08Nov 11
Non chiedetevi se potete fare qualcosa…
Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo e vedrete quante cose inaspettate succedono.
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Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo e vedrete quante cose inaspettate succedono.
La domanda sembrerebbe ovvia! Dobbiamo fare qualcosa. Sempre. Da evitare il “do ut des”…che diventa bestemmia. L’anima deve essere generosa, a priori.Donare è mille volte meglio che ricevere, ma anche quando riceviamo diamo la possibilità…all’altro di…donare. E’ comunque reciproco. Spero d’essere stata chiara. Il mondo sarebbe migliore: banale? Ma non troppo…
Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo e vedrete quante cose inaspettate succedono.
La mia riflessione:
Richard Bandler, il fondatore della PNL (Programmazione Neuro Linguistica) nasce nello stato del New Jersey e dice: “questo atteggiamento prende il nome di stato del New Jersey perché quando c’è qualcosa da fare, le persone la fanno e basta. E’ nella natura stessa delle cose. Le persone che sono cresciute laggiù hanno questo atteggiamento per cui, se c’è qualcosa che hai intenzione di fare, allora fallo. Se non ne hai l’intenzione fai come se non ci fosse e non pensarci nemmeno. La maggior parte delle persone sceglie di rimanere semplicemente ad aspettare e a procastinare”.
FARE significa mettere in atto un DESIDERIO. Naturalmente secondo la propria etica e l’assunzione delle responsabilità legate ad ogni azione.
Sembra una cosa molto semplice, alla fine la realtà attorno a noi, cambia solo con le nostre azioni. Difficile è agire, essere determinati, giocare la propria vita su un idea, su un progetto. Ci portiamo appresso i condizionamenti dell’educazione, della società, dei genitori, della scuola.
Dobbiamo liberarci da queste catene per poter FARE in senso virtuoso per se e per gli altri.
Ne vale la pena, prima di morire.
Sembra un po’ come dire… fatti poche domande, studia caprone, qualcosa succedera’… 🙂
“Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo e vedrete quante cose inaspettate succedono.” ….e nello spirito di questo pensiero, ho postato un link ; non mi sono chiesto se potevo farlo, l’ ho fatto ! …e la cosa inaspettata che è successa è stata di essere censurato……..” IO SONO “… e voi?
Senza considerazioni di bene o male è inutile. Poi dice non chiedere “MAI” – che rasenta l’idiozia. Ci sono le esperienze degli altri (nonché i loro diritti) da trenere in considerazione.
E poi le cose inaspettate succedono comunque… o sbaglio?
Taci, IGNORANTE; disse nella Pubblica Aula, l’Avvocato al Miserabile p.m. nella tana dei grossi Ratti della Fogna di Torino; questo Infame magistrato com’era abituato in quel luogo Immondo, con Superbia e Ludibrio, e specie coi poveri Cristi riottosi all’inchino, perseguitava TERRORIZZANDO e Defecando impunemente sul Libro della Legge; e forse fu anche grazie a questa ennesima figura di MERDA, e alla complicità di ignobili Scribacchini di comodo che iniziò l’eccelsa e ricca carriera, l’empio Boss di Cialtroni e Felloni Giudiziari; sempre pronto, in ossequio alla MAFIA dei “Galantuomini” e all’Omertà coi suoi Associati, a magnificare e premiare gli errori e le Infamie dei suoi degni Compari (e non solo di fede politica) e a Calunniare, SEQUESTRARE e Macellare la gente per bene, Innocente e Incensurata, continuando così scelleratamente a spargere il sangue dell’Oltraggiato Popolo; Puah, alla faccia di questi abbietti e Disonorandi Vermi del turpe GIUDICIUME e dei loro Manutengoli.
Altra frase ad effetto per intellettualoidi! Ma insegnre a lavorare mai?
carina questa! 🙂
Insisto sul seguente punto:stiamo assistendo in questi giorni alla situazione politica e sociale dove una persona si tira da parte ed altri gioiscono di ciò e lo considerano un “bene”. Mentre, altri ancora, lo considerano un “male”. Allo stesso tempo, gli attori diretti della situazione considerano da ambo le parti di aver agito per il bene del paese. Eppure, da entrambe le parti le conseguenze sono state in parte prevedibili e in parte no.In questo caso non ci sono state nè il non chiedersi come agire, e nemmeno un non chiedersi quali saranno le conseguenze delle proprie azioni, pur avendo in molti agito pensando di agire bene.
Umh…ma il “fare” ad ogni costo non sconfina forse nella violenza privata?
Non diventa forse un rimedio per far del bene alla nostra idea di coscienza anche, forse, a scapito delle persone o situazioni a cui pensiamo di portar bene?
Fino a che punto possiamo spingerci all’interno di situazioni sia pure con l’idea di far del bene…la linea è talmente sottile.
Condivisibilissimo. E’ quello che tutti i santi giorni noi facciamo. Applicchiamo un detto antico Sardo che dice : ” Faghe ene, e no t’ abbaidese a chie.” (fai del bene e non guardare a chi).
Consiglio a tutti di leggere il seguente libro
” IL FRUSCIO DELLE STELLE”
di Vladim Zeland, Macro Edizioni.
Vedrete quanto è vera la frase:
“Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo e vedrete quante cose inaspettate succedono”.
Grazie per l’ospitalità
Buona giornata
vittorio
“Non chiedetevi mai se potete fare qualcosa. Fatelo, e vedrete quante cose inaspettate succedono”
Cara Nadia, leggo ora la sua. Volentieri le rispondo.
A una prima lettura, il pensiero proposto mi è apparso una battuta di spirito. Rileggendolo, un monito.
Convengo con lei che molti dei nostri atti sono dovuti all’abitudine o alla nostra natura; ma il “fare qualcosa”, di cui all’oggetto, è azione voluta, azione sulla quale sarebbe naturale riflettere, ponderare. Proprio da ciò trae giustificazione l’esortazione; dal sapore, quasi, di una diffida: Non riflettete mai prima di compiere un’azione. Non chiedetevi mai se la potete fare. Vale a dire, se avete la capacità, la possibilità, il diritto di farla.
Poi, inopinato, il monito: Fatela, fatela pure… E vedrete quante cose inaspettate vi succedono.
Un “Pensiero” davvero originale.
Caro Fedenrico, non crede che molte cose nella nostra vita vengano compiute senza pensarci? Intendo dire che molte nostre azioni sono compiute per abitudine, magari acquisita sin da piccoli. Altre azioni abbiamo invece elaborato con il tempo, magari frequentando alcuni ambienti rispetto ad altri. Altre azioni ancora sono forse come “innate” in noi. Che ne pensa?
Un’azione compiuta senza prima interrogarsi se sia opportuna o lecita, sono certo che susciti cose inaspettate.
Bisogna credere in quello che si fa, di sicuro si ottiene quello per cui ci s’impegna, certo a volte non dipende solo dal nostro agire, magari quello che ci siamo prefissati coinvolge più persone, ma se l’idea è buona, gli altri si lasciano coinvolgere. Quello che trascina è la convinzione personale, il crederci con fermezza, e effettivamente quando un’idea è contagiosa si impone ed è condivisa.
importante è partecipare se la causa la riterrete giusta
Chiedere a CHI? La mia ormai lunga personale esperienza mi perette di affermare che tale affermazione è insensata: ogni volta che “balena un idea” inevitabilmente e necessariamente poi “tuona un’azione”. Tuttavia, il tutto accade senza chiedere permesso a nessuno, meno che mai a se stessi.
sono d’accordo con Andreino: giusto in base al contesto. Mi risuonano ancora le parole che mi erano state dette quando ero giovane. Lascia il mondo un po migliore di come era quando lo hai trovato.Nella mia lunga vita trascorsa nell’ambito ospedaliero- come Infermiere Professionale-ho sempre tenuto presente il memore della missione che mi era stata affidata.Lavoro stressante molto faticoso-impegnativo-se però un paziente muore nel giorno che non sei in servizio-e vieni sottoposto a un processo per omicidio da un individuo come chi porta la toga senza chiedersi. lo hai ucciso tu?come avrei fatto? no non c’ero-non ero presente.Il giorno precedente io avevo parlato con il paziente- c i saremmo rivisti due giorni dopo.Non lo trovai più-rimasi male-seppi poi dai giornali che ero indagato per omicidio colposo mentre ero intento ad accudire i pazienti.Come puoi essere sereno quando ti accusano di omicidio se il paziente in oggetto durante il periodo che non ero in servizio viene a mancare per un pancreatite acuta?Allora non c’era la TAC.E’ vero il detto fai del bene e non ti aspettare ringraziamenti.(anzi). Nereo
Si interviene per aiutare, per guerreggiare, per gestire, per conoscere…e chi più ne ha, più ne aggiunga. Si può intervenire sugli altri, come intervenire su noi stessi. Enorme è la gamma degli interventi; l’importante è vedere il risultato, positivo o negativo che sia, dipenderà dalle condizioni, dai contesti storici e da mille altre variabili in gioco. Talvolta, l’emotività può portare equivoci importanti; non è sempre facile superare la privacy, o entrare in casa d’altri in punta di piedi, anche se si sa bene il da farsi. Troppi slanci di solidarietà finiscono per annegare in un bicchiere d’acqua. Nonostante la nostra buona volontà, il nostro impegno, l’altruismo, si finisce per creare un risultato negativo, magari a nostra insaputa, un imprevisto può negare la nostra forza interiore, può uccidere la nostra partecipazione. Nelle disgrazie, chi ci aiuta, non ha messo in conto, in cuor suo, l’insuccesso, il fallimento, l’errore, la speranza: si butta e basta, l’intuizione gli suggerisce di salvare qualcuno, è questione di capacità, di tecnica, ma anche di fede.
completerei la massima con:
“Chiedetevi quanto bene avete ottenuto dalle vostre azioni solamente dopo aver visto quanto bene avete fatto agli altri.”
Citando un pensiero di Cohelo, non smettete mai di fare versamenti alla banca delle buone azioni, vedrete che gli interessi arrivano da soli inaspettatamente.
Chi fa semplicemente del bene , secondo coscienza , viene considerato stupido o guardato con sospetto . Parlo per esperienza personale .
Quando si vuole fare del bene bisogna essere sempre disinteressati e non aspettarsi mai nulla in cambio, altrimenti si rimane facilmente delusi.
Una volta lessi una massima che all’incirca diceva così: spargi intorno a te delle azioni positive, facilmente gl altri ti imiteranno. Qualche volta riesco a metterla in pratica, anche nelle picccole azioni, e ho verifiato che ciò accade.
Nadia, pensavi a Berlusconi e Monti?
Per Adriano. Veramente no, non pensavo a loro in particolare, anche perché mi si direbbe di avere la sfera di cristallo, che purtroppo non possiedo. Per mia esperienza c’è una certa ripetitività nei comportamernti umani, tanto che spesso nemmeno dagli errori s’impara nulla. E forse, in parte, va bene così. Attenzione. ho detto in parte, non sostengo sia giusto o sbagliato.
se si fa del bene lo fai solo perchè ne sei convinta , e non ti aspetti nulla in cambio , altrimenti non è più bene . le dame della san vincenzo si rotolano nel loro “far del bene ” e si mostrano dicendo ” vedete come siamo brave ” avete mai parlato con loro ? sono il vuoto assoluto , ciao buona giornata
Dipende. Si può fare del bene e non ricevere nulla in cambio, ed anzi essere magari derisi e disprezzati; così come si può fare molto del male e passarla liscia, anzi essere “ammirati”.
E’ la differenza fra un conoscente e un amico. Il primo dice “se posso fare qualcosa per te…”, mentre il secondo sa cosa c’è da fare e lo fa lo fa direttamente senza stare a chiedere.
Mariam quanbti anni hai? Attenta sono troppe le cose da fare per pensarci dopo.
Bella questa massima..ma di chi è? Voglio proprio seguirla, poi vi farò sapere come è andata!