Omino Nero dice giù
L’Omino Nero è chiaro: altro che deficit al 2.4% o al 3%. L’Italia da anni ha deficit oltre il 2% e nessuno dice niente come nessuno ha detto niente sul deficit al 3% della Francia dal 2012 a seguire. Qui si combatte una battaglia tra “sovranisti” e burocrati europei e la battaglia sarà senza quartiere. Ai vari governi Salvini che ci sono in giro per l’Europa conviene dare subito una bella lezione ora, con spread alle stelle e necessità di fare dietrofrunt. Ecco quello che pensano gli “europeisti” e quello a cui si sono subito accodate le agenzie di rating. La bomba più forte sarà quella di S&P questo venerdì e quindi aspettiamoci un secondo lunedì di fuoco all’inizio di novembre. Poi avremo già raggiunto i supporti del Ftse All Share e il BTP sarà ad oltre 400 di spread e forse il nostro governo dovrà iniziare a fare marcia indietro o Tria a dimettersi perché in quella fase i giochi saranno già fatti.
O bere il calice o un debito fuori controllo.
E’ impensabile una Italia fuori dall’Euro per le ragioni spiegate da Rizzo nel suo romanzo che è poco romanzo e molta realtà che tu hai raccomandato sul tuo sito ai tuoi lettori.
Quindi per l’Omino Nero la battaglia è già vinta dall’Europa e lo sarà sicuramente prima di arrivare alle elezioni europee della prossima primavera.
Quello che io mi chiedo è che se è tutto così allora che senso ha combattere una battaglia con l’Europa.
A questa domanda l’Omino Nero non risponde: dice che è la Storia, quella con la maiuscola, che spesso non ha una ragione logica ma di pancia.
Fino qui l’omino Nero.
Aggiungo io che sul Ftse Star, indice che nessuno guarda ma che esprime il meglio di questo Paese, abbiamo avuto a ottobre 2018 la peggior barra negativa mensile di tutta la storia dell’indice e ci troviamo a ridosso della trendline rialzista. Se la rompiamo l’obiettivo è dato dalla proiezione della massima escursione SOPRA la trendline dal punto di rottura.
Ritorniamo nella preistoria …