‘La scena’ di Cristina Comencini, al teatro Ambra Jovinelli fino al 2 novembre 2014, ha inizio con due amiche mature, Lucia, Angela Finocchiaro, e Maria, Maria Amelia Monti che, in una domenica mattina, leggono una parte del copione che il giorno dopo Lucia dovrà recitare a teatro.

In un unico atto, svolto nel soggiorno della casa di Maria, e per pochi attimi anche in cucina, si delineano dalle prime vivaci battute i caratteri antitetici e contrapposti delle due donne: Lucia, attrice, separata, Maria, dirigente di banca, separata anche lei, mamma di due figli, con diversa personalità e sensibilità: il tutto comunicato con ironia, che riesce a far riflettere senza appesantire: Maria, una ‘donna leggera’ che non rinuncia all’uomo, non riesce a starne senza, non riesce a vivere senza far l’amore, Maria che ha rinunciato, invece, agli uomini, preferendo le forti personalità che trova nei personaggi a teatro: l’uomo puro e irraggiungibile.

Lucia che all’amore non ci crede più: “io sono molto esigente e non riesco ad adattarmi al primo che passa”, che chiede nome, cognome, lavoro ed estrazione sociale ad ogni pretendente, e Maria che lo bacia e lo porta a letto senza sapere come si chiama, che all’amore ci vuole credere ogni volta, che usa il linguaggio del corpo per comprendere sentimenti, aspirazioni, passioni dell’altro, pensando di aver trovato sempre l’uomo giusto… come quello della sera precedente: ricordato e descritto all’amica come un maturo medico, pensando se ne fosse tornato a casa, che poi, una volta che irrompe in mutande sulla pièce, era andato a dormire nella stanza dei suoi figli, che stavano con il padre durante il week end, tra robot e peluche perché disturbato dal russare della donna, appare un ragazzo poco più che ventenne, Stefano Annoni, con un bel viso ed un fisico scolpito.

L’interazione dei tre, l’incontro di due generazioni, permette a tutti di mostrarsi, di farsi conoscere.

Il toy boy, che non avrebbe possibilità con nessuna delle due, riesce ad imporsi, anche con urla e mosse di arti marziali, stanco di una madre troppo assolutista e oppressiva, che rivede anche nelle due donne. Riesce a comprendere il mondo delle donne, che secondo lui “passano la prima parte della loro vita a fare progetti e la seconda a smontarli”.

Emergono pulsioni, passioni, rabbia e fragilità delle diverse età a confronto.

Tra equivoci, inversione di ruoli tra le due amiche, funzionale allo sviluppo della narrazione, in cui l’una interpreta l’altra, evidenziando anche ostilità nascoste e passate, fino a quando, terminando il gioco, rivelano la loro identità.

L’infedeltà, l’immaturità maschile, il rapporto con figure materne ingombranti, la ricerca dell’amore in un mondo che muta tanto e continuamente, fanno immedesimare il pubblico, che si diverte durante tutto lo spettacolo.

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