Morte ai rom !
Io non ammazzo proprio nessuno.
L’unico che potrei ammazzare è chi vuole ammazzare qualcuno.
Mi scuso del trappolone, caro lettore, ma qui non trovi il ricettario di come si ammazza un rom, se è meglio con la lama o con il veleno.
Anzi, forse trovi proprio l’opposto.
Dunque vediamo, facciamo finta che tu sia il manager (governante) di una azienda in stato pre-fallimentare (Italia). Non hai tempo da perdere, devi concentrarti solo su un obiettivo, perché non hai tempo, soldi, fiato per fare tutto insieme e bene.
Quale obiettivo scegli ?
Attento perché di nuovo scatta il secondo trappolone: io non ho messo 3 obiettivi al centro della domanda, ho messo UN obiettivo dicasi 1 obiettivo.
Se io Emilio Tomasini fossi un manager e dovessi risanare l’Italia non metterei come primo obiettivo l’immigrazione. Come primo obiettivo metterei la produttività del nostro sistema industriale e la competitività della nostra economia.
Concordo che l’immigrazione selvaggia sia un problema, su questo penso che anche il figlio di Lenin, se fosse al mondo, sarebbe d’accordo.
Ma non penso oggi come oggi che sia IL problema.
Il vero problema è che abbiamo un debito pubblico che in un contesto di tassi al rialzo prima o poi ci spedirà al creatore. Questo è un problema.
E quando il nostro Stato non avrà più soldi il problema dell’immigrazione sarà ancora più cocente.
Il vero problema è che siamo in una era di desertificazione industriale e la via che ha scelto la FCA ex Fiat è senza ritorno. Prima ci raccontavano che la Fiat / FCA era sempre e comunque una azienda italiana. Ora con un CEO che NON è italiano e non si commuove quando vede il cane antidroga dei carabinieri come Marchionne sappiamo tutti che a lui dell’Italia non frega più niente.
La FCA sarà sempre meno italiana. O forse non lo è già più.
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E per sottrarsi alla dittatura del rating sempre più grandi aziende saranno costrette alla via senza ritorno dello spostamento della sede sociale e della attività all’estero.
Le PMI italiane ? Se non esportano non esistono più, non so se te ne sei reso conto.
Oggi come oggi se tocchi l’estero sei a posto, se sei legato al mercato interno hai bisogno dello zio onorevole.
Quindi bene tutto.
Bene parlare dei rom, degli zingari, dei musulmani, degli imam fondamentalisti, della jihad. Questi sono problemi, ma non è IL problema. O almeno non è IL problema per l’Italia oggi anno domini 2018.
E quando uno dei problemi (l’immigrazione) diventa IL problema allora devi chiederti perché succede e la risposta è semplice: alla politica conviene farti credere che l’immigrazione sia il problema, perché l’immigrazione è una cosa che tutti vedono e tutti capiscono. E se mi vuoi concedere è anche un problema facilmente risolvibile.
Più difficile parlare di competitività, di produttività, di debito pubblico, di tassi al rialzo meno che meno.
Quindi se posso dare un contributo umilissimo al dibattito sull’immigrazione, dibattiamo quanto vi pare, ma ricordiamoci che NON è IL problema.
Altrimenti corriamo il rischio di prendere fischi per fiaschi e lucciole per lanterne.
Quando la torta è grande nessuno si accorge se una fetta se la mangiano gli immigrati. Ma ora che la torta è striminzita tutti vogliono la loro parte e giustamente la tolgono agli immigrati.
Il problema però rimane la grandezza della torta, non la parte che si mangia ciascuno di noi, immigrati compresi.
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