02Ago 12
Impreparazione
Non è curioso e triste che la maggior parte delle persone nella società moderna muore impreparata alla morte dopo aver vissuto impreparata alla vita
/* cookie law info CSS & JS */ ?>
Non è curioso e triste che la maggior parte delle persone nella società moderna muore impreparata alla morte dopo aver vissuto impreparata alla vita
Parlare apertamente di morte è una cosa buona perché rivela una certa propensione alla Verità; si chiamano i Novissimi.
Essi sono, infatti, Morte, Giudizio, Inferno e Paradiso.
Quando si inizia un corso di Esercizi spirituali la prima lezione è incentrata proprio sull’ultimo istante di vita.
Quando però un mio fratello nella fede annunciò la morte di una suora parlò di nascita al Cielo ed io lasciai correre ma subito ho risposto, quasi a riprendere in mano la Vera Vita, che avrei preferito conoscere nascite vere.
Ebbene sono trascorsi quasi venti giorni e non passa giorno che non ho notizie di nascite di figli e che diventerò nonno ancora una volta;sia Lode a Dio!
vedo che ormai nessuno più commenta questo blog fallimentare
canterò uina vecchissima canzone alla moderatrice o al moderatore fantasma
Scrivimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii
non lasciarmi più in peeeeeeeeeeeeeeeeena,
una frase,un rigo appeeeeeeeeeeeeeeena,
fa’ gioire questo cuoooooooooooooor!
Non solo io,ma molti altri commentatori dilettanti ci chiediamo perchè il/la moderatore/trice di questo blog non si fa vivo/a e non risponde e non tiene conto delle nostre osservazioni
Temi sempre pessimisti
Errore nel non uso di congiuntivo
Frase senza finale esatto(punto ? e” )
Silenzio sul lunghissimo silenzio
Probabilmente mette una frase a caso scelta in un “Prontuario di malinconie esistenziali” e poi se ne va a compiere qualche altra mansione.
Metiamoci a chiacchierare fra di noi,forse è più divertente
Tutto sommato quel genio di Woody Allen aveva capito quale è il nocciolo del problema, non la morte in quanto passaggio obbligatorio della vita, solamente l’ordine degli eventi.
Allen ha detto <>
Meno male…
dopo 2 commenti cancellati sull’uso del congiuntivo, qualcosa è stato lasciato.
Pessimo esempio di forma…
Negli ultimi anni, con la partecipazione alle ore del commiato dalla vita di Giovanni Paolo II e del Cardinal Martini abbiamo ricominciato a pensare al momento della fine umana dell’uomo e non a ignorare questo importante avvenimento che ci attende tutti.
Gli uomini sarebbero diversi se si ricordassero della fragilità della vita umana e dell’importanza di lasciare un ricordo positivo del proprio passaggio su questa terra.
Da ragazzino chiesi a mia nonna, ormai ultra-ottantenne, se temeva la morte: “no – mi disse – perché ho vissuto la vita e ho capito che la morte ne è una parte fondamentale”. Trovai la frase bella, ma troppo piena di implicazioni per me: non capivo come potesse la morte esser parte della vita, se veniva a privarcene.
Poi capii che mia nonna aveva smesso di vedere la vita come un’alternativa alla morte, o una fuga da essa. E aveva imparato a vivere la vita, e quindi la morte, come un lungo processo di maturazione verso un nulla soltanto apparente.
E BRAVA REDAZIONE!!!! finalmente ci siamo!!! Mi avete restituito pure…i miei posts!! Che non sono dei capolavori certamente…ma è “roba”…della mia anima!!DEVO COMUNQUE FARVI I MIEI COMPLIMENTI: AVETE DIMOSTRATO D’ ESSERE PERSONE SERIE E CORRETTE E QUESTO VI FA ONORE. Scusate il maiuscolo che so essere poco educato, ma mi avete reso felice. Ci si affeziona anche ai blogs! E, dato che ci sono, chiedo: perchè non trovate un pensiero un aforisma…che tratti il tema della terza età, spada di Damocle per molti…che hanno lasciato i verdi anni…da un po’! Mi incuriosisce…il pensiero degli altri…la condivisione aiuta. Grazie ancora e buona serata.
Non è curioso e non è triste. Tutti nascono senza saperlo né essere personalmente preparati. Moltissimi vivono come possono o come riescono, secondo i propri mezzi, la propria mentalità ed educazione. Una vita, una partita, mal giocata, può portare a scacco matto o fallimento. Oppure, viceversa. Secondo le regole del gioco. La vita è la nostra importantissima funzione. Non è altro che una funzione (www.silvioeflo.com). Non è una struttura molecolare tridimensionale. Comunque il ‘cuore’ della vita è bellissimo e vale veramente la pena di essere vissuto. Vivere ‘bene’ automaticamente prepara a smettere di vivere o, come si dice, a morire (bene). Morire è il rientrare completamente nell’Universo, senza più la coscienza personale. Come accadeva nell’anno precedente alla nascita. La morte è una faccenda nera e dolorosa che riguarda parenti, amici e commissari. Non riguarda chi ha smesso di vivere. Lui non funziona più e non può aver alcuna intenzione di partecipare ai propri funerali. Del resto ‘da vivo’ non aveva neppure gradito partecipare al funerale della propria gamba amputata. Non faceva più parte di sé, secondo lui. Il dolore è vincolato più alla malattia, più alla disfunzione fisica provocata dai torturatori di turno, che alla morte. Parliamone in un altro pensiero…Dal 2 agosto ch’è in vetrina questa cogitazione son già mancati parecchi amici, vogliamo cambiare quesito?
C’è qualcosa…che non funziona, vero?
…con voi non funziona ancora…il blog!!
Bene…pare che abbia risolto i miei problemi di connessione al blog!!!! Non vi perdono…di aver cancellato…i miei posts!! Alla prossima!!!
Ringrazio il buon Dio per avermi condotto, ormai sazio, a quel riposo che è necessario ad ogni uomo e che è gradito appunto a chi è stanco.
“Seconda parte, sperando che la prima non mi sia scappata via”. un caro saluto da: enzo33
No.
Sarebbe cosa curiosa se, preparata alla vita, fosse impreparata alla morte.
Naturalmente, vale anche la proposizione opposta.
l’impreparazione alla vita deriva dal fatto che l’individuo – nelle varie religioni – ha la presunzione e arroganza e quindi l’ignoranza di pretendere di identificare un MIstero in una verità pertanto soggettiva e condizionante
ma si sa anche che le religioni sono in vari modi ,da secoli, convenienti perchè la paura della morte cerca rifugio e porta l’individuo più a preccuparsi del dopo anzichè occuparsi del presente che è reale ovvero la Vita, in tutte le sue meravigliose manifestazioni.
Grande e triste verità, ma, per favore, non facciamo morire anche l’italiano continuando a dimenticare che esistono il CONGIUNTIVO (e il PUNTO DI DOMANDA)!!
Ovvero, a chi ha letto qualche buon classico della letteratura italiana e/o ha avuto una brava maestra alle elementari, suona molto meglio all’orecchio la seguente versione della stessa frase:
“Non è curioso e triste che la maggior parte delle persone nella società moderna MUOIA impreparata alla morte dopo aver vissuto impreparata alla vita?”
E’ una frase cervellotica e quasi incomprensibile? Scritta da un commissario d’ esame.? Ma hi sono i preparati? Sembra pensata da un fedele a qualche credo.La preparazione la si trovera’ sicuramente sul suo vangelo.
preparati alla vita? come può mai essere possibile??Forse volevate dire, preparati al tipo di vita desiderato.Capire la vita è lasciarsi andare ad essa accogliendo ogni avvenimento come nuovo cercando in pari tempo di farselo amico. La morte , che pure ci spetta , non va capita bensì accettata. Fa capolino in ultimo la speranza spirituale. Giancarlo
La vita coglie tutti di sorpresa.
Ciao
Buon giorno, ho deciso di partecipare a questo blog. A presto
E’ verissimo !! La question verte in questi termini : ” I valori che la società ( NOI per essere chiaro) ci propone vengono ritenuti giusti ecc. ecc. …. ma in reltà sono ignobili. Sic et simpliciter ! “
i tempi sono cambiati,cadono all’opposto.
fino a ieri le religioni ci indicavano solo la morte e affittavano la nostra vita a tanti dei territoriali.
oggi molti sono laici di impianto o di conduzione di vita
ma non parlano della morte,mai, la usano solo negli spettacoli,anche molto violenta e sanguinolenta, e truculenta.
così tutto è fiaba e la morte arriva all’improvviso come fatto squisitamente privato.
Solo la malattia dura, il cancro e la vecchiaia con i suoi mille malanni
ti riavvicina allo schifo e alla paura della morte, e chi sta vicino alla morte
prende paura e corre ancora all’affitto della propria vita nelle mani di un papa qualsiasi, millantatore con altri all’ennesima potenza. L’uomo è religioso e molto credulone, e molto stupido. Sarebbe d’obbligo la visita in un ospizio
e qui capire la nostra vera dimensione e evoluzione. E’ da accettare e bisogna parlarne tra amici e nemici. Adesso corro a vedere x factor , anche perchè i miei amici stanno parlando di calcio e delle fighe di Berlusconi. Ciao mammalucchi,
Bhe’,poiche’ per prepararsi a un qualcosa, evento o esame che sia, bisogna aver coscienza che sia meglio esserlo, preparati, piuttosto che improvvisare.
Ma che vuol dire essere preparati alla vita o alla morte? In fondo quando si nasce abbiamo in noi tutto il sapere codificato da millenni di selezione darwiniana,nel nostro dna c’e la preparazione necessaria a sopravvivere. Se invece risultiamo impreparati,e’ perche’ improvvisamente l’imprevedibile societa ‘ moderna ci e’ capitata tra capo e collo , e a questa il nostro dna non e’ preparato, essendo molto ostico alle improvvisazioni. Abbiamo fortunatamente in noi anche la capacita’ di avere coscienza di noi stessi, di sapere cosa siamo, a differenza di piante e animali, e quindi di renderci conto che non siamo solo meteore che attraversano il tempo,con un inizio e una fine, piu’ o meno prevedibile, ma che ognuno di noi e’ in grado di orientare la direzione di questa grande astronave che e’ l’ umanita’ in terra,che il nostro pensiero, piu o meno manipolato o critico, e le nostre azioni conseguenti, non solo hanno valenza per il nostro futuro prossimo, ma sono la preparazione alla vita che lasciamo ai posteri.Per avere cognizione che si puo’ vincere anche senza dover far perdere, magari la vita, al nostro avversario, ci abbiamo messo secoli, convinti del contrario.La preparazione alla vita e alla morte in fondo potrebbero essere la conoscenza del futuro attraverso il passato, la nostra storia in pratica, collettiva e….magari scendendo a livello individuale, quella di ognuno di noi, che eretta a esempio o a caso, ci sia da guida nell’orientare le scelte che il corso della vita ci impone. In fondo non si dice che ” la storia si ripete” ! Ecco semplicemente osservando gli “errori” altrui, e con un poco di creativita’ ,penso sia possibile guidare la nostra vita, preparati ad affrontare le svolte, fino alla fine della strada.
Non è umano che l’essere umano, imperfetto e mortale per natura, non si soffermi a riflettere sulla morte, svelando una superficialità da brividi.
Evidentemente la sua imperfezione è smisurata, tale da escluderlo, talvolta, dal regno animale.
Caro Dr. Sergio Stagnaro, parli della nostra comunità di poco preparati. Cosa dobbiamo fare per prepararci?
Hai visto che alcuni lettori attaccano le religioni. E’ risaputo che in secoli passati
i religiosi davano più importanza alla vita futura ‘eterna’ che alla vita presente.
La minaccia: “Sete corrotti, andrete tutti all’inferno”, in tempi successivi è diventata: “Misericordia! Andrete tutti in paradiso.”
Tutto cambia e le religioni ora interpretano le Parole antiche della tradizione con lo spirito del nostro attuale tempo di spread. Usare la tradizione significa (anche!) agire come avrebbe agito mio nonno davanti a ciò che ora io devo fronteggiare.
I Profeti rivelavano e magnificavano Dio, non se stessi. Le religioni tendono più all’ascolto fattivo o critico, anziché alla venerazione di questi proposti maestri.
La medicina (ci sono arrivato, caro Sergio) è come le religioni. Ingessata e rivestita da una imponente armatura medioevale. Risolve tutto curando le conseguenze delle malattie, specialmente con la chirurgia.
Le cause, che per i religiosi sono ‘mistero’ per la medicina sono ‘idiopatiche’.
Dobbiamo avanzare lentamente come tartarughe. Mi spiego: un mio amico ha scritto le sue fondamentali idee in un libro che io non leggo, perché non ho tempo.
In compenso lui non legge il mio. Penso perché in fondo non crede a ciò che io penso, ma per non contrariarmi mi dice che non ha tempo. Buona domenica!
Comunità di impreparati, dunque! Ma anche comunità di individui che vivono alla giornata, secondo il “sich lassen leben”, senza preoccuparsi del dopo, vicino o lontano che sia, non importa, senza alcuna programmazione. In Medicina è così: non prepararsi a prevenire le malattie sulla base delle costituzioni oggi ben ri-conosciute senza spesa alcuna e modificabili se riconosciute per tempo, ma curarle secondo le Linee Guida scritte dal potere, senza poterle guarire, quando ormai sono presenti, come CAD, Diabete mellito e Cancro. Era dei Lumi Spenti, dunque. Occasum.
la morte grande tabu per essere poi solo unevento naturale a cui tutti dobbiamo obbedire chi ha fed crede vhe ci sia larta vita alla fine dei e’la paura di perdere tutto che attenaglia le persone sopratutto i senza nessuna feiun guru indiano diceva la vita e come un ponte non pensate di costrurci una casa penso che sia la giuste filosofia
L’uomo ha tempi di adattemento particolari, nel proprio vivere si allontana dai “ritmi” della natura, alla ricerca irrefrenabile di una sua posizione che poi malvolentieri accetta. Quando si muore si è appena elaborato di essere vivi.
Proprio per questo nasce la speculazione religiosa della condizione post mortem, per dare una seconda possibilità a chi non sa accontentarsi.
—osservo che continua il leit motiv allegro 🙂 —
IMPREPARATI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
No, non è curioso: è crudele. No, non equivale ad un sentimento triste, ma a un pensiero lucido. Si è in genere impreparati alla morte perché il nostro naturale sentimento religioso è deformato o coartato dalla ‘educazione’ religiosa ufficiale. Ed è pensiero lucido perché – in genere – ogni sistema di POTERE costituito tende a creare ubbidienti e fedeli, quindi non ti insegna niente di utile a che tu viva bene sul serio. Euro Roscini
Come mai, questo sito si è addormentato? Il Redattore…si sta facendo un giretto…in India…alla ricerca di nuove massime o ha raggiunto l’Illuminazione…e si è perso in una delle sue precedenti vite? Grazie e buon risveglio…
è davvero un peccato che muoia senza conoscere i congiuntivi…… a proposito di impreparazione!
Sì, è veramente triste e vero quanto è stato detto….Bisognerebbe scriverlo a caratteri grandi e farne un manifesto da appendere dappertutto…Meglio ancora soffermarci a riflettere sulle cause di tanta decadenza
Penso che non sia ne curioso ne triste.La maggior parte delle persone non pensa
alla morte, ma ai numerosi problemi da risolvere per vivere.
Qualcuno è mai riuscito a prepararsi alla morte?
Pensiero elegante ma sentenzioso perchè la generalizzazione non tiene conto di ‘n’ sfumature della personalità la cui dimensione inconsapevole ma attiva sfugge alla monitorizzazione sociologica.
1-manca il punto di domanda (quello fatto così “?” ) in fondo,e mancano pure le virgolette ” finali
2-ho scritto un commento il giorno 2,o 3-è rimasto solo soletto fino a ieri 17,e oggi è sparito
3-ringraziavo la redazione per il nuovo allegro pensiero: non ci fa mancare nulla di ciò che allieta la vita
4-terminavo con “Laudato sii o mio Signore per nostro Frate Francesco..” Lui sì che riusciva a rincuorarci
5-oggi è sparito tutto
6-mi avete stufato
Come se non si dovesse morire mai. Così agiscono i più. Vanamente abbarbicati all’illusione del senza fine.
sinceramente-vorrei sapere come non-
funziona questo non-blog
da 15 giorni è tutto fermo
se si prevedeva di andare in ferie,perchè iniziare un nuovo tema?
IMPREPARAZIONE”! almeno il titolo è azzeccato,lo riconosco
inizia a usare il congiuntivo, “muoia” e non “muore”, e poi ne parliamo…
Vi do la mia versione… dispiaciuto del commento che avete rimosso:
“Non è curioso e triste che la maggior parte delle persone nella società moderna muoia impreparata alla morte dopo aver vissuto impreparata alla vita”
Buon Ferragosto.
CARA REDAZIONE…che senso ha scrivere costì…se poi…non aggiornate…? Ragazzi adorabili…già, io, ballo da sola, parlo da sola, scrivo da sola…mi racconto favole da sola…che devo fare ancora? Rispondermi …da sola…sì…è ovvio…A voi, che cale di tutto? Nulla! Ragazzi…buon Ferragosto!
La massima riguarda tutti ed è triste perché noi siamo vissuti dalla vita e subiamo gli accadimenti credendo di essere protagonisti.
Se la morte giunge quando si è molto religiosi e avanti con gli anni, le persone sono preparate alla vita futura e l’ attendono con serenità e impazienza poichè si è stanchi di vivere -anche se in ottima salute- non si ha più alcun traguardo da raggiungere e quindi tutto è piuttosto scontato e noioso.
Mentre quando si è giovani ci si crede addirittura immortali, non si pensa mai alla vecchia signora con la falce, la quale ci accompagna soffiandoci sul collo fin dalla nascita
… ma chi ci dice come ci si prepara alla vita? Ammesso che sia formulabile un progetto standard di vita, occorrerebbe premettere che la morte sia la prosecuzione naturale della vita e che la vita stessa sia una condizione transitoria durante la quale la libertà di essere è soppiantata dalla costrizione di dover essere.
e chi ha chiesto di venire al mondo ? posso dire di essere impreparata alla vita solo se mi avessero dato una istruzione e mi avessero fatto una domanda intelligente ” vedi questa sarà la tua schifosissima vita sei pronto a nascere ?” si muore impreparati a 20 anni , perchè si crede di essere eterni , poi in moto a 250 km orari , ti senti DIO . DOPO I 50 sei un pochino preparato , inominci a pensare alle persone della tua etàche sono già defunte , poi muore la nonna , il bisnonno è già morto da 20 anni , ed è allora che dici ” beh , considerato che ho vissuto in uno stato che fa schifo , i cui rappresentati rubano a man salda , approfitto delle leggi e regalo tutto a mio figlio e gli raccomndo di andare da un notaio e rinunciare all’eredità . mi direte , ma come se non hai più nulla ? vero ma avete letto del tapino che dopo 36 anni gli chiedono le ricevute ? ebbene che ne so io , se anche a me può accadere ! rinucia e i debiti restano sul pettine di befera .
non è nè curioso nè triste perchè il pensiero della morte come fatto inevitabile che toccherà ciascuno per fortuna si affaccia ad età matura, sennò come si avventurerebbero i giovani nella vita se pensassero alla morte!
Per loro la morte semmai è un’esaltazione alla gloria che spetta agli eroi. Così infatti è nella letteratura e nella retorica che loro propiniamo dai banchi della scuola… e se tanti di essi, pur non essendo oggi più obbligati, chiedono di entrare nelle forze armate, nella migliore delle ipotesi è appunto perchè se per caso dovessero perdere la vita sarebbero celebrati come “eroi”… così infatti si comporta una stupida patria al loro ritorno dentro una bara avvolta nel tricolore! d’altra parte, se non li ingannasse, come potrebbe continuare a seminare stragi nel mondo insieme ai potenti che presumono di poterne decidere le sorti?
Solo se si ha il tempo di conoscere la vita, si potrà pensare alla morte, ragionandoci su spesso nel silenzio del proprio cuore, nei momenti di difficoltà personale e altrui, ma anche nei momenti felici per potersi ritenere fortunati di averli potuto vivere.
Questa è…impreparazione…..cara…..REDAZIONE!!!….L’attesa, nell’ultima parte della vita, della morte. Attesa sempre più difficoltosa e piena di sofferenza morale.Subentra il male di vivere, prima del male di morire! Anche se non ti manca nulla, vivi ogni giorno un vuoto sempre più vuoto: Che nella mia vita fortunata è sempre stato colmato da qualcuno o da qualcosa. Ma che ora tocca a me…colmare..nell’attesa. Ma, se non hai quella “forza” che in pochi possiedono, rischi la débacle. E sei già sconfitta..Spesso si nasce “vincenti” per sorte, ma si vive da “perdenti”. Fino alla fine! E inizia…l’autodistruzione di se stessi! Mio marito, stamane, come ha fatto spesso nella vita, mi ha lasciato un biglietto :Ti amo tanto e per questo devi iniziare ad avere più cura di te ” Accanto, come sempre, fiori del giardino…..E questa è ancora vita…tanta vita… Ma la forza dove è ?? Grazie e buona domenica.
Si può essere preparati alla morte ? E si può essere preparati alla vita?
Forse si è tanto più impreparati alla vita quanto più si distoglie lo sguardo dalla morte…
O forse, è proprio preparandosi alla morte.. che si impara la vita..
Ripensandoci ancora: abbiamo sempre meno tempo, è divorato dalle cose che dobbiamo e vogliamo fare. Il pensiero non è più una priorità, si è trasformato in un imbarazzante “vizio” che talvolta ci vergogniamo persino ad ammettere di avere. Pensare alla vita e alla morte è fuori moda: ci illudiamo che scienza e tecnologia risolvano problemi di genetica e di invecchiamento, sotto sotto speriamo – non lo ammetteremo mai, ovvio – che prima o poi qualcuno troverà la ricetta dell’immortalità. Percepiamo il tempo in modo soggettivo e persino occasionale, forse se gli attribuissimo più valore riusciremmo a vivere meglio e, chissà, ad affrontare la morte nel modo meno angosciante possibile. Naturalmente avendone il tempo. Appunto.
Non sia mai detto che stare a contatto della morte sia da “specialisti”.
Non può essere che ad occuparsi dei Defunti siano solo le Pompe Funebri; ed i Parenti dove sono?
La morte al pari della vita è un allenamento continuo nella provvisorietà in cui tutti ci troviamo; oggi siamo qui ma subito dopo non sappiamo!
Se veniamo educati a questa provvisorietà vivremmo certamente molto meglio e ci prepareremmo alla morte con maggiore serenità!
scusate,ma si può sapere come funziona?
0 commenti 0 commenti 0 commenti?
ma ormai è più di una settimana che tutto sta fermo
Quando ero piccolo abitavo in un piccolo Paese del Maceratese e la bellezza del Luogo era che riuscivi a vedere le Persone quando erano morte; ho iniziato con la mia Bisnonna Silvia e via via con gli Altri.
Oggi negli Ospedali e nelle Cliniche la Camera mortuaria è posta nel Locale sotterraneo e quando muore Qualcuno fanno di tutto per non farsi accorgere.
Questa è la Realtà e non c’è tanto da sottilizzare se non riusciamo più a vedere un Defunto; figurarsi se ci abituano a vedere i vivi!
Nei Campi di Concentramento gli Ebrei guardavano ogni sera i propri vicini e conoscevano già che non sarebbe stato più il giorno dopo; anche questa è vita.
Oggi guardiamo gli Altri ma non ci accorgiamo che la maggior parte sono morti viventi (letteralmente Gente che vegeta).
Spero in un mondo più vero dove si dia importanza a tutto e si conservi nella memoria ogni cosa; se possibile!
Ma il congiuntivo?
Solitamente è proprio così, in quanto questa società, per la maggior parte degli uomini, devono lttare ogni giorno per poter vivere dignitosamente, nel mare di ingiustizie, e nelle difficoltà economiche, per lo spropositato egoismo di quella piccola parte dell’umanità egoista, che non riesce altro che pensare ad accomulare ricchezze, senza saper quantificare il necessario, per poter vivere anche una vita agiata, ma tutto ciò non basta, l’avidità di questa percentuale del 10% dell’intera popolazione dei sette miliardi di uomini, detiene questa patologia, che gli stati, con i suoi uomini Politici, non sanno curare, in quanto anche loro, soffrono generalmente di questa malattia, che è il profitto, che può derivare, senza tanti sforzi di lavoro, e di doti personali.
Qundo tutto ciò finisce, quando il corpo ,abbandona ogni aspetto di possibile continuità pratica, e si avvicina il letto del sudario finale.
Negli ultimi istanti lucidi, allora l’uomo dedica un pensiero mattutino e sarale, alla propria morte, ma nonostante tutto ciò, solitamente il ricco, difficilmente si preoccupa di lasciare denaro a quelli che nella vita,hanno solo lottato.
Alcuni, pensano agli animali, cani e gatti, alcuni alle Fondazioni, che gli stessi hanno fondato, per il loro orgoglio personale, che non viene mai meno. Altri al Clero, che sappiamo benissimo, che spesso, lo utilizza, e anche no, per propri interessi personali. PADRE PIO, in vita era eccezione, mentre ora, sappiamo che tante donazioni, specie appartamenti, sono in mano a sfaccendati amministratori, che ne pagano solo le tasse di condomio annuali, ma ben si guardano di ricavare utili sani, o di affidarli questi immobili, a persone bisognose.
Pertanto si muore, e poi si vedrà. Tutto ciò, è molto triste.
Questa vita così impostata, è una vera pandemia incurabile.
A mio avviso, è una condanna umana, come lo è per il Popolo di Israele, dover soggiocare, alla cattiveria e all’invidia, di noi, che non siamo Ebrei.
Con questo, siamo pari noi dei 6 Mld. e 300.
Per il rimanente ricco 10%, saranno a morte avvenuta, poi cavoli Loro.
6 agosto/ma il commentodi 5 giorni fa/
?????????????????????????????
Forse perché si sa così poco di entrambe da essere sempre debuttanti in ogni momento, dall’inizio alla fine.
Nessuno può valutare o quantificare le nostre lacune o difetti, riferendosi all’apprendistato della vita o all’incontro con la morte. Sul tema “impreparazione” non esiste niente di paragonabile, nè per estensione, nè per profondità, riguardo scuole di formazione specifica. Esistono, semmai, nella storia, tanti codici e tante leggi che obbligano “un comportamento” o vietano “un fai da te” molto più vulnerabile. Conosciamo, inoltre, uomini che, faticosamente, hanno fatto delle scelte radicali, impostando al proprio divenire, rotte continuamente modificabili su ciò che è bello, buono e giusto. Tali scelte possono raggiungere opposti segni, in quanto mostrano diversità soggettive; per cui il percorso di X può essere opposto al percorso di Y. Tale “impreparazione” alloggia bene nell’indifferenza universale della gente, perchè appartiene alle opinioni scontate; solitamente, essa è il riflesso di una ideologia o di un’ appartenenza troppo rigide e lente, per convivere in una società in continuo e veloce cambiamento.
La morte è una ossessione che ci accompagna per tutta la vita adulta. Quando si è picocli o giovani il suo pensiero è lontano come se alla vita nonci fossero dei limiti. Più tardi colpassare del tempo mentre i genitori e tanepersone care cominciano a scomparire dalla nostra vita ilpensiero della morte si fà più intenso e martellante nella nostra mente e la maggior parte di noi trova come soluzione al problema solo quello della sua rimozione e la nostra società cerca di nascondere la morte dalla realtà, nulla deve ricordare la morte. I funerali sono rapidi e furtivi con trasporto dello scomparso in macchina e poipiù nulla, tutto ritorna come prima! In realtà dovremmopensare ogni giorno alla morte per prepararci a questo evento nel modo migliore, se si è credenti con coscienza pura oppure se no stoicamente in modo da non trovarci impreparati
Che nella modernità la Morte sia “scomparsa” è un fatto, come è un fatto che anche la Natura, al di là delle elucubrazioni retoriche dei Green, non faccia più parte della quotidianità delle persone. Un analisi delle cause richiede più di qualche riga. Dell’affermazione che l’aforisma postula non sarei così sicuro. Infatti se la nostra è una vita “artificiale” veramente siamo così impreparati a vivere una dimensione “innaturale”? Ad iniziare da un parto eterodiretto e alla incubatrice fino alla fine della vita come fatto burocratico, non siamo in un gioco virtuale in cui “viviamo” da provetti giocatori?
Non è curioso e non è triste. Tutti nascono senza saperlo né essere personalmente preparati. Moltissimi vivono come possono o come riescono, secondo i propri mezzi, la propria mentalità ed educazione. Una partita, una vita, mal giocata può portare a scacco matto o fallimento. O viceversa. Secondo le regole del gioco.
La vita è la nostra importantissima funzione. Non è altro che una funzione (www.silvioeflo.com). Non è una struttura molecolare tridimensionale. Comunque il ‘cuore’ della vita è bellissimo e vale veramente la pena di essere vissuto. Vivere ‘bene’ automaticamente prepara a smettere di vivere o, come si dice, a morire. La morte è una faccenda nera e dolorosa che riguarda parenti, amici e commissari. Non riguarda chi ha smesso di vivere. Lui non funziona più e non può aver alcuna intenzione di partecipare ai propri funerali. Del resto ‘da vivo’ non aveva neppure gradito partecipare al funerale della propria gamba amputata. Non faceva più parte di sé, secondo lui. Il dolore è vincolato più alla malattia, più alla disfunzione fisica provocata dai torturatori di turno, che alla morte. Parliamone in un altro pensiero…
Curioso è che molte persone si meravigliano che la morte arrivi.
Impegnandosi anche solo a imboccare il sentiero, si rendono le cose più facili. Molte persone percorrono la propria vita senza avere la minima idea di trovarsi <>. Non hanno studiato. Non hanno pregato. Non Hanno meditato. Non hanno prestato attenzione alla loro vita interiore, né hanno esplorato seriamente realtà più vaste. Ora lo state facendo. In virtù del fatto che state affrontando le esplorazioni proprio adesso, con queste domande, state cercando un Sentiero verso la Completezza meno faticosa. Non appena conoscerete pienamente, potrete vivere la vita pienamente. Quindi potete sperimentare il vostro Sé pienamente (che è proprio ciò che siete venuti a fare ) e poi puoi morire con garbo e con conoscenza, sapendo consapevolmente di essere Completo. Questo è un sentiero molto meno faticoso, e procura una morte serena. Stiamo parlando di come rendere la vita e la morte meno faticosa, più serena. <<Pace significa che siete consciamente consapevoli di essere completi, che non ti rimane più niente da fare, che sei compiuto, e che puoi anche ritornare a Casa.
Si è impreparati alla morte quando si è impreparati alla vita. Se si spende il nostro rapido transito nella materialità senza porsi i grandi interrogativi di sempre :
chi siamo,dove andiamo,quale è la nostra funzione su questa terra,tendiamo a rimuovere l’evento morte. Ma la morte non è altro che un cambiamento di stato.
La nostra parte corporea si disfa,ma sopravvive il corpo astrale che conserva la memoria delle azioni e dei pensieri,quella che comunemente viene chiamata anima che è un tramite tra corpo e spirito,quella porzione di divinità che è in noi e che ci rende immortali. Nel momento in cui si acquisisce la consapevolezza di questo la morte non fa più paura. Ci si sente parte del Tutto,di questo processo evolutivo intelligente che è la manifestazione di quell’Entità che alcuni chiamano Dio.
Parole “sante”!
E aggiungo: se molte persone non vivessero cercando di prepararsi e di meritarsi una vita dopo la morte, forse riuscirebbero a vivere meglio il presente e magari anche convivere meglio con l’idea di morire, prima o poi…
Se mi permette: averne, di 81enni così!
Ma che cavolo di pensiero è questo? Io ho 81 anni e penso spesso alla morte anche se sono in buona salute. So che prima o poi capiterà! In che cosa dovrei essere impreparato? Quanto all’impreparazione alla vita dipende dal significato che si dà alla vita stessa. Io non sono cristiano e quindi io non mi sacrifico per il prossimo, non mi martirizzo per avere l’eternità, non digiuno per obbedire a un dio che non conosco! Impreparato in che? La vita è un compito? Sì lo è: è quello di star bene in salute, avere buone opportunità di lavoro, crescere professionalmente e godere dei piaceri che ti offre la vita. Il sacrificio per avere una vita futura? una delle più grosse panzane che abbia mai sentito in vita mia!
Saluti
Credo che difronte alla morte siamo tutti e comunque sempre impreparati. Sia chi ha vissuto bene, che chi ha vissuto male.
Penso che ognuno di noi debba andare spesso a far visita negli ospedali e toccare la sofferenza alla quale molta umanità ne è vittima. Occorre andare a visitare i cimiteri e leggere le lapidi e fare un conto approssimativo circa la nostra lapide e chi e quanti la leggeranno i immaginare i loro commenti e sperare che siano simili ai miei attuali nel leggere quelle altrui. Spesso mi dico che fra cent’anni di me nemmeno il ricordo sopravviverà come non sopravvive in me il ricordo dei miei avi. Siamo delle povere creature che viviamo su questo granellino di sabbia, che la terra rappresenta al cospetto dell’universo, come naufraghi e ci industriamo per rendere il più sopportabile possibile la nostra breve permanenza su questo atollo dell’universo.
Non è curioso e triste che la maggior parte delle persone, compresi i giornalisti, non sappia più adoperare il congiuntivo?
Un mio maestro diceva: “Non è difficile morire, è difficile vivere”. Io credo a tutto quello che ci propinano giornali e televisione, a tutto quello che i nostri politici dicono di fare per il nostro bene, a tutti i provvedimenti economici che il governo intraprende e che il parlamento approva per risollevare le sorti dell’Italia e per il futuro dei posteri. Ma una cosa è certa al di la di ogni dubbio, la morte.
Alla soglia dei 75 anni mi si prospettano tre modi di morire: a) di inedia, morire un pò ogni giorno, e la cosa mi spaventa; b) il suicidio, libera da ogni angoscia, ma ritengo sia vigliacco; c) combattere, anche un vecchio ha il diritto dovere di difendere la vita e aspirare a viverla serenamente.
Ah Grazie,ci mancava solo questa… sempre pensieri lieti,mi raccomando.
Per fortuna ho di che consolarmi:
“Laudato si’ mi’ Signore per sora nostra morte corporale, da la quale nullu homo vivente pò skappare: guai a cquelli ke morrano ne le peccata mortali; beati quelli ke trovarà ne le tue santissime voluntati, ka la morte secunda no ‘l farrà male.”
Laudato si’ mi’ Signore,per frate nostro Francesco!!!!!!!!
Posso rispondere così? Da : Bhagavad Gita . ” Qualunque cosa tu faccia o mangi od offra in sacrificio, fa’ che sia un’offerta a me ; e qualunque cosa tu debba sopportare, sopportala per me. (… ). Io sono lo stesso per tutti gli esseri viventi e il mio amore è immutabile, ma per quanto riguarda coloro che mi adorano con devozione, essi sono in me e io sono in loro.Anche il più grande peccatore che mi venera con tutto il cuore deve essere considerato nel giusto, perché è animato da buona volontà. Egli diventerà ben presto puro e raggiungerà un’eterna pace. Perché coloro che cercano in me il loro rifugio, per quanto deboli o poveri o peccatori possano essere (…), raggiungeranno comunque il Bene Supremo.” Nel tentativo di usare… il vostro linguaggio. P.S. B. Gita: poema di contenuto religioso ed etico, considerato il Vangelo dell’Induismo. E’ costituito dalle risposte che l’auriga, il dio supremo Krishna, offre ai dubbi dell’eroe Arjuna alla vigilia della battaglia decisiva. Sono i temi della spiritualità e della vita…in modo alternativo. Grazie.
Pardon…ma state facendo il gioco delle tre carte?????? Buona serata.
Sarà curioso ma è normale e non solo per la società moderna, è ‘ sempre stato così. L’essere umano accetta la vita ma non accetta la morte,. Mentre pensa che vivere è un diritto, nel frattempo giunge la morte e non pensi che questa evenienza possa accadere perchè non sai quando accadrà.