24Nov 11
Non si diventa migliori…
Non si diventa migliori cercando di essere migliori. Lo si diventa facendo emergere il bene che c’é in noi.
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Non si diventa migliori cercando di essere migliori. Lo si diventa facendo emergere il bene che c’é in noi.
quindi chi è peggiore aiuta i migliori ?
Cos’è bene, cos’è male?
Esempio n.1: Un leone rincorre una gazzella e non la raggiunge. La gazzella ha salva la vita, sua e dei suoi piccoli e il leone digiuna e non sfama i suoi cuccioli incapaci di procurarsi il cibo.
Esempio numero 2: un leone insegue una gazzella, la raggiunge e la divora. La gazzella perde la vita assieme ai suoi piccoli, il leone si sfama e sfama i suoi cuccioli.
Quale dei due episodi è da classificare come bene o come male? E se ci fosse la mamma di due cuccioli d’uomo al posto della gazzella? Sì, lo so, il leone verrebbe chiamato “bestia assassina” e verrebbe uccisa. Ma qualche ragionevole dubbio rimarrebbe.
L’arcano a mio parere potrebbe essere risolto mostrando un po’ di umiltà nell’accettare le leggi di natura, nel seguire con intima assoluta convinzione sia il 1° Comandamento della Bibbia (in tutti i casi come minimo consolatorio) sia quel comandamento sempre della Bibbia che ordina di amare gli altri come se stessi. Tengo ovviamente conto che amo gustare la “peverada”, il “musetto”, lo stufato di … ; il che presuppone l’uccisione di un animale: un delitto per gli animalisti; ma allo stesso modo accetto che in una savana, da solo e senza armi, sarei un boccone prelibato per un leone od un branco di iene in preda alla fame. La faccenda si complica quando invento altri criteri per stabilire ciò che è bene e ciò che è male e pretendo di imporli ad altri, specie se basati sul 1° Comandamento: un hobby questo molto comune, molto pernicioso e di esclusiva pertinenza di noi umani, assente nel regno animale. Come direbbe il mio Santo preferito, auguro a tutti “Pace e bene”.
Gia’ che c’era la Redazione poteva anche citare l’autore della frase;
Eckhart Tolle, dal libro “A new Earth”.
un filosofo scrisse: se un uomo ha bisogno, tu aiutalo: non perchè lui è un uomo, ma perchè TU SEI UN UOMO…..
E’ un pensiero “secondo”. Manca il primo che stabilisce cosa è bene e cosa è male. Stabilito il criterio possiamo speculare sulle modalità di realizzare il bene, e certamente il primo passo è quello della sincerità, anche spietata, con noi stessi. Riconoscere le proprie “malattie” e iniziare a curarle. Insomma, l’ascesi.
Siamo un composto di miliardi di atomi materiali ed immateriali in continuo movimento, condizionati da relazioni desiderate o meno con infiniti composti esterni di atomi in continuo divenire. Cos’è bene cos’è male? Esistere è bene, non esistere è male. Vivere bene la propria esistenza è bene, vivere male la propria esistenza è male.
Così parlò “Zaratustra”? Così parlò “Aristotele”? No: “Quelo”.
Come amava dire “Guzzanti-comico” degno seguace dell’inarrivabile “Aristofane” il padre del pensiero e della civiltà occidentale.
C’e’ un catastrofico conflitto d’interesse…, chi non direbbe di essere il migliore, chi e’ colui che si pone alla discrezione degl’altri…? Io con tutta l’umilta’ di cui mi posso fare carico avrei mille riserve a giudicarmi, tantomeno potra’ fare il mio prossimo che non si dichiarerebbe mai inferiore agl’altri…
Sì, è vero, ma il bene è un pò come l’acqua che si frange sulle spiagge ma poi non lascia traccia. E’ un giusto viatico ma senza la grinta (non la cattiveria) non si va da nessuna parte………
Io vorrei far emergere il male che c’è in me, ma, mi vergogno.
Dio non esiste altrimenti morirebbe di solitudine
Perchè sminuire delle chiacchiere millenarie c’è ancora chi si interessa di archeologia, per fortuna! Mi sembra importante considerare che bisognerà pur fare dei distinguo tra bene e male anche se questi distinguo dovessero cambiare nel tempo non significa che non ci sono, ci verrebbero a mancare capacità di analisi, senso critico e interesse ad emettere un giudizio personale, che peccato perdersi degli elementi che potrebbero comunque aiutarci ad avvicinarci a qualche misteriosa verità. Non mi piace considerare il tutto che ci avvolge e ci penetra completamente definito, pare che la ricerca continui ad andare avanti nel famoso tunnel!
“Chi può interessarsi ormai delle chiacchiere millenarie sul bene e sul male, quando s’è trovato che non si tratta di «valori costanti» ma di «valori funzionali », cosi che la bontà delle opere dipende dalle circostanze storiche e la bontà degli uomini dall’abilità psicotecnica con la quale si sfruttano le loro capacità.” – da Der Mann ohne Eigenschaften. E ancora Nietzsche: “il bene e il male sono membri di una funzione non i valori scetticamente relativi”..
Si diventa migliori, cercando di essere migliori, facendo emergere il bene che c’é in noi.
Ho riassunto le due affermazioni, ma ciò che bisogna stabilire è capire che cosa s’intende per bene, se intendiamo per bene l’ empatia, la solidarietà, l’altruismo, e quindi rinunciare all’egoismo, all’utilitarismo, ed allora lo sforzo di essere migliori è finalizzato a valori positivi e sicuramente andrà a buon fine. Oggi è un’epoca di cambiamenti, un ritorno ai valori etici è cosa auspicabile, perchè in questi ultimi decenni ci siamo lasciati andare ad essere superficiali e furbi, e ora di tornare ad essere persone semplici con un pò di scaltrezza che non guasta, e ora di ricominciare.
“il bene” ed “il giusto” sono interscambiabili ?
Considerando che l’essere umano agisce molto per imitazione, direi che si tratta di osservare da quale modello di riferimento si parte, per migliorarlo.
Considerarsi in funzione di imitazione di un modello mi sembra un’esperienza insidiosa sia perché qialsiasi modello potrebbe essere considerato positivo, sopratutto quando è giudicato con superficialità, sia perchè limita la creatività personale e la voglia di mettersi alla prova senza considerare unicamente i riferimenti del mondo circostante. Ho rivisto Zelig di Woody Allen….in fondo si cerca di imitare per non essere esclusi o per essere amati e considerati, finendo per nascondere se stessi, ci si potrebbe anche abituare e dimenticare quello che ci appartiene veramente.
L’inversione del noto distico cartesiano lascia scorgere un atteggiamento di (aristotelico) buon senso: non possiamo dominare il nostro essere (e tantomeno il mondo) semplicemnte pensando. Non possiamo fare a meno di avere idee, le idee vanno pensate, elaborate, espresse – soprattutto confutate – per essere veramente “a tutto tondo”. Poi bisogna tradurle in atti concreti; occorre riprtarle all’essere. Un sano realismo (ontologico e morale) ci consentirebbe di evitare le malie di una razionalità autocentrata, velleitaria e dispotica, che pretende di produrre l’essere e il suo senso e ci consentirebbe di riconoscere “ciò che è” per lasciarlo essere, conservarlo e arricchirlo scoprendo i suoi più sorpendenti e nascosti valori.
Mi colpisce quanto sia forte la convinzione di essere tutto e di poter gestire completamente e senza incertezza il proprio percorso. Mi piace ricordare però, quanto le relazioni che abbiamo ci caratterizzano e ci fanno crescere, migliorare forse, dai banchi di scuola in poi, dai libri che leggiamo o non leggiamo, dalle scelte che facciamo o rimandiamo, dagli occhi che ci guardano e ci svelano aspetti del nostro essere che non sospettavamo di portarci dietro, tutto questo e molto altro esiste ed esiste per farci essere quello che siamo e non mi sembra poco.
maria, scusa…ma che c’entra l’età? MIGLIORE rispetto a ki? rispetto a cosa? ma non t’è mai venuto in mente che noi non siamo il REGISTA della nostra vita? noi viviamo attimo dopo attimo senza prove….l’unica nostra salvezza sta nel fatto che SEMPRE dobbiamo sentirci BENE CON NOI STESSI il giudizio degli altri non ci può interessare, ognuno giudica secondo il proprio metro di misura che è conforme al proprio carattere e il proprio sentire…poi scusa, ma come si può giudicare dall’esterno senza aver VISSUTO quel momento???? A me ‘ste teorie me stanno a stufà!!! ormai sembra che si debba seguire più la teoria che la realtà in ogni fase della vita quotidiana…ooohhh!!! la vita passa e và, e, il nostro dovere è VIVERLA ovviamente al meglio secondo nostra possibilità, e… altra cosa veramente importante ACCONTENTIAMOCI ricordiamoci che il meglio è NEMICO DEL BENE !!! CIAO MARI’
Diventare migliore con l’età che avanza mi sembra sempre più difficile. Sento di aver perso l’ingenuità, la fantasia, la capacità di giocare e di inventare che caratterizzano l’infanzia e anche l’adolescenza; quella leggerezza che Fiorello ha dimostrato di possedere e che ci ha colpito tutti. Molto di quello che si era si perde e quindi costruire un sè nigliore richiede un impegno quotidiano fatto di volontà e coraggio.
Per me, il tema rappresenta una sfida spontanea legata più all’inconscio, all’irrazionale, all’istinto. “Fare emergere qualcosa di buono”, è diverso che “cercare di essere migliore di….”. Ognuno di noi è ricco di doti naturali che usa in maniera inconscia, nella propria esperienza di vita e professionale. Da sempre l’uomo si riconosce in talune abilità o talenti, e questo gli permette di vivere sui propri punti di forza, utilizzandoli al meglio. Ma conviene conoscere queste abilità divese, e capire così le possibilità dei nostri ruoli nello srotolarsi, più o meno veloce, della vita. La coscienza può farci da specchio interno, mentre l’occhio esperto di competenti, ci aiuterà dall’esterno, a vedere le nostre tendenze o il carattere attitudinale. Ognuno, poi, agisce in maniera razionale ed emozionale, faticando parecchio nel gestire i propri sentimenti. Una persona coltissima, dal punto di vista razionale, può essere un vero disastro nell’emotività e gestire male le sue capacità relazionali. Non è facile avere un buon equilibrio. Non so neppure, quanto senso abbia, oggi, comportarsi come un buon padre di famiglia, nei confronti di nostri collaboratori, parenti, amici. Saremo capaci ancora di rimproverare, responsabilizzare o dire di no?
…senza confronto e finalità non serve.
eliostrazzabosco
VALE ANCHE PER IL VOSTRO DIRETTORE?
“Migliori” in che senso?
“Non si diventa meccanico cercando di essere meccanico. Lo si diventa facendo emergere il meccanico che c’è in noi.”
Ci sarà un po’ di meccanico in noi (anche se nel mio caso lo dubito), ma anche se ci fosse in me un grande meccanico, dovrei avere l’umiltà di capire che prima di me ci sono state generazioni di bravi meccanici dai quali devo imparare.
99% perspiration / 1% inspiration
“Migliore” (come il progresso) è comparativo il cui superlativo è sconosciuto.
Solo Dio fa i 100 metri in 0.0 secondi (e anche meno)
Lo si diventa cercando di far emergere il bene che è in noi.
Perché in quel ‘cercar di fare’ c’è una precisa volontà; dunque un impegno che può richiedere, addirittura, lo sforzo.
Perché il bene che è in noi non scaturisce a semplice comando.
Divento migliore solo se migliore lo voglio veramente diventare.
Pubblicalo. Se vi sono scritte cose sensate qualche persona intelligente lo apprezzerà. Mettilo in rete, invece di farti pubblicità spicciola…
ho scritto un libro che potrebbe insegnarlo
…ehmm..già….è la domanda che mi sono sempre fatto: ma il “Bene” che cos’ è?
Ho trovato infiniti esempi dove è facile confondere il bene con il male e viceversa……..
Dunque, a chi compete stabilire se la parte emergente è bene o male?….
L’ alternativa? Ho sostituito il concetto di “bene” con “creativo” che è antagonista a distruttivo.
Regards
Esistono in ogni persona due componenti da cui poi si sviluppa tutto il resto, sono le vie di partenza verso strade opposte ma spesso autocompensanti proprio a causa della diversità. Sono il bene ed il male, il bianco ed il nero, e quante altre descrizioni si vorranno adottare partendo da tale presupposto.
Origini chimiche o metafisiche che le si voglia riconoscere, tutta la nostra vita si basa sull’equilibrio tra questi due componenti, che si dosano per libero arbitrio o per uno stato di caos apparente.
Essere migliori è un sistema di misura del bene? Il bene è un prodotto socialmente vendibile, ma quanto il vero ed il giusto esso è pure motivo di grande confusione, di vittoria ed imbarazzo.
Dio per primo, nella sua onnipotenza, per la ricerca del bene ha fatto stragi e inflitto penitenze, si può essere migliori di lui?
Si può essere migliori di noi stessi e degli altri se le nostre azioni trovano l’approvazione delle persone con cui ci troviamo ad interagire.
Non siamo noi a decidere se siamo migliori, sono i grandi numeri dell’approvazione collettiva a darci quel confortante giudizio.
Ognuno è giudice di se stesso, ma le sentenze sono sempre un atto collettivo, a cui si dovrà infine dare la necessaria riserva di errore o rivalutazione.
Se c’è…
Pienamente d’accordo. E’ anche prova di sensibilità ed armonia interiore. Saluti.
Il meglio che è in noi, spesso resta solo uno specchio nel quale ritrovarsi meno soli.
E infatti fai bene a pensarla così Laura…Nell’uomo non c’è alcun bene, causa della caduta adamitica. Soltanto attraverso una “rinascita spirituale” che avviene per opera di Dio, senza meriti, nè sforzi da parte nostra, riusciremo a scoprire e a vivere come Egli ha pensato per noi e a tenere sotto controllo tutte quelle componenti negative che non ci fanno vivere bene, nè avere il giusto rapporto con gli altri. Senza il legame con Colui che ci ha creati, tutto è molto più pesante e difficile.
Da una semplice frase scaturisce tutto questo bailamme, al quale partecipo. Vi fa paura il bene, dico? O vi sentite semplicemente in colpa, perché per essere migliori, preferite essere più vendicativi, amare di più voi stessi, concepire il bene come qualcosa di relativo…
Mi dispiace e mi intristisce (checché ve ne importi, chiaro) il livello dei commenti. Il bene assoluto esiste, signori e signore. Le figure retoriche ornate ed i ragionamenti arabescati che dipingete per dimostrare il contrario ne sono la prova. L’intelligenza è semplice. La conoscenza è chiara, e nemmeno voi sapete bene cosa state dicendo. Ricordate Einstein: “se non lo puoi far capire ad un bambino di cinque anni, vuol dire che non lo sai nemmeno tu.”
Vi lascio con un mio pensiero: “se nessuno cerca il bene, come sarà possibile trovarlo?”
Mi piace il ragionamento che aggiungi Hanna. È difficile parlare del bene e del male in termini generali, dipende da moltissime cose…ma, in ogni caso, penso che è necessario per migliorare la convivenza e la società il fatto che ci siano certe regole su quello che si deve o non si deve fare. Il post invita molto alla riflessione e questo mi piace. Buona giornata
Ottimo! insomma, hai ricetta per ogni evenienza, notando solo casi utili
Scusate ma oggi “non gira” come dovrebbe…almeno per me.
Ma che vuol dire??
Con questa storia del bene a priori proprio non ci vado d’accordo.
In ciascuno di noi ci sono molte componenti (se mi guardo dentro mi pavento eh eh eh) e non c’è demarcazione netta temo.
Un po’ di “bene”, un po’ di sano egoismo, un tantinello di vendicatività, la giusta dose di “cattiveria”.
E’ integrando tutto questo e accentando di essere un po’ tutto e il contrario di tutto, eppure stimarsi e volersi bene ugualmente, è questa l’unica strada che conosco per far emergere il meglio di noi stessi.
Stè frasi che parlano di “bene” in modo astrattatto e perbenista mi irritano non poco…forse perchè non le capisco.