Paura della crisi in Medio Oriente ?

La risposta alle nostre ansie sta forse nelle statistiche della storia, come riporta un articolo su MarketWatch.com. Le guerre hanno sempre avuto un impatto devastante sui listini azionari. Uno degli esempi più noti è la citazione attribuita al barone Nathan Rothschild: “Comprate al suono dei cannoni e vendete al suono delle trombe”, che suggerisce di investire quando scoppiano le guerre e di vendere quando la situazione rientra nella normalità. Tuttavia non è detto che questa massima possa portare sempre fortuna.

Uno delle caratteristiche ricorrenti che le Borse reagiscono al ribasso nei giorni immediatamente successivi allo scoppio di conflitti. Ad esempio, in situazioni come l’attacco di Pearl Harbor nel 1941 o l’11 settembre 2001, i mercati hanno subito dei tracolli iniziali. Secondo Adam Kobeissi, un analista che pubblica una newsletter basata sull’analisi tecnica chiamata appunto a Kobeissi Letter, ci vogliono in media 22 giorni perché il mercato arrivi al minimo dopo un evento di grande portata. Tuttavia, il tempo di recupero, che in genere è di 47 giorni, varia a seconda delle condizioni economiche.

 

Uno studio condotto su dati di LPL Financial ha rivelato che il drawdown medio dell’indice S&P 500 durante grandi eventi geopolitici è dell’8,2%. Tuttavia, la reazione delle Borse non è funzione solo dall’evento in sé, ma anche dal quadro macroeconomico in cui prende piede. Se una guerra scoppia al di fuori di una recessione, il mercato tende a registrare un guadagno medio del 9,2% nei 12 mesi successivi. Al contrario, se l’economia è in recessione, la perdita media può arrivare all’11,5%. Insomma, sembra che dipende tutto più dal contesto macro che dalla guerra in sé e per sé.
Attualmente, gli Stati Uniti sembrano evitare una recessione, con una crescita stimata del 2,5% nel terzo trimestre del 2024, secondo le stime del PIL della Fed di Atlanta. Questo potrebbe portare alla conclusione che le Borse potrebbero riprendere la via del rialzo in fretta se il contesto economico globale si mantiene stabile. E sembra che Iran e Israele stiano combattendo una guerra di facciata per cui c’è ancora spazio per la diplomazia. In questo caso le borse potrebbero riprendere velocemente la via verso Nord.

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