[VIDEO] La principale rivista di analisi tecnica in Europa mi ha chiesto un parere sul trading sistematico. Ecco tutte la verità.
Nel lontano 2006 la più famosa rivista di analisi tecnica in Europa mi chiese un parere…
Investimenti sistematici – mito o realtà?
- Dal trend following alla mean reversion
- Il nuovo vivee di trading
- Il trading azionario per tutti
- Street smarts
- I 10 migliori patterns di Dave Landry
- L’enfant prodige della finanza quantitativa: il magico Laurence… detto Larry Connors
- Un libro che ha sdoganato 20 anni fa l’analisi tecnica del regno della ciarlanateria
- Il vero manuale “bibbia” dell’analisi tecnica
- Indicatori di sentiment, indicatori di breath, indicatori short/long, etc…
- Le bande di Bollingerforse l’inidcatore più noto al mondo… che funziona!
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Il trading sistematico è visto da molti come la soluzione migliore a tutti i problemi tecnici e psicologici inerenti alle speculazione di borsa. In ogni caso il trading sistematico non fa altro che sostituire i problemi del trading discrezionale con altrettante e diverse difficoltà. L’entrata sul mercato risulta più semplice, ma il mondo del trading resta lo stesso un’avventura ambigua e non priva di rischio.
Questo articolo presenta il trading sistematico da una prospettiva differente. L’intervista spiega i lati positivi così come le trappole del trading sistematico, il tutto basato sull’esperienza. A prima vista, molti trader sistematici potrebbero pensare che sia fastidioso parlare delle debolezze del trading meccanico, ma dall’altra parte pensiamo che andare ad analizzare i pro e i contro del trading meccanico possa essere un elemento importante di successo e potrebbe aiutare i trader ad approfittare della varietà delle opzioni che offrono i software di analisi tecnica e dei sistemi di trading.
Selezionare i trader migliori – questo il suo obiettivo dal primo giorno. Ed è questo il motivo che lo ha portato a scegliere il “trading system approach”. Emilio Tomasini è conosciuto per essere stato l’organizzatore della Top Trader Championship, competizione unica in Europa che dal 1999 al 2011 ha raggruppato tutti i trader e tutte le case di brokeraggio europee (la competizione non si tiene più dal 2011). Il Dr. Emilio Tomasini è un professore a contratto di Finanza Aziendale all’Università di Bologna e ha una lunga esperienza come giornalista finanziario. Lanciò LombardReport.com nel 1997 con l’intenzione di costruire un’azienda in cui scegliere e far crescere i trader migliori.
La Top Trader Championship fa parte di questa filosofia, avendo verificato e fatto auditing sui conti di più di 5000 trader da tutta Europa dal 1999. LombardReport.com, sito internet di finanza italiano, è nel bel Paese una sorta di autorità con oltre 80 mila lettori e 350 iscritti paganti, la maggior parte sono trader professionisti. Quindi la prima domanda da porgere ad Emilio Tomasini risulta abbastanza ovvia: Chi sono i migliori trader in giro? Quelli “discrezionali”? Quelli sistematici?
Ed è possibile allenare un trader inesperto fino a farlo diventare uno capace di fare soldi con il trading? Tomasini conosce la risposta: il suo lavoro, d’altronde, è proprio selezionare i profili dei trader che entrano nel concorso: i buoni investitori “discrezionali” sono come artisti, e raramente possono essere duplicati. O quantomeno possono insegnare solo ad altri trader che hanno la stessa natura di “artisti”.
In media i trader potrebbero essere per la maggior parte trader meccanici solo attraverso l’utilizzo di trading systems o seguendo un approccio sistematico davvero rigoroso. Facendo in questo modo possono avvicinarsi (ma mai essere allo stesso livello!) di trader discrezionali di enorme successo.
Se un novellino riesce effettivamente a trarre profitto dalle esperienze di questi grandi trader significa che ha del talento, visto e considerato che in media si riesce a guadagnare il 10% sfruttando le esperienze dei trader professionisti.
I top trader agiscono con tecniche che raramente noi possiamo davvero comprendere.
Se il trading è un business, e i trader medi sono uomini di affari, i trading systems sono i loro strumenti di produzione.
E questo è il motivo per cui tra quelli che sono sopravvissuti più a lungo in questa industria Emilio Tomasini ha trovato una gran parte di trader sistematici.
I perdenti più grandi, al contrario, sono gli investitori “discrezionali”: a lungo termine sono destinati a fallire, fatta eccezione per alcuni geni naturali. Tomasini iniziò ad investire nel 1996 e lo continua a fare con diverse piattaforme. Inoltre, ha sviluppato servizi di impresa per tutti i clienti dei trader bancari istituzionali italiani.
Emilio Tomasini spera di avere ancora una lunga vita nel mondo del business in quanto, non essendo uno di quegli artisti precedentemente citati, è un buon sviluppatore di sistemi di trading e selezionatore di trader. Ciò che ripete sempre è che “il mio potere come trader sono i miei collaboratori” ed effettivamente LombardReport.com conta sui migliori sviluppatori di trading systems in Europa. Questo bacino di trader costituisce un vero e proprio melting pot che forma la più grande concentrazione di sapere di trading meccanico in Europa.
Ecco l’intervista!
Emilio Tomasini: Non appena penso ai sistemi di trading mi vengono in mente due immagini. La prima ha a che fare con una serie di seminari tenuti da Larry Williams che ho seguito a Las Vegas e in Europa. Mentre TradeStation 4 diventò la piattaforma standard per questa industria, Larry William continuava ad usare un programma oscuro e obsoleto chiamato System Writer Plus. Ma ecco cosa è peggio: lo utilizzava nei suoi seminari di fronte al pubblico. Quando gli chiesi perché non volesse passare al TradeStation 4, lui rispose brevemente, come era nel suo stile, che sarebbe stata una perdita di tempo perché “i concetti giusti stanno dentro a poco spazio”. Devo ammettere che a quei tempi pensai che Larry Williams semplicemente non capisse, ma col tempo ho capito che ero io a non avere capito. La seconda immagine che mi viene in mente ha a che fare con Richard Dennis. Il “Supertrader”, intervistato da Jack Schwager nel suo libro “Market Wizards”, era dell’opinione che se qualcuno pubblicava un sistema profittevole sul Wall Street Jorunal nessuno nell’industria finanziaria gli avrebbe prestato la minima attenzione. L’ego di un trader gli impediva di giudicare razionalmente qualsiasi input esterno.
DOMANDA: Cosa ci può dire circa i problemi del trading discrezionale che il trading sistematico non può risolvere? La prima sfida da affrontare è il cambiamento costante dei mercati riflesso nel cambiamento delle caratteristiche dei prezzi storici.
Emilio Tomasini: Il comportamento dei mercati dipende dal numero e dalla qualità dei trader, dalla liquidità disponibile, dalla struttura del mercato e dal contesto storico nelle quali le decisioni vengono prese. Per esempio se un mercato è ancora “giovane” e non ancora liquido, tu puoi fare trading con una certa percentuale di successo attraverso la strategia del breakout. Questo perché molti partecipanti al mercato sono ancora inesperti e tendono ad utilizzare solo strategie di trend following.
Col senno di poi, i grafici delle azioni sul Prague Exchange del 1994 appaiono come il mondo ideale. Il mercato finanziario ceco stava facendo i primi passi. I dati di borsa, consistenti in serie storiche di prezzi daily in formato Metastock, venivano vendute sul pavimento di un attico nella periferia di Praga da un ingegnere con un vecchio cane e un viso triste. La sua scrivania posizionata al centro della stanza era un segno della sua assoluta perfezione. Io comprai il suo servizio con historical data, ma sfortunatamente non riuscii a connettermi al suo server dall’Italia. Il buon ingegnere, nel vecchio stile di attenzione al cliente, pensò di non doversi preoccupare dei miei problemi e così tutti i miei sogni di entrare nel mercato ceco come analista tecnico caddero sull’ aggiornamento dei dati. Ciononostante ricordo ancora quei grafici molto bene. Sembrava come se un progettista di architettura del vecchio partito comunista li avesse disegnati per rendere felici gli analisti tecnici. Supporti e resistenze, perfetti breakout e nessun falso segnale. Era il sogno da “vero socialismo” fatto su misura di grafici per l’analisi tecnica. Nei mercati giovani, il comportamento degli investitori si sviluppa secondo vecchi pattern: i primi che comprano sono sempre i ben informati. Dopo di questo vengono gli imitatori che comprano “di simpatia” e alla fine coloro che vendono ai meno informati e chiudono la loro posizione in profitto per primi sono nuovamente i ben informati.
DOMANDA: Quali sono le condizioni ideali di un trader esperto sia esso sistematico o discrezionale sui mercati. E comunque prima o poi arriva il momento in cui le trasformazioni dei mercati prendono forma e cambiano quella condizione ideale da mondo perfetto. Qual è la sua opinione.
Tomasini: Tra il 1997 e il 2000 centinaia di investitori che utilizzavano semplici sistemi di intraday brakouts sul DAX o sui derivati italiani diventarono ricchi. La maggioranza di loro smise di tradare nel 2000 perché i breakout nei mercati maturii non funzionavano più. Sfortunatamente non esiste una garanzia che i prezzi storici si comportino in futuro come hanno fatto in passato e soprattutto non c’è garanzia che un’azione resterà come la conosciamo. Lo stesso avviene con il futuro confrontato con le prime fasi di nuovi mercati o anche solo di nuovi cicli di trading. L’inconveniente di questi cambi costanti nei dati storici si trasferisce anche alla programmazione di codici. “Se non avessi cambiato il mio sistema ogni volta che un drawdown superava il livello di allarme, non sarei ancora vivo” mi disse un giorno Giuseppe Lugli, investitore sistematico con anni di esperienza. Ma a questo punto sorge naturalmente un’altra domanda: quale tipo di affidabilità statistica può avere un sistema di investimento che può essere mantenuta le cui regole e parametri cambiano al volo? La risposta è, ahimè, molto cinica: per molti trader, investire con un sistema “manutenzionato” è comunque meglio che affidarsi all’estro del momento.
DOMANDA: Lo stress psicologico nell’utilizzare un trading systems è più grande rispetto a quello derivato dal rischio di fare trading discrezionale? Dove vedi il vantaggio nel trading discrezionale?
Tomasini: Lo stress psicologico che deriva dai sistemi di trading, soprattutto per trader esperti e qualificati con forti ego è molto alto. In un sistema i segnali di buy e di sell sono molto contro intuitivi, anche quando il trader è ben consapevole che il sistema sottintende la logica. Già solo il fatto che i sistemi si basano su statistiche riduce l’orgoglio di un trader, che in effetti ricerca l’affermazione del suo ego. Nel caso di un lungo drawdown (come per esempio il fondo di una curva di profitto) i dubbi che aiutano un trader sistematico a restare sveglio sono gli stessi di un trader discrezionale. La domanda fondamentale per un trader discrezionale è: “continuo a registrare dei profitti?”, mentre per un trader sistematico diventa: “il mio sistema continua a funzionare?”. Se posso fare un’osservazione empirica, considerando la mia esperienza nel settore, allora direi che in media i sistemi di trading riducono l’effettiva profittabilità del trading stesso, ma allo stesso tempo accrescono le probabilità di sopravvivenza di un trader. In più, permettono la gestione di somme di denaro più elevate, che non sarebbe sicuramente possibile con un metodo discrezionale.
DOMANDA: Potrebbe spiegare meglio il primo punto? Perché i sistemi di trading riducono la profittabilità dell’investimento?
Tomasini: L’esperienza del “Top Trader Championship with Real Money”, tenuta quest’anno per otto volte, ci mostra come i “veri soldi” si fanno solo in mercati fortemente inefficienti, come durante il mercato azionario prima del 2001. Meno degni di nota, ma comunque interessanti, profitti caratterizzano gli investitori discrezionali con personalità forti e motivate che, comunque, hanno già speciali tecniche e conoscenze. In altri casi questi investitori rappresentano solo una frazione dei milioni di persone più o meno professioniste impegnate nella speculazione dei mercati. Alla domanda di quante persone conosco che sono diventate ricche con i sistemi di trading, dovrei rispondere che non ne conosco neanche una. Alla domanda successiva di quante persone conosco che sono riuscite ad ottenere buoni risultati con loro, la mia risposta sarebbe che ne conosco qualcuno, ma comunque li riesco a contare sulle dita della mano. Alla domanda ancora successiva su quante persone conosco che sono riuscite ad ottenere buone performance su un periodo di oltre 10 anni, la risposta è quasi nessuno. Chiaramente posso parlare solo dei risultati che possono essere verificati. Non intendo, quindi, i risultati di altri che dicono di avere fatto bene perché, come sono certo che sappiate, sono insignificanti. Le motivazioni per cui nessuno guadagna soldi con sistemi di trading sul lungo periodo sono varie. Una ragione su tutte è che molti investitori sono incapaci di strutturarsi in una modalità business. Per esempio, qualcuno sarebbe stato aiutato se avesse avuto fiducia in un altro e avesse gestito i suoi segnali e condiviso ricerche, programmi e quant’altro. Le persone che investono spesso sperano di non diventare mai businessmen. Nonostante ciò, come disse Joe Ross, “Trading is business” e questo vale per ogni trader. Una seconda ragione è l’arroganza intellettuale che domina il mondo degli investimenti: le persone che hanno sistemi di trading profittevoli spesso non si preoccupano di trovare nuove soluzioni, creare sistemi per altri mercati o cooperare con altri investitori. I trader sistematici di successo troppo spesso si crogiolano nel loro successo e aspettano di crollare. Oltre a questo, molti novellini che hanno avuto successo in altri campi, come progetti aziendali, o nei loro studi, falliscono poi nel trading. Specialisti molto qualificati nel loro campo spesso non vogliono accettare che nei mercati devono iniziare daccapo come tutti gli altri principianti. Sopravvalutandosi iniziano spesso con investimenti troppo alti.
DOMANDA: E andando avanti con la seconda teoria, spieghiamo anche questo: perché il trading meccanico aumenta le possibilità di sopravvivenza dei trader sui mercati?
Tomasini: Ciò che dico si basa sulla mia esperienza. Ci sono diverse ragioni che spiegano perché utilizzare sistemi di trading accresca le possibilità di sopravvivenza. Un investitore sistematico accelera e semplifica le decisioni con l’aiuto di regole predefinite e si riesce a concentrare meglio nello sviluppare nuove idee anziché seguire ossessivamente il mercato ogni secondo. In questo modo riduce certamente lo stress, ma non lo elimina del tutto. La durata media di un trader meccanico è decisamente più lunga di quella di un trader discrezionale e infinitamente più lunga di quella di uno scalper. Del resto una battuta di Charles Schwab in questi casi va sempre bene: “gli scalper discrezionali sono come farfalle: vengono fuori per una stagione e poi scompaiono quella successiva”. Finché un sistema di trading permette la giusta gestione di grandi somme, sarà sufficiente comparare le performance medie dei fondi di investimenti americani con quelli tedeschi. Qui risulta chiaro quanto la gestione automatica dei derivati in US sia da imputare ai sistemi di trading, che sono molto più sviluppati rispetto all’Europa e ottengono risultati difficilmente immaginabili qui.
DOMANDA: Quindi pare che una cooperazione più stretta tra trader sistematici e manager istituzionali possa avere senso. Che difficoltà vede qui?
Tomasini: Non appena un trader ha identificato una formula di successo, pensa immediatamente alla possibilità di gestire anche i soldi di qualcun altro. Per intenderci, se il mio sistema guadagna “solo” il 40% all’anno guadagna un salario, se uso 100mila euro. Se però ne uso 100 milioni allora si guadagnano milioni. Perché non suggerirlo ad un’istituzione? E’ semplice: un manager istituzionale non è interessato ad affittare un sistema di terzi perché potrebbe mettere in pericolo il suo lavoro. Vorrei motivare questa affermazione con la nostra esperienza a LombarReport.com. Tra i nostri 200 iscritti ci sono nomi noti nell’industria finanziaria. Notevolmente, tutti loro pagano il loro pacchetto personalmente senza fatturare all’azienda. Nessuno della loro azienda dovrebbe scoprire che per diventare numeri uno è sufficiente iscriversi a LombardReport.com e leggere gli articoli di Guido Bellosta. Un altro esempio: un fondo inglese licenziò oltre 100 impiegati, da manager ad analisti, dopo avere noleggiato un sistema meccanico. Improvvisamente, ecco che gli impiegati non servivano più. Nessun impiegato di un fondo di investimento vuole portare un Cavallo di Troia noleggiando un sistema di trading. E’ molto meglio guadagnare il salario e le commissioni e perdere i soldi dei clienti che perdere il proprio lavoro e le commissioni facendo guadagnare troppo ai clienti. Molti in realtà non sanno neanche cosa sia un sistema di trading. Studiare è impegnativo e i libri contengono formule complesse al loro interno. Meglio restare sul terreno conosciuto e continuare a lavorare come gli ultimi vent’anni. Con un paio di piccole distrazioni le 5 del pomeriggio sono dietro l’angolo.
DOMANDA: Il suo punto della situazione sul trading sistematico?
Tomasini: Il trading è difficile, anche con sistemi che aiutano a farlo. Non si può e non si deve mai sottovalutare lo sforzo necessario. Ho commesso io stesso questo errore, forse il peggiore nel nostro lavoro. Gli investimenti sono difficili, stressanti e deludenti. E’ necessario avere il sufficiente capitale, ma anche avere l’attitudine giusta. Devi analizzare costi e profitti come se fossi una vera e propria azienda. E accettare che, come in tutte le altre aziende, ci sono periodi di espansione e altri di recessione. E’ difficile, insomma, e rimane tale anche utilizzando sistemi di trading. Ma del resto, se fosse così facile chi ancora farebbe il venditore, l’insegnante o l’idraulico?
DOMANDA: Un altro esempio di mito è la curva di equità stabile e senza nessuna spinta al ribasso. Qual è la sua opinione?
Tomasini: Il mito di una equity curve stabilmente in crescita senza spinte al ribasso o alta volatilità è un’utopia. La domanda a cui bisogna rispondere è totalmente diversa: posso vedere e comparare l’equity line di un sistema di trading applicata a soldi veri per almeno 4 o 5 anni con il test storico di questa equity line sullo stesso sistema? Sfortunatamente, solo in pochissimi casi. E, in queste rare volte, si potrà notare che la vera curva dell’equity line è sempre irregolare, con lunghi periodi di immobilità e picchi o sbalzi che nella teoria non capitano mai. Personalmente non mi fido di sistemi di trading che mostrano una lineare o, ancora peggio, crescita esponenziale della curva di equity. Mi concentro esclusivamente su sistemi di trading che hanno avuto curve di profitto graduali: una curva graduale significa che il più delle volte la equity line si muove orizzontalmente perché il sistema non è sul mercato. Questo vuol dire che il sistema ha il meccanismo di giudicare quando è giusto investire e quando non lo è. Questo tipo di sistema con una graduale, e imperfetta, equity curve può essere integrato bene con un sistema portfolio, che contribuirà sicuramente alla riuscita della crescita della equity del portfolio. Mi ricordo nel 2001 come un paio di programmi prevedessero entusiasticamente un’equity line per un paio di sistemi intraday basati sul DJ EuroStoxx 50. Quanto erano felici quando hanno iniziato a vedere effettivamente questa linea! La guardavano come se fossero Raffaello e dovessero disegnarla. Solo due anni dopo questi sistemi decaddero a causa della loro bassa volatilità e liquidità e ogni investitore sistematico uscì dal mercato. Ma i programmatori misero a punto il codice fino all’ultimo dettaglio. Un concetto che poteva essere sintetizzato in due linee di codice si trasformò in un orrendo calvario fatto di pagine e pagine di codici, finendo per diventare mera masturbazione intellettuale, nulla di utile e potenzialmente distruttivo.
DOMANDA: E questo ci porta al prossimo mito, quello dei programmatori. Una buona conoscenza di programmazione è necessaria per prendere parte al trading sistematico?
Tomasini: Una volta un mio contestatore disse “Non riesce a programmare per niente” come se mi fossi contaminato con qualcosa di orrendo. Programmare trading systems sembra riservato solo a scienziati, ingegneri aerospaziali o matematici. Chiunque altro dovrebbe lasciare perdere e disegnare linee sui grafici come un pazzo disegnatore. Niente potrebbe essere più lontano dalla verità! Nei sistemi di trading le idee contano se sono buone. Che esse siano rubate o copiate, prodotti vostri, acquistate o originali non cambia niente. Contano solo le idee. Potrete sempre trovare un programmatore ucraino, un cugino che è un ingegnere, qualcuno che voglia aggiungere qualcosina al suo salario con qualche ora lavorativa extra. Oltretutto, considerate che probabilmente la lingua di programmazione professionale più diffusa è Easy Language for TradeStation perché è semplice. Dovete solo volerlo. E consolatevi pure nell’apprendere che un programma curato fino all’ultimo dettaglio non funzionerebbe: il codice deve essere rapido per funzionare correttamente, più è complicato è peggio funzionerà. Paradossalmente, un codice che performa positivamente nella maggioranza dei mercati nonostante un’equity curve da migliorare è meglio rispetto ad un codice che mostra un’equity line meravigliosa ma solo in un determinato momento. Inoltre, la gestione del portfolio può compensare la cattiva programmazione: una buona idea mal programmata ma forte in un gruppo di mercati porterà a risultati migliori rispetto ad un codice programmato da un professionista, ma troppo ottimista riguardo futuro della borsa. E con ottimista non mi riferisco solo alle regole, ma anche ai parametri. Quindi questo è quanto: che voi conosciate il greco antico, il latino, la matematica o solo come costruire circuiti elettrici o fare idraulica, comunque potete riuscire ad imparare la Easy Language.
DOMANDA: Quanta possibilità c’è di diventare ricchi con un buon sistema di trading?
Tomasini: Nessuno diventerà ricco con un sistema di trading. Remo Mariani, top trader nel 2002 e parte dello staff editoriale di LombardReport.com, diceva sempre: “Le persone che entrano nel mercato sono quelle che vogliono diventare ricche, non quelle che vogliono guadagnare la pagnotta”. Lui è un investitore discrezionale che vanta una equity line consistente nonostante questo non l’abbia portato immediatamente a diventare un milionario. Remo Mariani ha ragione e la sua visione filosofica dovrebbe essere trasferita in un trading sistematico. Il trading sistematico non crea dal nulla milioni di euro a meno che tu non investa milioni di euro. Se investi capitali modesti riceverai ricavi più modesti.
DOMANDA: Lei conosce un trader sistematico in possesso di un codice di programmazione che nessun altro ha? Intendo qualcosa di davvero unico che, se rivelato, potrebbe essere equivalente al trovare il sacro Graal.
Tomasini: Il mito della ricerca di programmi chiusi. Nel mondo dei sistemi di programmazione di trading, in molti credono che un buon sistema possegga alcuni oscuri segreti che non possono essere mai rivelati perché svelarli significherebbe renderli completamente inefficaci. Ma, dopo dieci anni che sono in questo mondo, sono dispiaciuto di dover dire che tutti, e dico tutti, i sistemi di successo che io abbia mai visto rappresentano dimostrazioni più o meno complesse di concetti operativi già conosciuti dal pubblico. Le fonti di sistemi di trading di successo sono spesso codici commerciali che, una volta craccati, si diffondono come un virus tra i programmatori. Di fatto, i programmatori non fanno molto di più che cambiarli inserendo o omettendo i loro propri filtri e condizioni. Di base, però, sono sempre i soliti vecchi concetti riscaldati. Ovviamente, ogni cuoco è convinto di avere reinventato la ricetta segreta e non darebbe mai via il suo codice… Quando negoziate il prezzo di un sistema ricordate sempre ciò che sto per dire: un programmatore davvero bravo può sempre dare via un paio di sistemi gratis.
DOMANDA: Quindi non bisogna farla più complicata di quanto sia già.
Tomasini: Assolutamente. Nel corso della mia carriera ho lavorato con qualche centinaio di persone che avevano a che fare con sistemi di trading. Diciamo pure che ho incontrato un’intera generazione di investitori. Ma poiché il mercato ha sempre bisogno di nuove leve, non posso affermare di conoscere tutti gli investitori là fuori. Questo è perché dopo un po’ il desiderio di incontrare nuovi trader crolla esponenzialmente. Vi posso assicurare che in media la qualità dei sistemi di trading rappresenta l’altra parte delle abilità di programmazione dei trader. Il vostro cugino astrofisico e vostro zio, dottore ad Harvard, possono aiutare poco qui. E’ meglio copiare concetti conosciuti e inserirli nel vostro personale profilo di rischio che progettare un sistema dall’inizio.
DOMANDA: Può dirci qualcosa sull’acquisto o il noleggio di sistemi di trading?
Tomasini: Internet permette a tutti di mettere in rete un sito e vendere sistemi di trading. Riuscire a farlo con profitto è un’arte di per sé e lo si nota quando la nave sta già naufragando. Nell’industria finanziaria ci sono più siti che vendono sistemi di trading che siti che danno generiche informazioni finanziarie, perché è meno costoso lasciare che un sistema vada per conto suo piuttosto che scrivere 20 articoli al giorno. Solitamente si tratta si sistemi con nomi di donna o acronimi incomprensibili. A prima vista, sembra una meraviglia: nessun costo di esercizio ma solo entrate che si trasformano in profitti. Si tratta di segnali inviati tramite messaggio o che appaiono sul web, niente di più semplice. L’economia ci insegna che non ci sono entrate senza costi e non ci sono profitti senza investimenti. Il primo costo che un potenziale venditore di sistemi di trading deve sostenere prima di avventurarsi in questo business è ciò che deve pagare per ricevere una password alla camera di commercio per vedere le statistiche finanziarie. Solo così potrà avere una valutazione completa, se no non vale la pena iniziare. E si dà il caso che le difficoltà si presentino immediatamente. Non è sempre possibile trovare delle dichiarazioni di una società perché molte di loro sono partnership oppure con basi legali dubbie (Isole Caiman, San Marino, Stato di New York, numero di identificazione fiscale del cognato, …). Ma anche se riesci ad avere l’occasione di vedere l’estratto conto di una società, si vedrà subito che nessuna di queste genera profitti di più di qualche decina di migliaia di euro. Adesso mi chiederete il perché. La risposta più spontanea che mi viene da dare è che i sistemi commerciali non funzionano. Ma questa è la risposta sbagliata: i sistemi commerciali, non solo quelli di LombardReport.com ma anche tanti altri, sono più o meno funzionali. Quello che non funziona sono gli investitori che provano ad utilizzarli, perché solitamente perdono il loro capitale prima di avere la prova che il sistema prima o poi funzionerà. O perdono interesse oppure restano delusi. Oppure ancora scoprono che è più semplice gestire un’agenzia di modellismo che investire. A questo punto voglio condividere con voi alcune mie esperienze personali. In questo settore devi vendere sistemi di trading, parlare con chi li utilizza, con i programmatori, negoziare e avere a che fare con dozzine di programmi solo per capire che non sono molto diversi gli uni dagli altri. Inoltre, devi considerare di quanto tempo una persona seduta al computer ha bisogno di ricevere i segnali e fare un ordine. Tutto questo comporta una mole di lavoro che solo pochi sanno sostenere. Alla fine, il noleggio e la vendita di sistemi di trading è più una forma di educazione personale che un business profittevole.
DOMANDA: Qual è il segreto per sviluppare trading systems buoni e robusti?
Tomasini: Al di fuori dalle mie abitudini accademiche, pongo sempre a me stesso una domanda quando devo fronteggiare un problema: qual è lo stato attuale dell’arte e quali soluzioni suggeriscono gli esperti del settore? Nel business dei sistemi di vendita, significa che prima di tutto bisogna navigare online su, per esempio, LombardReport.com e poi bisogna selezionare tra le centinaia di informazioni disponibili. Dal momento che sono convinto che in un certo senso il trading rappresenti una scienza, elimino immediatamente tutti i soggetti esoterici come Gann, Elliott, Astro Finance, Fibonacci eccetera. In questo modo evito libri che non hanno a che fare con statistiche, formule matematiche o programmazione di codici. Una metodologia di trading seria deve essere stata storicamente testata e deve essere programmabile. Soprattutto, deve essere possibile definirla in termini inequivocabili. Se un libro contiene codici o sistemi viene immediatamente messo nella mia shopping list. Ciononostante, c’è un secondo livello di libri che sono lavori noti e conosciuti anche se mancano di esempi di codici o di sistemi. Autori come Thomas DeMark, David Landry, Barry Rud e Joe Ross. Ma questi libri sono venuti dopo di tutti, e ribadisco tutti, i libri con codici in Easy Language o Metastock.
DOMANDA: Cosa rende il trading sistematico difficile se comparato con il trading discrezionale, specialmente per quanto riguarda gli aspetti psicologici?
Tomasini: Descriverei il trading sistematico con ciò che segue: “solitudine dentro la solitudine”. Come è noto, gli investimenti sono imprese solitarie. Ma a differenza dei trader sistematici, quelli discrezionali possono ancora socializzare con altri trader discrezionali al bar e trovare cameratismo. Per esempio, “lo sai, finchè la resistenza era rotta e continuavo a comprare ero in errore, ma poi ho letto alcune notizie e ho scoperto che…” mentre un altro potrebbe dire “ho visto un ordine per 21.05, ma dopo ho scoperto che era falso e…”. Può dire molto su ciò che ha fatto e ciò che farà nel caso in cui questo o quell’altro si verifichino domani. Il trader meccanico in comparazione è più raro che trovi spiriti affini. Anche se dovesse trovare qualcuno come lui, cosa potrebbe dire del mercato? “Questa linea 29 del codice ha uno stop stretto, ma testandola ha funzionato alla grande”?. Ovviamente, può parlare di broker, linea DLS, computer, TradeStation o lamentarsi della bassa volatilità. Ma gli argomenti che può avere lui rispetto ai trader discrezionali sono banali e insignificanti. In ogni caso, è difficile che nasca una conversazione interessante. Morale della favola? Se la solitudine è un problema per il trader discrezionale, è una maledizione per quelli meccanici.
DOMANDA: La sua conclusione?
Tomasini: Dal 1996 ho l’opportunità, grazie al mio lavoro, di parlare e lavorare insieme a moltissimi trader meccanici italiani. Per ognuno di loro, così come per me, il seguente detto è vero: “Una scimmia che si siede davanti ad un pianoforte per abbastanza tempo, presto o tardi comporrà una sonata”, nel senso che prima o poi che sia tecnicamente talentuosa o meno, chi la dura la vince. I sistemi esistenti sono il risultato del modo di vedere la vita da parte di chi li crea, il loro status sociale, l’onestà intellettuale, le paure e le insicurezze. Un sistema di trading è una parte di ciò che codifichiamo, una parte della nostra psiche, le apprensioni, i valori, la fiducia negli altri e in noi stessi. Ci sono sistemi con centinaia di linee di programma che possono essere condensate in un codice di un paio di linee, ma questo merita il diritto, come la Divina Commedia, di espandersi. Ci sono altri programmi che accettano sforzi e lotte come parte del trading, come fossero parti di ogni altra questione (e non vedrete nessuna perfetta curva di equity), e ci sono programmi che credono che il trading sia una passeggiata rilassante (e qui vedrete curve irrealistiche di profitto). Ogni tanto è intenzionale, ma ogni tanto è solo il modo di vivere. Quando parlate con queste persone, potete notare che i primi lottano ogni giorno e hanno una visione concreta, mentre i secondi sono sognatori che probabilmente hanno un talento naturale per la programmazione, nonostante non abbiano mai avuto a che fare nella vita con il trading e lo pratichino solo per ammazzare il tempo, una distrazione dal presente. Ogni sistema di trading ha un’anima e se è creato da qualcuno, scoprirete che farete fatica ad utilizzarlo anche voi. Ho visto programmatori poetici che hanno preso miti di parole di statistiche quantitative senza avere fatto un singolo investimento in vita loro, così come ho visto artigiani che riescono a sintetizzare l’intera storia dei mercati in solo qualche riga. Questo è l’eterno dilemma dei miti che diventano realtà, e la realtà che diventa mito. E principalmente, riguarda una realtà che non è solo bianca o nera, ma è invece grigia.
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