Che ci faccio con 30.000 euro ?
E’ una domanda che si ripete una dieci cento volte: ho 30.000 euro di risparmi della nonna, che ci faccio ? Piuttosto che finire preda di qualche tagliagole delle banche che ti appioppano inevitabilmente un bel prodotto di bank insurance, che ne so una polizza vita con una commissione di entrata del 9%, è bene iniziare a ragionare con la propria testa. Soldi sesso salute è bene guardarci dentro, si potrebbe prendere infatti se non si è accorti qualche brutta malattia, come le storie di malagestione o di vera e propria truffa del recente passato ci stanno a ricordare.
Lorenzo Raffo, firma prestigiosa di www.lombardreport.com, il primo quotidiano di Borsa on line in Italia che celebra tra poco il suo ventennale, spiega in un editoriale pubblicato oggi cosa dovrebbe fare il risparmiatore per difendere ed incrementare il suo capitale.
” Le inchieste condotte presso sportellisti di banca o promotori sostengono che la domanda più frequente da parte dei clienti – oltre a quelle sui rischi – consiste nel come investire una certa cifra di denaro, tenuta liquida magari da lungo tempo – scrive Lorenzo Raffo su www.lombardreport.com – e l’importo prevalente sarebbe di 30.000 euro, considerando le diverse tipologie di correntisti. Cerchiamo allora di dare una risposta a un’esigenza più sentita di quanto comunemente si creda.
Finita l’epoca dei Bot, terminata (o quasi) quella dei Buoni fruttiferi postali, il cui collocamento è momentaneamente sospeso, salvo per poche categorie, incerto l’investimento sui titoli di Stato, il cui rapporto rischio/rendimento diventa sempre più sfavorevole, che fare, se non strapparsi i capelli? Per evitarlo ecco una proposta di micro portafoglio adeguato alla maggior parte dei piccoli e medi investitori, che non possono accedere alle gestioni patrimoniali riservate a chi ha ingenti capitali, con risultati però spesso assolutamente deludenti.
1°) E’ appena uscita sul Mot (e ne scriviamo in seguito più in dettaglio nell’area delle nuove emissioni) la Imi Collezione Mc St26 Eur (Isin XS1490787113), un classico tasso misto in euro, con alcuni punti forti. Oltre alla facilità di acquisto diretto su Borsa Italiana ha anche un prezzo di sottoscrizione a 99, che la rende ancor più interessante.
2°) Una puntata sul dollaro Usa è inevitabile a qualche settimana da un possibile rialzo dei tassi da parte della Fed. Il rischio in questo caso è solo valutario, perché l’emittente prescelto ha rating AA+ e la struttura prevede un tasso variabile: si tratta della Apple scadenza 7/2/2020, indicizzata Usd Libor 3 mesi + 0,25%, importo 500 milioni di Usd, cedola trimestrale, lotto minimo 2.000 Usd e Isin US037833AW07. Quota su Tlx fra 100,3 e 100,8, ma occorre imporre un prezzo limite non oltre 100,5 e – se possibile – 100,3, perché lo “spread” denaro/lettera talvolta balla. Il rendimento lordo corrente è sull’1%, considerando che l’Usd Libor 3 mesi si colloca sullo 0,85%. Nei prossimi mesi è destinato certamente ad aumentare.
3°) Nell’attuale fase di incertezza trovare titoli che garantiscano un rendimento minimo nel breve periodo, con quotazione nettamente sotto la pari, è abbastanza raro. Questo bond soddisfa tale richiesta: Mediobanca scadenza 28/2/2023, tasso fisso 2% fino al 28/5/2018 e successiva trasformazione in Euribor a 3 mesi, con tetto (“cap”) al 4%, importo 58 milioni di euro, lotto minimo 1.000 euro e Isin IT0005162448. Il rendimento attuale è modesto, ma la quotazione di mercato (su Tlx) sotto i 95 è un argomento forte, poiché al primo segnale di rialzo dei tassi si registrerà un bel rimbalzo, per nulla penalizzato da quel “cap” al 4%, che per ora appare irraggiungibile. L’importo dell’emissione è modesto, ma ciò non penalizza gli scambi, abbastanza soddisfacenti.
4°) Un po’ di sprint si impone e non può che venire dalle valute emergenti. E’ una scelta tattica, in questo caso riferita a un bond da non portare probabilmente a scadenza, ma di cui si incasseranno per alcuni anni elevate cedole: IBRD (World Bank / rating AAA), valuta lira turca (Try), scadenza 4/3/2022, tasso fisso 8,25%, importo 50 milioni di Try, lotto minimo 1.000 Try e Isin XS1198022706. Il titolo quota sul Tlx e su Borsa Italiana fra 98 e 99, valori interessanti, grazie ai quali si sale in rendimento all’8,5%. Certamente c’è il rischio valuta e la lira turca è molto volatile, ma attualmente si muove sui minimi storici rispetto all’euro. I margini di ulteriore debolezza appaiono trascurabili. Un cambio consigliato? Quello a 3,45/3,5 Try, poco lontano dal valore in corso.
5°) Non dimentichiamo l’inflazione, inesistente nella disastrata Europa ma in rialzo in altre parti del mondo. Bisogna quindi cavalcarla, mediante un Etf, possibilmente in euro e riferito ai più importanti emittenti governativi dell’area occidentale. E’ il caso delDb X-Tra Ii Ibx Gl Inf-Link Ucits Etf 5c, con Isin LU0908508814 e valuta di denominazione in euro. Si tratta di un Etf a replica sintetica, il che presuppone l’utilizzo di derivati. Come profilo di rischio viene classificato a livello 4 sulla scala con valore massimo 7, per la possibile ciclicità di variazione dei prezzi. Da febbraio 2015 la sua quotazione ha in effetti registrato una certa volatilità, dovuta anche all’intervento del Q.E. della Bce per alcuni emittenti europei (con una rincorsa dei sottostanti titoli “inflation linked”) nonché alla pressione rialzista di quelli statunitensi, dove l’inflazione comincia a dare segnali di risveglio. Le commissioni previste per l’Etf sono dello 0,25% annuo e i dividendi non vengono distribuiti ma accumulati sul capitale.
6°) Ancora nell’ambito degli Etf obbligazionari un altro strumento da prendere in considerazione è il comparto degli high yield e in particolare di quelli statunitensi, limitatamente però a scadenze corte e medie e con cambio euro/dollaro coperto, per ridurre l’impatto di un rialzo dei tassi e per non subire effetti da un’eventuale debolezza nel tempo del biglietto verde. Utile a tale scopo è il Pimco Sh-Term High Yld Eur Hed Ucits Etf, con Isin IE00BF8HV600 e valuta di denominazione in euro, riferito a bond in dollari dalla vita residua massima di 5 anni. Le commissioni annue sono dello 0,60%, piuttosto elevate a causa della struttura dell’Etf; è prevista la distribuzione di dividendi con periodicità mensile”
Fino qui il portotafoglio consigliato. Ma Lorenzo Raffo prosegue il suo cammino anche con le nuove quotazioni e disquisizioni su altre obbligazioni per palati fini. Per leggere l’intero articolo FREE e senza impegno basta cliccare sul seguente link della storica testata italiana dell’informazione finanziaria http://www.lombardreport.com/2016/10/5/cedole-dividendi-30-000-euro-si-possono-piazzare-cosi-due-bond-in-renminbi-uno-contro-l-altro-nuove-emissioni-quatto-etf-per-chi-cerca-reddito/