NO, caro Walter Bedell Smith…troppo materialista e senza anima! Il tuo commento non mi piace!!! Anche se il tuo commento, purtroppo è in sintonia…con il mondo in cui viviamo. E…i risultati…sono sotto gli occhi di tutti! Spero che tu ti ravveda! Buona fortuna…a te!
Walter Bedell Smith il
21 Marzo 2012 alle 15:49:
Ci giriamo intorno, ma alla fine se hai soldi da poter soddisfare con velocità i tuoi desideri, vivi meglio, più felice e più sereno!!!
Auguri a chi ne ha e buona fortuna a chi li cerca!
salvatore il
20 Marzo 2012 alle 20:27:
per capire che il poss… poss.. bisogna prima possedere.
Adriano da Cingoli il
18 Marzo 2012 alle 12:06:
Rispondo anche a Maria Angela che mi sembra abbia colto una verità importante.
Infatti quando la Persona è consapevole di essere niente, e solo allora, si sperimenterà la vera gioia.
Quanto tempo ci voglia è nell’esperienza di ciascuno; per alcuni un giorno e per altri tutta una vita. Auguri di buona Domenica.
Vivo dal 01/11/2003 in “Felicità perfetta” in termini di “Pienezza dell’Essere”. Vale a dire, che ho raggiunto la condizione SOLIPSISTICA di DIO. È davvero bello sentirsi debole uomo e tranquillo come Dio.
La prova di quanto affermo? Le due seguenti:
1) In data 08.05.2006, sono stato giudicato con sentenza, IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, di essere soggetto NON IMPUTABILE da reato commesso x INCAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE.
2) In data 29/01/2008, sono stato definitivamente accertato dall’INPS “Invalido civile totale”, con menomazione psichiatrica: “Disturbo delirante della personalità con grave compromissione del funzionamento personale e sociale”.
Questi documenti sono pubblicati sul sito.
Quando ho proclamato, alla fine dell’Anno Santo 2000, IN NOME DI ME STESSO, tutti gli amati connazionali: HANDICAPPATI PSICHICI. È mio diritto/dovere curare e guarire. Vale a dire che, dal mio “Manicomio privato” devo LIBERARE tutto il prossimo dal “Manicomio Italia”. Ci riuscirò? Chi vivrà vedrà! 🙂
Felicità è non essere posseduti, ma: sapere che qualcuno ti ama, avere amici quando li cerchi, ben vissuto quando dovrai morire, vivere virtuosamente, avere fede o almeno sperare di trovarla, essere saggi, non fare del male…felicità è…possederla…e…amarla…
Fromm: Essere o avere…Non-essere o non-avere? A ciascono la “sua” risposta. Dipende da noi…cercare la verità nascosta, rovistare nel nostro animo…senza mentirci…e senza mentire agli altri…
Fromm: Essere o avere?…Non-essere o…non-avere? A ciascuno la ” sua” risposta…quella dentro di noi, senza maschere o imbrogli.
Benedetto il
16 Marzo 2012 alle 16:01:
Possedere è un termine che evoca la padronanza di un qualcosa che può riferirsi ad un oggetto, ad una persona, ad un ‘idea la parola comunque implicitamente ci riconduce ad un legame emotivo che intratteniamo con quanto suddetto, cioè l’attaccamento. Questo comportamento lo possiamo verificare con un esempio banale, provate a guardare in solaio, in cantina quanti oggetti conserviamo, perchè “potrebbero tornarci utili”, e che in realtà dimentichiamo di avere, questo è il possedere anche l’inutile, cioè quello che si evidenzia in ogni tipo di legame c’è una componente emotiva difficilmente estirpabile dalla mente. Possedere psicologicamente ci fornisce un sistema di riferimento al quale riferirsi per compensare la nostra personalità che richiede tale atteggiamento mentale e senza il quale ci sentiamo privati di una parte dell’io che si affida al possesso per essere, cioè sono l’insieme di quello che possiedo, l’insieme dei desideri che vorrei esaudire.
Giuseppe il
16 Marzo 2012 alle 07:48:
Caro Alessandro, Ti sei posto la domanda piu’ importante della vita. Se il Tuo orizzonte e la fine, dopo i 100 anni su questa terra, hai ragione, che si campa a fare. Ma la verita’ e’ un’altra. Prova a leggerTi l’Evangelo di Giovanni e scoprirai perche’ e’ venuto sulla terra Gesu’ e, man mano che leggi, fidati di cio’ che Lui Ti dice e poi sperimentalo. Vedrai che scoprirai perche’ sei nato e quale futuro Ti aspetta. La vita, quella eterna, non finisce qui. Arrenditi alle promesse di Dio e scoprirai il futuro glorioso che aspetta tutte le persone che decidono di appartenere a Gesu’, ora che sei in vita, non dopo la morte. Sei Tu che decidi come vivere per l’eternità, cominciando da adesso. Ti lascio il mio recapito se vuoi sapere di piu’: 348 60 24 856
Nadia Vouch il
15 Marzo 2012 alle 20:42:
Potrei risponderLe molte cose. Tra esse quella che anche i nostri dubbi e le nostre domande possono essere utili e d’aiuto ad altri. Nessuno di noi ha davvero una risposta, ma forse è giusto così.
Alessandro il
15 Marzo 2012 alle 08:20:
Io non sono un filosofo od altro, ma voglio riassumere tante cose in una domanda:
CHE CAMPIAMO A FARE ??
giancarlo il
14 Marzo 2012 alle 15:08:
possedere è una brutta parola, senza significato, abusata dai media che filosofeggiano l’importanza dell’essere. In pratica non possiamo farci nulla; siamo o possediamo il nostro carattere, la nostra dignità ? Non se ne esce. Nulla può essere veramente posseduto ma con questo non bisogna mai smettere di desiderarlo, aiuta a migliorare la percezione della nostra vita. Questo però a patto di essere ben consapevoli e preparati all’insuccesso. Anche questo peraltro è pura illusione.
Nadia Vouch il
13 Marzo 2012 alle 22:00:
Comunque noi possiamo possedere solo ciò che concepiamo. Non potremo mai possedere tutto il male o tutto il bene del mondo. Crediamo di sapere. E’ la nostra stessa capacità di conoscenza a limitare la nostra capacità di possesso. Sono le nostre insicurezze e le nostre paure a lasciare che altri possano esercitare su di noi un possesso. Tuttavia, lo stesso concetto di possesso è soltanto uno tra gli altri, al limite infiniti, e forse possibili, concetti o pensieri della mente umana. Quindi, il possesso è solo uno dei nostri , al limite infiniti, aspetti.
michele il
12 Marzo 2012 alle 17:17:
La felicità,non si può avere in questa condizione esistenziale umana,perchè il nostro corpo è un corpo umano diviso tra l’essere o maschio o femmina.
Inoltre,abbiamo continuamente bisogni da sodisfare senza mai poterli appagare
completamente.Siamo esseri umani,ma simili agli animali. In questa terra ci troviamo in valle delle lacrime dove prevale la lotta per ottenere la felicità,ma che confondiamo con l’illusione della ricerca del piacere,che è inmmagine della gioia della libertà vera.Noi sappiamo cos’è la felicità,ma l’abbiamo dimenticata o persa.
Ora la vogliamo ritovare,perche non possiamo vivere senza,con il posseso delle cose o dei corpi che non ci appartengono.Questa è la ragione per cui vige lo stato conflittuale tra gli esseri di questo mondo.
Ma il mondo non è solo questo.La vita è una esperienza per salvarsi dal male in cui ci ritroviamo ad essere.Qual’è la soluzione a questo problema?. Vivere per l’altro,per gli altri,e non per sè stesso.Questa è la risoluzione del problema del “debito”,
Io rispondo che i sentimenti non sono un possesso… anzi nei momenti buii e grigi della propria esistenza scopri veramente chi ti sta vicino… le persone che veramente ti vogliono bene.. c’è un detto che calza a pennello… uno raccoglie quello che ha seminato… anche nei sentimenti e nei rapporti umani. Si puo’ essere poveri ma nessuno ha il diritto di rubarti la propria dignità!
pa il
12 Marzo 2012 alle 10:55:
si può possedere veramente solo sé stessi
Bianchetti Andreino il
11 Marzo 2012 alle 21:44:
“…dimenticando che il possesso possiede”. Visto che in passato, in nome di un Dio “posseduto”,”proclamato” e “imposto”, da religioni diverse e in modi diversi, si sono fatte tante guerre e tanti morti, non sarebbe meglio, per un credente, rinunciare al “possesso” di Dio, ma non all’attesa dello Stesso, come pensava un noto teologo negli anni sessanta. Si può perdere Dio durante la vita, durante la storia; ma non il desiderio o la voglia di riconoscerlo, ritrovarlo con un percorso personale? Poichè la vita non è solo lavoro e divertimento, ma anche tempo di aspettativa di qualcuno e studio di qualche cosa. Se la globalizzazione ci aiutasse a capire, in parte, le diverse “Verità”, i verbi possedere e appartenere assumerebbero significati più flessibili.
Silvio Valenti de Widerschaun. Avila, Caracas, Venezuela il
10 Marzo 2012 alle 13:22:
Da pitagorico che vivendo dello stretto necessario ha recuperato il senso della vita e la libertà dello spirito, propongo una riflessione sul brano che segue:
“L’Uomo è insuperbito dalle sue conquiste e bramoso di raccoglierne i frutti, fermo nel proposito di tesaurizzare a mille doppie i formidabili progressi tecnologici e la vertiginosa crescita economica. La paratonia d’una spropositata rete d’informazione sottomette le coscienze al miraggio dell’avere illimitato: più ricchezza, più consumo, più felicità. Si favoleggia di un terzo Millennio senza povertà, senza guerre, senza malattie, senza inquinamento. Poi, da statistiche e proiezioni, balza fuori un’opposta realtà: già ora «quasi un miliardo e trecento milioni di indvidui vive con meno di un dollaro al giorno e quasi un miliardo manca del minimo fabbisogno alimentare»; nei soli conflitti locali si preve-dono parecchie centinaia di migliaia di vittime all’anno […]A questo punto, se l’astrologo invece di crepare vede giusto, bisogna dire che l’Uomo ha seminato vento nel ventesimo secolo per raccogliere tempesta nel ventunesimo.
Questo bipede sfasciatutto, che un bizzarro statista definì Hergottesaffe (‘Scimmia di Dominiddio’), ha confezionato con le sue mani la frusta per il suo sedere; ma non se ne avvede, accecato com’è dall’avidità e dall’orgoglio di sentirsi artefice della sua storia. Storia meschina, terra terra, impastata di materialismo pratico entro i confini dello spazio e del tempo dove non c’è posto per un dio qualsiasi, né per una fede in qualcosa”.
F.BRAVI, La Coroncina dei Sette Vizi, Bolzano (CSA)2001, pag..22.
Nadia Vouch il
9 Marzo 2012 alle 21:33:
“carolina” mi insegna che soltanto chi sa cosa significhi possedere può comprenderne anche la privazione, soffrirne, ma farsene anche una ragione.
Idiozie.
Avere più “soldi”, perché di questo che si parla, significa avere più MEZZI.
La felicità è invece un FINE, ed è ovvio che i SOLDI non equivalgono alla felicità.
Però con i MEZZI, se sei in grado di capire qual è il tuo FINE, sei in grado di raggiungerlo.
Se viceversa sei un povero mentecatto e NON SAI COSA VUOI, i soldi non ti aiutano certo a capirlo. Rimani frustrato e vai in giro raccontando str…te sul possesso che possiede.
richi il
8 Marzo 2012 alle 15:01:
Quando incontri la libertà che per te non è una risposta , neppure una domanda , forse è per questo che dovresti essere felice? Una ricompensa dopo uno sforzo partecipato,prolungato avrebbe senso o logica; certamente se la gratifica è spendibile nell’auto considerazione senza narcisismi, per lo spunto meglio se al debole non rancoroso, al malato sereno. Disincantato dalla vana gloria , coinvolto, convinto, mai posseduto o spersonalizzato o drogato. Visitare le grandezze con la chiave dei sentimenti d’amore concilia con ispirazione , produce sereno equilibrio. Capire per sentire , è sempre tempo per le sintonie decifrate, non sei nel tempo se non capisci, non ami. Se sei vittima di gioco assurdo il paradosso ti regala la tua logica …sei possessore dinamico se spendi e ti vedi condiviso , sei utile e salvo , forse pure felice.
carolina il
7 Marzo 2012 alle 17:12:
Possedere è sicuramente un’esperienza fondamentale di ciascuno, in diversa misura, nelle diverse età, e, comunque, è motivo di azione nella direzione verso l’obiettivo che ognuno sceglie per sè: più beni, più comodità, più conoscenza, più notizie, più amici, più esperienze…
Ma quando ho perso il possesso di un prezioso gioiello, dopo un senso di smarrimento, trovai consolazione nel pensiero… di averlo posseduto, e che qualchedun altro se lo stava godendo come era capitato a me.
E’ bello avere tanto, ma il possesso più importante è la possibilità di pensare.
Nadia Vouch il
9 Marzo 2012 alle 21:26:
Ma solo quando perdi ciò che credevi di avere te ne accorgi, o sbaglio?
simon franco il
7 Marzo 2012 alle 16:31:
le solite sparate di qualche filosofo che vuole provocare. Io dico solo questo: quando riesco ad ottenere qualcosa in più sono decisamentre più felice. Tutte le magagne che possono capitarci non guardano se sei ricco o povero.
eleonora 41 il
2 Maggio 2012 alle 08:53:
convinto che la vita sia bella ? personalmente è un grande schifo. ho dato assistenza a dei poveri cristi che vivevano in miseria , al tempo non mi adiravo . oggi mi sento presa per i fondelli . più c’è miseria più fanno figli , tanto ci pensa la chiesa a mantenerli . una volta si diceva ” i soldi non fanno la felicità” provate a non averli . Mia nonna diceva ” essere poveri non vuol dire essere sporchi ” e aveva ragione . molti credono che la sporcizia sia sintomo di povertà , io dico è solo indice di pochezza nell’anima , esattamente come il ricco , straricco , che ha rubato agli italiani , vedi CASINI E AMATO
Nadia Vouch il
9 Marzo 2012 alle 21:19:
Il concetto del continuo divenire è qualcosa che mi appartine. La ringrazio per averlo qui, riprendendo una mia frase, ricordato. Anzi, questo “io sono in continuo divenire”, quando l’ho espresso difronte a qualcuno, ho scorto più volte un senso di smarrimento in chi mi stava difronte. Quando nasciamo in realtà non abbiamo senso di possesso alcuno. Abbiamo solo esigenza di aggrapparci alla vita, alla madre in primo luogo. Poi, iniziamo, con grande fatica, ad esplorare l’ambiente. Il senso del possesso è qualcosa che apprendiamo solo dopo, in tempi diversi.
Bianchetti Andreino il
6 Marzo 2012 alle 16:13:
“Ma, se nulla hai, spesso hai nessuno accanto.”. Dipende, perchè, se si riferisce a cose, oggetti, potere, danaro…sono d’accordo; ma se uno ha solo la vita, anche precaria, è già un gran possedere. Credo che possedere la vita sia il massimo degli averi della Terra. Pensa se non fossimo mai nati, mai esistiti. Grazie Natura, grazie genitori. La sofferenza spesso, ci fa maledire la vita, ci fa odiare l’esistenza, è vero anche questo; ma se non avessimo mai aperto gli occhi sarebbe stato peggio. Noi siamo possessi di Uno possidente più grande di noi, più forte di noi, di Uno che ci ha voluti e che non siscorda mai di noi. Possedere la nostra vita diventa l’avventura più impegnativa del creato, diventa la gestione più discussa e contraddittoria tra il nostro continuo divenire e l’andare oltre il tempo.
davide il
6 Marzo 2012 alle 15:29:
Occorre avere più Cuore in ogni espressione della vita per avvicinarsi alla felicità : quello è l’unico possesso che un Uomo può tesaurizzare.
andrea il
6 Marzo 2012 alle 07:57:
Credere nella felicità, fa dimenticare il possesso dell’essere.
Giuseppe il
16 Marzo 2012 alle 07:22:
Condivido le espressioni di Maria Angela. Non condivido invece che Lei e’ meno del nulla. Ognuno di noi e’ unico e insostituibile. Dio ci ha dato un “bagaglio” genetico e morale che nessun’altro ha. Credo che l’infelicita, che piu’ o meno pervade la vita di ogni essere umano, puo’ essere tramutata in felicita’ soltanto accettandoci per quello che siamo e per cio’ che abbiamo. Non e’ l’avere ma l’essere che ci fa stare bene. Il vuoto che c’e’ nell’uomo puo’ essere riempito solo da Dio, che abbiamo lasciato fuori dal nostro cuore, ergendo sul trono il nostro io e una vita senza regole. Oggi non vanno piu’ di moda i valori ma le trasgressioni di essi.
avere di più DI COSA?
perchè avere più SOLDI,in certi casi significa sopravvivere.C’era una certa battuta”Se i soldi non danno la felicità,figuriamoci la miseria!”
avere più TEMPO, arrivati a una certa età sarebbe meraviglioso
avere più AMORE,un sogno….
e avere più LIBERTA’,quanti nel mondo darebbero la vita….
Insomma, bisogna chiarire a cosa si rfiferisce quel PIU’, e poi se ne discute
Nadia Vouch il
5 Marzo 2012 alle 18:57:
Ci sono molti e diversi modi di possedere. Si può possedere il frutto del proprio lavoro, oppure avere per nascita o per fortunata sorte. Si può persino possedere così tanto da dimenticare i singoli oggetti. Ma, se non si ha nessuno con cui condividere questo possedere, avere tanto o poco diviene insignificante. Altro è invece quando, giorno dopo giorno, si perde per necessità di quotidiana sopravvivenza ciò che si è posseduto. Cambia anche l’atteggiamento da parte degli altri, che spesso si ritraggono da chi, spossessato, viene giudicato perdente. Perciò, il possesso ha questo di strano: se hai molte cose potresti condividerle per essere felice. Altre volte devi lottare con altri per conservare il possesso. Ma, se nulla hai, spesso hai nessuno accanto. Dov’è dunque la scelta tra possesso e solitudine?
gianluigi il
5 Marzo 2012 alle 17:05:
Vero! Ma è una fase della vita che va consumata,poi ci si rende conto
che avendo almeno l’indispensabile si vive bene lo stesso. La ossessiva
ricerca del possesso toglie libertà,falsa i rapporti con il prossimo,può
isolare dal contesto.E’ la fase dell’apparire trascorsa la quale si può
arrivare a quella dell’essere.E’ un percorso lungo e faticoso,ma poi si
vive meglio ,in pace con se stessi e in empatia con gli altri!
Benedetto il
5 Marzo 2012 alle 16:47:
La felicità è un sentimento interiore che si prova in rare occasioni, una vincita potrebbe essere causa di felicità che precorrerebbe la prospettiva del benessere economico, ma non possiamo affermare che il denaro sia il fondamento della felicità perchè è una bugia, certo ci toglie qualche preoccupazione, ma la tranquillità interiore, intesa come uno stato di benessere fisico, ha la sua base nella salute fisica, senza la quale non c’è patrimonio che tenga.Giusta osservazione è che il possesso possiede, è un principio buddista, cioè l’attaccamento alle cose genera sofferenza ed è vero perchè alla fine ci condiziona l’essere legati all’effimero.
Fino a quando esisteranno giornalisti che, consideranol’ Infarto Miocardico Acuto “imprevisto ed improvviso” un inevitabile evento malefico,una punizione del Destino cieco (Dio è morto e non lo si può incolpare), alimentando nel popolo la falsa credenza del danaro-dio-potere, sulla misera terra si incontreranno individui che aspetteranno con ansia Babbo Natale e la Befana. La Scuola è al capolinea, i giornalisti non ancora, purtroppo!
….è possibile che tu …confonda sempre…il sacro con il profano ??????………….. Per……….Eleonora 41…..!!!!!
NO, caro Walter Bedell Smith…troppo materialista e senza anima! Il tuo commento non mi piace!!! Anche se il tuo commento, purtroppo è in sintonia…con il mondo in cui viviamo. E…i risultati…sono sotto gli occhi di tutti! Spero che tu ti ravveda! Buona fortuna…a te!
Ci giriamo intorno, ma alla fine se hai soldi da poter soddisfare con velocità i tuoi desideri, vivi meglio, più felice e più sereno!!!
Auguri a chi ne ha e buona fortuna a chi li cerca!
per capire che il poss… poss.. bisogna prima possedere.
Rispondo anche a Maria Angela che mi sembra abbia colto una verità importante.
Infatti quando la Persona è consapevole di essere niente, e solo allora, si sperimenterà la vera gioia.
Quanto tempo ci voglia è nell’esperienza di ciascuno; per alcuni un giorno e per altri tutta una vita. Auguri di buona Domenica.
Vivo dal 01/11/2003 in “Felicità perfetta” in termini di “Pienezza dell’Essere”. Vale a dire, che ho raggiunto la condizione SOLIPSISTICA di DIO. È davvero bello sentirsi debole uomo e tranquillo come Dio.
La prova di quanto affermo? Le due seguenti:
1) In data 08.05.2006, sono stato giudicato con sentenza, IN NOME DEL POPOLO ITALIANO, di essere soggetto NON IMPUTABILE da reato commesso x INCAPACITÀ DI INTENDERE E DI VOLERE.
2) In data 29/01/2008, sono stato definitivamente accertato dall’INPS “Invalido civile totale”, con menomazione psichiatrica: “Disturbo delirante della personalità con grave compromissione del funzionamento personale e sociale”.
Questi documenti sono pubblicati sul sito.
Quando ho proclamato, alla fine dell’Anno Santo 2000, IN NOME DI ME STESSO, tutti gli amati connazionali: HANDICAPPATI PSICHICI. È mio diritto/dovere curare e guarire. Vale a dire che, dal mio “Manicomio privato” devo LIBERARE tutto il prossimo dal “Manicomio Italia”. Ci riuscirò? Chi vivrà vedrà! 🙂
Felicità è non essere posseduti, ma: sapere che qualcuno ti ama, avere amici quando li cerchi, ben vissuto quando dovrai morire, vivere virtuosamente, avere fede o almeno sperare di trovarla, essere saggi, non fare del male…felicità è…possederla…e…amarla…
Fromm: Essere o avere…Non-essere o non-avere? A ciascono la “sua” risposta. Dipende da noi…cercare la verità nascosta, rovistare nel nostro animo…senza mentirci…e senza mentire agli altri…
Fromm: Essere o avere?…Non-essere o…non-avere? A ciascuno la ” sua” risposta…quella dentro di noi, senza maschere o imbrogli.
Possedere è un termine che evoca la padronanza di un qualcosa che può riferirsi ad un oggetto, ad una persona, ad un ‘idea la parola comunque implicitamente ci riconduce ad un legame emotivo che intratteniamo con quanto suddetto, cioè l’attaccamento. Questo comportamento lo possiamo verificare con un esempio banale, provate a guardare in solaio, in cantina quanti oggetti conserviamo, perchè “potrebbero tornarci utili”, e che in realtà dimentichiamo di avere, questo è il possedere anche l’inutile, cioè quello che si evidenzia in ogni tipo di legame c’è una componente emotiva difficilmente estirpabile dalla mente. Possedere psicologicamente ci fornisce un sistema di riferimento al quale riferirsi per compensare la nostra personalità che richiede tale atteggiamento mentale e senza il quale ci sentiamo privati di una parte dell’io che si affida al possesso per essere, cioè sono l’insieme di quello che possiedo, l’insieme dei desideri che vorrei esaudire.
Caro Alessandro, Ti sei posto la domanda piu’ importante della vita. Se il Tuo orizzonte e la fine, dopo i 100 anni su questa terra, hai ragione, che si campa a fare. Ma la verita’ e’ un’altra. Prova a leggerTi l’Evangelo di Giovanni e scoprirai perche’ e’ venuto sulla terra Gesu’ e, man mano che leggi, fidati di cio’ che Lui Ti dice e poi sperimentalo. Vedrai che scoprirai perche’ sei nato e quale futuro Ti aspetta. La vita, quella eterna, non finisce qui. Arrenditi alle promesse di Dio e scoprirai il futuro glorioso che aspetta tutte le persone che decidono di appartenere a Gesu’, ora che sei in vita, non dopo la morte. Sei Tu che decidi come vivere per l’eternità, cominciando da adesso. Ti lascio il mio recapito se vuoi sapere di piu’: 348 60 24 856
Potrei risponderLe molte cose. Tra esse quella che anche i nostri dubbi e le nostre domande possono essere utili e d’aiuto ad altri. Nessuno di noi ha davvero una risposta, ma forse è giusto così.
Io non sono un filosofo od altro, ma voglio riassumere tante cose in una domanda:
CHE CAMPIAMO A FARE ??
possedere è una brutta parola, senza significato, abusata dai media che filosofeggiano l’importanza dell’essere. In pratica non possiamo farci nulla; siamo o possediamo il nostro carattere, la nostra dignità ? Non se ne esce. Nulla può essere veramente posseduto ma con questo non bisogna mai smettere di desiderarlo, aiuta a migliorare la percezione della nostra vita. Questo però a patto di essere ben consapevoli e preparati all’insuccesso. Anche questo peraltro è pura illusione.
Comunque noi possiamo possedere solo ciò che concepiamo. Non potremo mai possedere tutto il male o tutto il bene del mondo. Crediamo di sapere. E’ la nostra stessa capacità di conoscenza a limitare la nostra capacità di possesso. Sono le nostre insicurezze e le nostre paure a lasciare che altri possano esercitare su di noi un possesso. Tuttavia, lo stesso concetto di possesso è soltanto uno tra gli altri, al limite infiniti, e forse possibili, concetti o pensieri della mente umana. Quindi, il possesso è solo uno dei nostri , al limite infiniti, aspetti.
La felicità,non si può avere in questa condizione esistenziale umana,perchè il nostro corpo è un corpo umano diviso tra l’essere o maschio o femmina.
Inoltre,abbiamo continuamente bisogni da sodisfare senza mai poterli appagare
completamente.Siamo esseri umani,ma simili agli animali. In questa terra ci troviamo in valle delle lacrime dove prevale la lotta per ottenere la felicità,ma che confondiamo con l’illusione della ricerca del piacere,che è inmmagine della gioia della libertà vera.Noi sappiamo cos’è la felicità,ma l’abbiamo dimenticata o persa.
Ora la vogliamo ritovare,perche non possiamo vivere senza,con il posseso delle cose o dei corpi che non ci appartengono.Questa è la ragione per cui vige lo stato conflittuale tra gli esseri di questo mondo.
Ma il mondo non è solo questo.La vita è una esperienza per salvarsi dal male in cui ci ritroviamo ad essere.Qual’è la soluzione a questo problema?. Vivere per l’altro,per gli altri,e non per sè stesso.Questa è la risoluzione del problema del “debito”,
Io rispondo che i sentimenti non sono un possesso… anzi nei momenti buii e grigi della propria esistenza scopri veramente chi ti sta vicino… le persone che veramente ti vogliono bene.. c’è un detto che calza a pennello… uno raccoglie quello che ha seminato… anche nei sentimenti e nei rapporti umani. Si puo’ essere poveri ma nessuno ha il diritto di rubarti la propria dignità!
si può possedere veramente solo sé stessi
“…dimenticando che il possesso possiede”. Visto che in passato, in nome di un Dio “posseduto”,”proclamato” e “imposto”, da religioni diverse e in modi diversi, si sono fatte tante guerre e tanti morti, non sarebbe meglio, per un credente, rinunciare al “possesso” di Dio, ma non all’attesa dello Stesso, come pensava un noto teologo negli anni sessanta. Si può perdere Dio durante la vita, durante la storia; ma non il desiderio o la voglia di riconoscerlo, ritrovarlo con un percorso personale? Poichè la vita non è solo lavoro e divertimento, ma anche tempo di aspettativa di qualcuno e studio di qualche cosa. Se la globalizzazione ci aiutasse a capire, in parte, le diverse “Verità”, i verbi possedere e appartenere assumerebbero significati più flessibili.
Da pitagorico che vivendo dello stretto necessario ha recuperato il senso della vita e la libertà dello spirito, propongo una riflessione sul brano che segue:
“L’Uomo è insuperbito dalle sue conquiste e bramoso di raccoglierne i frutti, fermo nel proposito di tesaurizzare a mille doppie i formidabili progressi tecnologici e la vertiginosa crescita economica. La paratonia d’una spropositata rete d’informazione sottomette le coscienze al miraggio dell’avere illimitato: più ricchezza, più consumo, più felicità. Si favoleggia di un terzo Millennio senza povertà, senza guerre, senza malattie, senza inquinamento. Poi, da statistiche e proiezioni, balza fuori un’opposta realtà: già ora «quasi un miliardo e trecento milioni di indvidui vive con meno di un dollaro al giorno e quasi un miliardo manca del minimo fabbisogno alimentare»; nei soli conflitti locali si preve-dono parecchie centinaia di migliaia di vittime all’anno […]A questo punto, se l’astrologo invece di crepare vede giusto, bisogna dire che l’Uomo ha seminato vento nel ventesimo secolo per raccogliere tempesta nel ventunesimo.
Questo bipede sfasciatutto, che un bizzarro statista definì Hergottesaffe (‘Scimmia di Dominiddio’), ha confezionato con le sue mani la frusta per il suo sedere; ma non se ne avvede, accecato com’è dall’avidità e dall’orgoglio di sentirsi artefice della sua storia. Storia meschina, terra terra, impastata di materialismo pratico entro i confini dello spazio e del tempo dove non c’è posto per un dio qualsiasi, né per una fede in qualcosa”.
F.BRAVI, La Coroncina dei Sette Vizi, Bolzano (CSA)2001, pag..22.
“carolina” mi insegna che soltanto chi sa cosa significhi possedere può comprenderne anche la privazione, soffrirne, ma farsene anche una ragione.
Idiozie.
Avere più “soldi”, perché di questo che si parla, significa avere più MEZZI.
La felicità è invece un FINE, ed è ovvio che i SOLDI non equivalgono alla felicità.
Però con i MEZZI, se sei in grado di capire qual è il tuo FINE, sei in grado di raggiungerlo.
Se viceversa sei un povero mentecatto e NON SAI COSA VUOI, i soldi non ti aiutano certo a capirlo. Rimani frustrato e vai in giro raccontando str…te sul possesso che possiede.
Quando incontri la libertà che per te non è una risposta , neppure una domanda , forse è per questo che dovresti essere felice? Una ricompensa dopo uno sforzo partecipato,prolungato avrebbe senso o logica; certamente se la gratifica è spendibile nell’auto considerazione senza narcisismi, per lo spunto meglio se al debole non rancoroso, al malato sereno. Disincantato dalla vana gloria , coinvolto, convinto, mai posseduto o spersonalizzato o drogato. Visitare le grandezze con la chiave dei sentimenti d’amore concilia con ispirazione , produce sereno equilibrio. Capire per sentire , è sempre tempo per le sintonie decifrate, non sei nel tempo se non capisci, non ami. Se sei vittima di gioco assurdo il paradosso ti regala la tua logica …sei possessore dinamico se spendi e ti vedi condiviso , sei utile e salvo , forse pure felice.
Possedere è sicuramente un’esperienza fondamentale di ciascuno, in diversa misura, nelle diverse età, e, comunque, è motivo di azione nella direzione verso l’obiettivo che ognuno sceglie per sè: più beni, più comodità, più conoscenza, più notizie, più amici, più esperienze…
Ma quando ho perso il possesso di un prezioso gioiello, dopo un senso di smarrimento, trovai consolazione nel pensiero… di averlo posseduto, e che qualchedun altro se lo stava godendo come era capitato a me.
E’ bello avere tanto, ma il possesso più importante è la possibilità di pensare.
Ma solo quando perdi ciò che credevi di avere te ne accorgi, o sbaglio?
le solite sparate di qualche filosofo che vuole provocare. Io dico solo questo: quando riesco ad ottenere qualcosa in più sono decisamentre più felice. Tutte le magagne che possono capitarci non guardano se sei ricco o povero.
convinto che la vita sia bella ? personalmente è un grande schifo. ho dato assistenza a dei poveri cristi che vivevano in miseria , al tempo non mi adiravo . oggi mi sento presa per i fondelli . più c’è miseria più fanno figli , tanto ci pensa la chiesa a mantenerli . una volta si diceva ” i soldi non fanno la felicità” provate a non averli . Mia nonna diceva ” essere poveri non vuol dire essere sporchi ” e aveva ragione . molti credono che la sporcizia sia sintomo di povertà , io dico è solo indice di pochezza nell’anima , esattamente come il ricco , straricco , che ha rubato agli italiani , vedi CASINI E AMATO
Il concetto del continuo divenire è qualcosa che mi appartine. La ringrazio per averlo qui, riprendendo una mia frase, ricordato. Anzi, questo “io sono in continuo divenire”, quando l’ho espresso difronte a qualcuno, ho scorto più volte un senso di smarrimento in chi mi stava difronte. Quando nasciamo in realtà non abbiamo senso di possesso alcuno. Abbiamo solo esigenza di aggrapparci alla vita, alla madre in primo luogo. Poi, iniziamo, con grande fatica, ad esplorare l’ambiente. Il senso del possesso è qualcosa che apprendiamo solo dopo, in tempi diversi.
“Ma, se nulla hai, spesso hai nessuno accanto.”. Dipende, perchè, se si riferisce a cose, oggetti, potere, danaro…sono d’accordo; ma se uno ha solo la vita, anche precaria, è già un gran possedere. Credo che possedere la vita sia il massimo degli averi della Terra. Pensa se non fossimo mai nati, mai esistiti. Grazie Natura, grazie genitori. La sofferenza spesso, ci fa maledire la vita, ci fa odiare l’esistenza, è vero anche questo; ma se non avessimo mai aperto gli occhi sarebbe stato peggio. Noi siamo possessi di Uno possidente più grande di noi, più forte di noi, di Uno che ci ha voluti e che non siscorda mai di noi. Possedere la nostra vita diventa l’avventura più impegnativa del creato, diventa la gestione più discussa e contraddittoria tra il nostro continuo divenire e l’andare oltre il tempo.
Occorre avere più Cuore in ogni espressione della vita per avvicinarsi alla felicità : quello è l’unico possesso che un Uomo può tesaurizzare.
Credere nella felicità, fa dimenticare il possesso dell’essere.
Condivido le espressioni di Maria Angela. Non condivido invece che Lei e’ meno del nulla. Ognuno di noi e’ unico e insostituibile. Dio ci ha dato un “bagaglio” genetico e morale che nessun’altro ha. Credo che l’infelicita, che piu’ o meno pervade la vita di ogni essere umano, puo’ essere tramutata in felicita’ soltanto accettandoci per quello che siamo e per cio’ che abbiamo. Non e’ l’avere ma l’essere che ci fa stare bene. Il vuoto che c’e’ nell’uomo puo’ essere riempito solo da Dio, che abbiamo lasciato fuori dal nostro cuore, ergendo sul trono il nostro io e una vita senza regole. Oggi non vanno piu’ di moda i valori ma le trasgressioni di essi.
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io sono il nulla????????
avere di più DI COSA?
perchè avere più SOLDI,in certi casi significa sopravvivere.C’era una certa battuta”Se i soldi non danno la felicità,figuriamoci la miseria!”
avere più TEMPO, arrivati a una certa età sarebbe meraviglioso
avere più AMORE,un sogno….
e avere più LIBERTA’,quanti nel mondo darebbero la vita….
Insomma, bisogna chiarire a cosa si rfiferisce quel PIU’, e poi se ne discute
Ci sono molti e diversi modi di possedere. Si può possedere il frutto del proprio lavoro, oppure avere per nascita o per fortunata sorte. Si può persino possedere così tanto da dimenticare i singoli oggetti. Ma, se non si ha nessuno con cui condividere questo possedere, avere tanto o poco diviene insignificante. Altro è invece quando, giorno dopo giorno, si perde per necessità di quotidiana sopravvivenza ciò che si è posseduto. Cambia anche l’atteggiamento da parte degli altri, che spesso si ritraggono da chi, spossessato, viene giudicato perdente. Perciò, il possesso ha questo di strano: se hai molte cose potresti condividerle per essere felice. Altre volte devi lottare con altri per conservare il possesso. Ma, se nulla hai, spesso hai nessuno accanto. Dov’è dunque la scelta tra possesso e solitudine?
Vero! Ma è una fase della vita che va consumata,poi ci si rende conto
che avendo almeno l’indispensabile si vive bene lo stesso. La ossessiva
ricerca del possesso toglie libertà,falsa i rapporti con il prossimo,può
isolare dal contesto.E’ la fase dell’apparire trascorsa la quale si può
arrivare a quella dell’essere.E’ un percorso lungo e faticoso,ma poi si
vive meglio ,in pace con se stessi e in empatia con gli altri!
La felicità è un sentimento interiore che si prova in rare occasioni, una vincita potrebbe essere causa di felicità che precorrerebbe la prospettiva del benessere economico, ma non possiamo affermare che il denaro sia il fondamento della felicità perchè è una bugia, certo ci toglie qualche preoccupazione, ma la tranquillità interiore, intesa come uno stato di benessere fisico, ha la sua base nella salute fisica, senza la quale non c’è patrimonio che tenga.Giusta osservazione è che il possesso possiede, è un principio buddista, cioè l’attaccamento alle cose genera sofferenza ed è vero perchè alla fine ci condiziona l’essere legati all’effimero.
Fino a quando esisteranno giornalisti che, consideranol’ Infarto Miocardico Acuto “imprevisto ed improvviso” un inevitabile evento malefico,una punizione del Destino cieco (Dio è morto e non lo si può incolpare), alimentando nel popolo la falsa credenza del danaro-dio-potere, sulla misera terra si incontreranno individui che aspetteranno con ansia Babbo Natale e la Befana. La Scuola è al capolinea, i giornalisti non ancora, purtroppo!