imprecando contro se stesso e gli altri, rinunziando alla lotta… e non vivere… Per chi crede e conosce l’Astrologia, sa bene che nascere, qualche ora prima o qualche ora dopo, avrebbe determinato un altro corso della propria vita… E, per questo, a volte, impreco mia madre… Comunque sia, meglio nascere creando problemi agli altri, essere un rompiballe per il prossimo, che essere vittima educata, rispettosa, sacrificale e succube dello stesso prossimo…. O no?
Il problema di fondo è definire quei principi etici e psicologici del tratto comportamentale che porta a coinvolgere gli altri nella nostra responsabilità. Ogni uomo normopensante è consapevole dei proprio limiti, conosce la propria responsabilità soggettiva.
Ma forse rielaborando le informazioni di sistema del cervello rettile, riadattate al contesto di vita sociale contemporaneo, si è propensi ad assumere un atteggiamento da branco quando si raffigura una situazione di pericolo, mentre si è egoisti quando si ha da spartire la preda catturata.
Appare anche banale, ma questo meccanismo gestisce le paure e le vie di fuga da esse, il gruppo è forza soprattuto nella tutela delle nostre azioni quando sappiamo di agire nel torto. Come si spiega altrimenti che dei ragazzi di buona famiglia, mediamente acculturati, incapaci di sostenere un minimo contenzioso a due voci, quando mescolati al branco diventano spietati devastatori ed assassini? Questo è lo stesso meccanismo del bullismo scolastico.
Ecco perché, a mio avviso, ben consci delle nostre colpe soggettive additiamo ad altri quella componente oggettiva o casuale, con la sicurezza di essere deresponsabilizzati delle nostre azioni.
Tale modus è peraltro ben conosciuto da chi manipola la giurisprudenza, giacché con certe interpretazioni di colpe e concorsi di colpe si creano quei precedenti che poi vanno a scontrarsi con la pubblica idea di verità e giustizia.
La capacità di assumersi le proprie responsabilità è segno di libertà fraternità e giustizia. Ovvero è segno di un individuo illuminato dalla ragione, piuttosto che accecato dall’ipocrisia.
Potrebbe darsi che, nella vita, si possa essere nè responsabili e nemmeno colpevoli? Mi spiego meglio. Ci sono situazioni nelle nostre vite, e non uso a caso il plurale, in quanto ritengo che ciascuno di noi cambi più volte nel corso della propria esistenza terrena anche senza avvertirne personalmente l’impatto, nelle quali per primo: non si è commesso alcun fatto in discussione. Secondo: non si può altro fare che ascoltare chi per altro fatto era presente o chi di esso fatto sa.
Insomma, aldilà del reticolo di parole, credo sia assai complesso per chi deve indagare e ancora di più per chi è chiamato a decidere stabilire i limiti tra colpa e responsabilità, e viceversa, proprio perché fin dal principio diviene arduo stabilire un netto confine tra responsabikità e colpa. Anche perchè, in entrambi i casi, pesano molto l’esperienza, finanche l’età, di chi va a giudicare.
PER RISPONDERE , SE SIAMO RESPONSABILI A TUTTO CIÒ CHE CI SUCCEDE, DIREI CHE LA RESPONSABILITÀ DEBBA ESSERE TARATA DALLA COSCIENZA, DALLA COSCIENZA DI CADA UNO. PARTENDO DAL PRINCIPIO CHE LA MAGGIOR PATOLOGIA DELL´UMANITÁ , È L´IGNORANZA. Allora tutto quello che facciamo sia nel bene sia nel male, é frutto di questa struttura, ancora molto fragile. Nella storia dei tempi, oggi, l´uomo è mutato molto dal di fuori, ma nella sua essenza è ancora poco cambiato.
Fernando Fancelli.
E’ la seconda volta che torno a leggere questo pensiero circa la responsabilità e la colpevolezza.
Forse la mia cultura non riesce a ben comprendere il nesso tra responsabilità e colpevolezza e pertanto ero tentato a non intervenire,
Il mio bagaglio culturale proviene da una educazione spartana basata sulla disciplina, sull’osservanza delle norme generali e soprattutto sull’onesta. Provengo da quel tempo in cui non onorare una cambiale, poteva significare anche la morte. Provengo dal patriarcato ora defunto o sopraffatto dal matriarcato., Abituato se non proprio alle “Stelle” ma anche alle stalle. La guerra, la carestia e le sofferenze varie , contribuirono a formare il mio carattere.
Premesso ciò debbo confessare che non mi sento affatto responsabile delle colpe altrui che possono essere di natura penale , sociale o di culto nonchè conformismo politico o commerciale. La colpevolezza suffragata da prove concrete è sempre personale e andrebbe perseguita subito e secondo le norme sociali o di stato.
Se poi si vuole scendere sul terreno delle varie interpretazioni filosofiche , non si fa altro che scendere in ragionamenti virtuali ed astratti non applicabii alla realtà.
É sopratutto inutile andare al confessionale.
E’ proprio quando si agisce in buona fede, che possono sorgere dei problemi. Non sempre, infatti, le leggi dello Stato rispettano quelle delle coscienze individuali. Hiroschima e Nagasaki sarebbero state risparmiate, se a quei piloti fosse nato d’improvviso un pentimento. L’inferno di quell’atomica non era immaginabile, però è successo. In guerra tutto è possibile, dicono; ma allora che stiamo a fare attorno ai tavoli ovali? E’ quel ” NECCESSARIAMENTE” lì che giustifica o non assolve, che regola e manipola il pentolone delle obbedienze, delle responsabilità, delle colpe, delle leggi, sia in guerra che in pace. Non sempre, nel minestrone, i gusti si amalgamano. Talvolta qualcuno canta da solo, fuori dal coro, ma poi finisce mescolato nel mucchio…il tutto e il suo contrario, girano all’infinito, per secoli e millenni in un continuo ripetersi di ragioni o di torti, di necessità o di insolvenze. Nel piccolo, di casa nostra, le cose sono diverse. In pochi la collaborazione viene più spontanea. L’impegno, l’obbedienza, l’autocritica, la condivisione trovano più spazio e considerazione nei rapporti, anche se la divisione per caratteri o categorie c’irrigidisce sulle scelte. Il più delle volte, sono le nostre fobie o la nostra pigrizia a bloccarci perchè certe responsabilità sembrano pesi insopportabili e l’errore ( la colpa ) può esser pagato caro e………di questi tempi, si fatica molto a uscire dal guscio.
Cercate (per favore) il commento di Padre Gianni Baget Bozzo sul termine ‘INIQUO’ che nei Vangeli è riportato una sola volta, e riferito (indovinate un pò): ai Giudici
la potenza della mafia !! e i giudici ? venduti. non si accorgono di essere ridicoli ed offensivi . il comandante dei carabinieri di una compagnia piemontese , ormai deceduto , mi aveva detto ” si ricordi che la legge è per gli onesti , ai delinquenti ci pensano i giudici ” non aveva aggiunto altro , aveva ragione a loro pensano i giudici a liberarli e a giustificarli . Ammazzano ? Poverini !! e tu ammazzato sei colpevole di esserti trovato sulla loro strada . un tempo c’erano i briganti , l’ultimo è stato ammazzato nel lontano 1950 (?) dopo di che è sorto un altro brigantaggio quello della giustizia : I più vecchi ricorderanno di un giudice che ogni volta che doveva confermare la condanna di un mafioso , guarda caso , si dimenticava di mettere le firme , e conseguentemente veniva liberato : i più vecchi lo ricordano. buona domenica a tutti
Questa regola però ha un’eccezione: i magistrati. Strage Borsellino, tutto da rifare e ordine di scarcerazione per sette ergastolani. Seppellendo in un sol colpo tre gradi di giudizio. Prima un pentito. Poi un altro. Due poste di un bilancio a partita doppia. Ma a farne le spese è la contabilità generale della giustizia. Che sembra diventata una specie di tela di Penelope nelle mani dei pentiti. Così può capitare, come raccontano i fatti giudiziari di questi giorni, che dei magistrati, nel chiuso dei loro uffici, disfanno quello che altri magistrati avevano tessuto nelle aule giudiziarie. E quelli e questi pensano di essere nel giusto, avendo nella manica l’asso pigliatutto del pentito di fiducia. Tanto è vero che appena la luce dell’ultima verità, uscita un poco pallida dalla bocca dell’ultimo pentito per l’estenuante peregrinare nel labirinto nero della di lui coscienza, arriva a lambire il tavolo da lavoro del magistrato di turno, si aprono le porte del carcere per un buon numero di ergastolani. Non si sa ancora chi sono i nuovi colpevoli della strage Borsellino, ma loro, è stato già stabilito e codificato, avendolo certificato il pentito arrivato per ultimo, non c’entrano proprio per niente con quella strage e vanno messi in libertà. Giustamente. A questo punto, però, viene da chiedersi, ma come è possibile che un tribunale arriva a sentenza e a comminare pene durissime come l’ergastolo (e se fosse stato possibile dare la pena di morte si sarebbe arrivata anche a quella), senza andare oltre il bla bla del pentito che si trova a sondare? Possibile che né toghe né giornalisti giudiziari né tutti gli addetti ai lavori si rendano conto che, continuando a lasciare fuori dai tribunali i riscontri, non è più la magistratura a fare la lotta contro la mafia, ma sono le varie cosche della mafia che, servendosi della magistratura, si fanno la guerra tra di loro? O no
Questi “pensieri” lo sottoscrivo e lo sottolineo con quanta forza posso…
Non è vero che siamo responsabili per tutto ciò che ci succede. Se poi tra le cose che ci succedono ci sono delle colpe, esse vanno individuate. Trovo non ragionevole l’ascriverle aprioristicamente a noi. Altro discorso è se il “pensiero” è riferito ad una entità omnicomprensiva, p.e l’umanità. Ma forse l’argomento va oltre le mie capacità interpretative.
Non dimentichiamo che gli altri siamo noi.
Secondo me bisognerebbe vedere anche, che tipo di legame unisce la colpa alla responsabilità. Più i rapporti coi nostri simili sono profondi e coinvolgenti, l’avvenuto strappo, può portare la rottura di quel legame “particolare” definitivamente. Ogni colpa ha la sua specifica conseguenza. E’ sempre difficile valutare le qualità dei legami rotti e ciò che ne deriva. Vari sono gli aspetti in cui la nostra responsabilità interviene, giorno per giorno, sul nostro vivere. Dal piano affettivo a quello psicologico, dal piano fisico a quello emozionale è tutto un giro di botta e risposta che, a fatica, si ferma di fronte alla legge, alle norme, alle regole. La moda di trovarci sempre vincenti, in qualsiasi situazione, ci deresponsabilizza su tutto. Gli altri devono soccombere, sempre. La parte peggiore di noi, fa della colpa lo scopo, il fine, a cui tendere o arrivare. Purtroppo, è una delle tante maschere che ci portiamo sulle piazze del mondo.
Dal momento in cui esistiamo occupiamo uno spazio e raggiungiamo diritti che in più modi vengono sottratti ad altri. Entriamo nella catena alimentare, nella competizione individuale e della comunità o popolo cui apparteniamo.
Siamo responsabili dei nostri diritti, che infatti comportano doveri. Se agiamo in buona fede e nel rispetto delle diverse leggi vigenti (leggi dello stato, della comunità, del buon senso comune, della pietas) non siamo colpevoli.
L’ipotesi della prevenzione su Cad, Dm2 i.d. e cancro fatta con grande sforzo della finanza mondiale a mio parere sarebbe in parte inutile perche la Medicina più che prevenzione fa post-venzione. Cioé ricerca le malattie già in atto, anche se in stadi iniziali, per curare i sintomi e non le cause. Chemio, radioterapia curano i sintomi non le cause. La chirurgia si disinteressa delle cause.
….Karma?
Un mio conoscente andava spesso a dire che la causa della sua balbuzia stava nella probabilità che in una vita precedente aveva maledetto qualcuno….. è vero? ..non è vero?…..nel dubbio non chiudo la mia mente.
Fedenrico pone una questione particolarmente dolorosa da affrontarsi, ma assai interessante, per comprendere il funzionamento del cervello umano. Egli ci descrive una situazione altamente drammatica, in modo esemplare, con grande capacità di scrittura, con grande sentimento. Per chi legge, pare di essere lì, mentre i fatti stanno accadendo. In ciascuno che legge nascono emozioni, sentimenti e risentimenti. Invece, per chi di quei fatti fu testimone, non c’è precisa memoria. Come se il cervello avesse, quando troppo direttamente coinvolto in degli episodi, una propria capacità di autodifesa, che prescinde da ogni nostra volontà. Eppure, i fatti accaddero. Le cose furono cose. C’erano unità di tempo e di spazio. Ma, a guardarle dopo, a distanza, si potrebbero elaborare, persino modificare, addirittura stravolgere. Dunque: il senso di responsabilità, il senso di colpa, sono legati anche temporalmente all’accadimento cui ci si riferisce?
Milano, 1920.
La donna è sola in casa, trepidante. Nella strada una fiumana di gente urlante. La finestra è serrata, ma spoglia. Priva, financo, di un solo straccio rosso.
La porta è sfondata, d’un colpo.
Quella donna, mia nonna, ricorderà poi solo bastoni e bestemmie.
C’è l’azione;
C’è il conseguente danno;
C’è dunque la colpa.
Di chi?
Il punto è secondo me: cos’è la colpa? Vi è una definizione giuridica di essa, ma non esaurisce altri aspetti.
Da quando, nella nostra vita, possiamo essere considerati responsabili? Vi è un’altra definizione giuridica che lo prescrive. Ma anche in questo caso, vi possono essere eccezioni.
Dunque, una cosa sono il senso di responsabilità e il senso di colpa che io personalmente posso avvertire, magari anche in modo esagerato rispetto al reale svolgimento di taluni fatti; altro è la responsabilità e la colpa che, dall’esterno, ossia da altri, magari solo sulla base di supposizioni, mi viene attribuita; ed altro ancora sono le reali, ossia oggettive responsabilità e colpa da attribuirsi ad una persona specifica. Le conseguenze psicologiche di ognuna di queste posizioni-situazioni potrebbero essere a lungo discusse. Almeno penso.
…si parla di cause ed effetti, e la non comprensione ci porta inevitabilmente a cercare un capro espiatorio a cui adossare la responsabilità degli eventuali effetti negativi. Noi riusciamo a vedere solo tre facce di un cubo o di un dado, ma… esistono anche le altre tre facce che fisicamente non vediamo……
L’affermazione è psicologicamente ineccepibile, difficile da comprendere ma veritiera, la chiave di lettura presume l’accettazione di un sistema psichico che non si risolve nel cosciente ma affonda le sue radici nell’inconscio, inoltre bisogna accettare l’idea di un sistema interiore suddiviso, in senso descrittivo, in formazioni psichiche a noi ignote quali il nostro censore interno. Tale visione toglie la certezza di un libero arbitrio, ed è così, o meglio esso non è da considerare come un qualcosa di innato, ma un traguardo da perseguire con un’attenta analisi. Generalmente si proiettano i propri errori addossandoli agli altri, recitando la parte delle vittime predestinate, ma non è così, è chiaro che sto parlando di scelte di vita, decisioni lavorative, affettive, è un tema molto complesso, sicuramente contestato, ma è così.
Se noi siamo responsabili, ma non colpevoli, per quanto ci succede e non è utile addossare la colpa agli altri, un fatto emerge limpido: la colpa è comunque degli altri. Che poi a nulla serva dirlo in faccia a loro, a chiare lettere, è la dimostrazione della forza temporanea del potere cieco! Da questa affermazione, che rallegra Gorgia da Lentini sul vuoto di senso e di significato della parola umana, passiamo ad esaminare un FATTO concreto. Le competenti autorità sanitarie mondiali sono d’accordo che CAD, DM tipo 2 e Cancro, sono epidemie in aumento! Da dieci anni viene suggerita persino su peer-reviews ( o meglio definite cpe: “controllate dal potere economico”) una nuova lotta clinica, efficace e non costosa, la Prevenzione Pre-Primaria (Manuel’s Story) e Primaria di queste epidemie. Silenzio assoluto. La conclusione è che i colpevoli di queste epidemie esistono e mostrano soltanto un elevato livello di POTERE, ma non di intelligenza, cultura, Amore.