Il Nasdaq era “onirico”
Dulcis in fundo è arrivato come benzina sul fuoco il mese della correzione degli indici americani – scrive Fabio Tanevini su LombardReport.com, il primo giornale on line di Borsa in Italia.
Come noto negli Usa le cose si fanno solo in grande e quindi così come si sfondavano massimi storici a ripetizione nonostante i rialzi dei tassi di interesse messi a segno da parte della Fed, al momento del risveglio le vendite arrivano copiose, senza alcun freno inibitorio, seguite da rimbalzi in grande stile, segno di avvio di tensioni in grado di portare correzioni significative.
Siamo nel pieno di una settimana dalle forti emozioni, e da parte degli indici americani e da parte degli indici europei.
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Bisogna dire che – scrive Fabio Tanevini su LombardReport.com – basandosi sulla sensibilità del trader, le sedute chiuse sul -4% ed oltre erano abbondantemente prevedibili e, a loro modo possono essere considerate positivamente.
Non possono esistere infatti mercati finanziari, azionari in particolare, che abbiano un’unica direzione, ovvero al rialzo.
Basandoci sul grafico di lungo periodo del Nasdaq 100 che vi mostro di seguito chi può umanamente pensare che un andazzo di rialzo del genere alla lunga non conservasse dentro di sé il rischio di bolle speculative?
Ricordo a tutti che due decenni fa si urlò alla bolla speculativa con il Nasdaq accovacciato sui 4000 punti.
Un mese fa – scrive Fabio Tanevini su LombardReport.com – quel valore era esattamente raddoppiato in termini prettamente numerici.
Certamente mi si obietterà con i soliti argomenti di utili aziendali e quant’altro, ma siamo seri, quanti grafici, relativi ad indici azionari avete visto con questa configurazione Toro che non siano l’indice risibile delle criptovalute?
Per questo alla luce del recente passato ritengo un bene un riassestamento e una riponderazione dei prezzi azionari.
Un ribasso non può necessariamente essere visto come una brusca frenata dell’economia nella sua interezza.
Comprendo il malumore che scaturisce tra gli investitori quando le nuvole si addensano, ma senza acqua piovana non ci sarebbe vita sul pianeta terra.
Impariamo, quindi, a convivere con queste fasi, valutandole per quello che rappresentano nella loro interezza.
Il Pil degli Usa viaggia su livelli più che soddisfacenti, la disoccupazione è a valori talmente minimi, per noi europei, da poter essere dipinti come “onirici”.
Per essere più chiaro non mi meraviglierei affatto se, dai primi di novembre, iniziasse, anche in termini grafici e tecnici, quella che può essere considerata la prima vera fase di correzione dell’indice Nasdaq dal febbraio 2016 ad oggi con target 6100 punti.
Per quanto riguarda il nostro mercato uno spiraglio di ottimismo fortunatamente lo ha dato Mario Draghi, manifestandosi ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo tra Italia e Commissione Europea.
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Ciò che da fastidio al mercato – continua Fabio Tanevini su LombardReport.com – non sono i numeri in sé e per sé, quanto piuttosto il modo sguaiato e per nulla affatto istituzionale e responsabile che i due capi-popolo Salvini e Di Maio hanno di relazionarsi con l’Europa e quanto gli stessi Commissari Europei dal loro canto poco istituzionalmente si stiano comportando.
E’ una brutta pagina di politica condita di insulti al sugo di cozze che veramente disgusta, in cui, mi sento di dire, tutte le controparti interessate sono colpevoli.
A quando una visione costruttiva e un dialogo veramente unionista e che guardi al futuro in ottica di vero sviluppo?
Nel frattempo, temo che dovremo abituarci ad un mercato tendenzialmente ribassista finché durano questi atteggiamenti, senza spunti per chi ama avere dei long in portafoglio.