Portafoglio di fondi di investimento (parte 2 di 4)
“Per comprendere la validità di un trading system applicato ad un portafoglio in fondi comuni – scrive Walter Demaria su www.rendimentofondi.it – non va dimenticato un aspetto fondamentale, cioè il vincolo del mandato di gestione. Come tutti ormai sanno, i fondi comuni di investimento operano in base ad un mandato di gestione che stabilisce a monte la percentuale di allocazione azionaria, obbligazionaria e liquidità; percentuali dalle quali – salvo particolari eccezioni – il gestore non può discostarsi più di tanto, poiché deve rimanere aderente al benchmark dichiarato nel mandato di gestione.
Per questo motivo è quindi la cosa più normale del mondo vedere un fondo azionario andar male in un mercato ribassista, ma qui l’ingegneria finanziaria ci ha messo il geniale “coup de théâtre”; ebbene sì, quando un fondo va particolarmente male per una casa di gestione è preferibile chiuderlo e ripartire dal NAV azzerato con gli stessi gestori di prima e nome del comparto diverso piuttosto che mantenere lo storico e mostrare le performance seppur negative.
E’ bene selezionare sempre fondi comuni che hanno uno storico non inferiore a 3 anni, e ove possibile ricercare fondi che hanno addirittura superato il 2007/2008, anche se purtroppo sono davvero troppo pochi.
In questo contesto – scrive Walter Demaria su www.rendimentofondi.it – risulta fondamentale avere gli strumenti giusti e il corretto approccio: prendiamo ad esempio di uno dei migliori fondi bilanciati in circolazione, Invesco Pan European High Income A Cap. EUR LU0243957239.
Questo fondo ha uno storico di tutto rispetto e ci fa vedere anche cosa ha fatto nel 2008: è apprezzabile sul grafico osservare nel 2008 una ovvia discesa delle quotazioni (d’altronde il mandato di gestione impone di avere almeno il 21% di azionario in portafoglio) poco imputabile al gestore poiché se il mercato su cui sono “obbligato” ad investire va male è evidente che il NAV ne risentirà di conseguenza.
Ora, la prossima sfida per questo gestore sarà mostrarci – scrive Walter Demaria su www.rendimentofondi.it – la sua bravura negli anni a venire quando i tassi di interesse sulle obbligazioni inizieranno a innalzarsi e il suo mandato impone un 54% (circa) di obbligazionario.
Il KIID del fondo ci informa che nel loro mandato non hanno restrizioni e possono aumentare o diminuire a piacimento le quote: in questo caso, lo scenario peggiore per loro potrebbe essere un futuro con tassi in rialzo e borse in stagnazione dopo un anno record come questo nel quale è salito tutto.
Vediamo un altro esempio con il Pictet-Japanese Equity Selection-R EUR LU0255975913:
Eravamo a febbraio 2016 e la BOJ si apprestava a portare in territorio negativo il tasso su parte delle riserve bancarie detenute presso la banca centrale. Paradossalmente tutto questo non è importante: il grafico potrebbe essere di un fondo come di una azione o un indice; l’unica cosa importante è la manifestazione evidente di un momento di fortissima tensione sul mercato.
Il Trendycator, un nostro indicatore proprietario che abbiamo spiegato in questo video
aveva appena segnato un END-BOTTOM con possibile fine di trend negativo, mentre sull’indice NIKKEI il bottom è avvenuto solo qualche mese più tardi.
Come è andata a finire?
Il fondo Pictet-Japanese Equity Selection-R EUR – scrive Walter Demaria su www.rendimentofondi.it – non ha più raggiunto gli stessi livelli di minimo e ad agosto 2016 Trendycator è diventato verde segnando con discreto anticipo il rialzo della borsa giapponese; in questo caso è stato bravo il gestore a generare “alfa” prima della manifestazione di forza avvenuta sull’indice solamente a novembre 2016.
Dunque come difendersi? Come ripetiamo da tempo dotandosi di strumenti adeguati: tutti i fondi comuni o ETF hanno le loro zone grigie, per questo abbiamo messo in campo l’artiglieria pesante:
–Tabelle ETI grazie alle quali trovare i fondi che battono il mercato e che hanno una volatilità contenuta (spiegazione su questo video che segue …
–Tabelle Trendycator con le quali individuare i trend di fondo, i bottom.
-Tabelle Migliori 50 fondi nelle quali individuare subito i Top of the Top.
–Portafogli Fondi da noi creati con le relative movimentazioni da noi impostate in base ai segnali Trendycator.
Infine, quando un trend inizia a dare segni di cedimento, quello che bisogna fare è solamente scappare a gambe levate secondo il vecchio adagio “vendi, incassa e pentiti!”!
Nella terza e ultima parte di questa serie di articoli – scrive Walter Demaria su www.rendimentofondi.it – applicheremo un reale tradindgystem ad un paniere di fondi comuni di investimento e ne valuteremo i risultati comparati con il portafoglio statico”.
Se vuoi saperne di più su www.rendimentofondi.it clicca sul link e chiedi una prova !
(parte 2 di 4)
PARTE 1 https://blog.ilgiornale.it/trading/2017/12/05/trading-systems-sui-fondi-comuni-di-investimento/
PARTE 2 https://blog.ilgiornale.it/trading/2017/12/09/portafoglio-di-fondi-di-investimento/
PARTE 3 https://blog.ilgiornale.it/trading/2017/12/13/i-fondi-troppo-grassi-non-performano/
PARTE 4 https://blog.ilgiornale.it/trading/2017/12/19/robo-advisor-2/