Le insidie del trading in opzioni PARTE 3
Trading in opzioni 2.0: le insidie del modello storico
“Nell’articolo precedente – spiega Domenico Dall’Olio, professore a contratto di Mercati e Strumenti Finanziari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del progetto Quantoptions.it – vi avevo lasciati con un problema aperto: il modello storico risolve le principali criticità del modello Normale, ma porta con sé una complicazione che bisogna conoscere e saper affrontare correttamente. Vediamo di capire di cosa si tratti.
I mercati azionari statunitensi negli ultimi anni sono stati fortemente crescenti. Molti titoli hanno segnato rialzi a doppia o anche tripla cifra percentuale e questo da un punto di vista dell’analisi storica può portare ad un rischio nascosto in piena vista: il non considerare come probabili eventi negativi più o meno importanti. Perché accade questo e perché è di fondamentale importanza per il trading in opzioni efficace?
Trading in opzioni 2.0: la storia può introdurre un pericoloso bias nel modello
Il punto – spiega Domenico Dall’Olio, professore a contratto di Mercati e Strumenti Finanziari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del progetto Quantoptions.it – è che se la storia che viene utilizzata per l’analisi delle probabilità degli eventi è fortemente sbilanciata a favore di eventi positivi o negativi qualsiasi modello che utilizzi solo la storia conosciuta porterà sempre giocoforza a sottostimare radicalmente le probabilità di eventi simili a quelli conosciuti ma in direzione opposta rispetto agli stessi. Si osservi ad esempio la figura 1, che mostra l’analisi storica del titolo Amazon sugli ultimi due anni di osservazioni.
L’istogramma storico è molto sbilanciato verso destra, a causa di un comportamento sempre rialzista del titolo nella finestra temporale considerata. Se si utilizzasse il dato derivante dal modello Normale si sottostimerebbero gli eventi di coda, ma se si usasse il dato del modello storico si escluderebbe completamente la probabilità di qualsiasi evento negativo, e non soltanto quella di quelli estremi! Ed è proprio qui che si innesta il nuovo criterio di definizione delle probabilità adottato da TradePort; il criterio che rivoluziona in modo definitivo il campo di gioco.
Trading in opzioni 2.0: la probabilità stress test come soluzione radicale al problema
Ciò che fa la piattaforma TradePort – spiega Domenico Dall’Olio, professore a contratto di Mercati e Strumenti Finanziari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del progetto Quantoptions.it – è considerare i movimenti storici in ragione della loro ampiezza ma non della loro direzione. In altri termini, la piattaforma considera come verosimili tutti gli eventi storici così come si sono verificati e anche in direzione opposta con la stessa forza. È un modo di considerare come probabili anche eventi che non si sono mai verificati nel periodo di osservazione storica ma che potrebbero verificarsi nel periodo dell’operatività pratica. Materialmente questo risultato si ottiene sovrapponendo la distribuzione reale degli eventi e la sua opposta rispetto all’asse centrale.
Trading in opzioni 2.0: mettendo tutto insieme cambia radicalmente la nostra capacità di leggere il mercato in chiave probabilistica
Questa triplice chiave di lettura del mercato combinata permette di formulare ipotesi di lavoro molto più puntuali e quindi efficaci. Un criterio di selezione delle operazioni – spiega Domenico Dall’Olio, professore a contratto di Mercati e Strumenti Finanziari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del progetto Quantoptions.it – può facilmente essere individuato in una condizione molto particolare: che la probabilità stress test a favore di una specifica operazione sia più alta della probabilità teorica a favore di quella stessa operazione. Lo abbiamo denominato “arbitraggio di probabilità”. Si tratta di una condizione nella quale le probabilità a favore di una certa posizione in opzioni sono elevate non perché lo dice un modello teorico che si dimostra puntualmente errato, ma perché la tipicità del sottostante, il suo reale comportamento storico e l’ipotesi che tale comportamento possa mostrarsi anche in modo inatteso (la probabilità stress test) supportano il trader nel prendere quella decisione.
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Trading in opzioni 2.0: algoritmi di screening proprietari ispezionano quotidianamente il mercato a caccia di arbitraggi di probabilità
Si osservi la figura 2, ad esempio.
La piattaforma sfrutta algoritmi interni che vanno a scandagliare il mercato alla ricerca di queste situazioni di arbitraggio di probabilità e le riportano (se le trovano) in una tabella che illustra tutte le letture probabilistiche utili per il processo decisionale. La figura riporta i dati del titolo Portola Pharmaceuticals, che oggi è finito nei nostri radar per una possibile vendita di put non coperte. La probabilità teorica a favore dell’operazione (Normal Prob) è del 85.88%, ma quella storica a un anno (Short Hist Prob) è del 99.6%, quella stress test a un anno (Short ST Prob) è del 92% e i rispettivi valori a cinque anni (long) sono del 99.9% e 96.28% rispettivamente.
Trading in opzioni 2.0: con una simile metodologia al proprio servizio è molto più semplice prendere decisioni efficaci!
Si tratta, come potete vedere, di un metodo di lavoro rivoluzionario- spiega Domenico Dall’Olio, professore a contratto di Mercati e Strumenti Finanziari dell’Università Ca’ Foscari di Venezia e direttore del progetto Quantoptions.it – che permette al trader di prendere decisioni operative sulla scorta di un sistema di calcolo delle probabilità molto più efficiente di quello usato dalla maggior parte degli operatori sul mercato.
Trading in opzioni 2.0: ma non è finita qui!
In effetti ci si può spingere ancora oltre, aggiungendo all’analisi un ulteriore componente in grado di mettere il trader al riparo da possibili errori di valutazione dovuti ad eventi particolari, come il rilascio di importanti comunicati societari. Ne parliamo nel prossimo articolo, ma nel frattempo vi invito a partecipare al QuantOptions Meeting, un evento gratuito che si terrà a Bologna venerdì 18 maggio 2018: parleremo proprio della piattaforma TradePort e di tutti gli strumenti rivoluzionari che essa mette a nostra disposizione.
Per ringraziarvi della vostra partecipazione vi facciamo anche un regalo.
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